ALICE ESPLORA L’INTERAZIONE FORTE NEI SISTEMI A TRE CORPI

ALICE ESPLORA L’INTERAZIONE FORTE NEI SISTEMI A TRE CORPI

Una forza fondamentale è solitamente descritta come un’interazione tra due corpi, ovvero si ipotizza che la forza tra due corpi non sia influenzata in alcun modo dalla presenza di altri nelle vicinanze. Ma quando si passa da semplici coppie a sistemi più complessi, la descrizione della dinamica di questa interazione diventa particolarmente sfuggente, specie da un punto di vista sperimentale. In uno studio recentemente pubblicato su Physical Review X, l’esperimento ALICE all’acceleratore LHC del CERN ha testato un innovativo metodo sperimentale per indagare i sistemi nucleari a tre corpi, aprendo la strada alla misura precisa delle loro interazioni, con la possibilità di includere anche particelle esotiche.

Lo studio si concentra sulle correlazioni tra deutoni e kaoni, e tra deutoni e protoni, prodotti dalle collisioni protone-protone ad alta energia a LHC. Queste collisioni generano un gran numero di particelle che, emesse molto vicine tra loro, a distanze dell’ordine di 10-15 m (un femtometro), possono risultare soggette, in coppia, a effetti dovuti alla statistica quantistica, alla forza di Coulomb, e all’interazione forte tra di loro. Tuttavia, alcune coppie, formate in apparenza da due elementi, nascondono un sistema a tre corpi, e dunque rispondono diversamente alle interazioni a corto raggio. È il caso delle coppie contenenti deutoni, composti a loro volta da un protone e un neutrone legati dall’interazione forte.

La collaborazione ALICE ha applicato ai sistemi kaone-deutone e protone-deutone il metodo della femtoscopia, misurando la correlazione tra l’impulso di queste particelle quando sono prodotte nella collisione. I risultati ottenuti, nel caso della correlazione kaone-deutone – due particelle perfettamente distinguibili –, possono essere descritti utilizzando un modello a due corpi, mentre nel caso delle correlazioni protone-deutone, la struttura interna del deutone (un protone e un neutrone) complica la dinamica, e per spiegarla occorre prendere in considerazione un sistema a tre nucleoni.

“Nelle collisioni protone-protone a LHC, esiste la possibilità che particelle emesse in direzioni relativamente parallele, e che rimangono vicine durante il moto, interagiscano  brevemente prima che le loro traiettorie si separino. Questa possibilità consente di studiare le forze anche tra particelle molto esotiche”, commenta Oton Vazquez Doce, coordinatore dello studio e ricercatore presso i Laboratori Nazionali di Frascati dell’INFN. “Negli ultimi anni, il metodo della femtoscopia è stato utilizzato da ALICE per studiare l’interazione forte tra coppie di particelle che non erano accessibili con i metodi tradizionali. Adesso, il metodo è stato esteso per analizzare anche le dinamiche a tre corpi”.

“I risultati dell’esperimento ALICE permettono di estrarre preziose informazioni sulle interazioni di kaoni, iperoni e altre particelle instabili con i nucleoni, informazioni molto difficili da ottenere in esperimenti tradizionali di scattering. Nel caso della correlazione  protone-deutone il paragone tra dati sperimentali e calcoli teorici ha permesso di esaminare i modelli di coalescenza (formazione di nuclei), e di valutare l’attuale conoscenza delle interazioni tra due e tre nucleoni. La particolare sensibilità della correlazione protone-deutone alla struttura interna del deutone permette infatti di valutare effetti della forza a tre nucleoni, uno degli elementi meno conosciuti dell’interazione nucleare, attualmente oggetto di intensi studi”, hanno dichiarato Alejandro Kievsky e Michele Viviani, del gruppo teorico INFN di Pisa, e Laura Elisa Marcucci, dell’Università di Pisa e membro del gruppo teorico INFN di Pisa.

“Per il raggiungimento di questi risultati è stata fondamentale la sinergia tra i fisici sperimentali dell’esperimento ALICE, e in particolare i colleghi INFN di Frascati che hanno portato avanti questo studio, e il gruppo teorico dell’INFN di Pisa, responsabile dei calcoli”, ha commentato Federico Antinori, ricercatore della sezione INFN di Padova, già responsabile internazionale dell’esperimento ALICE. “Siamo orgogliosi di aver apportato un contributo significativo su entrambi i fronti, sperimentale e teorico, e di aver lavorato a uno studio pionieristico che apre prospettive molto promettenti per lo studio delle interazioni a più corpi”.

I risultati di questo lavoro rappresentano infatti un significativo passo in avanti per l’approfondimento di fenomeni complessi come la struttura dei nuclei, le proprietà della materia nucleare densa e la composizione dei nuclei delle stelle di neutroni. Il metodo inaugurato con questo lavoro consentirebbe di studiare in modo diretto le forze a tre corpi nei sistemi con quark strani e charm, particelle instabili prodotte copiosamente nelle collisioni nucleari a LHC, e che si ritiene possano giocare un ruolo fondamentale nella composizione delle stelle di neutroni.

 

Illustrazione dell’interazione forte nel sistema protone-deutone prodotto nelle collisioni protone-protone a LHC ©ALICE/CERN
Foto dell’esperimento ALICE ©CERN

MASTERCLASS SULLA MATERIA OSCURA: OLTRE 150 STUDENTI ALLA SCOPERTA DEI MISTERI DELL’UNIVERSO

MASTERCLASS SULLA MATERIA OSCURA: OLTRE 150 STUDENTI ALLA SCOPERTA DEI MISTERI DELL’UNIVERSO

Che cos’è la materia oscura? Come possiamo rivelarla? Quali esperimenti se ne occupano? Oggi, 3 dicembre, oltre 150 studentesse e studenti di alcune scuole superiori di Bologna, Cagliari, Catania e L’Aquila cercheranno di rispondere a queste domande partecipando a una masterclass sulla materia oscura organizzata dall’INFN nell’ambito del progetto per le scuole Masterclass di Fisica. Il progetto propone giornate di approfondimento su alcuni temi della fisica contemporanea, in cui studentesse e studenti possono essere ricercatrici e ricercatori per un giorno e hanno la possibilità di analizzare in prima persona dati di esperimenti internazionali.

La masterclass sulla materia oscura è stata realizzata dai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN e dalle Sezioni INFN di Bologna, Cagliari e Catania, in collaborazione con i rispettivi atenei. La masterclass è focalizzata sulle tecniche di ricerca della materia oscura e include seminari introduttivi e sessioni pratiche sull’analisi dei dati. In particolare, gli studenti e le studentesse proveranno ad analizzare alcuni dati degli esperimenti DarkSide-50 e XENONnT, in attività ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN. Come avviene in ogni collaborazione internazionale, alla fine della giornata è previsto un collegamento per un confronto dei risultati tra i partecipanti di tutte le sedi. 

Oltre alle masterclass sulla materia oscura di cui per quest’anno scolastico è prevista un’altra data tra febbraio e marzo, il progetto Masterclass di Fisica propone anche masterclass internazionali su esperimenti di fisica delle particelle, fisica delle astroparticelle e applicazioni della fisica per la terapia medica. Masterclass di Fisica è un progetto nazionale realizzato dall’INFN attraverso il Comitato di Coordinamento della Terza Missione (CC3M) che sostiene i progetti di Public Engagement promossi dalla comunità di ricerca grazie a un processo di peer-review interno. 

INTERNATIONAL COSMIC DAY: STUDENTESSE E STUDENTI ALLA RICERCA DEI RAGGI COSMICI

INTERNATIONAL COSMIC DAY: STUDENTESSE E STUDENTI ALLA RICERCA DEI RAGGI COSMICI

Oltre 1200 studenti e studentesse in presenza e circa 1300 online partecipano oggi, 26 novembre, all’International Cosmic Day 2024, la giornata internazionale dedicata alla fisica dei raggi cosmici, coordinata in Italia dal progetto dell’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare OCRA – Outreach Cosmic Ray Activities, rivolto a docenti e studenti delle scuole superiori di tutta Italia per coinvolgerli nella fisica dei raggi cosmici.

Che cosa sono le particelle cosmiche? Da dove provengono? Che messaggi portano? Come possiamo misurarle? Queste le domande a cui studenti e studentesse delle scuole superiori, in aule universitarie e laboratori di ricerca, proveranno a rispondere con esperimenti in prima persona in questa giornata dedicata ai raggi cosmici.

Gli studenti italiani, come altri coetanei all’estero, hanno oggi l’occasione di cimentarsi nell’analisi dei dati di un vero e proprio rivelatore di raggi cosmici, lo strumento con cui si rivela la pioggia di particelle proveniente dal cosmo. Nelle prossime settimane alcuni studenti parteciperanno, inoltre, a percorsi di approfondimento su varie tematiche nell’ambito dei raggi cosmici che prevedono attività sperimentali e la stesura di un articolo scientifico finale.

Gli incontri nelle università e nei laboratori dell’INFN sono stati organizzati quest’anno dalle Sezioni o gruppi collegati INFN di Bari, Catania, Cosenza, Ferrara, Firenze, Genova, Lecce, Milano Bicocca, Napoli, Padova, Palermo, Pavia, Perugia, Pisa, Roma Sapienza, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Siena, Torino e Trieste, insieme al TIFPA di Trento e ai Laboratori Nazionali dell’INFN di Frascati, Legnaro e del Gran Sasso in collaborazione con il GSSI Gran Sasso Science Institute e l’ Università degli Studi dell’Aquila.

Il collegamento online è organizzato dalla Sezione INFN di Milano ed è previsto alle 10.30 sul canale YouTube dei progetti educational dell’INFN.

Il progetto OCRA e l’International Cosmic Day ICD

OCRA – Outreach Cosmic Ray Activities è un progetto realizzato dall’INFN attraverso il Comitato di Coordinamento della Terza Missione (CC3M) che sostiene i progetti di Public Engagement promossi dalla comunità di ricerca grazie a un processo di peer-review interno.  OCRA è stato ideato nel 2019 con l’idea di avvicinare i giovani al metodo scientifico e alla fisica dei raggi cosmici, proponendo alle scuole attività in cui gli studenti partecipano in prima persona a misure di muoni atmosferici utilizzando strumenti realizzati con tecnologie all’avanguardia, simili a quelle di alcuni esperimenti di punta dell’INFN ma di facile utilizzo e adatte all’uso a scuola e durante festival e attività con il pubblico.

Il progetto OCRA coinvolge docenti e ricercatori nelle sezioni INFN e università nelle sedi di Bari, Cagliari, Cosenza, Ferrara, Firenze, Lecce, Milano, Milano Bicocca, Napoli, Padova, Pavia, Perugia, Pisa, Roma, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Sassari, Siena, Torino, Trieste e, infine, del TIFPA di Trento, dei Laboratori Nazionali dell’INFN di Legnaro, di Frascati, e del Gran Sasso in collaborazione con il GSSI – Gran Sasso Science Institute e l’Università degli Studi dell’Aquila.

L’ICD è un’iniziativa internazionale che si propone di avvicinare le studentesse e gli studenti delle scuole superiori al mondo della ricerca scientifica di frontiera, accompagnandoli tra i misteri dell’universo racchiusi nei raggi cosmici. L’iniziativa è coordinata a livello mondiale dal centro di ricerca tedesco DESY di Amburgo e organizzata in collaborazione, oltre che con l’INFN e varie università italiane, con i più importanti centri di ricerca che operano nell’ambito della fisica delle particelle: il CERN di Ginevra, il Fermilab di Chicago e i gruppi International Particle Physics Outreach Group (IPPOG), il tedesco Netzwerk Teilchenwelt e lo statunitense QuarkNet.

ADDIO A GUIDO PIZZELLA

ADDIO A GUIDO PIZZELLA

È recentemente scomparso Guido Pizzella, uno dei padri fondatori della ricerca sulle onde gravitazionali, che assieme a Edoardo Amaldi fondò, all’inizio degli anni ‘70, la ricerca sperimentale delle onde gravitazionali in Italia, progettando e guidando la realizzazione dei rivelatori a barre risonanti Explorer e Nautilus.

“Guido Pizzella è stato il pioniere della ricerca delle onde gravitazionali in Italia”, ricorda Eugenio Coccia, Chair del Collaboration Board di Einstein Telescope. “Aderendo alla visione di Edoardo Amaldi, dedicò tutto se stesso a questa ricerca, riuscendo a mettere già quarant’anni fa l’Italia in prima fila a livello internazionale e formando una scuola di fisici che ne hanno poi raccolto il testimone”.

“Guido Pizzella ha avuto un ruolo enorme nell’avvio e nello sviluppo della ricerca delle onde gravitazionali, lasciando un’impronta duratura nella comunità scientifica”, commenta Gianluca Gemme coordinatore della collaborazione Virgo. “Oltre al suo straordinario lavoro scientifico, Pizzella è stato anche un professore molto amato, influenzando profondamente molti suoi studenti e colleghi”, conclude Gemme.

Guido Pizzella è stato professore ordinario di Fisica e Fisica della gravitazione prima alla Sapienza Università di Roma e poi all’Università di Roma Tor Vergata, e ricercatore all’INFN. Agli inizi della sua carriera scientifica, Pizzella lavorò con James A. Van Allen e Scott E. Forbush nello studio della magnetosfera terrestre, portando dei contributi nello studio della stabilità delle fasce di Van Allen e dei meccanismi di accelerazione delle particelle. Sulla base dell’esperienza acquisita negli Stati Uniti, rientrato in Italia si dedicò alla progettazione e realizzazione di un esperimento per la misura del vento solare usando il primo satellite dell’ESRO (European Space Research Organization, ora ESA) a orbita eccentrica. Fu presidente del Gruppo Italiano di Fisica Cosmica (GIFCO) e fondatore e primo direttore del Laboratorio per il Plasma nello Spazio del CNR. Il suo interessamento alla fisica dei raggi cosmici non si è mai spento riaffiorando dopo il suo pensionamento, quando tentò di verificare, analizzando i dati del satellite PAMELA, un antico argomento mai risolto pienamente: l’eventualità che Giove, pianeta dotato di una potente magnetosfera, possa essere un generatore di particelle cariche energetiche.

I rivelatori a barre risonanti. Il funzionamento dei rivelatori a barre risonanti, come Explorer, operativo al CERN grazie al supporto dell’INFN, Nautilus ai Laboratori Nazionali di Frascati dell’INFN e Auriga ai Laboratori Nazionali di Legnaro dell’INFN, si basava su grandi masse (appunto, le barre) metalliche opportunamente isolate dalle vibrazioni esterne. Le deformazioni dello spaziotempo causate dal passaggio di un’onda gravitazionale avrebbero dovuto eccitare le frequenze di risonanza meccaniche della barra e quindi venire rivelate. Questo meccanismo si rivelò non sufficientemente sensibile per poter captare le onde gravitazionali, ma l’importanza di questi esperimenti per il progresso della ricerca sulle onde gravitazionali fu enorme. Sui loro risultati, infatti, si basarono Adalberto Giazotto e Alain Brillet per elaborare la proposta di costruire un rivelatore di onde gravitazionali basato invece sull’interferometria, Virgo. Assieme ai rivelatori statunitensi LIGO, Virgo ha contribuito alle scoperte delle onde gravitazionali e alla nascita dell’astronomia gravitazionale dell’astronomia multimessaggera. Per questi loro fondamentali contributi alla ricerca sulle onde gravitazionali, nel 2016, la Società Italiana di Relatività Generale e Fisica della Gravitazione (SIGRAV) assegnò la Medaglia Amaldi a Guido Pizzella e Adalberto Giazotto.

 

 

 

 

 

LE INIZIATIVE INFN NELLA GIORNATA PER L’ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE

LE INIZIATIVE INFN NELLA GIORNATA PER L’ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE

Oggi, 25 novembre, si celebra la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, una ricorrenza istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel lontano 1999, eppure ancora estremamente necessaria.  
La comunità dell’INFN ha organizzato numerose iniziative che promuovono il valore della dignità, del rispetto e dell’uguaglianza, a tutela di tutte le donne. 

Presidenza

Il Presidente dell’INFN, Antonio Zoccoli, appone a nome di tutta la comunità una targa celebrativa all’ingresso della Presidenza, per ribadire l’impegno di tutti e tutte nella condanna e nel contrasto della violenza di genere in ogni sua forma.

Sezione di CAGLIARI

All’ingresso del Dipartimento di Fisica dell’Università di Cagliari è stata dipinta di rosso una panchina, che sarà teatro di un momento di riflessione collettivo. Nei giorni scorsi è stata infatti predisposta una scatola in cui studenti, docenti e personale del dipartimento hanno inserito bigliettini rossi con testimonianze e riflessioni sul tema della violenza sulle donne. Oggi, tutte le lezioni termineranno 15 minuti prima, per svuotare il contenuto della scatola, appendere i bigliettini su una lavagna in prossimità della panchina e leggerli ad alta voce. I bigliettini rimarranno appesi per un mese.

Sezione di CATANIA

Con il sostegno del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Catania, del CNR-Catania e del Centro Siciliano di Fisica Nucleare e Struttura della Materia dell’INFN, la sezione di Catania organizza un momento di condivisione sulla violenza di genere e sugli strumenti per riconoscerla, combatterla e prevenirla. L’appuntamento è per giovedì 28 novembre, alle ore 13.00, nello spazio antistante l’ingresso del dipartimento, in prossimità di una panchina predisposta per l’occasione. È possibile prendere parte all’evento anche lasciando un auspicio o una riflessione nella cassetta delle lettere all’ingresso del dipartimento: questi verranno letti durante l’incontro e affissi a una bacheca dedicata.

Sezione di FIRENZE

All’ingresso dell’edificio di Fisica Sperimentale dell’Università di Firenze, una panchina si tinge oggi di rosso. Per domani, 26 novembre, è fissato un momento di confronto nel comparto aule studenti con alcune organizzazioni che operano a tutela delle donne.

Sezione di LECCE

Viene inaugurata oggi una panchina rossa nel cortile del Dipartimento di Matematica e Fisica dell’Università di Lecce. La cerimonia prevede la lettura di messaggi e pensieri della comunità e l’installazione di rose rosse realizzate all’uncinetto o con altri materiali nell’ambito dell’iniziativa #rosesagainstviolence.

Sezione di PAVIA

Vengono apposte oggi targhe rosse, permanenti, contro la violenza sulle donne fuori dagli uffici dell’INFN e della Segreteria del Dipartimento di Fisica dell’Università di Pavia. Contestualmente, è stato organizzato un momento di riflessione.

Sezione di ROMA

La Sezione di Roma aderisce all’iniziativa proposta dal Dipartimento di Fisica della Sapienza e degli altri enti (CNR, INAF, IIT) ospitati presso il dipartimento. Il momento di condivisione, programmato per martedì 26 novembre, alle ore 13.00, nel piazzale dell’edificio Marconi, sarà dedicato alla lettura di testi a tema e al compimento di un gesto simbolico: lasciare il segno fucsia delle proprie mani su un grande striscione bianco.

Sezione di ROMA TOR VERGATA

Studenti e studentesse tingono oggi di rosso una delle panchine poste all’interno del complesso della Macroarea di Scienze, con il supporto del Rettorato e del Comitato Unico di Garanzia dell’Università di Roma Tor Vergata.

Sezione di TORINO

Insieme al Dipartimento di Fisica dell’Università di Torino, la sezione INFN installa oggi una panchina rossa nell’area esterna del dipartimento.

Sezione di TRIESTE

Con l’aiuto di studenti e studentesse, oggi viene tinta di rosso una delle panchine in legno del Dipartimento di Fisica dell’Università di Trieste.

Laboratori Nazionali di Frascati

Oggi il Laboratorio è costellato di poster che raccontano la giornata del 25 novembre, dal suo significato ai dati attuali sulla violenza di genere, per offrire a chi è interessato l’opportunità di approfondire l’argomento e stimolare riflessioni e conversazioni tra colleghi.

Laboratori Nazionali di Legnaro

Nell’ambito di un momento di riflessione collettivo, a cui contribuiranno diversi rappresentanti del personale, viene dipinta di rosso una delle panchine dei laboratori.

Centro Nazionale TIFPA – Trento Institute for Fundamental Physics and Applications

Si svolge oggi, alle 12.30, nell’atrio del Dipartimento di Fisica dell’Università di Trento, alla presenza dei direttori della Sezione INFN, del Dipartimento di Fisica e del Dipartimento di Matematica, un incontro con i dipendenti per contrastare e discutere la violenza sulle donne. All’ingresso del dipartimento, è trasmesso in rotazione un video dedicato, e alle pareti sono affisse locandine multilingue contro la violenza e lo stalking del Dipartimento per le Pari Opportunità.

Per maggiori informazioni sulle iniziative, vi invitiamo a consultare i canali delle singole strutture.

COLLABORAZIONE ITALIA-SVIZZERA: SIGLATO UN NUOVO ACCORDO TRA INFN E PSI

COLLABORAZIONE ITALIA-SVIZZERA: SIGLATO UN NUOVO ACCORDO TRA INFN E PSI

L’INFN, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, e il Paul Scherrer Institut (PSI), il principale istituto di ricerca per le scienze naturali e ingegneristiche in Svizzera, hanno formalizzato un nuovo accordo quadro per rafforzare la collaborazione nell’ambito della ricerca fondamentale e applicata. L’accordo è stato firmato ieri, 19 novembre, a Roma, nella sede della Presidenza dell’INFN, dal presidente dell’INFN Antonio Zoccoli, dal direttore del PSI Christian Rüegg, e dal responsabile per la divisione delle grandi infrastrutture di ricerca del PSI Mike Seidel.

“La collaborazione tra INFN e PSI è attiva da molti anni in numerosi ambiti sperimentali, con risultati significativi sia nello sviluppo di strumentazione scientifica avanzata, sia nello scambio tra gruppi di ricerca,” commenta Antonio Zoccoli. “Questo nuovo accordo rappresenta un’importante opportunità per consolidare ulteriormente la nostra cooperazione, permettendoci di perseguire obiettivi comuni di grande valore scientifico e tecnologico.”

L’intesa prevede un ampio ventaglio di attività congiunte, che riguarderanno non solo le comuni attività nel campo delle tecnologie per gli acceleratori e le loro applicazioni, ma anche il trasferimento di conoscenze e competenze tra i due istituti, programmi di scambio per ricercatori e ricercatrici, l’organizzazione di seminari e workshop, lo sviluppo e il finanziamento di progetti comuni e la condivisione di infrastrutture e attrezzature scientifiche.

INFN ROMA ToV chiama SLAC/Stanford: “La materia oscura illuminata”, webinar DM-day2024 di M.E. Monzani

Il Dark Matter Day, è la giornata internazionale della materia oscura (dark matter).
A partire dal 31 ottobre (e a seguire durante i mesi di Novembre e Dicembre), il mondo celebra la storica caccia all’invisibile “mistero” che gli scienziati chiamano materia oscura.
La materia oscura è la misteriosa componente che si pensa costituisca la grande maggioranza di tutta la materia dell’universo, e l’ INFN le sta dando la caccia. Sotto il nome Dark Matter Day 2024, viene organizzata e presentata una serie di eventi, che in tutto il mondo festeggiano il lavoro di migliaia di scienziati, che cercano di accendere una luce sul lato più misterioso ed oscuro dell’Universo. 

La sezione dell’INFN di Roma Tor Vergata propone, questo anno, un seminario web sulla piattaforma MS Teams in diretta dal titolo: “La materia oscura illuminata”, tenuto dalla Dott.ssa Maria Elena Monzani, dello SLAC National Accelerator Laboratory della Stanford University in California, il giorno 20 Novembre a cominciare dalle ore 18:00 (ora italiana).

Link al seminario online su MS Teams.
(ID riunione: 396 074 469 712 Passcode: Hq3qe9tf).   

Pagina evento su indico.



Maria Elena Monzani è lead scientist presso lo SLAC National Accelerator Laboratory della Stanford University in California, nonché adjunct scholar presso la Specola Vaticana. Monzani lavora come deputy operations manager dell’esperimento LUX-ZEPLIN per la ricerca di dark matter, e come science operations lead del telescopio spaziale Fermi Gamma-ray Large Area Space Telescope.



Il Dark Matter Day è stato ideato nel 2017 dalla collaborazione Interactions, e in Italia è  supportato dal progetto di divulgazione Dark dell’INFN, e dai suoi volenterosi ricercatori. Per scoprire di più:  sulla giornata e sulle ricerche ed esperimenti che l’INFN sta facendo, si possono visitare prima di tutto i siti web della Sezione INFN di Roma Tor Vergata e del Dipartimento di Fisica dell’Università di Roma Tor Vergata ed i relativi social (@DarkMatterDay, hashtag #DarkMatterDay) ed il sito nazionale dell’INFN. Il presente evento, webinar, è organizzato da Stefano Ciprini (INFN Roma Tor Vergata).
DM-Day 2024 at INFN Roma ToV 2024 sul sito internazionale Iteractions  



Altri links:
Progetto di terza missione “Dark” dell’INFN
Facebook INFN Roma ToV e Facebook Dip. Fisica ToV


VISITA DELLA ACCADEMIA REALE SVEDESE DELLE SCIENZE AI LNGS E LNF

VISITA DELLA ACCADEMIA REALE SVEDESE DELLE SCIENZE AI LNGS E LNF

Il 14 e 15 novembre, una delegazione della Classe di Fisica dell’Accademia Reale Svedese delle Scienze ha visitato i Laboratori Nazionali del Gran Sasso e i Laboratori Nazionali di Frascati, nell’ambito di un viaggio di quattro giorni, promosso da Giorgio Parisi, Nobel per la Fisica nel 2021 e componente della Classe di Fisica, attraverso alcune delle principali realtà e istituzioni scientifiche italiane. 

La delegazione è stata accolta dai direttori dei due laboratori, Ezio Previtali ai LNGS e Paola Gianotti ai LNF, e dal presidente dell’INFN, Antonio Zoccoli, oltre che da rappresentanze dei ricercatori e delle ricercatrici, che hanno accompagnato gli ospiti in visita ripercorrendo anche la storia scientifica dei Laboratori, e i principali campi di ricerca in cui sono impegnati nell’ambito di collaborazioni internazionali. 

L’Accademia, fondata nel 1739 con lo scopo di promuovere le scienze, gestisce in Svezia sette istituti di ricerca e assegna, tra gli altri, i premi Nobel per la Fisica, la Chimica e l’Economia. La classe di Fisica comprende scienziati di chiara fama di diversi ambiti della Fisica, alcuni dei quali fanno parte del Comitato che assegna il Premio Nobel per la Fisica.

La visita ai Laboratori Nazionali dell’INFN del Gran Sasso e di Frascati sono state due tappe dell’itinerario scientifico che ha portato la Classe di Fisica in alcuni dei principali luoghi di scienza di Roma e che era iniziato alla Sapienza Università di Roma, e che è proseguito all’Accademia dei Lincei, all’Accademia Pontificia, e al Centro scientifico e Museo Enrico Fermi a Roma.

MEG II PRESENTA IL SUO PRIMO RISULTATO SULLA IPOTETICA PARTICELLA X17

MEG II PRESENTA IL SUO PRIMO RISULTATO SULLA IPOTETICA PARTICELLA X17

La collaborazione scientifica dell’esperimento MEG II, della quale fa parte anche l’INFN, presenta oggi, 13 novembre, nel corso di un seminario scientifico al Paul Scherrer Institut (PSI), in Svizzera, il suo primo risultato sulla ricerca di una nuova ipotetica particella elementare, un bosone chiamato X17. Il risultato, basato sull’analisi dei dati raccolti nel 2023, è riportato in un articolo pubblicato su arxiv e sottomesso alla rivista European Journal of Physics C.

“Il rivelatore MEG II, in presa dati al laboratorio PSI, ricerca nuovi fenomeni di fisica, ed è stato disegnato in particolare per la ricerca del decadimento di un muone positivo in un positrone e un fotone, ma può studiare anche altri fenomeni, come la produzione della ipotetica particella X17”, spiega Gianluca Cavoto, professore alla Sapienza Università di Roma e associato all’INFN, che fa parte della collaborazione scientifica dell’esperimento e che ha presentato i risultati nel seminario al PSI. “Da qui, la realizzazione di questa nuova misura, proposta dai ricercatori e dalle ricercatrici del gruppo italiano, che ne hanno poi coordinato la progettazione e la realizzazione, e la successiva analisi dei dati, grazie alla quale, non essendo emerso alcun segnale interessante, è stato posto un nuovo limite all’esistenza della particella X17”, conclude Cavoto.

La particella X17 è stata teorizzata una decina di anni fa per spiegare l’osservazione, realizzata da un esperimento al laboratorio ATOMKI (a Debrecen, in Ungheria), di una struttura anomala nella distribuzione dell’angolo di apertura nelle traiettorie delle coppie elettrone-positrone prodotte in una reazione nucleare indotta da protoni su un bersaglio di litio. Questa anomalia è stata, appunto, interpretata come la produzione e il successivo decadimento di una particella ipotetica, a cui è stato dato il nome X17 per il valore della sua massa (17 MeV). Successivamente, utilizzando la stessa tecnica sperimentale, sono stati osservati eccessi simili, compatibili con questa particella, anche in processi che coinvolgono i nuclei di elio e carbonio.

“I processi esaminati negli esperimenti MEG ed ATOMKI sono reazioni nucleari complesse, che vanno analizzate con calcoli teorici di dinamica nucleare molto accurati”, spiega Michele Viviani, ricercatore del gruppo teorico della Sezione INFN di Pisa. “Questo ora è possibile grazie ai recenti sviluppi nella comprensione delle forze nucleari, a cui molti ricercatori dell’INFN hanno dato contributi importanti”, conclude Viviani.

L’apparato MEG II utilizza protoni, provenienti da un acceleratore Cockroft-Walton, con un’energia fino a 1,1 MeV, che si scontrano con un bersaglio di litio. La coppia elettrone-positrone emergente dalla transizione nucleare litio –> berillio è stata studiata con diversi rivelatori, tra cui uno spettrometro (rivelatore gassoso in campo magnetico), ma non è stato trovato alcun segnale significativo, e sono stati quindi posti dei limiti sul tasso di produzione di X17. Il risultato di ATOMKI è compatibile con queste osservazioni con un valore p (che è un indice del grado di significatività del campione) del 6%.

“I risultati presentati oggi dalla collaborazione di MEG II, pur non escludendo definitivamente l’esistenza della particella X17, tuttavia indeboliscono la sua ipotesi. Questo significa che la comunità teorica dovrà riconsiderare i modelli di nuova fisica finora studiati per descrivere la natura della particella X17”, commenta Claudio Toni, ricercatore in Francia al Laboratoire d’Annecy-le-Vieux de Physique Théorique del CNRS, che ha lavorato allo studio della particella X17 durante la tesi magistrale e il dottorato alla Sapienza Università di Roma e come associato all’INFN.

La collaborazione MEG II riunisce più di 50 fisici provenienti da istituzioni di ricerca di Italia, Giappone, Russia, Svizzera e Stati Uniti, tra le quali l’INFN. 

 

Immagine: MEG II ©PSI

 

 

ADDIO AD ANGELO PAGANO

ADDIO AD ANGELO PAGANO

Ci ha lasciati sabato 2 novembre Angelo Pagano, ricercatore dell’INFN e già Direttore della Sezione INFN di Catania dal 2007 al 2015. 

“Angelo è stato un punto di riferimento per la comunità scientifica locale, lo ricorderemo sempre per le sue battute e per il suo modo informale di porsi, ma anche per la grande capacità di donarsi e per la sua mai scemata passione per la fisica, in particolare, per il suo amore per i rivelatori”, ricorda Alessia Tricomi, Direttrice della Sezione INFN di Catania. “Angelo lascia in tutti coloro che lo hanno conosciuto un vuoto difficilmente colmabile. Sono sicura di interpretare i sentimenti dei tanti colleghi che hanno avuto modo di interagire con Angelo nel dire che, non solo la Sezione, ma l’intera comunità dei fisici perde una figura di importante riferimento”.

La sua ricerca di Angelo Pagano è stata principalmente incentrata nel campo della fisica nucleare sperimentale, dove ha coordinato diversi esperimenti e contribuito in modo sostanziale alla progettazione di importanti apparati di rivelazione, tra cui il rivelatore CHIMERA, di cui ha coordinato la costruzione a partire dal 1998. Pagano è stato anche coordinatore delle collaborazioni internazionali REVERSE (1998-2003) e ISOSPIN (2003-2008). Appassionato di didattica e storia della fisica, per diversi anni Angelo Pagano è stato docente degli insegnamenti di Storia della fisica ed epistemologia e di Fisica degli ioni pesanti presso il Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Catania. Era membro della Società Italiana di Fisica SIF e della Società Italiana degli Storici della Fisica ed Astronomia SISFA, dove aveva ricoperto incarichi direttivi. Angelo Pagano è stato anche promotore instancabile di attività di diffusione della cultura scientifica.