SCIENZA E PARITÀ DI GENERE SUL PALCO DELL’AUDITORIUM

SCIENZA E PARITÀ DI GENERE SUL PALCO DELL’AUDITORIUM

Domani, 20 maggio 2022, all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone di Roma, andrà in scena l’evento Scienziate. Talenti da valorizzare per una scienza di successo, promosso e organizzato dall’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, nell’ambito del Festival delle Science. L’evento affronterà l’attualissimo tema della parità di genere nelle scienze, oggi tra gli obiettivi da raggiungere per la Commissione Europea e anche per il PNRR. Un tema chiave per il futuro della nostra società: per questo, siamo tutti invitati, soprattutto le ragazze e i ragazzi, ricercatori e ricercatrici di domani, a riflettere su come donne e uomini possano contribuire equamente allo sviluppo della conoscenza. L’evento è organizzato nell’ambito del concorso per le scuole secondarie di secondo grado Donne e ricerca in fisica: opportunità, ostacoli e sfide, promosso dall’INFN e dal CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali IRPPS, partner del network europeo GENERA – Gender Equality Network in the European Research Area, con il contributo della Società Italiana di Fisica e di Springer Nature.

Dalle 15.00 alle 18.00 i protagonisti saranno le studentesse e gli studenti che hanno partecipato al concorso GENERA, assieme agli ideatori e organizzatori del concorso e ad esperti di politiche per la parità di genere, sarà la giornalista di Radio Rai Sara Zambotti ad accompagnare il pubblico alla scoperta dei video vincitori e a introdurre i numerosissimi ospiti, e successivamente a introdurre la giovane divulgatrice scientifica Linda Raimondo che concluderà la prima parte dell’evento con il suo coinvolgente racconto.

La seconda parte, che avrà inizio alle 18.30, darà voce ad alcune tra le più brillanti ricercatrici italiane in un dialogo tra scienziati e scienziate, moderato sempre da Sara Zambotti assieme al collega di Radio Rai Massimo Cirri, cui parteciperanno Amalia Ercoli Finzi, prima donna a laurearsi in ingegneria aerospaziale e per anni consulente scientifica della NASA, dell’ASI e dell’ESA, Lucia Votano, già direttrice dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN, e ancora Marica Branchesi, Anna Grassellino, Margherita Maiuri, Francesca Dordei, Susanna Barsanti, Giulia Zanderighi, Luigi Del Debbio e Antonio Zoccoli, presidente dell’INFN. Sarà un dialogo che prende spunto dalla voce di scienziate che alla passione hanno saputo unire forza e determinazione, ricoprendo ruoli di grande responsabilità scientifica e ricevendo riconoscimenti a livello internazionale, e che trova il suo naturale proseguimento nell’esperienza di giovanissime ricercatrici.
Alla voce delle protagoniste e dei protagonisti sarà alternata la lettura di testimonianze di scienziate che hanno fatto la storia della scienza, per voce dell’attrice Maria Giulia Scarcella, accompagnata dalle illustrazioni animate di Luca Ralli.

Per consultare il programma completo, visita la pagina: Scienziate. Talenti da valorizzare per una scienza di successo | Programma.

L’evento, che si terrà nella Sala Petrassi dell’Auditorium, è aperto a tutti e tutte ed è richiesta la registrazione attraverso il form di registrazione.

L’evento verrà inoltre trasmesso in streaming sui canali YouTube INFN EduPhysics (prima parte) e INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (seconda parte).

 

 

EUREKA! SCIENZAPERTUTTI SVELA LE SQUADRE VINCITRICI DEL CONCORSO ANNUALE

EUREKA! SCIENZAPERTUTTI SVELA LE SQUADRE VINCITRICI DEL CONCORSO ANNUALE

team vincitori e 10 menzioni speciali tra oltre 300 studenti e studentesse da tutta Italia che si sono sfidati nel concorso annuale bandito per le scuole dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare

Qual è la scoperta della fisica che più vi ha colpiti o incuriositi? Come la raccontereste se foste giornalisti dell’epoca? Quest’anno oltre 300 studenti e studentesse si sono sfidati raccontando in un video di 3 minuti una scoperta della storia della fisica per partecipare al concorso annuale per le scuole secondarie di I e II grado “EUREKA! Cronaca di una scoperta” indetto da ScienzaPerTutti, il portale dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare dedicato agli studenti e agli appassionati di scienza.

Le squadre che hanno vinto la sfida e si sono aggiudicate kit scientifici e gadget di ScienzaPerTutti sono state annunciate oggi e sul sito si possono vedere tutti gli elaborati che si sono classificati ai primi posti o distinti per menzioni speciali.

La terza categoria, dedicata alle classi del triennio delle scuole secondarie di II grado, ha coinvolto 27 squadre e sul podio sono arrivati studenti e studentesse dei licei Duca degli Abruzzi di Treviso e Gandini di Lodi e dell’I.I.S. G. Colasanti di Civita Castellana (Viterbo).

Per la seconda categoria, riservata al biennio delle scuole secondarie di II grado, tra 52 squadre partecipanti in totale si sono guadagnate i primi tre posti le squadre dell’I.I.S.S. G. Torno di Castano Primo (Milano), dell’I.I.S. Racchetti-Da Vinci di Crema e delle Scuole Emiliani di Genova.

Nella prima categoria, dedicata al terzo anno delle scuole secondarie di I grado, hanno gareggiato 13 squadre e le vincitrici frequentano l’Istituto Comprensivo 4 di Chieti, la Scuola secondaria di primo grado Tito Livio di Napoli e l’Istituto di Cultura e Lingue Marcelline di Foggia.

ScienzaPerTutti quest’anno festeggia il suo ventesimo anniversario e nella XVII edizione del concorso annuale ha visto come sempre grande impegno, cura e originalità negli elaborati proposti dalle centinaia di studenti che hanno partecipato.

ANCHE L’INFN TRA I PROTAGONISTI DEL SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO 2022

ANCHE L’INFN TRA I PROTAGONISTI DEL SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO 2022

Dal 19 al 23 maggio, negli spazi di Lingotto Fiere e del centro Congressi Lingotto di Torino, torna in scena il “Salone internazionale del libro”, l’evento più atteso dai lettori italiani, che, oltre a raccogliere le principali realtà editoriali del nostro paese, farà da palcoscenico, come ogni anno, a una ricca serie di eventi e incontri con autori e ospiti illustri provenienti dal mondo della cultura. Tra i protagonisti della rassegna, giunta alla sua trentaquattresima edizione, anche l’INFN, che presenta a Torino le proprie iniziative editoriali rivolte al grande pubblico, Asimmetrie, e ScienzaPerTutti, insieme ad altri progetti educativi e didattici. A completare la partecipazione dell’Infn al Salone del Libro 20222, l’evento che avrà luogo venerdì 20 maggio a partire dalle ore 17:30 presso la Sala bronzo, che si svolgerà all’insegna del dialogo con le vincitrici della settima edizione del “Premio ASIMOV”, riconoscimento riservato ad opere di divulgazione e di saggistica scientifica particolarmente meritevoli.

Il Salone Internazionale del Libro rappresenta l’occasione per presentare due importanti novità: la pubblicazione di ‘Bang!’, applicazione per mobile con la quale ScienzaPerTutti proporrà quiz interattivi grazie ai quali gli utenti potranno mettere alla prova e accresce le loro conoscenze in fisica: e l’uscita dell’ultimo numero di Asimmetrie, intitolato ‘Complessità’, con il quale la rivista ha voluto rendere omaggio a Giorgio Parisi, autore dell’articolo introduttivo, e alle tematiche di ricerca che gli hanno valso il premio Nobel per la fisica nel 2021. Il 20 maggio, l’evento “La fine del Premio ASIMOV e il nuovo inizio”, organizzato dall’INFN e dall’Associazione Librai Italiani (ALI), consentirà infine di conoscere da vicino Licia Troisi e Agnese Collino, le vincitrici ex aequo dell’ultima edizione del “Premio ASIMOV”, e i loro libri, “La sfrontata bellezza del cosmo” e “La malattia da 10 centesimi”, che hanno ottenuto l’apprezzamento di una giuria composta quest’anno da più di 12.300 giovani.

Sensibilizzare il pubblico verso l’importanza della ricerca di base attraverso la diffusione della cultura scientifica. E’ questa una delle principali missioni che vedono impegnato l’INFN, promotore di un vasta serie di attività didattiche e di comunicazione della scienza di successo, a partire dalle due che saranno ospiti al salone internazionale del libro di quest’anno: Asimmetrie, rivista monografica che, con frequenza semestrale, raccoglie contributi e approfondimenti sui temi di ricerca di stringente attualità in fisica; e ScienzaPerTutti, portale dedicato agli studenti della scuola superiore e agli appassionati di scienza, dove presente e passato delle attività di ricerca sono raccontati dagli stessi fisici che compongono la comunità dell’INFN, sempre pronti a rispondere alle domande dei visitatori del sito.

Il “Premio ASIMOV”, istituito nel 2015 dall’INFN, coinvolge migliaia di studentesse e studenti delle scuole secondarie di II grado nel ruolo di giurati, con il compito di leggere, valutare e recensire i migliori libri di comunicazione scientifica, fornendo le indicazioni e le preferenze che le Commissioni Scientifiche Regionali, composte da insegnanti, ricercatori e ricercatrici dell’INFN, delle Università e del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), giornalisti, scrittori ed esponenti del mondo della cultura scientifica e letteraria, utilizzano per la selezione dei vincitori del premio, assegnato su base biennale.

L’ARTE RACCONTA LA SCIENZA:  APRE AL MANN DI NAPOLI LA MOSTRA NAZIONALE DI ART&SCIENCE ACROSS ITALY

L’ARTE RACCONTA LA SCIENZA: APRE AL MANN DI NAPOLI LA MOSTRA NAZIONALE DI ART&SCIENCE ACROSS ITALY

Inaugurata la mostra “Colori e Immagini della Scienza” al Museo Archeologico Nazionale di Napoli con 70 opere, selezionate tra le 1200 realizzate da oltre studenti e studentesse da tutta Italia, esposte insieme a opere di scienziati e artisti internazionali per raccontare gli intrecci tra l’arte e la scienza. Giunto alla III edizione Art&Science è un progetto europeo realizzato in Italia dall’INFN in collaborazione con il Cern di Ginevra.

Ieri, 13 maggio, è stata inaugurata al Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) la mostra “Colori e immagini della scienza”, tappa conclusiva della III edizione del progetto dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare Art&Science Across Italy a cui hanno partecipato oltre 6000 studenti e studentesse e  che si propone di avvicinare i giovani e le giovani alle discipline STEM attraverso i linguaggi dell’arte.

La mostra è l’evento conclusivo delle 12 mostre tenutesi tra gennaio e maggio in altrettante città italiane per la III edizione del progetto Art&Science Across Italy, e raccoglie le 70 opere degli oltre 200 studenti e studentesse che hanno vinto le tappe locali del progetto. Nell’ambito della terza edizione del progetto (2020-2022), oltre 6000 studenti e studentesse dalle scuole secondarie di II grado da 10 regioni d’Italia hanno realizzato un totale di circa 1200 opere d’arte ispirate ad argomenti scientifici che hanno approfondito durante seminari e incontri con ricercatrici e ricercatori svoltisi online lo scorso anno.

Con l’allestimento dell’architetto Maurizio di Palo, l’esposizione al MANN affianca opere di artisti, scienziati e studenti per rappresentare il legame tra l’arte e la scienza.

“Sono tanti gli argomenti scientifici raccontati e in molte opere abbiamo visto quella “creatività” alla quale abbiamo puntato sin dal primo giorno nel lontano 2015. L’esperienza maturata da 110 ricercatori nel raccontare la scienza e da circa 350 docenti nel coordinare il lavoro dei ragazzi ha chiaramente mostrato i suoi frutti in termini sia di qualità delle opere sia di coinvolgimento ed entusiasmo delle studentesse e degli studenti” commenta Pierluigi Paolucci, coordinatore nazionale del progetto e ricercatore della sezione INFN di Napoli e del CERN.

Il progetto Art&Science è un progetto europeo organizzato dall’INFN in collaborazione con il CERN di Ginevra e viene proposto anche in Grecia. Nella mostra, infatti, a fianco alle opere degli studenti italiani sono presenti anche le cinque opere vincitrici del progetto Art&Science Across Greek e le opere realizzate dai dipendenti dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e selezionate da una giuria di studenti e studentesse partecipanti ad Art&Science Across Italy e dagli appassionati di scienza che leggono il sito web di comunicazione e didattica della fisica ScienzaPerTutti.infn.it.

L’esposizione è arricchita dalla presenza di un’installazione multimediale interattiva dell’INFN sull’espansione dell’Universo e di 30 opere di artiste e artisti internazionali che hanno partecipato nel 2012 al progetto dell’esperimento CMS del CERN Art@CMS.

Infine, otto opere del progetto GenomicArt, realizzato dai Laboratori di Genomica e Arteterapia della Fondazione Evo ed Elvo Tempia di Biella, accompagnano il pubblico in un percorso di incontro e riscoperta delle cellule attraverso l’arte e i colori, mentre un’opera inedita del visual artist Silvio Giordano, realizzata nell’ambito del progetto artistico “Enter the Dragon”, propone una trasformazione floreale del virus, metafora della speranza che gli esseri umani nutrono nella fioritura della civiltà attraverso il progresso scientifico.

L’esposizione “Colori e immagini della Scienza” al MANN dal 13 al 30 maggio 2022 è stata realizzata dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – INFN in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli Federico II e l’Università degli Studi di Napoli Parthenope e il patrocinio della regione Campania e del Comune di Napoli, con il supporto economico di Kimbo Caffè.

La premiazione e lo spettacolo “Con arte, con scienza: il tempo si racconta”:

Le opere degli studenti esposte nella mostra nazionale saranno valutate da una giuria di esperti di arte, di scienza e di comunicazione della scienza e saranno premiate nell’ambito di un evento che si terrà al Teatro Acacia di Napoli il 14 maggio a partire dalle 16.30. Gli studenti e le studentesse che si classificheranno ai primi 8 posti vinceranno 24 borse di studio per partecipare a un master sull’arte e la scienza al CERN in settembre.

Al Teatro Acacia alle 18.30, dopo la premiazione, la serata continua con la conferenza spettacolo “Con arte, con scienza: il tempo si racconta”, un evento aperto non solo ai partecipanti al progetto ma anche alla cittadinanza che sarà accompagnata attraverso la storia dell’Universo, raccontata da Pierluigi Paolucci, e illustrata da Luca Ralli, in un viaggio nel tempo e nella cosmologia tra i racconti di Dino Buzzati e Bill Bryson, commentate da Fernando Ferroni, professore del Gran Sasso Science Institute e già presidente dell’INFN, e lette dall’attrice Maria Giulia Scarcella. Infine, l’intervento dell’artista Alice Visentin porterà il pubblico alla scoperta del processo creativo e del suo lavoro sulla rappresentazione artistica del tempo. Tutta la serata è condotta dai giornalisti di Radio Rai Caterpillar Massimo Cirri e Sara Zambotti.

Art&Science Across Italy:

Il progetto Art&Science Across Italy si rivolge a studentesse e studenti delle classi III e IV delle scuole superiori con l’obiettivo di coinvolgerli nel mondo della ricerca scientifica, coniugando i linguaggi della scienza con quelli dell’arte e andando incontro a diverse attitudini e interessi individuali. Dalla prima edizione a oggi, il progetto ha coinvolto oltre 10.000 studenti da tutta Italia provenienti da 12 Regioni Italiane.

Il progetto è biennale e prevede tre fasi: la prima è una fase formativa in cui sono organizzati seminari, workshop e visite a musei e laboratori; la seconda fase prevede la realizzazione da parte di studenti e studentesse di opere artistiche ispirate agli argomenti scientifici trattati nelle lezioni; infine, le opere realizzate vengono esposte e premiate in mostre regionali e le più significative sono raccolte nella mostra nazionale, evento conclusivo di ciascuna edizione. I 24 vincitori della competizione nazionale sono invitati a partecipare a un master sul rapporto tra arte e scienza presso i laboratori dell’INFN o al CERN.

Il progetto si avvale del supporto del MIUR Ministero dell’Istruzione attraverso il progetto “Impara l’arte e mettila da parte” e di un finanziamento della comunità europea attraverso il progetto “Playing with Protons Goes Digital”.

All’edizione 2020-2022 di Art&Science Across Italy hanno partecipato più di 6000 studenti, da 140 scuole di 10 regioni, dove il progetto è coordinato da alcuni ricercatori e ricercatrici delle sezioni INFN e delle Università locali. Le studentesse e gli studenti hanno realizzato un totale di circa 1200 opere che sono state esposte in 12 mostre nelle città di Bari, Genova, Frascati, Lecce, Milano, Napoli, Nuoro, Padova, Pisa, Potenza, Roma e Torino.

Maggiori informazioni

La mostra “Colori e immagini della Scienza”, visitabile presso il MANN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli

dal mercoledì al lunedì dalle 9.00 alle 19.30
martedì chiuso
ingresso libero

Scopri di più sullo spettacolo “Con arte, con scienza. L’Universo si racconta”: https://collisioni.infn.it/evento/con-arte-e-con-scienza-universo-si-racconta/

Per essere aggiornati sulle mostre di Art&Science Across Italy si rimanda alla pagina facebook del progetto: https://www.facebook.com/artandscienceacrossitaly

Tutte le news e le informazioni sul progetto Art&Science Across Italy: https://artandscience.infn.it/

Dal 2018 il Premio ASIMOV è diventato un progetto del Comitato di Coordinamento della Terza Missione dell’INFN, assumendo un carattere nazionale. Dal 2020 l’iniziativa è arrivata oltreoceano con una prima edizione del Premio ASIMOV Brasil, organizzata dall’Instituto de Estudos Avançados (IdEA) e dall’Universidade Estadual de Campinas (Unicamp).

UN MODELLO MATEMATICO PER DESCRIVERE IL COMPORTAMENTO COORDINATO DEGLI STORNI

UN MODELLO MATEMATICO PER DESCRIVERE IL COMPORTAMENTO COORDINATO DEGLI STORNI

Lo spettacolo naturale rappresentato dalle ipnotiche e mutevoli figure disegnate nel cielo dai movimenti coordinati e sincronizzati degli stormi è il risultato di un comportamento collettivo che molte specie di uccelli sono in grado di adottare per rispondere tempestivamente agli attacchi dei loro predatori. In un simile scenario, lo studio delle proprietà del moto dei singoli uccelli risulta imprescindibile per cercare di comprendere l’evoluzione delle dinamiche di volo di uno stormo, che costituisce, alla luce della variabilità che contraddistingue i suoi componenti, uno tra i più esemplari casi di sistema complesso. Per fornire una soluzione al come gli uccelli regolino la loro velocità all’interno di un gruppo di loro simili, ricercatrici e ricercatori dell’INFN e della Sapienza Università di Roma appartenenti al gruppo ‘Cobbs’ (Collective behaviour in biological systems) dell’Istituto dei sistemi complessi del Cnr (Cnr-Isc) propongono un nuovo modello matematico, che si concentra sulla descrizione di una particolare specie molto diffusa nel nostro paese e nella letteratura scientifica, lo storno (Sturnus vulgaris). Il risultato, pubblicato il 10 maggio su Nature Communications, apre nuove strade verso la comprensione dei sistemi biologici e nel campo dedicato agli sviluppi in robotica e ingegneria.

I fattori di riferimento per una corretta modellizzazione delle possibili variazioni di velocità di volo di uno storno in un contesto aggregativo sono diversi, e fanno rifermento sia alla sfera del comportamento individuale sia ai limiti imposti dalla fisiologia degli animali. Tra questi, e forse il più importante, vi è la strategia grazie alla quale singoli uccelli appartenenti a uno stormo – che può essere composto fino a migliaia di individui – sincronizzano i loro movimenti con lo scopo di mantenere il gruppo coeso e reagire collettivamente agli attacchi dei predatori e agli stimoli esterni. “Questo fenomeno collettivo è generato da un meccanismo imitativo, i cui effetti sono stati inclusi nel nostro modello per garantirne l’accuratezza. Ogni uccello adatta infatti la propria direzione di volo e la propria velocità a quella di una decina di uccelli nel suo vicinato. In questo modo, quando un uccello cambia il proprio moto, i suoi vicini lo imitano e, con una sorta di passaparola, il cambiamento si propaga in tutto il gruppo”, spiega Irene Giardina, ricercatrice INFN e professore associato della Sapienza Università di Roma.

Un secondo e fondamentale elemento implicato nella regolazione del volo coordinato degli stormi riguarda i vincoli alla meccanica del volo imposti dalla loro fisiologia, che limita le velocità minime e massime che gli uccelli possono raggiungere. “Gli storni hanno un valore preferenziale della velocità di volo (circa 43 Km/h), chiamato velocità di riferimento, dovuto alla loro struttura fisiologica. Quando si trovano in volo all’interno di un gruppo di loro simili, è estremamente facile muoversi a una velocità di poco diversa da quella di riferimento, mentre è incredibilmente difficile muoversi molto più veloci o molto più lenti. Nel modello teorico che proponiamo, il singolo elemento dello stormo regola la sua velocità individuale all’interno della dinamica del gruppo, purché resti su valori ragionevoli, come una sorta di limitatore su una autovettura, che permette all’autista di deviare dal valore di riferimento, ma non di oltrepassare un limite fissato”, illustra Antonio Culla, ricercatore del gruppo Cobbs e Corresponding Author dell’articolo apparso su Nature Communications e tra gli autori dell’articolo apparso su Nature Communications.

L’eccezionale database di stormi di storni costruito dal gruppo Cobbs negli ultimi 15 anni, unico nel suo genere poiché comprende le traiettorie tridimensionali di 45 stormi di varie dimensioni (da 10 a 3000 uccelli), ha permesso di provare l’efficacia dello studio, che fornisce uno strumento utile per la comprensione di tipi diversi di sistemi complessi, come quelli biologici, e per lo sviluppo di tecnologie in grado di simularne il comportamento. “Il nostro modello permette agli elementi all’interno dello stormo di coordinare i loro movimenti e di essere molto correlati tra di loro, pur mantenendo una velocità vicina a quella di riferimento, proprio come negli stormi osservati sul campo. Il modello potrà inoltre essere impiegato per aumentare la comprensione di sistemi la cui evoluzione è, come nel caso degli stormi di storni, risultato delle complesse dinamiche a livello dei singoli componenti, aiutando lo sviluppo e la realizzazione di soluzioni tecnologiche in grado di implementare tali comportamenti”, chiarisce Andrea Cavagna, ricercatore del CNR dell’Istituto dei Sistemi Complessi e associato INFN.

In conclusione, il modello elaborato dalle scienziate e dagli scienziati del gruppo di ricerca Cobbs fornisce fornirà quindi uno strumento utile anche per la comprensione di tipi diversi di sistemi complessi, come quelli biologici, e per lo sviluppo di tecnologie in grado di simularne il comportamento.

Celebrazione per i 70 Anni dell’INFN – 35 anni di fisica delle astroparticelle nello spazio della Sezione Roma Tor Vergata

La sezione di Roma Tor Vergata ha festeggiato i 70 anni dell’INFN con un evento dedicato agli inizi della sua attività, raccontato dai suoi protagonisti, e ai più di trenta anni di fisica astro-particellare nello spazio, un’attività sperimentale che ha particolarmente contraddistinto la sezione dalla sua nascita ad oggi. Durante l’incontro sono state ripercorse le tappe più importanti, dalle prime missioni pionieristiche su pallone fino alle attuali missioni su satellite e stazione spaziale, L’evento si e’ concluso con le presentazioni su esperimenti del futuro ad opera di giovani ricercatrici/ori.

L’evento, a cui hanno partecipato 160 persone, si è svolto nella Sala degli Svizzeri di Villa Mondragone, dimora storica dell’Ateneo di Roma Tor Vergata.

https://agenda.infn.it/event/30853/timetable/?view=standard

AGNESE COLLINO E LICIA TROISI VINCITRICI EX AEQUO DEL PREMIO ASIMOV 2022,  PIÙ DI 12.300 STUDENTI E STUDENTESSE HANNO PRESO PARTE ALLA GIURIA

AGNESE COLLINO E LICIA TROISI VINCITRICI EX AEQUO DEL PREMIO ASIMOV 2022, PIÙ DI 12.300 STUDENTI E STUDENTESSE HANNO PRESO PARTE ALLA GIURIA

Dall’universo, le sue immagini e gli studi più recenti alla quotidianità delle malattie e i rapporti tra la medicina e la società. A sorpresa, la settima edizione del Premio ASIMOV, promosso dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), si è conclusa con un pari merito. I libri vincitori sono La malattia da 10 centesimi di Agnese Collino, edito da Codice Edizioni, e La sfrontata bellezza del cosmo di Licia Troisi, edito da Rizzoli. Il risultato è stato annunciato nel corso della cerimonia di premiazione nazionale, svoltasi online ieri, 12 maggio, sui canali social del Premio ASIMOV e curata dai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN. Come da tradizione, sono stati studenti e studentesse delle scuole secondarie di II grado italiane a eleggere il libro vincitore del Premio ASIMOV, dopo aver letto e recensito i cinque libri finalisti.

Sia Agnese Collino sia Licia Troisi hanno saputo affascinare e coinvolgere studenti e studentesse da tutta Italia tanto da aggiudicarsi la VII edizione del Premio ASIMOV tra gli altri apprezzatissimi finalisti Paolo Alessandrini con Bestiario matematicoMarco Ciardi con Breve storia delle pseudoscienze e Paul Sen con Il frigorifero di Einstein.

“È attraverso le immagini ‘dell’invisibile’ via via analizzate che l’autrice pungola l’interesse del lettore aprendogli la strada lungo un impressionante itinerario cosmico strutturato su salti temporali che coprono il passato, il presente e il futuro della ricerca astronomica” sono le parole di Valentina Ricci, del Liceo Scientifico Galileo Galilei di Pescara, per descrivere La sfrontata bellezza del cosmo di Licia Troisi, che accompagna chi legge in un viaggio nei misteri dell’universo partendo dalle immagini che hanno fatto la storia dell’astronomia.

 Un argomento completamente diverso quello del libro di Agnese Collino, La malattia da 10 centesimi, che ripercorre la storia della poliomielite, una malattia oggi quasi dimenticata, ma che ha cambiato per sempre i rapporti tra medicina, persone e società. “Durante la lettura impariamo quanto sia stato fondamentale il coinvolgimento della popolazione attuando vere e proprie strategie di marketing e campagne di sensibilizzazione, per riuscire a etichettare il virus come nemico pubblico numero uno e convincere la gente a partecipare ad una lotta solidale verso un obiettivo concretizzabile” commenta Tommaso Cirò dell’Istituto di Istruzione Superiore Salvador Allende di Milano nella recensione del libro.

I veri protagonisti del premio e della cerimonia di premiazione sono gli studenti e le studentesse che, leggendo i libri e scrivendo le loro recensioni, costituiscono la giuria del Premio ASIMOV. Durante l’evento, dopo i saluti e gli interventi istituzionali, alcuni studenti, rappresentanti delle diverse regioni coinvolte, hanno presentato i cinque libri finalisti in un ricco confronto di idee. L’evento si è concluso con l’intervista da parte degli studenti alle vincitrici Licia Troisi e Agnese Collino moderata da Francesco Vissani, ricercatore dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso, e Giuliana Galati, ricercatrice post-doc presso l’Università di Bari.

Quest’edizione ha visto più di 12.300 studenti e studentesse da 272 scuole italiane partecipare con grande entusiasmo e una sempre più solida collaborazione tra la scuola e il mondo della ricerca e della cultura. “È meraviglioso vedere quanta intelligenza ci sia nelle scuole italiane, e quanto sono in gamba i professori con cui collaboriamo per la riuscita del premio. Credo che sia importante riconoscerne i meriti e l’enorme potenziale per il nostro paese”, commenta Francesco Vissani, ideatore e coordinatore nazionale del Premio, ricercatore presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN.

Il Premio ASIMOV

Il Premio ASIMOV è un premio per la divulgazione scientifica e un progetto per le scuole secondarie di II grado, promosso dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare con la collaborazione di numerosi enti, istituzioni, università e associazioni. L’obiettivo è diffondere la cultura scientifica tra i giovani e le giovani, favorendo le interazioni tra scuola, università e mondo della ricerca e incoraggiando scambi e occasioni di mutuo arricchimento con le discipline umanistiche.

Per questo la giuria del Premio ASIMOV è composta da studenti e studentesse delle scuole secondarie di II grado che hanno il compito di leggere, votare e recensire i libri finalisti selezionati dalla Commissione Scientifica del Premio. Inoltre, tutte le recensioni degli studenti sono lette e valutate dalle Commissioni Scientifiche Regionali, che quest’anno hanno visto la collaborazione di oltre mille insegnanti, ricercatori e ricercatrici dell’INFN, delle Università e del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), ma anche giornalisti, scrittori ed esponenti del mondo della cultura scientifica e letteraria.

Il Premio ASIMOV nasce da un’idea di Francesco Vissani, nel 2015, che realizzò la prima edizione interamente abruzzese presso il Gran Sasso Science Institute (GSSI) dell’Aquila. Da allora, grazie al grande entusiasmo di tutte le persone partecipanti, di anno in anno ha coinvolto un sempre maggior numero di studenti, studentesse, docenti, ricercatori e ricercatrici ed esponenti del mondo della cultura. Oggi partecipano 272 scuole per un totale di circa 12.300 studenti e studentesse di Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto.
Dal 2018 il Premio ASIMOV è diventato un progetto del Comitato di Coordinamento della Terza Missione dell’INFN, assumendo un carattere nazionale. Dal 2020 l’iniziativa è arrivata oltreoceano con una prima edizione del Premio ASIMOV Brasil, organizzata dall’Instituto de Estudos Avançados (IdEA) e dall’Universidade Estadual de Campinas (Unicamp).

ECCO IL BUCO NERO AL CENTRO DELLA NOSTRA GALASSIA

ECCO IL BUCO NERO AL CENTRO DELLA NOSTRA GALASSIA

Gli scienziati hanno svelato la prima immagine del buco nero supermassiccio al centro della nostra galassia, la Via Lattea. Questo risultato è una prova schiacciante che questo oggetto è a tutti gli effetti un buco nero e fornisce indizi importanti per comprendere il comportamento di questi corpi che si ritiene risiedano al centro della maggior parte delle galassie. A ottenere questa immagine, grazie a una rete globale di radiotelescopi, la Collaborazione Event Horizon Telescope (EHT), un team internazionale di cui fanno parte anche ricercatrici e ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, dell’Università Federico II di Napoli e dell’Università di Cagliari

L’attesissima immagine mostra finalmente l’oggetto massiccio che si cela al centro della nostra galassia. Già in passato gli scienziati avevano scoperto stelle che si muovevano intorno a un corpo invisibile, compatto e molto massiccio al centro della Via Lattea. Quelle osservazioni suggerivano che l’oggetto in questione, chiamato Sagittarius A* (Sgr A*), fosse un buco nero, e l’immagine resa pubblica oggi fornisce la prima prova visiva diretta a sostegno di questa ipotesi.

Anche se non possiamo vedere il buco nero stesso, perché non emette luce, il gas che brilla attorno ad esso possiede un aspetto distintivo: una regione centrale scura (chiamata “ombra” del buco nero) circondata da una struttura brillante a forma di anello. La nuova immagine cattura la luce distorta dalla potente gravità del buco nero, che ha una massa pari a quattro milioni di volte quella del Sole.

“Siamo rimasti sbalorditi da quanto le dimensioni dell’anello siano in accordo con le previsioni della teoria della relatività generale di Einstein”, commenta Geoffrey Bower, EHT Project Scientist all’Academia Sinica di Taipei, Taiwan e alla University of Hawaii at Mānoa, negli Stati Uniti. I risultati sono descritti in una serie di articoli pubblicati oggi, 12 maggio, su un numero speciale della rivista The Astrophysical Journal Letters.

“È uno straordinario risultato della cui portata riusciremo a renderci conto davvero solo con il tempo”, dice il Ministro dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa. “Complimenti al grande e globale gruppo di lavoro che ha consentito di raggiungerlo e, all’interno di questo, alle scienziate e agli scienziati italiani. Questa scoperta dimostra come le reti collaborative di ricerca internazionale siano fondamentali per il progresso di tutti, di come sia importante per l’Italia farne parte investendo, in modo continuo e stabile negli anni, in grandi infrastrutture di ricerca e di dati, per rafforzarle e implementarle sempre di più, e di come si debba fare uno sforzo per preservare queste reti anche in momenti di crisi. Questo risultato ci ricorda anche che non si deve avere sempre fretta di raggiungere in pochissimo tempo un determinato risultato: la ricerca ha i suoi tempi e a questi dobbiamo avere la pazienza di adattarci, consapevoli che ne varrà sempre la pena”.

Il buco nero, che si trova a circa 27 mila anni-luce dalla Terra in direzione della costellazione del Sagittario, appare nel cielo con una dimensione pari a quella che avrebbe una ciambella sulla Luna. Per realizzarne l’immagine, il team ha creato il potente EHT mettendo insieme otto osservatori radio-astronomici in tutto il mondo per creare un unico telescopio virtuale dalle dimensioni del pianeta Terra. EHT ha osservato Sgr A* per diverse notti nell’aprile 2017, raccogliendo dati per molte ore di seguito, in modo simile a quando si effettua un’esposizione lunga con una macchina fotografica.

Cruciale per raggiungere questo risultato è stato il contributo di ALMA, l’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array, il più potente radiotelescopio esistente, che dal deserto di Atacama, in Cile, scruta il cosmo in banda radio a lunghezze d’onda millimetriche e submillimetriche. L’Italia partecipa ad ALMA attraverso l’ESO, lo European Southern Observatory, e ospita il nodo italiano del Centro regionale europeo ALMA presso la sede dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) di Bologna.

La scoperta arriva dopo la prima immagine di un buco nero, quello al centro della galassia lontana M87, resa pubblica dalla Collaborazione EHT nel 2019. I due buchi neri appaiono straordinariamente simili, anche se quello nel cuore della nostra galassia è oltre mille volte più piccolo e meno massiccio rispetto a quello di M87. “Abbiamo due tipi completamente diversi di galassie e due buchi neri con masse molto diverse, ma vicino al bordo di questi buchi neri, l’aspetto è sorprendentemente simile”, dice Sera Markoff, professoressa di astrofisica teorica all’Università di Amsterdam, Paesi Bassi, e Co-Chair del Consiglio Scientifico di EHT. “Questo ci dice che la relatività generale governa questi oggetti da vicino, e qualsiasi differenza vediamo in regioni più lontane deve essere dovuta a differenze nel materiale che circonda i buchi neri”.

“Le osservazioni forniscono ulteriore supporto al fatto che lo spaziotempo nell’intorno dei buchi neri è descritto da soluzioni della relatività generale, indipendentemente dalla loro massa”, commenta Mariafelicia De Laurentis, professoressa di astrofisica presso l’Università Federico II di Napoli e ricercatrice all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), Deputy Project Scientist, membro del Consiglio Scientifico e coordinatrice del gruppo di Gravitational Physics di EHT, che ha guidato il paper sui test della gravità. “Gli studi sul centro galattico hanno consentito negli anni di eseguire molti test di verifica della relatività generale, ma il risultato presentato oggi è senza precedenti perché permette molte misure originali sulla gravità e di fare nuova scienza sui buchi neri supermassicci e sul loro ruolo nell’evoluzione dell’universo: abbiamo aperto le porte di un nuovo straordinario laboratorio”.

Ottenere il nuovo risultato è stato molto più difficile rispetto al precedente, anche se Sgr A* è molto più vicino a noi. Il team ha dovuto sviluppare nuovi sofisticati strumenti di analisi dati per tener conto del moto del gas intorno a Sgr A*, che impiega pochi minuti a completare un’orbita attorno a questo buco nero. Il buco nero al centro della galassia M87 è molto più grande e il gas, che si muove alla stessa velocità (prossima a quella della luce) attorno a entrambi i buchi neri, impiega giorni o addirittura settimane per orbitare intorno ad esso: era dunque un target più stabile e quasi tutte le immagini avevano lo stesso aspetto. Non è accaduto lo stesso per Sgr A*. L’immagine del buco nero al centro della nostra galassia è una media delle diverse immagini estratte dal team, svelando finalmente questo oggetto per la prima volta.

“La variabilità è uno degli aspetti critici di Sgr A*: se da un lato rappresenta una grande sfida per la produzione di immagini del centro galattico, dall’altro ci fornisce uno strumento fondamentale per l’indagine dei processi fisici che vi hanno luogo”, commenta Nicola Marchili, ricercatore INAF e secondo autore di uno degli official papers, che ha lavorato all’analisi dei dati sulla variabilità temporale del buco nero. “La variabilità stimata dai dati EHT è molto inferiore a quanto atteso in base alla maggior parte dei modelli teorici correnti e pone quindi vincoli stringenti alle proprietà fisiche del buco nero”, aggiunge Marchili, che lavora presso il Centro regionale europeo ALMA a Bologna insieme alle ricercatrici INAF Elisabetta Liuzzo e Kazi Rygl, anch’esse parte della Collaborazione EHT, all’interno della quale si occupano principalmente della calibrazione dei dati.

Ricercatori e ricercatrici sono entusiasti di avere finalmente le immagini di due buchi neri di dimensioni diverse: un’opportunità per comprenderne somiglianze e differenze. Hanno anche iniziato a usare i nuovi dati per mettere alla prova la teoria e i modelli che descrivono il comportamento del gas intorno ai buchi neri supermassicci – un processo ancora non del tutto compreso ma ritenuto chiave nella formazione ed evoluzione delle galassie nell’Universo.

“Oltre a sviluppare nuovi strumenti per realizzare l’immagine di Sgr A*, il team ha prodotto milioni di immagini con diverse combinazioni di parametri per i vari algoritmi di imaging, usando grandi infrastrutture di calcolo”, aggiunge Rocco Lico, associato INAF e ricercatore presso l’Instituto de Astrofísica de Andalucía, in Spagna, co-leader di uno dei gruppi che si occupa di analisi dati nell’Imaging working group e Information-technology officer della Collaborazione EHT. “In questo processo, è stata anche compilata una biblioteca senza precedenti di buchi neri simulati da confrontare con le osservazioni”.

Questo risultato è il frutto del lavoro di oltre 300 ricercatori e ricercatrici di 80 istituti in tutto il mondo che insieme formano la Collaborazione EHT.

“Ottenere questa immagine è sempre stato il nostro obiettivo sin dall’inizio del progetto e poterla rivelare al mondo oggi ci ripaga di tanti anni di duro lavoro”, afferma Ciriaco Goddi, docente presso l’Università degli Studi di Cagliari, associato INAF e INFN, che fa parte di questa impresa sin dal 2014, come coordinatore del gruppo europeo di BlackHoleCam, uno dei progetti da cui ha avuto origine la Collaborazione EHT. “La rete EHT è in continua espansione e oggetto di importanti aggiornamenti tecnologici: così potremo avere immagini ancora più impressionanti e addirittura filmati di buchi neri nel prossimo futuro”.

Il lavoro di EHT, infatti, non si ferma: lo scorso marzo è stata condotta una nuova campagna di osservazione che include tre nuovi radiotelescopi.

Per ulteriori informazioni

Gli articoli “The Shadow of the Supermassive Black Hole in the Center of the Milky Way”, “EHT and Multi-wavelength Observations, Data Processing, and Calibration”, “Imaging of the Galactic Center Supermassive Black Hole”, “Variability, morphology, and black hole mass”, “Testing Astrophysical Models of the Galactic Center Black Hole” e “Testing the Black Hole Metric” della EHT Collaboration e gli articoli “A universal power law prescription for variability from synthetic images of black hole accretion flows” di Georgiev, Pesce, Broderick, et al., “Characterizing and Mitigating Intraday Variability: Reconstructing source structure in accreting black holes with mm-VLBI” di Broderick, Gold, Georgiev, et al., “Millimeter light curves of Sagittarius A∗ observed during the 2017 Event Horizon Telescope campaign” di Wielgus, Marchili, Martí-Vidal, et al. e “Selective dynamical imaging of interferometric data” di Farah, Galison, Akiyama, et al. sono stati pubblicati online sulla rivista The Astrophysical Journal Letters.

I telescopi coinvolti nell’Event Horizon Telescope nell’aprile 2017, quando sono state realizzate le osservazioni, sono: l’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA) e l’Atacama Pathfinder Experiment (APEX) in Cile; l’IRAM 30-meter Telescope in Spagna; il James Clerk Maxwell Telescope (JCMT) e il Submillimeter Array (SMA) alle Hawaiʻi, Stati Uniti; il Large Millimeter Telescope Alfonso Serrano (LMT) in Messico; lo UArizona Submillimeter Telescope (SMT) in Arizona, Stati Uniti; e il South Pole Telescope (SPT) in Antartide. Da allora, EHT ha aggiunto alla sua rete il Greenland Telescope (GLT) in Groenlandia, il NOrthern Extended Millimeter Array (NOEMA) in Francia e lo UArizona 12-meter Telescope su Kitt Peak, Arizona.

 

 

TORNA PINT OF SCIENCE NEI PUB DI 23 CITTÀ ITALIANE

TORNA PINT OF SCIENCE NEI PUB DI 23 CITTÀ ITALIANE

La manifestazione internazionale per gli amanti della scienza, ma anche della birra, torna quest’anno con un’edizione in presenza dopo due anni di assenza dai pub. Le tre serate del 9, 10 e 11 maggio, vedranno eventi da 25 paesi del mondo per raccontare la scienza con leggerezza davanti a una birra.

In Italia la manifestazione, coordinata dall’associazione Pint of Science Italia, coinvolge 23 città e moltissimi ricercatori e ricercatrici dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), sponsor nazionale dell’evento.

Nelle tre serate oltre 170 ricercatrici e ricercatori chiacchiereranno di scienza con il pubblico nelle città di Avellino, Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Ferrara, Frascati, Genova, L’Aquila, Lucca, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Pavia, Pisa, Reggio Calabria, Roma, Rovereto, Salerno, Siena, Torino, Trento.

Si parlerà dei temi più attuali della ricerca scientifica, dagli atomi alle galassie, della mente e del corpo umano, di natura e di Terra, ma anche di tecnologia e scienze sociali. Durante ognuna delle tre serate, ciascuno dei 55 pub coinvolti ospiterà presentazioni interattive di circa 40 minuti seguite dalle domande del pubblico in un’atmosfera colloquiale e distesa. Ce n’è davvero per tutti i gusti!

Pint of Science nasce nel 2013 nel Regno Unito. L’Italia partecipa dal 2015, coinvolgendo inizialmente solo 6 città, che presto si sono moltiplicate diventando, nel 2019, 23. Oggi partecipano 25 paesi del mondo: Australia, Belgio, Brasile, Canada, Costa Rica, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Messico, Nuova Zelanda, Olanda, Paraguay, Portogallo, Regno Unito, Russia, Singapore, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Svizzera, Sudafrica e Thailandia.

Per scoprire gli eventi nella tua città: http://www.pintofscience.it

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APERTO IL BANDO PER RICERCATORI E TECNOLOGI UCRAINI

APERTO IL BANDO PER RICERCATORI E TECNOLOGI UCRAINI

Aperto dal 5 maggio il primo bando (raggiungibile dalla pagina Opportunità di Lavoro sul sito www.infn.it) per assegni di ricerca a supporto di scienziate e scienziati di nazionalità ucraina, che offre la possibilità a personale ricercatore e tecnologo di lavorare presso una delle strutture dell’INFN.

“L’obiettivo delle posizioni offerte dal nostro Istituto, che qualora ottenessero successo potranno essere in futuro incrementate – spiega Antonio Zoccoli, presidente dell’INFN – è dare un aiuto concreto a colleghe e colleghi ucraini la cui vita personale e professionale è stata devastata da questa atroce guerra”. “Speriamo così di riuscire a mettere a disposizione di coloro che ne hanno bisogno una forma di sostegno utile ed efficace, grazie al fatto di poter riprendere a lavorare in un contesto di pace, dialogo e collaborazione, nel pieno spirito della scienza”.

Il bando dell’INFN offre posizioni di assegni di ricerca, finanziate sulla base dello stanziamento dedicato, su fondi ordinari dell’INFN, per un ammontare di 200.000 € approvato dal Consiglio Direttivo dell’INFN lo scorso 31 marzo.

Possono applicare al bando cittadine e cittadini ucraini in possesso di laurea magistrale o dottorato di ricerca in fisica, ingegneria, matematica, chimica, informatica.

Per applicare è necessario presentare digitalmente domanda tramite la pagina appositamente predisposta raggiungibile attraverso il link https://reclutamento.dsi.infn.it/, allegando il proprio curriculum, l’elenco delle principali pubblicazioni scientifiche e un documento di indentità in corso di validità.

Alla presentazione della domanda seguirà un colloquio a distanza con la commissione esaminatrice, che valuterà le domande entro 7 giorni lavorativi dal ricevimento.

L’importo lordo annuo dell’assegno, che potrà andare dai 25.000€ ai 50.000€, sarà stabilito dalla commissione esaminatrice tenendo in considerazione il curriculum professionale e scientifico e l’esperienza di ciascun vincitore.

Al termine della procedura di selezione, l’esito sarà comunicato ai candidati e pubblicato sulla pagina web del bando.

L’INFN fornirà assistenza ai vincitori per l’iniziale accoglienza, mentre l’attività scientifica sarà svolta sotto la guida e la direzione del responsabile della ricerca, del progetto o della sperimentazione per cui è stato attribuito l’assegno di ricerca.