ET: SCIENZA E IMPRESA SI INCONTRANO ALL’ETIC INDUSTRY DAYS

ET: SCIENZA E IMPRESA SI INCONTRANO ALL’ETIC INDUSTRY DAYS

Si è svolto il 15 e 16 febbraio a EGO, l’Osservatorio Gravitazionale Europeo, sede dell’interferometro Virgo, l’ETIC Industry days, un incontro di due giorni rivolto al mondo imprenditoriale italiano per discutere le opportunità di collaborazione nella ricerca e sviluppo tecnologico per l’Einstein Telescope (ET). L’evento, organizzato dalle sezioni INFN e dai dipartimenti universitari che fanno parte del consorzio ETIC (Einstein Telescope Infrastructure Consortium) – il progetto finanziato con 50 milioni di euro nell’ambito della Missione 4 del PNRR coordinata dal Ministero dell’Università e della Ricerca per sostenere la candidatura italiana a ospitare ET – , in collaborazione con l’Industrial Liaison Officer (ILO) del CERN, ha visto la partecipazione di oltre 50 tra aziende e rappresentanti del mondo industriale.

Proposto e coordinato dall’INFN, ETIC riunisce università ed enti di ricerca nazionali e si occuperà della preparazione e della realizzazione dello studio di fattibilità e della caratterizzazione del sito italiano individuato per ospitare ET, la miniera dismessa di Sos Enattos, nel Nuorese, e della creazione di una rete di laboratori di ricerca per lo sviluppo delle tecnologie che saranno adottate dal nuovo osservatorio gravitazionale.

“Il mondo delle imprese e dell’industria ha risposto con grande interesse al nostro invito a confrontarsi e discutere le sfide scientifiche e tecnologiche poste da ET, in vista di future collaborazioni”, ha dichiarato il ricercatore dell’INFN Michele Punturo, coordinatore internazionale della Collaborazione Scientifica ET e principal investigator di ETIC. “Abbiamo raccolto oltre 50 adesioni, che coprono ambiti tecnologici fondamentali per la ricerca di punta legata alle onde gravitazionali, come le ottiche ad alta precisione, l’elettronica o la meccanica di precisione, da parte sia delle piccole e medie industrie sia dei veri e propri colossi del mondo industriale italiano”.

“Abbiamo condiviso e supportato fortemente la scelta della Collaborazione Scientifica di ET e dell’INFN di ospitare a EGO, l’Industrial ETIC day – ha dichiarato il direttore di EGO e professore dell’Università Milano Bicocca, Massimo Carpinelli – Virgo è l’unico interferometro in Europa in grado di rivelare le onde gravitazionali e questo dà Virgo e a EGO un ruolo esclusivo per la formazione dei futuri scienziati di ET, e per la ricerca e lo sviluppo delle tecnologie del futuro rivelatore, come quelle, decisive, legate al vuoto, all’ottica o alle sospensioni”.

 

 

 

 

 

L’INFN PER M’ILLUMINO DI MENO

L’INFN PER M’ILLUMINO DI MENO

Giovedì 16 febbraio, Giornata Nazionale del Risparmio Energetico e degli Stili di Vita Sostenibili, l’INFN aderisce a ‘M’illumino di meno’, campagna organizzata dal programma radiofonico di RaiRadio 2 Caterpillar, che promuove l’adozione di comportamenti e scelte rispettose delle risorse ambientali e rivolte alla salvaguardia del nostro pianeta. L’INFN, già da diversi anni impegnato in un programma di efficientamento energetico delle proprie infrastrutture, si impegnerà a spegnere, al termine della giornata lavorativa, l’illuminazione di uffici e aree comuni all’interno dei suoi quattro Laboratori Nazionali di Frascati, di Legnaro, del Gran Sasso e del Sud (Catania), per una durata tale da garantire la sicurezza e il normale svolgimento delle attività sperimentali di ogni sito.

Le attività sperimentali condotte dall’INFN per le proprie ricerche in fisica fondamentale, spesso richiedono molta energia, ma al contempo anche lo sviluppo di materiali e tecnologie, che possono rendere più efficiente il trasferimento di quella stessa energia e da cui può quindi trarre beneficio anche la società. Questa è la ragione per cui uno degli obiettivi principali dell’ente riguarda proprio il trasferimento delle tecnologie nate nell’ambito della ricerca di base sulle particelle elementari.

A dimostrazione dell’attenzione che l’INFN rivolge nei confronti di un settore nevralgico come quello energetico, il progetto INFN Energia, nato per sviluppare e sostenere, grazie alle competenze dell’Istituto, anche le iniziative dedicate alla realizzazione di tecnologie dedicate a ottenere energia dalla fissione nucleare. Un ulteriore caso esemplificativo è rappresentato da IRIS, progetto finanziato nell’ambito del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza: un’infrastruttura distribuita su tutto il territorio nazionale che avrà lo scopo di sviluppare tecnologie superconduttive sia per la fisica delle particelle che per applicazioni civili, come cavi di connessione per il trasporto di energia elettrica e la riduzione delle perdite energetiche.

Parallelamente ai progetti focalizzati su ricerca e sviluppo, dal punto di vista del consumo energetico, l’INFN è inoltre impegnato nell’implementazione di scelte che siano sostenibili sia dal punto di vista ambientale che economico. Azioni specifiche volte a diminuire i consumi e aumentare l’efficientamento energetico sono state intraprese dai Laboratori Nazionali dell’INFN: dall’installazione di sensori di movimento per il controllo dell’illuminazione delle aree comuni, alla sostituzione delle vecchie tipologie di lampade con LED a basso consumo, fino ad arrivare al recupero termico del calore prodotto dai gruppi frigoriferi
necessari per il raffreddamento delle sale calcolo, riutilizzato per il riscaldamento
degli edifici adibiti prevalentemente ad uso uffici.

LA MEDAGLIA GALILEO GALILEI 2023 A ZVI BERN, LANCE DIXON E DAVID KOSOWER

LA MEDAGLIA GALILEO GALILEI 2023 A ZVI BERN, LANCE DIXON E DAVID KOSOWER

Il premio è stato assegnato per lo sviluppo di potenti metodi di calcolo teorico per i processi di collisione che avvengono nei grandi acceleratori di particelle. Questi metodi sono stati essenziali per confrontare le previsioni teoriche con i risultati sperimentali ottenuti al Large Hadron Collider del CERN.

I fisici Zvi Bern, Lance Dixon e David Kosower sono stati insigniti della Medaglia Galileo Galilei 2023, premio assegnato ogni due anni dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) con il Galileo Galilei Institute (GGI), il suo Centro Nazionale per la Fisica Teorica in partnership con l’Università di Firenze, a ricercatori e ricercatrici che hanno dato un contributo eccezionale al progresso delle ricerche in fisica teorica.
Il Premio, annunciato oggi 15 febbraio, nella ricorrenza del compleanno del grande scienziato Galileo Galilei, è stato assegnato a Zvi Bern, Lance Dixon e David Kosower “per lo sviluppo di potenti metodi per il calcolo perturbativo di alto ordine nella teoria quantistica dei campi.”

“All’inizio degli anni Novanta c’era un problema: cercare di sfruttare al massimo i collisori di particelle in costruzione, come LHC al CERN. Un collisore è una macchina molto complicata costruita per cercare di imparare i segreti della natura: fa collidere i protoni, composti da quark e gluoni, che interagiscono tra loro attraverso una forza, chiamata forza forte, che i teorici delle particelle chiamano QCD, Cromodinamica quantistica, dove cromo corrisponde ai colori dei quark e dei gluoni scambiati nelle collisioni”, spiega Lance Dixon. “E noi siamo riusciti a convertire una proprietà della QCD, nota come unitarietà, in uno strumento utile a fare calcoli più precisi, sia per i processi a LHC sia per quelli più semplici.”

“Inizialmente, il nostro obiettivo era quello di perfezionare e migliorare gli strumenti teorici a disposizione dei fisici sperimentali in fisica delle particelle. Abbiamo quindi sviluppato metodi nuovi e più efficienti per eseguire i calcoli teorici. Questi metodi ci hanno permesso di eseguire molti più calcoli e di raggiungere una precisione molto più elevata di quanto fosse possibile in precedenza”, aggiunge David Kosower. “Tali sviluppi hanno permesso a una nuova generazione di ricercatori di continuare a sviluppare nuove tecniche e nuovi calcoli per LHC, ma anche di creare connessioni con molte altre branche della fisica: sono nati nuovi collegamenti molto interessanti tra teorie come la cromodinamica quantistica e la gravità.”

“Quando David Kosower, Lance Dixon e io abbiamo iniziato a pensare alle cosiddette ampiezze di scattering, ai più sembrava che tutte le idee importanti fossero già state sviluppate. Negli anni ’50 e ’60, l’argomento non era di grande interesse, ma noi tre avevamo un punto di vista diverso,” racconta Zvi Bern. “Il percorso per convincere la comunità che c’era qualcosa di profondo e interessante nelle ampiezze di scattering non è stato facile: quando abbiamo iniziato, tutte le persone interessate all’argomento potevano stare in un piccolo sgabuzzino. Ora, invece, il problema è trovare aule sufficientemente grandi per le conferenze e i workshop. Mi meraviglio sempre del fatto che non siamo più gli unici a trovare gioia nello studio di questo argomento.”

“Le mie più sincere congratulazioni ai vincitori della Medaglia Galileo Galilei 2023, che sono anche grandi amici del GGI, avendo contribuito molto alle attività dell’istituto con la loro partecipazione a diversi programmi di ricerca e conferenze”, commenta Stefania De Curtis, direttrice del GGI. “Il lavoro di Bern, Dixon e Kosower ha avuto un ruolo centrale nel migliorare la nostra capacità di confrontare teoria ed esperimenti ai collisori di particelle, ma anche per estrarre informazioni dagli osservatori di onde gravitazionali. I fisici tendono spesso a considerare risultati eccezionali quelli derivanti da nuove teorie che nascono da nuovi principi. Tuttavia, a volte questi nascono da un’attenta reinterpretazione di principi già noti. È questo il caso degli eccezionali risultati ottenuti da Bern, Dixon e Kosower: una rivoluzione nella nostra comprensione dei processi coinvolti nelle collisioni di particelle, che migliora notevolmente la nostra capacità di scoprire i fenomeni fisici sottostanti.”

Zvi Bern è professore e direttore dell’Istituto “Mani L. Bhaumik” per la fisica teorica dell’Università della California, a Los Angeles. Insieme a Dixon e Kosower, è uno dei fondatori del campo di ricerca delle ampiezze di scattering nelle teorie di campo quantistiche. Ha lavorato in vari campi della fisica teorica, tra cui la supergravità, la teoria di gauge supersimmetrica, la fisica del Large Hadron Collider e, più recentemente, la fisica delle onde gravitazionali.

Lance Dixon è professore di fisica teorica allo SLAC Stanford Linear Accelerator Center dell’Università di Stanford e membro dell’Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti. È stato visiting scientist presso l’Università di Cambridge, l’Università di Durham, l’Ecole Normale Supérieure, il CERN, il Perimeter Institute, il Caltech, il Politecnico di Zurigo e l’Università di Zurigo e ha ricevuto il Premio Sakurai dell’American Physical Society per le sue ricerche sulle ampiezze di scattering (2014) e l’Humboldt Research Award (2017).

David A. Kosower è ricercatore presso l’Institut de Physique Théorique del CEA a Saclay, in Francia. Dopo la laurea e il dottorato conseguito all’Università di Harvard, ha lavorato presso la Columbia University, il Fermi National Accelerator Laboratory e il CERN. È stato visiting scientist presso l’Università di Zurigo, il Weizmann Institute, il California Institute of Technology, l’Institute for Advanced Study, l’Accademia cinese delle scienze (Pechino) e il CERN. Nel corso degli anni la sua ricerca è stata sostenuta da borse di studio della NATO e dell’EGIDE, dall’Agenzia Nazionale di Ricerca francese (ANR) e soprattutto dal Consiglio Europeo della Ricerca.

Il premio Medaglia Galileo Galilei
Il premio Medaglia Galileo Galilei è stato istituito nel 2018 dall’INFN in onore di Galileo Galilei (1564-1642), padre fondatore del metodo scientifico e della fisica moderna, in occasione della trasformazione del GGI in Centro Nazionale di Studi Avanzati dell’INFN, in partnership con l’Università di Firenze. La Medaglia Galileo Galilei viene assegnata ogni due anni, a partire dal 2019, da un apposito comitato di selezione internazionale nominato dall’INFN. La medaglia viene assegnata al massimo a tre scienziati che nei 25 anni precedenti alla data del premio hanno conseguito rilevanti risultati nel campo della fisica teorica delle interazioni fondamentali tra particelle elementari, inclusa la gravità e i fenomeni nucleari.
I componenti del comitato di selezione per la Medaglia Galileo Galilei 2023 sono Eliezer Rabinovici (Hebrew University – chair), Graciela Gelmini (UCLA), Juan Martin Maldacena (Institute for Advanced Study), Michael E. Peskin (SLAC/Stanford University), Mikhail Shifman (University of Minnesota).
La Medaglia Galileo Galilei 2021 è stata assegnata ad Alessandra Buonanno, Thibault Damour e Frans Pretorius “per la comprensione fondamentale delle sorgenti di radiazione gravitazionale attraverso tecniche analitiche e numeriche complementari, che hanno permesso di fare previsioni che sono state confermate dalle osservazioni delle onde gravitazionali e che ora sono strumenti chiave in questa nuova branca dell’astronomia.”
Mentre, il vincitore della Medaglia Galileo Galilei 2019 è Juan Martin Maldacena “per le sue idee pionieristiche nella fisica teorica, e in particolare per la scoperta della dualità tra gravità e teoria quantistica dei campi, con implicazioni di vasta portata.”

La Medaglia
La Medaglia Galileo Galilei è stata realizzata da un famoso laboratorio fiorentino, Picchiani&Barlacchi, che ha una tradizione ultracentenaria di produzione di medaglie artistiche e commemorative, targhe e trofei. Nel laboratorio la lavorazione dei prodotti segue metodi tradizionali, quali il disegno, la creazione del modello in gesso, la fusione e la rifinitura del modello, la riduzione a pantografo, la produzione del punzone e del conio.

Il GGI
Il Galileo Galilei Institute è il primo centro europeo nato con l’obiettivo di ospitare programmi di ricerca avanzati a lungo termine, dedicati alla fisica teorica delle interazioni fondamentali. Ha sede a Firenze, sulla collina di Arcetri, sito storicamente rilevante per la fisica e l’astronomia dove Galilei trascorse gli ultimi anni della sua vita. Il GGI, che è il Centro Nazionale di Studi Avanzati dell’INFN, organizza annualmente scuole di dottorato dedicate alla teoria delle stringhe e dei campi, alla fisica teorica delle particelle elementari, alla fisica teorica nucleare e alla meccanica statistica e alla fisica astroparticellare e alla cosmologia.

Medaglia Galileo Galilei 2023 – il video

Medaglia Galileo Galilei 2023 – video interviste ai vincitori

Press Kit con video e immagini

ISTITUITO DAL MUR IL COMITATO TECNICO SCIENTIFICO PER LA CANDIDATURA DELL’ITALIA A OSPITARE ET

ISTITUITO DAL MUR IL COMITATO TECNICO SCIENTIFICO PER LA CANDIDATURA DELL’ITALIA A OSPITARE ET

NOTA STAMPA. “Ringraziamo il Ministro Anna Maria Bernini per l’istituzione di un comitato scientifico ad hoc per sostenere la candidatura italiana a ospitare Einstein Telescope, la grande infrastruttura di ricerca europea di prossima generazione per lo studio delle onde gravitazionali. E ringraziamo il premio Nobel Giorgio Parisi per il suo impegno nel presiedere questo nuovo gruppo di lavoro”, commenta Antonio Zoccoli, presidente dell’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. “Quella italiana è una candidatura molto forte. Il sito individuato, nella ex-miniera di Sos Enattos, in Sardegna, offre caratteristiche ideali per ospitare ET, e l’Italia sta affrontando la competizione con grande spirito di squadra tra istituzioni scientifiche e politiche con MUR e Regione Autonoma della Sardegna in prima linea. Inoltre, possiamo contare sulle competenze multidisciplinari delle comunità scientifiche italiane coinvolte nel progetto, e sull’esperienza specifica della comunità dell’INFN che da cinquant’anni è tra i protagonisti mondiali delle ricerche sulle onde gravitazionali premiate con il Nobel nel 2017”, conclude Zoccoli.

Del Comitato tecnico scientifico per la candidatura italiana per ET, istituito ieri 9 febbraio con la firma del decreto da parte del Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, e presieduto dal Premio Nobel Giorgio Parisi, ne fanno parte anche l’ambasciatore Ettore Sequi, Segretario generale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, e gli scienziati Marica Branchesi e Fernando Ferroni, del Gran Sasso Science Institute e dell’INFN, e Antonio Zoccoli, Presidente dell’INFN.

ET Einstein Telescope. È il progetto europeo più ambizioso nel campo della fisica gravitazionale e, candidato da una cordata internazionale guidata dall’Italia, è stato inserito nella roadmap ESFRI, lo European Strategy Forum on Research Infrastructure che individua le infrastrutture di ricerca su cui l’Europa ritiene sia decisivo investire. Lo studio di fattibilità di ET è stato sviluppato grazie a un finanziamento della Commissione Europea, e successivamente un consorzio di Paesi e di Istituti di ricerca e Università europei, con l’Italia capofila, ha formalizzato la proposta per la sua realizzazione. ET sarà un osservatorio terrestre di prossima generazione per lo studio delle onde gravitazionali. Sarà in grado di rivelare segnali gravitazionali con una sensibilità tale da esplorare una porzione di universo di gran lunga maggiore rispetto agli attuali esperimenti. Questo permetterà, per esempio, di studiare le popolazioni di buchi neri, di osservare per la prima volta nuovi fenomeni astrofisici, di indagare il modello cosmologico che descrive l’evoluzione dell’universo, di contribuire alla comprensione della natura della materia oscura.
ET sarà un interferometro sotterraneo che utilizzerà tecnologie estremamente potenziate rispetto a quelle implementate negli attuali rivelatori, Advanced Virgo e Advanced LIGO, nel campo della fotonica, dell’ottica, della meccanica di precisione, dell’elettronica, della criogenia, della scienza dei materiali e del computing avanzato.

Sos Enattos, Sardegna: il sito ideale. Per operare al meglio delle sue potenzialità, l’osservatorio ET dovrà essere realizzato in un’area geologicamente stabile e scarsamente abitata: le vibrazioni del suolo (di origine sia naturale sia antropica) possono, infatti, mascherare il debole segnale generato dal passaggio di un’onda gravitazionale. 
Attualmente sono in fase di valutazione due siti per ospitare la nuova grande infrastruttura: uno in Italia, in Sardegna, all’interno della miniera dismessa di Sos Enattos nel Nuorese, e l’altro nell’Euregio Mosa-Reno, ai confini di Belgio, Germania e Paesi Bassi. Gruppi di studio multidisciplinari stanno lavorando alla caratterizzazione dei due siti per valutarne l’idoneità, e una decisione sulla futura localizzazione di ET sarà presa entro il 2025. Un gruppo di lavoro, guidato da ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), dell’INFN e dell’Università degli Studi di Sassari, sta dunque conducendo studi mirati per la caratterizzazione del sito della miniera metallifera ormai dismessa di Sos Enattos in Sardegna, territorio “silenzioso” dal punto di vista sismico e antropico, grazie al supporto dell’IGEA S.p.A., società che ora la gestisce.

Una risorsa per il territorio e il Paese. Al di là del grande valore scientifico, la realizzazione nel sito sardo di una grande infrastruttura di ricerca europea come ET avrebbe un positivo e significativo impatto socioeconomico sul territorio e per tutto il nostro Paese. Il futuro rivelatore gravitazionale rappresenta, infatti, un’occasione di sviluppo unica nel suo genere: si tratta di un investimento infrastrutturale di almeno un miliardo e mezzo di euro in grado di spingere l’innovazione tecnologica e l’industria e, sul lungo termine, di divenire un grande polo scientifico internazionale, capace di attrarre risorse e ricercatori dall’estero. Rappresenta quindi un motore di sviluppo, innovazione, crescita economica e sociale per la Sardegna, l’Italia e l’Europa.

La scuola italiana delle onde gravitazionali. L’Italia, grazie all’INFN, ha una prestigiosa tradizione e una riconosciuta leadership internazionale nella ricerca delle onde gravitazionali, con competenze e conoscenze, sia scientifiche sia di sviluppo tecnologico, acquisite con un’esperienza di lungo corso nella progettazione e realizzazione di rivelatori gravitazionali. L’INFN è tra i pionieri e iniziatori a livello mondiale degli esperimenti per la rivelazione delle onde gravitazionali, su questo ha creato una vera e propria comunità delle onde gravitazionali in grado di fare scuola, e ha fondato, assieme al francese CNRS, Virgo, uno dei soli tre interferometri al mondo che ad oggi hanno osservato i segnali gravitazionali. Virgo si trova in Italia, vicino a Pisa, all’Osservatorio Gravitazionale Europeo EGO, e assieme agli altri due interferometri LIGO, che si trovano negli Stati Uniti, è stato protagonista delle scoperte che hanno portato al Premio Nobel per la Fisica nel 2017, e alla nascita dell’astronomia gravitazionale e dell’astronomia multimessaggera, due modi completamente nuovi di studiare il cosmo e l’universo.

 

 

 

 

MASTERCLASS IN FISICA DELLE PARTICELLE: OLTRE 2800 LE STUDENTESSE E GLI STUDENTI ISCRITTI

MASTERCLASS IN FISICA DELLE PARTICELLE: OLTRE 2800 LE STUDENTESSE E GLI STUDENTI ISCRITTI

Dal 10 febbraio al via la 19° edizione delle International Masterclasses sulla fisica delle particelle, delle astro-particelle e la fisica medica

Sono oltre 2800 le studentesse e gli studenti delle scuole superiori di tutta Italia che partecipano alle International Masterclasses sulla fisica delle particelle, l’iniziativa internazionale che porta migliaia di studenti di tutto il mondo in un viaggio alla scoperta dell’infinitamente piccolo.

Le International Masterclasses, coordinate in Italia dall’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e organizzate in collaborazione con le università, si svolgeranno tra il 10 febbraio e il 6 aprile con oltre 60 eventi negli atenei di 26 città italiane. Gli studenti e le studentesse, che parteciperanno in contemporanea con i loro coetanei di altri Paesi, potranno capire come funziona la ricerca in fisica delle particelle analizzando direttamente i dati di alcuni tra i più importanti esperimenti del CERN di Ginevra e del KEK di Tsukuba, esploreranno i segreti delle astroparticelle con i dati dell’osservatorio Pierre Auger nella Pampa argentina, e scopriranno come la ricerca in fisica può aiutare la medicina.

Quest’anno si inizia il 10 febbraio, in occasione dell’International Day of Women and Girls in Science, con le masterclass del CERN dedicate alle donne nella ricerca scientifica, organizzate nelle Sezioni INFN di Cosenza, Genova, Roma, Roma Tor Vergata e Roma 3, e una Masterclass in Particle Therapy organizzata dalla Sezione di Pavia in collaborazione con il CNAO – Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica. Gli incontri proseguono la settimana successiva con le masterclass di Cagliari, Firenze, Frascati, Milano Bicocca e Modena, per continuare fino al 6 aprile con molti altri eventi.

Durante le masterclass dedicate al CERN, ogni sede organizza una o più giornate di lezioni e seminari sugli argomenti fondamentali della fisica delle particelle, seguite da esercitazioni al computer in cui gli studenti e le studentesse possono analizzare i dati degli esperimenti dell’acceleratore di particelle LHC (ATLAS, CMS, ALICE o LHCb). Potranno usare i veri dati di LHC per simulare negli esercizi l’epocale scoperta del bosone di Higgs, avvenuta nel 2012, ma anche quella dei bosoni W e Z (proprio quelli che nel 1984 valsero il Premio Nobel a Carlo Rubbia), e potranno conoscere ancora altre particelle ed esplorarne caratteristiche e proprietà peculiari.

Oltre ai dati degli esperimenti del CERN, alcune masterclass sono dedicate all’esperimento BELLEII del laboratorio KEK di Tsukuba in Giappone. Mentre le Sezioni INFN di Cosenza, Milano, Pavia e Torino partecipano alle Masterclass in Particle Therapy, in collaborazione con il CNAO, per far scoprire agli studenti le applicazioni mediche della fisica delle particelle.

Novità assoluta di quest’anno sono le Masterclass che le Sezioni di Lecce, Napoli e Catania e i Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN organizzano sull’esperimento Auger, che dalla pampa argentina studia le astroparticelle.

Alla fine di ogni giornata, proprio come in una vera collaborazione di ricerca internazionale, si organizza un collegamento in videoconferenza tra i giovani partecipanti alle masterclass di tutto il mondo e il laboratorio che ha prodotto i dati su cui si sono svolte le esercitazioni per discutere insieme i risultati emersi.

L’iniziativa, giunta alla 19° edizione, fa parte delle International Masterclasses organizzate da IPPOG (International Particle Physics Outreach Group) e, in Italia, dall’INFN. Le masterclass si svolgono contemporaneamente in 60 diversi paesi, coinvolgono oltre 200 tra i più prestigiosi enti di ricerca e università del mondo e più di 13.000 studenti delle scuole secondarie di II grado. Per l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare quest’anno sono presenti le Sezioni di Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Cosenza, Ferrara, Firenze, Genova, L’Aquila, Lecce, Milano Bicocca, Milano, Napoli, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Pisa, Roma, Roma Tor Vergata, Roma Tre, Salerno, Torino, Trieste, Trento e Udine, e i Laboratori Nazionali di Frascati (LNF) e i Laboratori Nazionali del Gran Sasso (LNGS).

Informazioni sulle Masterclass:

Masterclass italiane: http://masterclass.infn.it/
Masterclass internazionali: http://physicsmasterclasses.org/neu/

L’INFN CELEBRA LA GIORNATA INTERNAZIONALE PER LE DONNE E LE RAGAZZE NELLA SCIENZA 2023

L’INFN CELEBRA LA GIORNATA INTERNAZIONALE PER LE DONNE E LE RAGAZZE NELLA SCIENZA 2023

Tante iniziative, eventi e incontri per raccontare le donne e le ragazze nella scienza: l’INFN si unisce alle celebrazioni per l’International day of women and girls in science, la giornata internazionale per le donne e le ragazze nella scienza, che ricorre l’11 febbraio, organizzando numerose attività in tutta Italia e online tra l’8 e il 14 febbraio. La giornata è stata istituita nel 2015 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per promuovere la piena ed equa partecipazione di donne e ragazze nelle scienze, in materia di istruzione, formazione, occupazione e processi decisionali.

I canali social INFN aderiscono alla campagna #WomenInScience, a cui parteciperanno anche altri grandi laboratori internazionali come il CERN. In particolare, il 10 febbraio alle 15:15 su Twitter, l’INFN e il CERN organizzano un Twitter Space congiunto, una diretta Twitter, a cui partecipa Barbara Sciascia, ricercatrice INFN ai Laboratori Nazionali di Frascati e per l’esperimento LHCb del CERN. Inoltre, a partire da oggi, 8 febbraio, su tutti gli account social dell’Istituto (Facebook, Instagram, Twitter, Linkedin e Youtube) sarà possibile scoprire le storie e le esperienze di tante scienziate, in fasi diverse della loro carriera, con immagini o brevi video.

Ad aprire le celebrazioni l’8 febbraio alle 18:30, sarà un dialogo tra ricercatrici trasmesso in diretta sui canali Facebook e Youtube di CTAO (Cherenkov Telescope Array Observatory), l’osservatorio di raggi gamma di nuova generazione in fase di costruzione, a cui parteciperà Elisabetta Bissaldi, ricercatrice al Politecnico di Bari e INFN.

Le iniziative proseguono l’8 febbraio alle 20:00, al CERN, a Ginevra, con lo spettacolo teatrale “La forza nascosta”, che racconta la storia di quattro grandi scienziate del ’900, Vera Cooper Rubin, Marietta Blau, Chien-Shiung Wu e Milla Baldo Ceolin, e che per la prima volta andrà in scena all’estero, dopo essere stato ospitato in numerosi teatri e università italiani.

A Roma, il 10 febbraio dalle 9:00 alle 17:00, la sezioni INFN di Roma, Roma 2 e Roma 3 organizzano, rispettivamente presso il Dipartimento di fisica della Sapienza Università di Roma, presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Roma Tor Vergata e presso il Laboratorio di fisica dell’Università di Roma Tre, una giornata di attività dedicata alle ragazze delle scuole superiori. I tre eventi prevedono numerosi seminari e si concluderanno con una masterclass internazionale, in cui le studentesse lavoreranno con i veri dati degli esperimenti del CERN, e si collegheranno con le loro colleghe che hanno svolto la stessa attività a Ginevra, a Valencia e a Praga.

Anche a Cosenza, il gruppo collegato INFN in collaborazione con l’Università della Calabria, organizza una speciale masterclass di fisica delle particelle. Durante la giornata, le studentesse calabresi, insieme alle loro colleghe che partecipano all’iniziativa organizzativa delle sezioni INFN di Roma Tor Vergata e Roma Tre, seguiranno un seminario online della ricercatrice INFN Alessia Bruni, che racconterà l’impegno e le azioni in essere, da parte delle comunità scientifiche e dei grandi esperimenti, per promuovere la partecipazione delle donne nella scienza.

A Cagliari, il 10 febbraio, a partire dalle 8:30 la sezione INFN organizza, in collaborazione con le ricercatrici dell’Università di Cagliari dell’Istituto Officina dei Materiali del CNR, una speciale Masterclass, in cui oltre 60 studenti e studentesse potranno cimentarsi con attività sperimentali di astrofisica, fisica della materia, ricerca della materia oscura e fisica delle particelle.

A Pavia, il 10 febbraio le ricercatrici e i ricercatori della sezione INFN, organizzano due iniziative per la giornata: dalle 9:00 alle 17:30, il Dipartimento di fisica dell’Università di Pavia ospiterà una masterclass al femminile dedicata all’adroterapia, tecnica di trattamento dei tumori con fasci di particelle accelerati. E alle 11:00, presso la Cascina Cravino si terrà “La scienza? Un gioco da ragazze!” un incontro, organizzato in collaborazione con l’Università di Pavia e Sharper, con bambini e bambini delle scuole primarie. L’incontro sarà anche l’occasione per intitolare un albero a Piera Locatelli, scienziata pavese che ha dato un contributo fondamentale allo studio dei nervi e della rigenerazione degli arti.  

A Frascati, venerdì 10 febbraio, tra le 9:30 e le 13:00, presso l’Auditorium Touschek dei Laboratori Nazionali di Frascati dell’INFN, si terrà l’evento International Day of Women and Girls in Science – Let’s STEM together, organizzato in collaborazione con Fondazione Rome Technopole. Per l’occasione i laboratori accoglieranno circa 150 studentesse e studenti del IV e V anno delle scuole secondarie di secondo grado e ricercatrici e ricercatori, partendo dalle loro esperienze personali e professionali, racconteranno successi e sfide giornaliere con l’obiettivo di stimolare ragazze e ragazzi a riflettere e confrontarsi su ostacoli e opportunità nel loro percorso formativo oltre che sul ruolo della donna nella società e nella ricerca.

A Firenze, l’11 febbraio a partire dalle 10:30, il Galileo Galilei Institute ospita l’evento “Sostantivo femminile – scienza e libertà”, un momento di riflessione non solo sul tema dell’accesso delle donne e delle ragazze alle professioni della ricerca, ma anche sulle libertà fondamentali della persona, in questi tempi drammaticamente negati in tante zone del mondo e difesi con una forza straordinaria.

Sempre l’11 febbraio alle 11:30, Francesca Ballarini, ricercatrice dell’Università di Pavia e INFN, parteciperà al webinar “Empowering People’s Voices”, organizzato dall’Università di Warwick e dall’associazione INWES International Network of Women in Engineering and Science. 

I Laboratori Nazionali di Legnaro dell’INFN il 13 febbraio organizzano una mattinata di attività sperimentali per studenti e studentesse delle scuole secondarie di I grado. Inoltre, nel pomeriggio a partire dalle 15:00 ospitano un seminario dedicato a Maria Goeppert Mayer, fisica teorica e premio Nobel per la fisica nel 1963.

Infine, la sezione INFN di Bari, il 14 febbraio a partire dalle 10:00 partecipa al Global Women’s Breakfast, un incontro dedicato alla promozione dell’equità di genere nelle scienze. L’evento è organizzato dalla Società Chimica Italiana, si terrà presso il Dipartimento di chimica dell’Università degli studi di Bari, e prevede approfondimenti storici sui contributi di uomini e donne nella scienza, così come il confronto delle esperienze di ricercatrici attive in diversi campi della scienza.

Le iniziative INFN per promuovere la piena ed equa partecipazione di donne e ragazze nella scienza non si limitano all’11 febbraio. L’INFN è, infatti, partner del progetto europeo “GENERA Gender Equality Network in the European Research Area”, nell’ambito del quale organizza, in collaborazione con l’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del CNR, un concorso rivolto a studenti e studentesse degli istituti secondari di II grado, dal titolo “Donne e Ricerca in fisica: tra stereotipi di genere e professioni del futuro”. Eventuali studenti interessati a partecipare, dovranno iscriversi entro il 17 febbraio.

“CI VUOLE IL FISICO!”: SCIENZAPERTUTTI LANCIA IL CONCORSO INFN PER LE SCUOLE

“CI VUOLE IL FISICO!”: SCIENZAPERTUTTI LANCIA IL CONCORSO INFN PER LE SCUOLE

Quanta fisica c’è nella piroetta di una pattinatrice sul ghiaccio e nei volteggi di un ginnasta? Nel calcio di punizione di un calciatore o nella schiacciata di una pallavolista?
ScienzaPerTutti, il sito di comunicazione e divulgazione della scienza dell’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, apre il concorso 2023 per le scuole secondarie di I e II grado dal tema “Ci vuole il fisico! La fisica dello sport”. In questa edizione, gli studenti e le studentesse potranno scegliere uno sport e raccontarne la fisica in un articolo, oppure in un video o in un podcast di massimo 5 minuti da corredare con un post e una storia Instagram per promuovere il loro elaborato.

Giunto alla XVIII edizione, il concorso è rivolto alle scuole secondarie di I e II grado di tutta Italia e degli istituti italiani all’estero. Le studentesse e gli studenti, divisi in tre categorie in base alla classe, sono invitati a sfidarsi per vincere kit scientifici, abbonamenti a riviste scientifiche e buoni da spendere in libreria, e scoprire sempre di più sulla scienza.

Si può partecipare a squadre o individualmente e il termine per iscriversi è il 24 febbraio, mentre gli elaborati dovranno essere consegnati tutti insieme entro e non oltre il 6 aprile 2023.

Informazioni e modulo di iscrizione sono accessibili all’indirizzo: https://scienzapertutti.infn.it/spazio-scuola/concorso-per-le-scuole

Form di iscrizione: 
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ERC: A LUCA PATTAVINA DELL’INFN 2,7 MILIONI DI EURO PER IL PROGETTO RES-NOVA AI LNGS

ERC: A LUCA PATTAVINA DELL’INFN 2,7 MILIONI DI EURO PER IL PROGETTO RES-NOVA AI LNGS

Luca Pattavina, ricercatore dell’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso (LNGS), ha vinto un Consolidator Grant dello ERC European Research Council del valore di 2,7 milioni di euro, per il suo progetto RES-NOVA, un rivoluzionario osservatorio per lo studio delle sorgenti dei neutrini astrofisici realizzato utilizzando piombo archeologico.
“Per me è una grande soddisfazione avere la possibilità di realizzare il progetto RES-NOVA grazie a un Consolidator Grant dell’ERC”, commenta Luca Pattavina. “Questo prestigioso finanziamento europeo offre grandi opportunità scientifiche, ma non solo: avrò infatti la possibilità di consolidare il mio gruppo di ricerca. Inoltre, il finanziamento che sono riuscito a ottenere rappresenta un ulteriore riconoscimento dell’eccellenza che i Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN rivestono a livello internazionale. Il progetto RES-NOVA è il frutto di diversi anni di ricerca, e la sua vera rivoluzione consiste nell’utilizzare il ‘famoso’ piombo di origine romana per produrre degli avanzatissimi rivelatori criogenici, e quindi non solo per schermare i rivelatori, come è stato fatto finora”, conclude Pattavina.
Uno degli eventi più energetici dell’Universo è il collasso del nucleo delle supernovae, durante il quale la maggior parte dell’energia viene rilasciata sotto forma di neutrini. Queste particelle, grazie al fatto che sono prive di carica elettrica e hanno una massa quasi nulla, interagiscono pochissimo con la materia e, percorrendo così indisturbate enormi distanze, sono messaggeri diretti dei processi che si verificano nel nucleo della stella, e forniscono informazioni uniche sul collasso gravitazionale e sulle loro stesse proprietà.
Dal momento che le esplosioni di supernova sono eventi molto rari (si stima un evento ogni 30 anni nella nostra galassia), la comunità scientifica ha bisogno di massimizzare sia la probabilità di osservarle, sia le informazioni che se ne possono ricavare.
Il progetto RES-NOVA proposto all’ERC da Luca Pattavina è risultato tra i vincitori dei prestigiosi finanziamenti europei e promette di rivoluzionare il modo in cui riveliamo i neutrini da sorgenti astrofisiche, grazie all’impiego di rivelatori criogenici realizzati con piombo archeologico proveniente dai lingotti recuperati da una nave romana affondata al largo della Sardegna 2000 anni fa.
La rivelazione dei neutrini in RES-NOVA è facilitata dal particolare fenomeno studiato che consente di misurare per la prima volta l’intero segnale di neutrini da supernova, indipendentemente dalla tipologia dei neutrini generati durante la propagazione.
RES-NOVA utilizza il piombo come componente più sensibile del rivelatore. L’elevato numero di neutroni contenuti nei nuclei di piombo aumenta di circa 10.000 volte la probabilità che un neutrino interagisca con il rivelatore rispetto alle tecniche convenzionali: questo consente la realizzazione di un osservatorio di neutrini di piccole dimensioni, sulla scala dei centimetri.
In particolare, l’approccio non convenzionale di RES-NOVA consiste nell’utilizzare piombo archeologico purissimo e nel farlo funzionare come rivelatore criogenico con una soglia a bassa energia (<1 keV) e una riduzione del rumore di fondo senza precedenti. Queste caratteristiche aprono nuove opportunità nell’astronomia multimessaggera, nella ricerca di materia oscura e negli studi sulle proprietà dei neutrini.
“Grazie alle diverse esperienze internazionali che ho avuto modo di fare, ma soprattutto grazie alle uniche infrastrutture dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN, e al supporto del Fakultät für Physik dell’Università Tecnica di Monaco sono riuscito a realizzare le prime misure che hanno dimostrato la fattibilità del progetto”, spiega Pattavina. “Il risultato raggiunto è quindi frutto di uno sforzo comune di tanti collaboratori italiani, tedeschi e anche ucraini. I primi prototipi di rivelatore sono stati prodotti proprio in Ucraina prima dell’inizio del tragico conflitto. Il supporto dell’INFN a tutti i livelli è stato fondamentale per il raggiungimento di questo importante traguardo, che rappresenta solo l’inizio di una sfida importantissima: rivelare i neutrini prodotti dalla prossima supernova con RES-NOVA. L’ultima volta che è stato possibile farlo risale al 1987, quasi 36 anni fa”.
RES-NOVA sarà in grado di rivelare il 90% delle potenziali supernovae della nostra galassia, con un rivelatore di volume equivalente a un cubo di 30 cm di lato. I futuri potenziamenti del rivelatore miglioreranno la nostra sensibilità alle supernovae nel territorio inesplorato ben oltre i limiti della nostra galassia, la Via Lattea, e aumenteranno il numero di supernovae potenzialmente osservabili. RES-NOVA ha dunque il potenziale per gettare le basi di una futura generazione di telescopi europei per neutrini, dal momento che tutti i rivelatori di neutrini da supernovae sono attualmente in fase di dismissione.

Luca Pattavina è ricercatore dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN dal 2019. Attualmente porta avanti la sua attività di ricerca presso il Fakultät für Physik dell’Università Tecnica di Monaco di Baviera (TUM), in Germania. Ha iniziato la sua attività scientifica all’Università di Milano Bicocca, dove ha conseguito la laurea e iniziato gli studi di dottorato. Successivamente ha completato gli studi al Département de Physique dell’Université Claude Bernard Lyon (Francia) dove ha conseguito il titolo di dottorato (Double-Ph.D. Italia-Francia). La sua attività di ricerca è principalmente incentrata nel campo della fisica fondamentale e astroparticellare. A partire del 2013 ha iniziato a lavorare ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN conducendo attività di ricerca in alcuni degli esperimenti più avanzati al mondo nel campo della fisica del neutrino, come CUORE e LUCIFER/CUPID-0, e della materia oscura, come CRESST. Nel 2017 è diventato professore associato al GSSI Gran Sasso Science Institute, e nel 2018, si è trasferito presso la TUM dove, proseguendo le ricerche nel campo della fisica astroparticellare, ha avuto modo di iniziare le prime attività del progetto RES-NOVA.

ADDIO A MARCELLO LATTUADA

ADDIO A MARCELLO LATTUADA

Il giorno 27 dicembre ci ha lasciati Marcello Lattuada, direttore dei Laboratori Nazionali del Sud dell’INFN dal 2007 al 2011. Lattuada è stato professore di Esperimentazioni di Fisica presso l’Università di Catania, e nel corso degli anni ha ricoperto numerosi incarichi istituzionali, come quello di prorettore dell’Università di Catania e membro del Senato Accademico. Nel campo della ricerca si è occupato principalmente di meccanismi di reazione a bassa energia, di clustering in nuclei leggeri e di astrofisica nucleare. Marcello Lattuada è stato un punto di riferimento per la comunità scientifica, e un maestro per molti, che lo ricordano in particolare per il suo garbo e la sua signorilità, e per la sua capacità di trasmettere l’interesse per la fisica alle nuove generazioni. 

Scienza: Bernini, Parisi guiderà delegazione Einstein Telescope

(AGI) – Roma, 22 dic. – “Annunciamo che abbiamo parlato con l’Istituto nazionale di fisica nucleare, con i partner coinvolti nel progetto e il professor Parisi, che ha accettato di presiedere la delegazione attraverso la quale noi istituzionalizzeremo e presenteremo l’interesse dell’Italia per questa iniziativa”.

Lo dichiara la ministra per l’Università Anna Maria Bernini intervenendo alla Conferenza delle ambasciatrici e degli ambasciatori in corso alla Farnesina, riferendosi al rilevatore di onde gravitazionali di terza generazione attualmente in fase di studio da parte di vari enti scientifici dell’Unione europea.

La ministra ha spiegato di aver “avviato un dialogo con il Mae affinché il progetto del telescopio Einstein venga portato in Italia, e in particolare in Sardegna. Oltre all’alta formazione, siamo cresciuti moltissimo negli ultimi dieci anni anche sotto il profilo della ricerca innovativa. Forse più di quanto non ci accorgiamo. Ciò che ci fa grandi, oltre alla cultura, sono le infrastrutture di ricerca per le quali collaboriamo all’estero, ma vogliamo che vengano anche qui. Tutto questo puo’ avvenire solo attraverso la collaborazione con le ambasciate e la diplomazia” ha concluso.

(AGI)Rmw/Gip 22/12/2022 11:44