THE BIG DATA SOCIETY: TORNA LA SCUOLA  DI COMUNICAZIONE E GIORNALISMO SCIENTIFICO A ERICE

THE BIG DATA SOCIETY: TORNA LA SCUOLA DI COMUNICAZIONE E GIORNALISMO SCIENTIFICO A ERICE

Nuova edizione per la Scuola di comunicazione e giornalismo scientifico di Erice che ha appena aperto il bando 2023 per l’assegnazione di 20 borse di studio per giornalisti e comunicatori scientifici che avranno l’opportunità di partecipare a una scuola internazionale per giovani professionisti dedicata a scienza e comunicazione. L’edizione 2023 è dedicata al tema “THE BIG DATA SOCIETY. What Quantum, supercomputing and AI can and cannot do for science” e si svolgerà dall’8 al 10 ottobre 2023 in Sicilia.

La scadenza per presentare domanda è il 2 luglio 2023.

Leggi tutte le informazioni su https://ericescicomschool.lnf.infn.it/ La scuola Internazionale di comunicazione e giornalismo scientifico di Erice è una scuola breve organizzata dall’Istituto nazionale di Fisica Nucleare che si tiene annualmente nella sede del Centro di Cultura Scientifica Ettore Majorana a Erice. Dopo lo stop dovuto alla pandemia, la scuola riparte con la nuova collaborazione tra l’INFN e Nature Italia, la rivista digitale dedicata alla ricerca in Italia e alla comunità scientifica italiana edita da Nature Portfolio. Il programma prevede l’alternarsi di lezioni, dibattiti e attività intreattive dedicate alla scienza e alla comunicazione e giornalismo scientifico centrate sul tema di ciascuna edizione

(immagine: foto di gruppo dell’edizione 2017)

EDOARDO BORGOMEO CON “ORO BLU” VINCE IL PREMIO ASIMOV 2023

EDOARDO BORGOMEO CON “ORO BLU” VINCE IL PREMIO ASIMOV 2023

Più di 13 000 studenti e studentesse da 320 scuole superiori hanno preso parte alla giuria del premio di divulgazione scientifica promosso dall’INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare

Oro blu. Storie di acqua e cambiamento climatico di Edoardo Borgomeo, edito da Editori Laterza, è il libro di divulgazione scientifica che quest’anno si aggiudica il Premio ASIMOV. Con l’annuncio del libro vincitore si è appena conclusa l’ottava edizione del premio di divulgazione scientifica e progetto per le scuole superiori, promosso dall’INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, che quest’anno ha visto più di 13 000 studenti e studentesse da 320 scuole partecipare nel ruolo giurati, a testimonianza di una sempre più solida collaborazione tra i mondi della scuola, della ricerca e della cultura.

Edoardo Borgomeo è risultato il vincitore tra gli altri cinque finalisti selezionati dalla commissione scientifica: Marco Malvaldi con Il secondo principio, Giorgio Parisi con In un volo di storni, Telmo Pievani con Serendipità. L’inatteso della scienza, Antonello Provenzale con Coccodrilli al Polo Nord e ghiacci all’Equatore e Guido Tonelli con Tempo: il sogno di uccidere Chronos.

“L’autore con un linguaggio comune, arricchito con metafore, modi di dire e con espressioni talvolta ironiche porta il lettore in nove luoghi diversi sulla Terra dove l’acqua è protagonista. […] Queste storie, apparentemente diverse, sono tutte accomunate da un concetto, che Borgomeo riprende in ogni capitolo, ossia quello di “idrofilia”, ovvero il legame che noi tutti dovremmo instaurare con l’acqua, dando a questa valore, senza sprecarla o inquinarla”, racconta nella sua recensione al libro Matilda Ceccarello, studentessa del Liceo Scientifico Eugenio Curiel di Padova. “La lettura di questo saggio è stata per me illuminante; ero un ragazzo di città, pensavo che l’acqua scorresse in un’unica direzione, ora so che non è così, so che cerca sempre di tornare da dove è arrivata, è inutile combatterla o aver paura di lei. Dobbiamo imparare a vivere simbioticamente con essa, dobbiamo capire nel profondo cosa significa idrofilia” commenta Andrea Rubino del Liceo classico Convitto Nazionale Domenico Cotugno de L’Aquila.

I veri protagonisti del Premio ASIMOV, infatti, sono gli studenti e le studentesse che, leggendo i libri e scrivendo le loro recensioni, ne costituiscono la giuria e, proprio in base alle recensioni, vengono valutati e premiati a loro volta durante le cerimonie regionali che si svolgono nelle settimane precedenti l’annuncio. All’ottava edizione hanno partecipato scuole da 19 regioni d’Italia che si sono collegate alla cerimonia nazionale tenutasi oggi, 6 maggio, dalle 12.00 alle 13.00 in diretta sul canale YouTube del Premio ASIMOV dalla Sala Consiliare del Comune di Pescara. Hanno aperto la cerimonia Ezio Previtali, direttore LNGS Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN, Marcello Antonelli, Presidente del Consiglio Comunale di Pescara, e Rosanna Buono, Ufficio Scolastico Regione Abruzzo. Sono poi intervenuti Anna Parisi, dell’Associazione Librai Italiani, Francesco Vissani di LNGS – INFN, coordinatore e fondatore del premio, Giorgio Parisi, premio Nobel per la Fisica 2021, con un messaggio registrato per gli studenti e Edoardo Borgomeo, vincitore di quest’anno, che ha potuto raccontare il suo libro e rispondere alle domande degli studenti in sala e online.

L’evento è stato organizzato dai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN, dal Comune di Pescara e dalla Commissione scientifica del premio ASIMOV.

Il Premio ASIMOV

Il Premio ASIMOV è un premio per la divulgazione scientifica e un progetto per le scuole superiori, promosso dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare con la collaborazione di numerosi enti, istituzioni, università e associazioni. L’obiettivo è diffondere la cultura scientifica tra i giovani e le giovani, favorendo le interazioni tra scuola, università e mondo della ricerca e incoraggiando scambi e occasioni di mutuo arricchimento con le discipline umanistiche.

Per questo la giuria del Premio ASIMOV è composta da studenti e studentesse delle scuole superiori che hanno il compito di leggere, votare e recensire i libri finalisti selezionati dalla Commissione Scientifica del Premio. Inoltre, tutte le recensioni degli studenti sono lette e valutate dalle Commissioni Scientifiche Regionali, che quest’anno hanno visto la collaborazione di oltre mille insegnanti, ricercatori e ricercatrici dell’INFN, delle Università e del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), ma anche giornalisti, scrittori ed esponenti del mondo della cultura scientifica e letteraria.

Il Premio ASIMOV è nato nel 2015 con una prima edizione interamente abruzzese. Da allora, grazie al supporto dell’INFN e al grande entusiasmo di tutte le persone partecipanti, di anno in anno ha coinvolto un sempre maggior numero di studenti, studentesse, docenti, ricercatori e ricercatrici ed esponenti del mondo della cultura. Oggi partecipano 320 scuole per un totale di circa 13011 studenti e studentesse di Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino-Alto Adige, Umbria e Veneto.

Dal 2018 il Premio ASIMOV è diventato un progetto del Comitato di Coordinamento della Terza Missione dell’INFN, assumendo un carattere nazionale.

Dal 2020 l’iniziativa è arrivata oltreoceano con una prima edizione del Premio ASIMOV Brasil, organizzata dall’Instituto de Estudos Avançados (IdEA) e dall’Universidade Estadual de Campinas (Unicamp).

RIGHE E COLONNE, DAI PAPIRI DI ERCOLANO EMERGONO LE GRIGLIE PER DELIMITARE LO SPECCHIO DI SCRITTURA

RIGHE E COLONNE, DAI PAPIRI DI ERCOLANO EMERGONO LE GRIGLIE PER DELIMITARE LO SPECCHIO DI SCRITTURA

COMUNICATO CONGIUNTO UNIPI-CNR-INFN-BIBLIOTECA NAZIONALE DI NAPOLI. La conferma scientifica arriva da una ricerca condotta da Università di Pisa, CNR e INFN e pubblicata in Scientific Reports
Anche gli scribi antichi che esercitavano la loro arte sui papiri di Ercolano utilizzavano diversi tipi di griglie per delimitare lo specchio di scrittura. La prima conferma scientifica di questa consuetudine, di cui gli autori classici ci avevano tramandato notizia, si deve ai risultati del gruppo di lavoro del Progetto ERC Advanced Grant 885222-GreekSchools, coordinato da Graziano Ranocchia, professore del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa, e dedicato all’analisi con tecniche avanzate dei papiri carbonizzati di Ercolano, custoditi presso la Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” di Napoli. Lo studio che ha portato a questa importante scoperta è presentato sulla rivista Scientific Reports, pubblicata da Nature portfolio.

La pubblicazione, frutto della collaborazione di fisici, chimici e papirologi, ha evidenziato per la prima volta la presenza di vari tipi di griglie nei rotoli librari greci dell’antichità. Era già noto dagli autori classici che gli scribi antichi utilizzavano a questo scopo un righello e una rondella di piombo, la quale strofinata sulla superficie del papiro lasciava un’esile traccia appena visibile, che serviva a indicare i confini dello specchio di scrittura. Mai finora ne era stata evinta traccia nei numerosissimi papiri a noi pervenuti dall’antichità, al punto che i moderni studiosi si sono arrovellati per decenni sul significato di tali testimonianze. Gli esperimenti di macro-fluorescenza a raggi X a scansione eseguiti su papiri ercolanesi della Biblioteca Nazionale di Napoli dal gruppo del dottor Paolo Romano, dell’Istituto di scienze del patrimonio culturale del Cnr (Cnr-Ispc) di Catania, e dei Laboratori Nazionali del Sud dell’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare hanno fornito la prova sperimentale della correttezza di queste informazioni. Grazie alla strumentazione portatile sviluppata in Cnr-Ispc con il progetto MUR PON IR SHINE, sono stati rivelati per la prima volta diversi tipi di griglie costituite da linee di piombo disposte in senso ortogonale al fine evidente di delimitare spazi intercolonnari, colonne, intercolunni e singole linee di scrittura.

“Si tratta di una scoperta sensazionale per la papirologia, – afferma il professor Graziano Ranocchia – ora abbiamo conferma di quanto prima potevamo solo immaginare. È inoltre finalmente dimostrato che la sistematica inclinazione delle colonne di scrittura nei rotoli letterari, la cosiddetta Legge di Maas, era un fatto estetico intenzionale degli scribi antichi, e non un segno di mancata accuratezza grafica, come è stato da alcuni ipotizzato”.

“Lo sviluppo di strumentazioni e metodi non invasivi per l’analisi in situ sta portando importanti avanzamenti nella diagnostica dei beni culturali, – continua la dottoressa Costanza Miliani, direttrice del Cnr-Ispc – in particolare lo scanner XRF sviluppato da Ispc-Cnr per la piattaforma di accesso MOLAB dell’infrastruttura di ricerca E-RIHS permette di rivelare informazioni preziose sulla composizione chimica e la distribuzione degli elementi grazie a sensibilità e risoluzione spaziale senza pari, come per le ultra-tracce di piombo residuale delle line di scrittura dei papiri di Ercolano”.

Grande soddisfazione è stata espressa anche dalla direttrice della Biblioteca Nazionale di Napoli, la dottoressa Maria Iannotti, che fin dall’inizio del suo mandato ha fortemente creduto nella necessità di stringere collaborazioni con università ed enti di ricerca per la valorizzazione dell’ingente patrimonio dell’Istituto da lei guidato, il quale comprende, oltre ai papiri, un’importante collezione di manoscritti antichi e incunaboli e, tra gli altri, importanti autografi di Giacomo Leopardi e Benedetto Croce: “Questo è un nuovo inizio per gli studi concernenti le nostre collezioni e un modello di cooperazione istituzionale da estendere ad altri casi dello stesso genere. A mio giudizio, la conservazione e la ricerca devono andare di pari passo e devono comunicare tra di loro a vantaggio sia dell’una che dell’altra”.

Questa collaborazione, che vede la Biblioteca Nazionale di Napoli per la prima volta cobeneficiaria di un progetto finanziato dalla Commissione Europea, è rafforzata anche dalla recente sottoscrizione di apposite convezioni sia con il Cnr-Ispc, sia con l’Università di Pisa.

“Da quando il Dipartimento da me guidato ha deciso di ospitare il Progetto GreekSchools – conclude la direttrice del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica, la professoressa Roberta Ferrari – le occasioni di collaborazione istituzionale e di visibilità pubblica delle nostre attività di ricerca sono notevolmente aumentate, anche con l’attrazione di altri progetti finanziati e il recente importante riconoscimento ministeriale del Dipartimento di Eccellenza 2023-2027, che con il Progetto CECIL si propone come avanguardia nel contrasto all’impoverimento linguistico”.

 

Fotocomposizione. A sinistra, lo scanner MA-XRF durante le indagini in situ sui papiri di Ercolano. Durante le misure dei papiri lo strumento è stato utilizzato in configurazione orizzontale. I campioni sono stati misurati in scansione continua con una risoluzione laterale di 250µm e tempo di acquisizione per pixel pari a 10 ms. A destra, (a) mappa di distribuzione del piombo ottenuta tramite l’imaging MA-XRF su una superficie di papiro di 30×6 cm2; (b) Immagine infrarossa a 1000 nm.Le linee rosse indicano i bordi di ogni spazio intercolonnare (colonna + intercolunnio); il rettangolo blu indica l’area del campione esaminato. Su concessione del Ministero della Cultura (credito fotografico: Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III”, Napoli – Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale) (b).

 

 

 

 

 

OLTRE 150 DOCENTI ALLA SCOPERTA DEI NEUTRINI CON IL CORSO DI PID@HOME

OLTRE 150 DOCENTI ALLA SCOPERTA DEI NEUTRINI CON IL CORSO DI PID@HOME

Dalla prima ipotesi di Pauli sull’esistenza di una particella quasi impossibile da rivelare, alla conferma di questa ipotesi fino ai grandi esperimenti che rivelando i neutrini scoprono sempre più segreti dell’universo. Su questi temi si è concentrata l’edizione 2022-2023 di PID@HOME, corso di formazione gratuito dedicato a docenti della scuola secondaria di I e II grado, giunta al termine ieri, mercoledì 10 maggio. Organizzato dall’INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e da Sanoma Italia, il corso in tre appuntamenti, ha visto la partecipazione di oltre 150 docenti, confermando il grande successo ottenuto dall’iniziativa negli anni precedenti.

Ad aver chiuso il ciclo di incontri “Insoliti ignoti” di PID@HOME, che ha preso il via lo scorso 13 aprile, è stato, nella giornata di ieri, l’intervento di Laura Patrizii di INFN Bologna sulla rivelazione dei neutrini, con un approfondimento sull’esperimento Borexino, il grande esperimento, attivo presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN tra il 2007 e il 2021, che ha permesso di rivelare il meccanismo di funzionamento del Sole, grazie all’osservazione dei neutrini prodotti nella nostra Stella; e su DUNE, un grande esperimento internazionale che esplorerà la fisica del neutrino. La storia dei neutrini è stata, invece, il tema del primo incontro in cui Francesco Vissani dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN ha raccontato l’avventura teorica e sperimentale dietro alla scoperta di queste particelle, mentre il 27 aprile Carla Di Stefano dei Laboratori Nazionali del Sud dell’INFN ha raccontato ai molti studenti partecipanti l’esperimento KM3NeT, che vede l’INFN coinvolto nella realizzazione di un telescopio sottomarino per l’osservazione di neutrini astrofisici.

Il progetto PID@HOME è nato nel 2020 grazie alla collaborazione tra PID e Pearson Italia, oggi Sanoma Italia, gruppo finlandese leader in Europa nel settore education, che ha
recentemente acquisito la divisione scuola di Pearson Italia. PID@HOME ed è ora giunto alla quarta edizione, con un totale di oltre 700 docenti coinvolti. La collaborazione con l’INFN rientra nell’ambito di MySTEM di Sanoma Italia che ha l’obiettivo di valorizzare il ruolo delle discipline scientifiche nella formazione degli studenti e di affiancare i docenti nel rinnovamento dello studio e della didattica legata alle discipline STEM.

PID è un programma di formazione proposto dall’INFN che dal 2018 si rivolge a docenti delle scuole superiori. Organizza due o tre corsi di formazione all’anno tenuti nei laboratori nazionali dell’INFN; ognuno, della durata di cinque giorni, prevede lezioni teoriche e sperimentali in cui si affrontano argomenti di fisica nucleare, delle particelle e delle astroparticelle, con una particolare attenzione agli aspetti interdisciplinari della ricerca.

Ospitando più di 50 docenti, tra ottobre e novembre 2022 i corsi in presenza di PID sono stati ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN e ai Laboratori Nazionali di Legnaro dell’INFN, che dal 23 al 27 ottobre ospiteranno anche l’edizione 2023.

BANDO DA 14 MILIONI DI EURO PER EINSTEIN TELESCOPE IN SARDEGNA

BANDO DA 14 MILIONI DI EURO PER EINSTEIN TELESCOPE IN SARDEGNA

È stato pubblicato il principale bando di gara del progetto PNRR ETIC. Si tratta di una gara europea del valore di 14 milioni di euro, per la realizzazione dello studio di fattibilità tecnica ed economica della grande infrastruttura di Einstein Telescope in Sardegna. Einstein Telescope ET sarà il futuro rivelatore europeo di terza generazione per la ricerca sulle onde gravitazionali e l’Italia è, appunto, candidata, in competizione con un altro sito collocato nell’Euregio Mosa-Reno, a ospitarlo nel nordest della Sardegna, nell’area della miniera dismessa di Sos Enattos, tra i Comuni di Bitti, Lula e Onanì. La gara è stata bandita con atto di delibera della Giunta Esecutiva dell’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare che coordina il progetto ETIC, finanziato con 50 milioni di euro su fondi del PNRR nell’ambito della Missione 4 Istruzione e Ricerca, coordinata dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR).

“Lo studio fornirà tutti gli elementi territoriali e costruttivi di sostegno alla candidatura della Sardegna a ospitare Einstein Telescope”, spiega Maria Marsella, responsabile del WP6 “Sustainable Design” del progetto ETIC. “Un gruppo di lavoro multidisciplinare seguirà lo sviluppo delle soluzioni ingegneristiche per garantire la compatibilità con i requisiti definiti dalla comunità scientifica e favorire l’applicazione di strategie sostenibili per l’ambiente e il territorio. I risultati permetteranno di ottimizzare la localizzazione, in superficie e in sotterranea, delle infrastrutture di ET nell’area di Sos Enattos”, conclude Marsella. 

“Lo studio oggetto della gara ha un alto livello di complessità e di unicità, e richiederà l’impegno di un’azienda con elevate competenze”, sottolinea Gaetano Schillaci, responsabile unico del procedimento di gara. “Sono inclusi sondaggi e indagini funzionali allo studio sul sito in Sardegna, uno studio preliminare di impatto ambientale, sia per le opere in superficie, sia per quelle sotterranee, nelle diverse configurazioni geometriche attualmente indagate dalla collaborazione scientifica internazionale di Einstein Telescope. Questi studi costituiranno la struttura portante, per il lato tecnico, della candidatura italiana”, conclude Schillaci.

L’avviso di gara per lo “Studio propedeutico allo sviluppo del progetto di fattibilità tecnica ed economica dell’osservatorio di onde gravitazionali Einstein Telescope nella Regione Sardegna, in diverse configurazioni, comprensivo della esecuzione delle indagini e dei sondaggi e della valutazione preliminare di impatto ambientale, per le opere infrastrutturali, in sotterranea e in superficie, edili e impiantistiche”, è disponibile sulla pagina delle gare europee a questo link, ed è stata attivata sul portale telematico dell’INFN (link). La scadenza per la presentazione delle offerte è fissata il giorno 29 giugno 2023 alle ore 12.00.

SAVE THE DATE

La candidatura italiana del sito di Sos Enattos a ospitare Einstein Telescope sarà al centro dell’evento Einstein Telescope: la grande infrastruttura di ricerca europea, che si terrà martedì prossimo, 9 maggio, dalle ore 11.00, a Cagliari, al Centro Congressi T Hotel, nell’ambito del XIII° Simposio della Collaborazione Scientifica internazionale Einstein Telescope, che per una settimana di lavori chiamerà a raccolta centinaia di rappresentanti della comunità scientifica europea. All’evento prenderanno parte il Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, in collegamento da remoto, il Presidente della Regione Autonoma della Sardegna, Christian Solinas, rappresentanti del Comitato Tecnico-Scientifico istituito dal MUR a sostegno della candidatura italiana, e rappresentanti delle principali istituzioni politiche e scientifiche, locali, nazionali ed europee. In particolare, l’evento conterà sull’importante intervento scientifico del Premio Nobel per la Fisica, Giorgio Parisi, che terrà una lectio magistralis sulle onde gravitazionali.

 

 

 

 

TERMINA IL VOLO DI EUSO-SPB2, MISSIONE SU PALLONE STRATOSFERICO LANCIATO DALLA NUOVA ZELANDA

TERMINA IL VOLO DI EUSO-SPB2, MISSIONE SU PALLONE STRATOSFERICO LANCIATO DALLA NUOVA ZELANDA

Si è innalzato verso il cielo durante il mattino di sabato 13 maggio il pallone stratosferico della NASA per la missione EUSO-SPB2 (Extreme Universe Space Observatory – Super Pressure Balloon) alla quale partecipa anche l’Italia attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). Il pallone, decollato dalla base aeroportuale di Wānaka (Nuova Zelanda) della Columbia Scientific Balloon Facility (CSBF), ha utilizzato una piattaforma innovativa di Ultra-Long Duration Balloon, in grado di raggiungere altezze superiori a 30 km con voli di durata fino a 100 giorni.

Sviluppata nel contesto del programma JEM-EUSO, che intende esplorare l’utilizzo di strumenti d’indagine innovativi per l’astronomia multimessaggera, la missione EUSO-SPB2 ha avuto come obiettivo quello di testare una nuova tipologia di rivelatore spaziale dedicato all’osservazione di neutrini e raggi cosmici di altissime energie, rari ed elusivi portatori di importanti informazioni relative ai fenomeni più energetici del nostro Universo, al fine di integrare le misure effettuate su altri messaggeri cosmici dalle missioni spaziali oggi in corso. Una delle sfide principali della moderna fisica e dell’astrofisica multimessaggera è infatti quella di affiancare alle misure dei messaggeri del Cosmo misurati dallo spazio, quali fotoni e raggi cosmici, anche le informazioni portate con sé da due messaggeri dall’Universo estremamente rari e elusivi come i neutrini e raggi cosmici di altissime energie. Questi, come anche le onde gravitazionali, seppur già misurati da osservatori terrestri, non sono ancora oggi stati misurati fuori dall’atmosfera terrestre.

L’ASI insieme all’INFN partecipa a questo esperimento dal 2021, nell’ambito di una collaborazione internazionale che comprende NASA e istituti di ricerca e università in USA, Francia, Giappone, Polonia, Russia, Svezia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Svizzera. I ricercatori italiani sono stati responsabili della realizzazione del sistema di acquisizione dati, del sistema di trigger e del software di controllo del telescopio di Fluorescenza di EUSO-SPB2. Attraverso un accordo di collaborazione tra ASI e University of Chicago, istituzione responsabile della missione EUSO-SPB2 a cui è affiliato il Principal Investigator Angela Olinto, ASI e INFN hanno potuto fornire il contributo hardware italiano alla missione e partecipare a tutte le fasi di test, qualifica spaziale, assemblaggio e lancio.

EUSO-SPB2 è stata la seconda e ultima missione della campagna NASA di lancio palloni dalla Nuova Zelanda per questo anno. Il volo è stato effettuato su un Super Pressure Balloon, una piattaforma di pallone stratosferico di ultima generazione utilizzata da NASA da pochi anni per operare in atmosfera payload scientifici di elevato peso e dimensioni per voli di lunghissima durata. Dopo che le procedure di lancio si sono concluse con successo, una difficoltà nel mantenere l’altitudine attesa durante il volo causata da una perdita anomala del pallone ha tuttavia costretto NASA a una chiusura anticipata della missione. Il pallone ha dunque terminato in sicurezza il suo volo sull’Oceano Pacifico, dopo quasi 35 ore di volo.

Il contributo italiano alla missione continuerà dunque nella analisi dei dati che sono stati prodotti dalle osservazioni da parte di EUSO-SPB2.

“Questa missione rappresenta la continuazione della missione EUSO-SPB1, strumento già lanciato dalla base di Wānaka nel 2017, ed è parte del programma JEM-EUSO insieme all’apparato di terra EUSO-TA installato nello stato americano dello Utah, dal 2013 e alla missione spaziale Mini-EUSO, operativo da agosto 2019 all’interno della Stazione Spaziale Internazionale”, spiega Giuseppe Osteria, ricercatore della sezione INFN di Napoli e responsabile scientifico EUSO-SPB2. “Grazie al minuzioso e dedicato lavoro di preparazione e test della strumentazione, i due telescopi di EUSO-SPB2 sono stati operati efficientemente e con successo nel limitato tempo messo a disposizione per le osservazioni del cielo notturno in volo, e hanno prodotto dati con un valore tecnologico senza precedenti. I dati raccolti sono ora a disposizione della collaborazione EUSO-SPB2 per la loro analisi con contributo rilevante anche del team italiano, che potrà contribuire a massimizzare il ritorno delle informazioni raccolte grazie all’expertise consolidata dallo sviluppo, test e calibrazione dello strumento.”

Oltre ai propri obiettivi scientifici e tecnologici, EUSO-SPB2 è anche un esperimento dimostratore per la missione spaziale POEMMA, una sonda per l’astrofisica multimessaggera selezionata come Probe Mission nell’ambito del programma NASA “Decadal Survey (2020-2030)” per lo studio delle regioni più estreme dell’Universo attraverso l’osservazione dei raggi cosmici di altissima energia (>1019 eV) e di neutrini astrofisici e cosmogenici con la tecnica esplorata da EUSO-SPB2.

“Siamo pronti adesso a sfruttare al massimo il bagaglio di informazioni raccolte durante il volo” dichiara Valerio Vagelli, responsabile di Programma per conto ASI di EUSO-SPB2. “Il successo delle operazioni dello strumento EUSO-SPB2 durante il volo dimostra il continuo progresso delle competenze tecnologiche e scientifiche già maturate e rafforzate negli ultimi anni dai team italiani e messe a disposizione della comunità scientifica internazionale nel campo di frontiera delle misure di sciami atmosferici estesi dallo spazio, e rappresenta un ulteriore passo verso la realizzazione di un programma estremamente ambizioso quanto rivoluzionario come POEMMA.” continua Vagelli. “Il contributo dell’ASI nel campo dello studio dei raggi cosmici dallo spazio dura da più di 20 anni, e l’attività svolta per EUSO-SPB2 si inserisce in questo filone di ricerca, arricchendo il panorama internazionale con una missione spaziale sviluppata per dimostrare la possibilità di misurare nuove sonde del Cosmo come neutrini e raggi cosmici di altissima energia, e per aprire dunque una nuova era per l’astrofisica multimessaggera”.

AL VIA IL PROGETTO INFN.OPEN DEDICATO AL TRASFERIMENTO TECNOLOGICO

AL VIA IL PROGETTO INFN.OPEN DEDICATO AL TRASFERIMENTO TECNOLOGICO

Si è svolto oggi, martedì 23 maggio, presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso, l’evento di lancio della fase operativa di INFN.Open (Open INnovation from Fundamental Nuclear research), progetto il cui obiettivo è mettere a disposizione della società, e in particolare del mondo produttivo, il ricchissimo patrimonio di tecnologie messe a punto dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare nella realizzazione dei suoi obiettivi di ricerca.

“Il trasferimento di tecnologia e know-how dagli enti di ricerca a vari soggetti espressione del mondo dell’economia è fondamentale per aumentare l’innovazione e la competitività della comunità economica  sul mercato nazionale ed internazionale – ha affermato Mariangela Cestelli Guidi, Coordinatrice del Comitato nazionale INFN per il trasferimento tecnologico – In quest’ottica, l’avvio del progetto INFN.Open rappresenta un’importante opportunità per potenziare la capacità dell’INFN di produrre innovazione attraverso strumenti specifici per ottimizzare la gestione dei processi di trasferimento tecnologico verso il sistema delle imprese.”

L’incontro ha visto la partecipazione della comunità dei referenti per il trasferimento tecnologico dell’INFN, di diversi rappresentanti di Istituzioni e Aziende, e del Direttore Generale dell’Agenzia per la Coesione Territoriale, Riccardo Monaco, che – commentando l’alto valore strategico dell’accordo con l’INFN nel quadro del Programma di finanziamento dell’iniziativa – ha dichiarato: “Coerentemente con gli obiettivi indicati nell’Accordo di Partenariato 2021-2027 in tema di ricerca e innovazione, il progetto rappresenta una grande occasione di collaborazione istituzionale tra la politica di coesione e la ricerca scientifica, capace di diffondere al mondo delle imprese le potenzialità contenute nell’attività dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e sostenere lo sviluppo di tecnologie all’avanguardia che avranno un impatto altissimo sulla crescita, la competitività e l’innovazione del tessuto industriale del Paese”.

Gli interventi che si sono susseguiti nel corso della mattinata hanno rappresentato un momento di confronto su organizzazione, procedure e azioni che saranno messe in campo per il raggiungimento degli obiettivi specifici del progetto.

“Come LNGS siamo particolarmente contenti di aver ospitato l’evento inaugurale del progetto INFN.Open – ha commentato Ezio Previtali, Direttore dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso – La ricerca fondamentale è per i Laboratori del Gran Sasso una sfida continua alla scoperta dei segreti della natura. Le attività TT che il progetto INFN.Open andrà a supportare consentiranno ai Laboratori di confrontarsi meglio con le realtà imprenditoriali che sono spesso destinatarie della tecnologia di frontiera che quotidianamente sviluppiamo.”

La tavola rotonda, coordinata dal dott. Bernardo Giua Marassi, Responsabile delle Relazioni Industriali di Sanofi Italia, è stata l’occasione per discutere sul tema “Dalla ricerca fondamentale alle innovazioni, fino alle collaborazioni con il mondo produttivo”. Alla tavola rotonda, oltre a Mariangela Cestelli Guidi per l’INFN, hanno preso parte Lino Olivastri, Vicepresidente nazionale CNCT – Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici; Daniele D’Amario, Assessore regionale con deleghe alle attività produttive, turismo, beni e attività culturali; Stefano Greco, Responsabile Competence Center Innovazione, Venture Capital e No Profit di Cassa di Depositi e Prestiti e Riccardo D’Alessandri, Managing Partner, Scientifica Venture Capital.

Grande soddisfazione da parte di tutti gli attori coinvolti all’incontro che ha permesso di riflettere sull’importanza del trasferimento tecnologico e sull’impatto che può produrre sulla società civile e industriale.

Il progetto INFN.Open

INFN.Open, finanziato con circa 1,7 milioni di euro nell’ambito del Programma Azione Coesione Complementare al PON “Governance e Capacità Istituzionale” 2014-2020-ASSE 2 -Obiettivo Specifico 2.1 – Azione 2.1., è un progetto a carattere nazionale nel quale i Laboratori Nazionali del Gran Sasso (LNGS) dell’INFN costituiscono l’hub nazionale di intervento.

I LNGS, grazie alle loro caratteristiche, sono una delle poche infrastrutture di ricerca italiane classificate a impatto “Globale” all’interno del Piano Nazionale per le Infrastrutture di Ricerca (PNIR) 2021-2027, pubblicato dal Ministero dell’Università e della Ricerca come parte integrante del Programma Nazionale della Ricerca (PNR), rappresentano quindi un ambiente ideale per lo sviluppo di un progetto come INFN.Open.

PINT OF SCIENCE 2023: 23 CITTÀ ITALIANE TRA BIRRA E SCIENZA

PINT OF SCIENCE 2023: 23 CITTÀ ITALIANE TRA BIRRA E SCIENZA

Tre serate, dal 22 al 24 maggio, ospiteranno eventi nei pub di 26 Paesi del mondo per raccontare la scienza in modo informale e coinvolgente davanti a una birra. Torna anche quest’anno la manifestazione internazionale per gli amanti della scienza e delle serate in compagnia.

In Italia, la manifestazione, coordinata dall’associazione Pint of Science Italia, coinvolge 23 città e molti ricercatori e ricercatrici dell’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, sia come organizzatori in alcune città aderenti all’iniziativa sia come speaker di alcuni incontri con il pubblico. Nelle tre serate, infatti, oltre 200 ricercatrici e ricercatori chiacchiereranno di scienza con il pubblico nelle città di Avellino, Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Ferrara, Frascati, Genova, L’Aquila, Lucca, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Pavia, Pisa, Reggio Calabria, Roma, Rovereto, Salerno, Siena, Torino, Trento.

Si parlerà dei temi più attuali della ricerca scientifica, al centro di molte presentazioni saranno sostenibilità e ambiente, ma non mancheranno l’intelligenza artificiale e la realtà aumentata, i misteri dell’universo dagli atomi alle stelle, le onde gravitazionali e il progetto Einstein Telescope. Durante ognuna delle tre serate, ciascuno dei 64 pub coinvolti ospiterà presentazioni interattive di circa 40 minuti seguite dalle domande del pubblico in un’atmosfera colloquiale e distesa. Ce n’è davvero per tutti i gusti!

Pint of Science nasce nel 2013 nel Regno Unito. L’Italia partecipa dal 2015, coinvolgendo inizialmente solo 6 città, che presto si sono moltiplicate diventando 23 dal 2019. L’INFN supporta da sempre l’iniziativa come sponsor nazionale. Oggi partecipano 26 Paesi del mondo: Australia, Belgio, Brasile, Canada, Costa Rica, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Messico, Nuova Zelanda, Olanda, Paraguay, Portogallo, Regno Unito, Russia, Singapore, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Svizzera, Sudafrica e Thailandia.

Per scoprire gli eventi nella tua città: http://www.pintofscience.it

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VIRGO RINVIA L’INGRESSO NEL QUARTO CICLO DI OSSERVAZIONI

VIRGO RINVIA L’INGRESSO NEL QUARTO CICLO DI OSSERVAZIONI

La Collaborazione Virgo ha deciso di rimandare l’ingresso di Virgo nel prossimo periodo di osservazione (O4), previsto per il 24 maggio, per continuare le attività di commissioning del rivelatore e aumentare ulteriormente la sua sensibilità. Dalla fine del periodo di osservazione O3 nel 2020, l’interferometro Virgo è stato sottoposto a un importante aggiornamento per migliorare la sua sensibilità in vista del nuovo periodo di osservazione congiunto con gli interferometri LIGO e KAGRA. Questo aggiornamento ha richiesto diversi mesi al gruppo per rendere nuovamente stabile il rivelatore.

Ad oggi Virgo sarebbe in grado di osservare eventi analoghi ad alcuni di quelli rivelati nei precedenti periodi osservativi. Per andare oltre, è ora necessaria una accurata ricerca delle fonti di rumore che potrebbero limitare la sensibilità dell’interferometro. Molto probabilmente queste riguardano alcuni elementi ottici chiave e la complessa strumentazione che circonda e controlla gli specchi dell’interferometro. Si rende quindi necessario un intervento di manutenzione straordinario, che prevede l’apertura delle grandi campane a ultra alto vuoto e la sostituzione di uno degli specchi, sospesi ai cosiddetti superattenuatori. Si tratta di torri di pendoli invertiti alte oltre 10 metri, che smorzano i disturbi esterni, mantenendo gli specchi perfettamente immobili. Un’operazione complessa e delicata che richiede diverse settimane di lavoro.

“Al momento la sensibilità dell’interferometro è in continua crescita, ma procede lentamente. Finché non rimuoviamo il vuoto e apriamo le torri per controllare direttamente le componenti dell’interferometro, non possiamo avere certezza di quale sia il problema”, spiega il coordinatore della Collaborazione Virgo recentemente eletto, Gianluca Gemme. “Siamo convinti che il raggiungimento della migliore sensibilità dell’esperimento per sfruttare al meglio le sue potenzialità scientifiche sia prioritario rispetto a entrare subito in presa dati. Abbiamo dunque deciso di intervenire ora per risolvere il guasto tecnico che sta rallentando la crescita di sensibilità di Virgo. Sono operazioni che, al di là degli interventi che dovremo fare, implicano dei tempi tecnici per rimuovere e quindi ripristinare le condizioni di ultra-alto vuoto. Solo una volta svolto questo intervento potremo definire in quali tempi Virgo potrà unirsi alle attività scientifiche di O4, che durerà 18 mesi”.

Una volta portata a termine la manutenzione, dovrà infatti seguire la fase di collaudo dell’intero apparato sperimentale, che spingerà tutte le tecnologie di Virgo, dal laser ai sistemi ottici, agli apparati di attenuazione sismica, oltre i limiti raggiunti finora.

“Per rendere l’idea della complessità della sfida tecnologica che strumenti potenti e sofisticati come Virgo pongono, – spiega Fiodor Sorrentino, Coordinatore del Commissioning di Virgo – basti pensare che uno dei ‘rumori’ che sentiamo e dobbiamo risolvere è probabilmente dovuto a un magnete di qualche decimo di grammo usato per controllare la posizione degli specchi, che manifesta oscillazioni infinitesimali dell’ordine di un milionesimo di milionesimo di metro. Il rinculo prodotto sugli specchi di 40 kg è centomila volte più piccolo, ma tuttavia sufficiente per limitare la sensibilità di Virgo, che è in grado di misurare variazioni di lunghezza dei suoi bracci paragonabili alle dimensioni di un protone”. 

Nei prossimi mesi gli scienziati e le scienziate della Collaborazione Virgo saranno impegnati sia nelle attività tecniche sull’esperimento, sia nelle attività scientifiche di analisi dei nuovi dati che arriveranno dai due rivelatori LIGO. Il rivelatore KAGRA, in Giappone, ha raggiunto la sensibilità minima pianificata di 1 Megaparsec (Mpc) per l’inizio di O4. Dopo un mese di osservazioni KAGRA tornerà al commissioning per migliorare la propria sensibilità verso la fine di O4.

La sensibilità Il parametro standard utilizzato per descrivere la sensibilità raggiunta dagli interferometri gravitazionali (chiamato BNS range) è la distanza a cui gli strumenti possono rivelare la collisione di due stelle di neutroni (naturalmente, eventi più violenti o più massicci, come le collisioni di buchi neri, sono rivelabili anche da zone molto più profonde dell’universo). Allo stato attuale Virgo potrebbe rivelare una fusione di stelle di neutroni ‘standard’ fino a una distanza di 30 Mpc, ovvero a circa 100 milioni di anni luce, dalla Terra. L’obiettivo della collaborazione scientifica però è arrivare a una sensibilità superiore ai 60 Mpc nei prossimi mesi.

L’upgrade e il commissioning di Virgo Dopo la conclusione del terzo ciclo di osservazioni nel 2020, tutti i rivelatori della Collaborazione LVK hanno realizzato una serie di importanti integrazioni e potenziamenti tecnologici, per accrescere la sensibilità degli strumenti e, di conseguenza, la porzione di universo che sono in grado di esplorare. Virgo, in particolare, ha subito importanti aggiornamenti, con l’installazione di un laser più potente e un sistema di riduzione del rumore quantistico, ma soprattutto un nuovo specchio per rendere Virgo più sensibile alle alte frequenze delle onde gravitazionali. Alla fase di upgrade tecnologico segue una delicata fase, detta di commissioning, in cui tutte le numerose componenti della macchina vengono “messe in comunicazione”, con un complesso sistema di controlli e feedback, per raggiungere il punto di lavoro ottimale dell’interferometro. 

Un’infografica interattiva per scoprire di più sugli upgrades di Virgo: https://www.virgo-gw.eu/Laser/upgrade_1_F.html

Virgo è un interferometro laser con due bracci di 3 chilometri, costruito per rivelare le onde gravitazionali, impercettibili oscillazioni dello spazio-tempo generate da violenti eventi cosmici, come la fusione di buchi neri e di stelle di neutroni. Per rivelare le onde gravitazionali, Virgo misura la distanza relativa tra due specchi sospesi all’estremità dei suoi bracci, con una precisione superiore a un millesimo del diametro di un protone (un milionesimo di miliardesimo di metro). L’interferometro funziona rivelando l’interferenza di due fasci laser, che si propagano lungo i due bracci perpendicolari di 3 chilometri in tubi a ultra-alto vuoto.
Virgo è attualmente uno dei tre più grandi e sensibili rivelatori di onde gravitazionali al mondo, insieme ai due interferometri statunitensi LIGO, coi quali opera congiuntamente dal 2017.
La collaborazione scientifica internazionale dell’esperimento coinvolge 842 ricercatori, di 115 istituzioni di 15 paesi. Virgo è installato ad EGO, European Gravitational Observatory, l’infrastruttura di ricerca finanziata dall’italiano Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), dal francese Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS) e dal 2020 anche dall’ente di ricerca olandese NIKHEF.

 

 

PRESENTATI A CAGLIARI ETIC E LA CANDIDATURA ITALIANA

PRESENTATI A CAGLIARI ETIC E LA CANDIDATURA ITALIANA

In occasione del XIII Simposio della Collaborazione Scientifica di Einstein Telescope, che si sta svolgendo in questi giorni a Cagliari, la giornata del 9 maggio è stata dedicata alla presentazione del progetto ETIC e della candidatura italiana a ospitare il futuro rivelatore di onde gravitazioni in Sardegna, nell’area della miniera dismessa di Sos Enattos, tra i Comuni di Lula, Bitti e Onanì, nel Nuorese. Dopo i saluti istituzionali di Alessandro Cardini, direttore della Sezione INFN di Cagliari, Francesco Mola, rettore dell’Università di Cagliari, Gavino Mariotti, rettore dell’Università di Sassari, Paolo Truzzo, sindaco di Cagliari, l’evento Einstein Telescope: la grande infrastruttura di ricerca europea è stato aperto dagli interventi del Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, del premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi, presidente del comitato tecnico-scientifico istituito dal MUR per la candidatura italiana, dal vicepresidente della Regione Sardegna, Giuseppe Fasolino, e dal Presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Antonio Zoccoli. La giornata di lavori ha visto l’ampia partecipazione dei rappresentanti delle istituzioni amministrative e scientifiche locali, nazionali e internazionali. Nel pomeriggio il progetto PNRR ETIC e la candidatura italiana sono state al centro della tavola rotonda con focus su scienza e impatto socio-economico con protagonisti Marica Branchesi, del Gran sasso Science Institute e scienziata della collaborazione ET, oltre che nel comitato tecnico-scientifico istituito dal MUR, Luigi Guiso, economista dell’Einaudi Institute for Economics and Finance, e Monique Bossi, project manager di ETIC, moderati dal comunicatore e giornalista scientifico Matteo Serra. Il programma è consultabile a questo link.

Einstein Telescope (ET) è il progetto per la realizzazione in Europa della grande infrastruttura di ricerca del futuro rivelatore di onde gravitazionali. ETIC, Einstein Telescope Infrastructure Consortium, è il progetto finanziato con 50 milioni di euro con fondi PNRR, nell’ambito della Missione 4 Istruzione e Ricerca coordinata dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR). I suoi obiettivi principali sono la caratterizzazione sismologica, geologica e geofisica del sito, e la creazione, sia attraverso il potenziamento delle strutture già esistenti, sia attraverso la creazione di nuove, di una solida rete di laboratori negli istituti di ricerca e negli atenei per lo studio delle tecnologie innovative che dovranno essere sviluppate per ET. SCOPRI IL PROGETTO EINSTEIN TELESCOPE www.einstein-telescope.it

“Einstein Telescope è un’infrastruttura unica nella ricerca internazionale che vogliamo fortemente che venga costruita in Italia, in Sardegna, nella miniera di Sos Enattos. È un investimento di sistema sulla ricerca e uno straordinario acceleratore sul futuro della Regione, del nostro Paese e dell’Europa”, ha sottolineato il Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini. “All’evento di Cagliari su Einstein Telescope, organizzato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, il Ministero dell’Università e della Ricerca e dalla Regione Sardegna, ho ricordato l’importantissimo lavoro di comunità che stiamo facendo per la candidatura italiana. Il Governo crede fortemente in questo progetto e l’Italia ha tutte le competenze scientifiche per poterlo ospitare”.

“Al di là del mio amore per questa bellissima isola, mi auguro vivamente che venga scelto il sito di Lula e delle miniere di Sos Enattos per ospitare Einstein Telescope”, ha commentato il premio Nobel Giorgio Parisi. “Si tratta, infatti, – prosegue Parisi – di una zona che offre tutte le caratteristiche necessarie all’ottimo funzionamento di uno strumento così delicato e all’avanguardia, sia perché parliamo della zona meno sismica d’Europa, ma soprattutto perché è in grado di garantire il silenzio totale. ET in Sardegna non affronterebbe alcun problema di vibrazioni e di rumore, come accadrebbe se fosse invece costruito in una zona molto più popolata”.

“L’avvio di ETIC, di cui abbiamo appena pubblicato il principale bando da 14 milioni di euro per gli studi di caratterizzazione del sito, è un passo fondamentale per la candidatura italiana a ospitare ET”, ha rilevato Antonio Zoccoli, Presidente dell’INFN. “Obiettivo del progetto è, infatti, fornire le solide basi tecnico-scientifiche che diventeranno le fondamenta alla nostra candidatura. Mentre la lunga esperienza nella ricerca delle onde gravitazionali, l’eccellenza scientifica e tecnologica del mondo della ricerca nazionale, il contributo di aziende all’avanguardia in molti settori, e la grande coesione tra comunità scientifica, istituzioni politiche e cittadini, ne costruiranno la struttura. La competizione internazionale è molto impegnativa, ma quando l’Italia fa sistema ed è determinata, è altamente competitiva e in grado di raggiungere i propri obiettivi”.