L’INFN AL FESTIVAL DELLA SCIENZA DI GENOVA 2022

L’INFN AL FESTIVAL DELLA SCIENZA DI GENOVA 2022

Anche quest’anno, dal 20 ottobre al 1° novembre, l’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare partecipa al Festival della Scienza di Genova con numerose iniziative, laboratori per le scuole, mostre e conferenze. Il Festival della Scienza di Genova, di cui l’INFN è partner istituzionale, è fra i più importanti eventi nazionali dedicati alla scienza e alla divulgazione scientifica e quest’anno, alla sua ventesima edizione, avrà come tema “Linguaggi”.

Si parte con “Quanto. La parola che ha cambiato la fisica”: la conferenza inaugurale del festival giovedì 20 ottobre alle 21.00 in Sala del Maggior Consiglio a Palazzo Ducale. Guidati dal fisico Marco Pallavicini, vicepresidente dell’INFN, professore all’Università di Genova e presidente del Festival, ci inoltreremo in un viaggio sapientemente accompagnato dalla musica di Danilo Rea, in un percorso che ricostruisce tappa dopo tappa la rottura di paradigma che ha portato la fisica classica a cedere il passo alla Meccanica Quantistica nella descrizione della realtà. L’evento sarà anche trasmesso in streaming sui canali YouTube del Festival della Scienza e dell’INFN.

Sarà sempre la Sala del Maggior Consiglio a ospitare, il 22 ottobre alle 21.00, la conferenza-spettacolo “L’ultima particella della materia conosciuta. Dialogo in musica dal bosone di Higgs all’universo oscuro”, che vedrà come protagonisti Antonio Zoccoli, presidente dell’INFN e professore all’Università di Bologna, Marco Ciuchini, vicepresidente dell’INFN, e Mia Tosi, ricercatrice della Sezione INFN di Padova e dell’Università di Padova. Gli ospiti racconteranno la scoperta del bosone di Higgs, di cui quest’anno si celebrano i dieci anni, moderati da Sara Zambotti, Rai Radio2. Accompagneranno il racconto le letture dell’attore Francesco Patanè e la musica dei Physique Duo Role. 

Al decennale della scoperta del bosone di Higgs è dedicato anche il videomapping “Forme e colori di una scoperta”: ogni sera dalle 18.30 alle 23.00 la facciata del Palazzo si trasformerà in un gigantesco acceleratore di particelle, dove fasci di protoni accelerati si scontrano in collisioni ad altissima energia da cui scaturiscono fontane di nuove particelle. Fra queste si annida il bosone di Higgs, la particella attraverso la quale le particelle elementari hanno acquisito massa un attimo dopo l’origine dell’universo. Il videomapping artistico è opera di Luca Agnani ed è realizzato dall’INFN con il supporto di ASG Superconductors.

Il 24 ottobre alle 18.30 in Sala del Minor Consiglio a Palazzo Ducale si terrà l’incontro “Einstein ha ancora ragione? Buchi neri ripresi con l’Event Horizon Telescope”, con Mariafelicia De Laurentis, ricercatrice della Sezione INFN di Napoli e professoressa dell’Università Federico II di Napoli, e Ciriaco Goddi, ricercatore dell’INAF e della Sezione INFN di Cagliari e professore all’Università di Cagliari, componenti della collaborazione Event Horizon Telescope, moderati da Matteo Massicci, INFN Comunicazione. Il 26 ottobre alle 18.30 il Baltimora Garden Sea-Ty ospiterà l’evento finale e di inizio della nuova edizione del Premio Asimov, premio dedicato ai libri di divulgazione scientifica che vede l’INFN fra i partner. Sul palco Giovanni Gallucci, ricercatore della Sezione INFN di Genova, Marco Pallavicini, vicepresidente INFN e presidente Festival della Scienza, Agnese Collino, biologa e divulgatrice, e Licia Troisi, astrofisica e scrittrice, vincitrici ex-aequo edizione 2022 Premio Asimov; moderano Francesco Vissani, ricercatore dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN e Silvano Fuso, divulgatore e saggista.

Il 28 ottobre alle 21.00 il Teatro della Tosse, nella Sala Dino Campana, ospiterà la conferenza-spettacolo “Praticamente trascurabili. La scoperta delle onde gravitazionali, tra scienza e jazz”, con Eugenio Coccia, professore al Gran Sasso Science Institute, Fabio Colella, musicista, Paola Crisigiovanni, pianista e compositrice e Gabriele Pesaresi, bassista e contrabbassista.  “Dai quark alle galassie. Viaggio dal micro al macrocosmo” è invece il titolo dell’incontro che si terrà il 30 ottobre alle 18.30 in Sala del Minor Consiglio. Sul palco Gianpaolo Bellini, fisico INFN e professore emerito all’Università degli Studi di Milano, Marco Bersanelli, professore all’Università di Milano, Enrico Bonatti, geofisico e accademico dei Lincei, e Roberto Battiston, professore all’Università di Trento.

L’astronomia del futuro è invece il cuore dell’incontro “Il suono dell’universo. Tradurre i dati astronomici in suoni”, ospitato il 30 ottobre alle 21.00 in Sala del Maggior Consiglio. Il dialogo coinvolgerà Marica Branchesi, professoressa al GSSI e ricercatrice dell’INFN e dell’INAF, Wanda Diaz Merced, ricercatrice dell’Osservatorio Gravitazionale Europeo, Stavros Katsanevas, direttore dell’Osservatorio Gravitazionale Europeo e Massimo Magrini, informatico, musicista elettronico e interaction designer, moderato da Andrea Parlangeli, caporedattore di Focus. Il 31 ottobre, ore 21.00 in Sala del Maggior Consiglio il ricercatore dell’INFN Dario Menasce parlerà di fisica e narrazioni nella conferenza “Ti racconto la fisica. Narrare con poesia il rigore scientifico”. 

Molte anche le attività dedicate a bambini e ragazzi: dal 20 ottobre al 1° novembre a Palazzo Rosso, uno dei Musei di Strada Nuova, studenti e studentesse delle scuole superiori potranno scoprire come funziona un rivelatore di particelle nel laboratorio “Con ICARUS sulle tracce dei neutrini. I segreti di un rivelatore di particelle”, a cura della Sezione INFN di Genova, mentre dal 27 al 30 ottobre potranno addirittura “entrare” in un rivelatore grazie al laboratorio “Realtà virtuale e fisica delle particelle. Visita all’esperimento Belle II”. Per i più piccoli invece, per tutta la durata del Festival la Biblioteca Universitaria di Genova ospiterà il laboratorio-gioco “Dal Big Bang a noi. Il gioco dell’oca sulla storia dell’universo”, che accompagnerà i bambini e le bambine in un viaggio nel tempo dal Big Bang a oggi tra buchi neri, stelle, galassie e tunnel spaziotemporali. Completano il programma tre digitour per le scuole all’interno di alcune delle grandi infrastrutture di ricerca dell’INFN: il 21 ottobre “Argon per la materia oscura. Visita virtuale dell’impianto Aria” e il 26 ottobre “Alla scoperta di Virgo. In diretta tra onde gravitazionali, scienza e tecnologia” e “Nel cuore della montagna. I Laboratori Nazionali del Gran Sasso”

Tutti i dettagli relativi all’acquisto dei biglietti e alle prenotazioni sono disponibili sul sito del Festival; per le scuole, oltre agli eventi in presenza, è disponibile anche programma di eventi online, consultabile  alla pagina dedicata

 

 

 

 

 

DAMPE FORNISCE NUOVE INFORMAZIONI SULLA COMPOSIZIONE DEI RAGGI COSMICI

DAMPE FORNISCE NUOVE INFORMAZIONI SULLA COMPOSIZIONE DEI RAGGI COSMICI

La collaborazione dell’esperimento DAMPE (DArk Matter Particle Explorer, in orbita su satellite dal dicembre 2015), dedicato allo studio della materia oscura e alla caratterizzazione della radiazione cosmica nello spazio, ha pubblicato Venerdì 14 Ottobre, sulla rivista scientifica Science Bulletin, una nuova e accurata misura del flusso di alcuni nuclei atomici presenti nella radiazione cosmica ad alte energie. La ricerca, frutto di una campagna di analisi dati che ha coinvolto ricercatrici e ricercatori delle Sezioni INFN e delle Università di Bari, Lecce e Perugia, e del Gran Sasso Science Institute, fornisce informazioni che possono contribuire a spiegare i meccanismi di produzione e propagazione di queste componenti dei raggi cosmici energetici.

Grande la soddisfazione dei ricercatori coinvolti: “La pubblicazione di questi risultati, che presentano una estensione in energia e una accuratezza senza precedenti” – spiega Giovanni Ambrosi, ricercatore della sezione INFN di Perugia e responsabile italiano della collaborazione – “mostra come sia il rivelatore che l’attività di analisi dati siano di eccellente valore. Questo ci fa prospettare risultati ancora più significativi che potranno arrivare dal rivelatore HERD (High Energy Radiation Detector facility), che avrà una massa di ben 3,5 tonnellate, a cui stiamo lavorando non solo con i colleghi di DAMPE ma anche con quelli delle Sezioni INFN e delle Università di Firenze, Pavia, Roma2, Napoli e Trieste”.

Elemento chiave per questa misura è stato il sistema di identificazione di particelle installato a bordo, insieme al sistema di tracciamento per la misura della loro direzione di arrivo e al calorimetro per la misura della loro energia. Le ottime prestazioni del rivelatore hanno permesso di identificare con grande accuratezza eventi dovuti all’arrivo di nuclei di Boro, Carbonio e Ossigeno caratterizzati da una concentrazione relativamente bassa nel flusso di raggi cosmici, ma portatori di importanti informazioni.

“Misurare l’abbondanza di questi nuclei sino ad alte energie, in particolare quella del Boro rispetto al Carbonio e all’Ossigeno, ha permesso di evidenziare effetti che si ritiene avvengano durante la propagazione dei raggi cosmici nella nostra galassia e dovuti alle interazioni col mezzo interstellare” – spiega Ivan De Mitri del Gran Sasso Science Institute che collabora all’esperimento – ”Ciò costituisce un significativo passo avanti nella comprensione dei meccanismi alla base della produzione di questa radiazione in sorgenti astrofisiche, attualmente studiate usando anche altri messaggeri come fotoni e neutrini”.

Nella collaborazione DAMPE operano oltre cento tra scienziati, dottorandi e tecnici ed il rivelatore è frutto di una collaborazione internazionale tra l’Accademia Cinese delle Scienze (CAS) con diverse istituzioni in Cina, l’INFN, le Università di Bari, Perugia, Salento, Ginevra e il Gran Sasso Science Institute (GSSI). L’INFN è stato responsabile dello sviluppo e della realizzazione di una delle componenti chiave di DAMPE, il cosiddetto tracciatore, il cui compito è ricostruire la direzione di arrivo dei raggi cosmici. Attualmente i gruppi italiani sono impegnati nell’analisi dei dati della missione per la misura delle varie componenti di raggi cosmici.

POLAR A BORDO DELL’AMERIGO VESPUCCI PER STUDIARE I RAGGI COSMICI

POLAR A BORDO DELL’AMERIGO VESPUCCI PER STUDIARE I RAGGI COSMICI

Inizia un nuova avventura per il rivelatore di raggi cosmici POLAR, ideato e costruito da ricercatori e ricercatrici dell’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e delle Università di Bari e Bologna e del Museo Storico della Fisica e Centro Studi e Ricerche Enrico Fermi, in collaborazione con colleghi del Politecnico di Torino, che è salpato da Trieste a bordo dello storico veliero della Marina Militare Amerigo Vespucci, per compiere la circumnavigazione della nostra penisola alla volta di Genova.

Il rivelatore POLAR osserva le particelle che incessantemente “piovono” sulla Terra dallo spazio, grazie a contatori a scintillazione, i cui segnali al passaggio delle particelle sono letti da fotomoltiplicatori al silicio. È inoltre è dotato di un GPS, di vari sensori (per misure di temperatura, pressione, inclinazione), e di un sistema elettronico per l’acquisizione e la memorizzazione dei dati. Non è la prima volta che POLAR effettua misure in mare. Già nel 2018, un apparato di questo tipo aveva, infatti, compiuto il periplo delle Isole Svalbard, oltre il Circolo Polare Artico, a bordo di un piccolo veliero guidato da un gruppo di ricerca del CERN, nell’ambito dell’esperimento PolarquEEEst dell’INFN e del Centro Fermi. E a partire dal 2019, tre apparati POLAR sono stati installati in via permanente nella base scientifica di Ny Alesund alle Isole Svalbard e sono attualmente i rivelatori più a nord del mondo.

Così, dopo i gelidi mari del Polo Nord, ora, grazie a un’iniziativa dei fisici dell’Università e della Sezione INFN di Bari, il rivelatore POLAR compirà a bordo dell’Amerigo Vespucci un nuovo viaggio lungo le coste italiane per misurare il flusso dei raggi cosmici al variare della latitudine terrestre, su un intervallo di circa 10°. Nel quadro dell’esperimento PolarquEEEst, queste nuove misure andranno a complementare quelle ottenute precedentemente a latitudini ben diverse o alle stesse latitudini ma con diversi apparati sperimentali. Misure di alta precisione del flusso dei raggi cosmici in funzione della latitudine fino al Polo Nord, come quelle che POLAR è in grado di fornire, sono ancora di notevole rilevanza: per monitorare l’andamento del campo geomagnetico e gli effetti solari, e anche lo stato della nostra atmosfera: il flusso dei raggi cosmici è infatti sensibile, tra l’altro, alla dilatazione termica dell’atmosfera e alle variazioni della sua pressione e densità. Quindi non si tratta solo di una fantastica avventura a bordo dell’Amerigo Vespucci ma di una vera missione scientifica. Una missione cui partecipano le Sezioni di Bari, Bologna e Cagliari e il Centro Nazionale di Calcolo CNAF dell’INFN, le Università di Bari e Bologna e il Museo Storico della Fisica e Centro Studi e Ricerche Enrico Fermi, in collaborazione cin il CERN e la Società Italiana di Fisica (SIF).

Per saperne di più

La missione in barca a vela PolarquEEEst alle Isole Svalbard nel 2018 sul sito della SIF e sul Nuovo Saggiatore
https://www.primapagina.sif.it/article/1389/i-rivelatori-di-raggi-cosmici-pi-nord-del-mondo“>I rivelatori POLAR dell’esperimento PolarquEEEst installati a Ny Ålesund, la stazione di ricerca più a nord del mondo

[immagine nel riquadro ©Marina Militare/Antonio di Rienzo]

 

 

A FRANK CALAPRICE IL BETHE PRIZE DELL’AMERICAN PHYSICAL SOCIETY PER IL SUO CONTRIBUTO IN BOREXINO

A FRANK CALAPRICE IL BETHE PRIZE DELL’AMERICAN PHYSICAL SOCIETY PER IL SUO CONTRIBUTO IN BOREXINO

NOTA STAMPA “Per il suo pionieristico lavoro nella misura della completa spettroscopia dei neutrini solari con rivelatori di grande scala a ultra-basso fondo, nello specifico Borexino, culminata nell’osservazione dei neutrini dal ciclo CNO, che ha fornito la prova sperimentale del funzionamento di tutte le reazioni nucleari responsabili dell’evoluzione stellare”. È questa la motivazione con cui l’American Physical Society ha attribuito oggi, 11 ottobre, il premio Hans A. Bethe a Frank Calaprice dell’Università di Princeton e uno dei “padri”, assieme a Gianpaolo Bellini, dell’esperimento Borexino ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN. Il Bethe Prize rappresenta un prestigioso riconoscimento del ruolo fondamentale che Calaprice ha avuto nella progettazione, realizzazione e conduzione dell’esperimento che, nel corso della sua ultradecennale attività scientifica, ha conquistato l’ineguagliato record di radiopurezza, realizzando proprio grazie a questa sua essenziale caratteristica scoperte fondamentali sul funzionamento delle stelle, studiando i neutrini solari.

“Frank ha collaborato con me e i membri di Borexino per trent’anni, dando un contributo primario all’esperimento in diversi ambiti”, spiega Gianpaolo Bellini, ricercatore INFN e professore emerito all’Università di Milano. “Frank è stato uno dei pochi, circa una dozzina, che ha cominciato con me nel 1990 e ha continuato a collaborare fino alla chiusura dell’esperimento. Anche nei periodi difficili Frank è stato sempre presente, mostrando tutta la sua dedizione e il suo attaccamento a una impresa per niente scontata. Certamente Frank ha rappresentato uno dei punti di forza dell’esperimento, e un importante compagno di viaggio in questi trent’anni di lavoro”, conclude Bellini.

Il Bethe Prize si aggiunge così agli altri importanti riconoscimenti ottenuti da Borexino e dalla sua comunità scientifica: il Premio Bruno Pontecorvo assegnato nel 2016 da JINR, il Joint Institute for Nuclear Research di Dubna, a Gianpaolo Bellini, il Premio Enrico Fermi della Società Italiana di Fisica sempre a Gianpaolo Bellini l’anno successivo, e il Giuseppe e Vanna Cocconi Prize riconosciuto dalla European Physical Society a tutta la collaborazione scientifica dell’esperimento Borexino nel 2021.

“Il successo di Borexino e soprattutto la sua straordinaria purezza devono moltissimo alla creatività e alla determinazione di Frank, molte delle idee cruciali sono frutto del suo lavoro”, commenta Marco Pallavicini, vicepresidente dell’INFN e co-coordinatore della Collaborazione scientifica Borexino. “Questo prestigioso premio è un giusto tributo al suo fondamentale apporto in Borexino. Congratulazioni a Frank, cui va il riconoscimento dell’intera collaborazione”.

Il progetto Borexino è iniziato alla fine degli anni ’80 e ha visto a partire dal 1990 l’ingresso nella Collaborazione di Frank Calaprice, che ne è diventato uno dei fondatori insieme a Giampaolo Bellini. Frank Calaprice ha portato innumerevoli contributi all’esperimento, dalla sua costruzione al suo funzionamento. I più significativi che possono essere a lui specificamente attribuiti sono la progettazione e costruzione del sistema di contenimento dello scintillatore e la progettazione, costruzione e funzionamento del sistema di purificazione dello scintillatore. Calaprice ha anche promosso il confronto all’interno della comunità scientifica e ha contribuito alla definizione del programma scientifico che Borexino ha condotto al pieno successo, anche oltre gli obiettivi di progetto. Grazie a questo suo lavoro, Calaprice è riconosciuto internazionalmente come una autorità nel campo dei cosiddetti esperimenti ‘a basso fondo’, cioè esperimenti estremamente puri dal punto di vista della radioattività naturale.

“Con questo meritatissimo premio, l’American Physical Society riconosce il ruolo cruciale svolto da Frank in Borexino, cui ha contribuito con una pluralità di idee e realizzazioni assolutamente innovative e originali”, commenta Gioacchino Ranucci, ricercatore dell’INFN e co-coordinatore della Collaborazione Borexino. “Se Borexino ha trionfato nella sua sfida di investigare i meccanismi nucleari di funzionamento del Sole grazie allo studio dei neutrini in essi prodotti, lo si deve indubbiamente anche all’impegno e all’abnegazione con cui Frank ha perseguito la progettazione e la costruzione del contenitore e degli impianti di purificazione dello scintillatore, da cui è scaturito il bassissimo fondo radioattivo che si è rivelato essenziale per il pieno successo scientifico del nostro esperimento”, conclude Ranucci.

“Frank Calaprice ha svolto un ruolo di assoluto rilievo nella progettazione e costruzione del rilevatore Borexino, e anche nel guidare la Collaborazione verso il successo”, commenta Cristian Galbiati, dell’Università di Princeton, del GSSI e collega di Calaprice. “Il riconoscimento con il Premio Bethe del suo contributo è assolutamente meritato: la misura dei neutrini dalla catena pp e dal ciclo CNO fornisce la conferma proprio del lavoro di Bethe sui cicli di fusione nucleare che alimentano tutte le stelle. Lo straordinario successo sperimentale di Borexino non sarebbe stato possibile senza l’ingegno di Frank e la sua propensione all’innovazione. Molte delle idee introdotte da Frank sono oggi alla base di esperimenti di nuova generazione sui neutrini e sulla materia oscura. Ultimo, ma non meno importante, è innegabile che almeno tre generazioni di suoi allievi si stiano dimostrando leader di successo nel campo, a testimonianza del grande impegno di Frank nella formazione delle nuove generazioni di fisici, e questo rende il suo impatto sul campo ancora più significativo”, conclude Galbiati.

Hans A. Bethe Prize dell’American Physical Society riconosce il lavoro eccezionale teorico o sperimentale nel campo dell’astrofisica, della fisica nucleare, dell’astrofisica nucleare o in ambiti strettamente correlati. Il Premio è stato istituito in onore del fisico Hans A. Bethe per i suoi rilevanti e numerosi risultati sia in astrofisica, sia in fisica nucleare. In particolare, fu proprio Bethe a proporre nel 1938 che la fusione dell’idrogeno nelle stelle potesse anche essere innescata da una sequenza ciclica di reazioni nucleari che coinvolge i nuclei pesanti carbonio, azoto e ossigeno, oltre a procedere secondo la sequenza della catena protone-protone, teorizzando così per la prima volta l’esistenza del ciclo CNO osservato da Borexino, che ne ha dunque fornito la prima prova sperimentale. Il Bethe Prize viene assegnato annualmente a una singola persona ed è aperto a scienziate e scienziati di tutto il mondo impegnati in questi settori di ricerca.

 

 

 

 

WHAT NEXT? I GIOVANI SCOPRONO E RACCONTANO LA FISICA DELLE PARTICELLE E IL SUO IMPATTO SULLA SOCIETÀ

WHAT NEXT? I GIOVANI SCOPRONO E RACCONTANO LA FISICA DELLE PARTICELLE E IL SUO IMPATTO SULLA SOCIETÀ

In scena ieri a Ferrara una serata dedicata alla fisica con la proiezione del cortometraggio “Fuori dalla caverna”

130 giovani da tutta Italia, 12 visite ai Laboratori dell’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e ad altri centri di ricerca, la fisica delle particelle e le sue molte applicazioni a beneficio della società, ma soprattutto tanta passione per la ricerca scientifica: questi sono gli ingredienti del cortometraggio Fuori dalla caverna, la cui prima proiezione si è tenuta ieri, 5 ottobre, alla Sala Estense di Ferrara, nella cornice di un evento patrocinato dal Comune di Ferrara e organizzato dall’INFN in collaborazione con l’Università degli Studi di Ferrara.

L’evento, presentato dalla giornalista scientifica Silvia Bencivelli, ha visto la partecipazione entusiastica di oltre 100 persone ed è stato il primo di una serie di eventi che, tra la fine del 2022 e il 2023, porterà il cortometraggio Fuori dalla caverna in molte città italiane, per raccontare l’avventura scientifica della fisica delle particelle, i suoi esperimenti e i suoi laboratori da una prospettiva diversa: quella colta dallo sguardo fresco e appassionato dei giovani che hanno partecipato al progetto dell’INFN What Next? Giovani che raccontano il futuro.

Lanciato nel tardo 2020, What Next? Giovani che raccontano il futuro ha coinvolto circa 130 giovani tra i 16 e i 30 anni da tutta Italia che hanno partecipato per poter scoprire la fisica oltre quella insegnata sui banchi di scuola.
Divisi in gruppi, i partecipanti al progetto hanno visitato 12 sedi INFN aderenti all’iniziativa (Bari, Bologna, Ferrara, Firenze, Frascati, Lecce, Legnaro, Milano, Padova, Pavia, Pisa e Torino), e altre due strutture di ricerca: l’Istituto Oncologico Veneto e il LENA di Pavia.
Da queste visite è nato il cortometraggio Fuori dalla caverna, con la sceneggiatura di Nina J. Kors e la regia di Alessio Attardi, che, con un occhio fresco ed esterno al mondo della ricerca, ha seguito le visite raccogliendo materiali audio, video e interviste: camminando nei laboratori dell’INFN sparsi in Italia, i partecipanti al progetto, protagonisti del cortometraggio, hanno scoperto che cosa vuol dire fare fisica, chi sono le scienziate e gli scienziati, che cosa significa pensare al futuro quando si fa ricerca di base.

Gianluigi Cibinetto, ricercatore della Sezione di Ferrara dell’INFN e coordinatore del progetto What Next, racconta: “Quando siamo partiti eravamo pochi ma l’idea è piaciuta a molti colleghi ed è diventato un progetto grande, che poi è cresciuto ancora, grazie alla passione di tutti, colleghi e ragazze e ragazzi che hanno partecipato. La competenza del gruppo di creativi che ha realizzato il corto e, in particolare, l’entusiasmo di Ilaria Balossino e Marco Scodeggio hanno reso possibile il successo di questo progetto e di questo primo evento di proiezione del cortometraggio. È stato difficile da gestire ma anche molto divertente”.

Durante l’evento, oltre alla proiezione del cortometraggio e agli interventi di tre giovani ferraresi che hanno partecipato a What Next, Silvia Bencivelli ha moderato l’intervento di Stefania De Curtis, ricercatrice della Sezione INFN di Firenze e Direttrice del Galileo Galilei Institute, e i dialoghi tra Lucio Rossi (Università e INFN di Milano, Coordinatore INFN-Acceleratori) ed Eleonora Diociaiuti, giovane ricercatrice in fisica delle particelle dei Laboratori Nazionali di Frascati dell’INFN, e tra Margherita Boselli, coordinatrice dei progetti per le scuole del CERN, ed Enrico Calore, tecnologo del calcolo ad alte prestazioni dell’Università e della Sezione INFN di Ferrara.

UNA SONDA PER AIUTARE LA CHIRURGIA ONCOLOGICA

UNA SONDA PER AIUTARE LA CHIRURGIA ONCOLOGICA

A compiere un nuovo passo avanti verso una “chirurgia di precisione” sempre più sofisticata e ottimizzata sul paziente potrebbe contribuire una sperimentazione in-vivo su pazienti avviata nelle scorse settimane per validare una tecnica di chirurgia radioguidata con farmaci che emettono radiazione beta. La nuova tecnica, sviluppata dalla Sapienza Università di Roma e dall’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), è frutto della stretta collaborazione interdisciplinare tra fisici, chimici, radio-farmacisti, medici nucleari e chirurghi, e potrebbe diventare uno strumento aggiuntivo a supporto del chirurgo oncologico durante la rimozione dei tumori.

La chirurgia radioguidata è una tecnica che permette di identificare in tempo reale i residui tumorali. La tecnica consiste nel rivelare, grazie ad una sonda, la radiazione emessa da una sostanza radioattiva, un radiofarmaco contenente una specifica molecola che viene riconosciuta e metabolizzata dai recettori delle cellule tumorali. In questo modo è possibile verificare direttamente durante l’operazione se i tessuti analizzati siano tumorali o meno, e quindi guidare il chirurgo sulle sedi da rimuovere.

Il progetto si basa su un’idea iniziale, brevettata nel 2013 da Sapienza, INFN e Centro Fermi Museo della Scienza, che prevedeva l’utilizzo di radiazione beta-: un tipo di radiazione poco penetrante composta da elettroni, che però pone problemi di natura applicativa a causa della limitata disponibilità di radiofarmaci con questo tipo di emissione.

“Essendo particelle cariche, – spiega Riccardo Faccini, Professore Ordinario del Dipartimento di Fisica della Sapienza e attualmente Preside della Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali, tra gli inventori della tecnica – gli elettroni di cui si compone la radiazione beta perdono velocemente la loro energia a seguito delle interazioni con le altre particelle cariche presenti in tutti i tessuti del corpo umano. Ciò determina l’impossibilità per gli elettroni di uscire dal paziente. Questa è la ragione che ci ha spinti a concepire uno strumento a cui i chirurghi avrebbero potuto far ricorso durante le operazioni, andandolo a posizionare direttamente sui tessuti da analizzare. Sebbene la procedura sia risultata efficace, le difficoltà di somministrazione, i costi elevati e la limitata diffusione dei farmaci beta-, ci hanno spinto a cercare soluzioni alternative più accessibili e sostenibili”.

Dopo studi condotti in collaborazione con l’Istituto Neurologico “Carlo Besta”, l’Istituto Europeo di Oncologia, il Leiden University Medical Center e il Policlinico Universitario Fondazione Agostino Gemelli, la scelta è quindi ricaduta sulla radiazione beta+, caratterizzata dall’emissione di un positrone, l’antiparticella dell’elettrone, e da due fotoni, usata quotidianamente nei reparti di medicina nucleare per gli esami diagnostici PET (Tomografia ad Emissione di Positroni).

“Mentre la radiazione beta-, alla luce delle sue caratteristiche, risulta poco adatta alle indagini diagnostiche – chiarisce Francesco Collamati, ricercatore della sezione INFN di Roma, attuale Principal Investigator dello studio -, i fotoni della radiazione beta+ sono in grado di attraversare senza ostacoli i tessuti del paziente, per essere infine rivelati da apparati diagnostici esterni. Da qui il diffuso utilizzo negli ospedali di farmaci beta+, che potranno quindi essere in parte utilizzati anche per la nostra tecnica.”

Nonostante la loro reperibilità, rispetto a quelli emettenti beta-, questi radiofarmaci presentano difficoltà legate all’abbondanza dei fotoni prodotti non solo nei tessuti malati, ma anche in tutte le aree del corpo raggiunte dalla molecola dopo la somministrazione, che possono disturbare i segnali rivelati dalla sonda. “Per questa ragione risulta necessario continuare a effettuare test che consentano di comprendere e calibrare il dispositivo e di fornire ai medici indicazioni, per esempio, sui livelli di conteggi associati all’effettiva presenza di un tumore”, conclude Collamati.   

Dopo anni di studi di fattibilità e test ex-vivo, effettuati cioè su campioni di tessuto asportati dai pazienti sottoposti a operazioni, recenti sperimentazioni sono ora in corso, con il prototipo sviluppato dalla NUCLEOMED S.r.l., presso lo IEO di Milano, dove sono studiate nel dettaglio le potenzialità della tecnica sia sui tumori Neuro-Endocrini del tratto gastro-intestinale (GEP-NET) che sui carcinomi prostatici, e l’Ospedale ‘Molinette della Città della Salute di Torino’, nel caso di tumori prostatici.

PREMIO NOBEL PER LA FISICA 2022 ALLA MECCANICA QUANTISTICA

PREMIO NOBEL PER LA FISICA 2022 ALLA MECCANICA QUANTISTICA

Il Premio Nobel per la Fisica 2022 è stato attribuito a Alain Aspect, John F. Clauser e Anton Zeilinger per i loro esperimenti sui fotoni entangled, stabilendo la violazione delle disuguaglianze di Bell e aprendo la strada alla scienza dell’informazione quantistica.

“È un Nobel che afferma la potenza della meccanica quantistica”, commenta Antonio Zoccoli, presidente dell’INFN. “È un riconoscimento ad alcuni esperimenti pionieristici degli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, che per la prima volta sono riusciti a verificare alcune relazioni proposte da John Stewart Bellnel 1964, dette disuguaglianze di Bell, permettendo di eseguire un test sperimentale diretto della meccanica quantistica. Ciò che è derivato da questi esperimenti è la prova che la meccanica quantistica è una teoria completa, a differenza di quanto riteneva Albert Einstein, che con un suo lavoro del ’35, il famoso articolo in cui veniva introdotto il paradosso EPR, apriva la strada a questa linea di ricerca grazie a quello che allora era un esperimento puramente mentale. Gli esperimenti reali premiati oggi con il Nobel rappresentano non solo una verifica della meccanica quantistica, ma anche l’inizio di un filone di ricerca sull’informazione quantistica che negli anni recenti sta portando allo sviluppo delle tecnologie quantistiche, dalla crittografia quantistica al teletrasporto, ai computer quantistici. Questo Nobel viene attribuito a lavori di fisica fondamentale che hanno prodotto sviluppi applicativi dalle prospettive rivoluzionarie, mostrando ancora una volta come la ricerca pura sia motore di innovazione e all’origine dei cambi di paradigma”, conclude Zoccoli. 

Studi sulle disuguaglianze di Bell sono stati realizzati all’acceleratore Dafne ai Laboratori Nazionali di Frascati dell’INFN con l’esperimento Kloe che ha studiato, in particolare, la produzione di mesoni K entangled.

Commenteremo in diretta il Nobel sulla pagina Facebook e sul canale Youtube dell’INFN oggi, 4 ottobre, alle 17.00 con Antonio Di Domenico, professore alla Sapienza Università di Roma e ricercatore INFN, Fabio Sciarrino, professore alla Sapienza Università di Roma, e Paola Verrucchi, professoressa all’Università degli Studi di Firenze e ricercatrice dell’INFN e del CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche.

 

PER APPROFONDIRE

Grovigli quantistici
La meccanica quantistica alla prova
di Fabio Sciarrino
Asimmetrie16 – 1964

Luce: onde o particelle?
Il fotone, l’emergere di un concetto
di Giancarlo Ghirardi
Asimmetrie12 – Fotoni

La fisica di Star Trek
Intrecci, sovrapposizioni e gatti quantistici
di Marco Genovese
Asimmetrie12 – Fotoni

I K Made in Italy
Dafne e Kloe a Frascati
di Fabio Bossi
Asimmetrie 11 – Simmetrie

 

SOSTEGNO DEL GOVERNO AL PROGETTO ET IN SARDEGNA

SOSTEGNO DEL GOVERNO AL PROGETTO ET IN SARDEGNA

NOTA STAMPA “Ringraziamo il Presidente Draghi per il sostegno espresso a favore del progetto Einstein Telescope in Sardegna”, commenta Antonio Zoccoli, Presidente dell’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. “Il supporto del Governo italiano – prosegue Zoccoli – rafforza la candidatura del nostro Paese nella competizione internazionale per ospitare il futuro osservatorio per onde gravitazionali. È un riconoscimento della leadership e dell’eccellenza che la nostra comunità scientifica ha conquistato a livello internazionale, lavorando alle frontiere della ricerca fin dagli esordi di questo settore. È anche un riconoscimento dell’importanza di queste ricerche che, a partire dalle scoperte che hanno visto l’Italia protagonista e che sono state premiate con il Nobel nel 2017, hanno aperto una finestra osservativa completamente nuova sull’universo, e che oggi rappresentano uno dei filoni più promettenti della ricerca in fisica fondamentale. Ed è un riconoscimento al ruolo che le grandi infrastrutture di ricerca rivestono per il progresso della conoscenza, per la produzione di innovazione tecnologica e per la crescita economica e sociale di un territorio e di un Paese. La nostra comunità è ora impegnata nello studio scientifico e tecnologico per lo sviluppo del progetto, e nella caratterizzazione del sito sardo per rafforzare la sua candidatura, conviti che sia la sede ideale per realizzare questo grande progetto, e mantenere la leadership internazionale dell’Italia nel settore”, conclude il Presidente Zoccoli.

ET Einstein Telescope

È il progetto europeo più ambizioso nel campo della fisica gravitazionale e, candidato da una cordata internazionale guidata dall’Italia, è stato inserito nella roadmap ESFRI, lo European Strategy Forum on Research Infrastructure che individua le infrastrutture di ricerca su cui l’Europa ritiene sia decisivo investire. Lo studio di fattibilità di ET è stato sviluppato grazie a un finanziamento della Commissione Europea, e successivamente un consorzio di Paesi e di Istituti di ricerca e Università europei, con l’Italia capofila, ha formalizzato la proposta per la sua realizzazione.

ET sarà un osservatorio terrestre per onde gravitazionali di prossima generazione, in grado di rivelare segnali gravitazionali con una sensibilità tale da consentirgli di esplorare una porzione di universo di gran lunga maggiore rispetto agli attuali esperimenti. Questo permetterà, per esempio, di studiare le popolazioni di buchi neri, di osservare per la prima volta nuovi fenomeni astrofisici, di indagare il modello cosmologico che descrive l’evoluzione dell’universo, di contribuire alla comprensione della natura della materia oscura.

ET sarà un interferometro sotterraneo di forma triangolare con bracci lunghi 10 km, che utilizzerà tecnologie estremamente potenziate rispetto a quelle implementate negli attuali rivelatori, nel campo della fotonica, dell’ottica, della meccanica di precisione, dell’elettronica, della criogenia, della scienza dei materiali e del computing avanzato.

Attualmente sono in fase di valutazione due siti per ospitare la nuova grande infrastruttura: uno in Italia, in Sardegna, all’interno della miniera dismessa di Sos Enattos nel Nuorese, e l’altro nell’Euregio Mosa-Reno, ai confini di Belgio, Germania e Paesi Bassi. Gruppi di studio multidisciplinari stanno lavorando alla caratterizzazione dei due siti per valutarne l’idoneità, e una decisione sulla futura localizzazione di ET dovrà essere presa entro il 2025.

Al di là del grande valore scientifico, la realizzazione nel sito sardo di una infrastruttura d’avanguardia come ET avrebbe un significativo impatto socioeconomico per il territorio e per tutto il nostro Paese. Il nuovo rivelatore gravitazionale rappresenta, infatti, un’occasione di sviluppo unica nel suo genere: si tratta di un investimento infrastrutturale di almeno un miliardo e mezzo di euro, e sul lungo termine sarà un grande polo scientifico internazionale, alla frontiera della scienza e della tecnologia, in grado di attrarre risorse e ricercatori dall’estero. Rappresenta quindi un motore di sviluppo, innovazione, crescita economica e sociale per la Sardegna, l’Italia e l’Europa intera.

L’Italia, grazie all’INFN, ha una prestigiosa tradizione e una leadership internazionale nella ricerca delle onde gravitazionali, con competenze e conoscenze, sia scientifiche sia di sviluppo tecnologico, acquisite e maturate con un’esperienza di lungo corso nella progettazione e realizzazione di rivelatori gravitazionali. L’INFN, infatti, è tra i pionieri e iniziatori a livello globale degli esperimenti per la rivelazione delle onde gravitazionali, e ha fondato, assieme al francese CNRS, Virgo, uno degli unici tre interferometri gravitazionali oggi esistenti al mondo in grado di osservare i segnali gravitazionali. Virgo si trova in Italia, vicino a Pisa, e assieme agli altri due interferometri gemelli LIGO, che si trovano negli Stati Uniti, è stato protagonista delle scoperte che hanno portato al Premio Nobel per la Fisica nel 2017.

 

 

 

SUPERCONDUTTORI A TEMPERATURA AMBIENTE: UN SIMULATORE QUANTISTICO STUDIA NUOVI STATI DELLA MATERIA

SUPERCONDUTTORI A TEMPERATURA AMBIENTE: UN SIMULATORE QUANTISTICO STUDIA NUOVI STATI DELLA MATERIA

La riproduzione di uno stato di localizzazione degli elettroni – fenomeno responsabile dell’insorgenza di proprietà isolanti in particolari materiali –, realizzata da un simulatore quantistico costituito da atomi ultrafreddi, potrebbe aprire una nuova strada nello sviluppo di materiali superconduttori a temperatura ambiente. Lo studio, realizzato dalla collaborazione italiana TOPSIM, di cui fanno parte ricercatori del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Firenze, dell’INFN, del Laboratorio Europeo di Spettroscopie Nonlineari (LENS), dell’Istituto Nazionale di Ottica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-INO) e della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA), ha mostrato, infatti, la possibilità di un nuovo stato della materia, intrappolando atomi in “cristalli” di luce laser. Il lavoro, pubblicato il 23 settembre sulla rivista Nature Physics, ha visto un contributo decisivo dell’INFN, che ha cofinanziato la ricerca nell’ambito dell’esperimento FISh, nel contesto del quale sono state sviluppate le metodologie sperimentali utilizzate.

Il risultato è stato reso possibile grazie alla realizzazione di un vero e proprio dispositivo quantistico, ottenuto utilizzando un gas raffreddato a pochi miliardesimi di grado sopra lo zero assoluto e composto da atomi caratterizzati da uno spin totale semintero simile a quello dei fermioni, la classe di particelle a cui appartengono anche elettroni e quark, che rappresentano quindi degli ottimi modelli per verificare il comportamento di questi costituenti elementari della materia. Una volta fatto ciò, la collaborazione è stata in grado di catturare gli atomi del gas in cristalli fatti di luce e, per mezzo di sofisticate tecnologie laser, a controllare in maniera accurata il loro spin.

“Abbiamo utilizzato gas atomici di Itterbio, che hanno la proprietà di potersi trovare in molteplici stati di spin,” spiega Leonardo Fallani, professore dell’Università degli Studi di Firenze e ricercatore INFN a guida della collaborazione TOPSIM, “e godono anche di una particolare proprietà di simmetria: come i quark nella materia nucleare, che interagiscono tra di loro in maniera indipendente dal loro colore, così gli atomi che abbiamo utilizzato interagiscono in maniera indipendente dal loro spin. Con la luce laser abbiamo creato un accoppiamento tra stati di spin diversi, rompendo questa simmetria in maniera controllata, e studiando per la prima volta l’effetto di questo accoppiamento sul comportamento del sistema”.

Il principale risultato della ricerca è, appunto, l’osservazione di un nuovo stato della materia in cui gli atomi si muovono più o meno liberamente a seconda che i loro spin siano accoppiati o meno dalla luce laser. Questo effetto è di grande importanza per lo studio di una particolare tipologia di materiali superconduttori ad alta temperatura, dove si ipotizza che un processo simile, indotto però da un accoppiamento magnetico tra diversi orbitali elettronici, sia alla base del comportamento superconduttivo, che può emergere in presenza di drogaggio a partire da uno stato di isolante elettrico (isolante di Mott), come quello studiato nell’esperimento.

“Questa ricerca – continua Leonardo Fallani – apre le porte a molti possibili sviluppi, dallo studio accurato dei meccanismi della superconduttività alla progettazione di prototipi di nuovi materiali. Le nuove tecniche sperimentali che abbiamo messo a punto potranno anche servire per estendere la simulazione quantistica alla fisica delle interazioni fondamentali, per lo studio dei processi che avvengono tra particelle elementari”.

Il lavoro si è svolto nell’ambito del progetto TOPSIM di cui è responsabile Leonardo Fallani, vincitore di un ERC Consolidator Grant, in sinergia con il Laboratorio Europeo di Spettroscopie Nonlineari (LENS), l’Istituto Nazionale di Ottica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-INO) e la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA).

NOTTE EUROPEA DELLE RICERCATRICI E DEI RICERCATORI: GLI EVENTI INFN

NOTTE EUROPEA DELLE RICERCATRICI E DEI RICERCATORI: GLI EVENTI INFN

In tutta Italia si apre oggi una settimana all’insegna della scienza e della ricerca che culminerà venerdì 30 settembre con la Notte Europea delle Ricercatrici e dei Ricercatori, la serata dedicata alla ricerca scientifica, promossa dall’Unione Europea, che dal 2005, grazie al racconto di chi vive la ricerca in prima persona, porta la scienza nelle piazze europee. Anche nell’edizione 2022, l’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, grazie al contributo delle Sezioni e dei Laboratori Nazionali, è coinvolto direttamente in molte attività nelle città che aderiscono all’iniziativa. Quest’anno rientrano nell’ambito della notte della ricerca anche alcuni eventi in celebrazione dei 10 anni dalla scoperta del bosone di Higgs organizzati dall’INFN durante questa settimana.

Di seguito la sintesi del programma delle attività INFN e i link ai programmi completi:

L’Aquila 

L’Aquila aderisce alla manifestazione con il progetto SHARPER, coordinato in città dai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN (LNGS). Le sedi di Palazzo dell’Emiciclo, GSSI, Villa Comunale, Piazza Duomo e Croce Rossa accoglieranno grandi e piccoli, insieme ai ricercatori, per una giornata piena di giochi, esperimenti, spettacoli e incontri con il mondo della ricerca scientifica.

In particolare, a dare il via a questa edizione di SHARPER – L’Aquila sarà, il 27 settembre, l’evento “Armin Linke – Gran Sasso”, organizzato da MAXXI L’Aquila, Gran Sasso Science Institute (GSSI) e LNGS. Dalle ore 18.00 presso il Rettorato del GSSI l’artista racconterà il suo progetto “Gran Sasso”, realizzato nell’ambito della mostra “In Itinere” che è stato esposto nei mesi scorsi al MAXXI L’Aquila. 

Il 30 settembre mattina, nell’ambito del programma dedicato alle scuole Reasearchers@School, i LNGS organizzano un’osservazione del Sole al telescopio trasmessa in diretta per le scuole primarie e secondarie di I grado. Il GSSI propone due eventi con protagonisti ricercatori o associati dell’INFN: nell’ambito di Researchers@School, “La scienza in un minuto”, un viaggio nell’universo sulle orme di tre protagonisti, un fotone, un’onda gravitazionale e un neutrino; e la sera del 30 settembre, dalle 20.45, lo spettacolo in Piazza dell’Emiciclo “La grande alchimia cosmica”, un viaggio tra scienza, musica e danza nella materia, da Democrito a Einstein.

Infine, il 4 ottobre ricercatori del GSSI e dell’INFN e dell’Università degli Studi dell’Aquila si sfideranno nella “Soccer Match”, una partita di calcio per concludere il ciclo di eventi per la Notte delle Ricercatrici e dei Ricercatori.

Per scoprire di più: http://www.sharper-night.it/sharper-laquila/

Bari 

L’iniziativa a Bari è organizzata quest’anno congiuntamente da INFN, Università degli Studi Aldo Moro di Bari, Politecnico di Bari, CNR e la Libera Università Mediterranea Giuseppe Degennaro. Le attività proposte dalla Sezione INFN cominceranno la mattina di venerdì 30 settembre, per dare modo alle scuole di partecipare, e proseguiranno con un ricco programma di eventi pensati per tutti, sia grandi sia piccoli, fino a mezzanotte. La sede scelta quest’anno è il Parco Rossani, messo a disposizione dal Comune di Bari. Tra le attività INFN che verranno illustrate ci sono gli esperimenti a LHC, ALICE, CMS e LHCb, l’astronomia gamma con strumentazione spaziale e con grandi telescopi, misure di raggi cosmici e di radioattività, ottica quantistica e applicazioni biomedicali. Si parlerà anche dell’esperimento LUNA al Gran Sasso, del bosone di Higgs, della ricerca di particelle esotiche e dei nuovi grandi progetti di ricerca dell’ente. Infine, ci si collegherà con il CERN per una visita in remoto dell’esperimento CMS. 

Per scoprire di più: http://ern-bari.it

Bologna  

A Bologna la Sezione INFN partecipa al progetto SOCIETY riPENSAci e porterà in piazza Lucio Dalla esperimenti sulla fisica della vita quotidiana, sul moto browniano, la camera a nebbia e i raggi cosmici e un exhibit sull’intelligenza artificiale.

Per il programma completo: http://nottedeiricercatori-society.eu

Cagliari 

La Sezione INFN di Cagliari aderisce a SHARPER. Dopo un primo evento di apertura sul cambiamento climatico tenutosi il 20 settembre, la giornata e la sera del 30 settembre, presso l’Orto Botanico ci sarà uno stand sulle ultime frontiere della fisica indagate da ricercatrici e ricercatori dell’INFN di Cagliari, il pubblico potrà partecipare a incontri sull’esperimento LHCb del CERN di Ginevra e sull’Einstein Telescope, il telescopio per onde gravitazionali che potrebbe essere installato proprio in Sardegna. Nel pomeriggio, dalle 16.45, si terrà uno spettacolo sulla storia dell’universo.

Per scoprire di più: https://www.sharper-night.it/sharper-cagliari/

Catania 

A Catania la Sezione INFN e i Laboratori Nazionali del Sud dell’INFN partecipano al progetto SHARPER con diverse iniziative.  Durante il pomeriggio e la sera del 30 settembre a Città della Scienza sarà presente uno stand del progetto INFN Kids con esperimenti e giochi per bambini sulla fisica delle particelle. In Piazza Università, cuore della manifestazione, ricercatori e ricercatrici racconteranno le loro ricerche tra fisica e medicina e l’esperimento KM3NeT, in realizzazione nel Mar Mediterraneo per studiare i neutrini cosmici. Infine, in quest’occasione, i Laboratori Nazionali del Sud dell’INFN propongono per tutto il pomeriggio visite guidate al Visitor Centre.

Per scoprire di più: 
https://www.lns.infn.it/it/sharper.html
https://www.sharper-night.it/sharper-catania/

Ferrara 

La Sezione INFN di Ferrara insieme all’Università degli Studi di Ferrara sarà in Piazza Castello come partner del consorzio SOCIETY riPENSAci.  
Le iniziative cominciano alle 18 e saranno presenti stand e incontri sulla fisica delle alte energie e sugli esperimenti LHCb e Dune, sulla cosmologia, sull’astrofisica e sulla fisica medica, esperimenti sulla gravità e giochi per bambini: dall’acceleratore di marmellata alla macchina fotografica alla polenta! Inoltre, insieme ai ricercatori e alle ricercatrici dell’INFN e dell’Università, gli studenti del Liceo Ariosto racconteranno le loro esperienze con i progetti per le scuole dell’INFN Lab2Go e Premio Asimov, studenti e studentesse del Liceo Roiti, invece, parleranno del progetto HOPE – Hands on Physics Experience, svolto in collaborazione tra il Liceo Roiti, il MIT e il supporto dell’INFN e dell’Università.

Per il programma completo: 
https://www.unife.it/it/eventi/2022/settembre/notte-europea-dei-ricercatori
https://www.nottedeiricercatori-society.eu

Firenze 

Anche la Sezione di Firenze dell’INFN aderisce all’iniziativa Bright Night e ha organizzato “Il nuovo mondo dietro alla scoperta”, un evento di celebrazione del decimo anniversario della scoperta del bosone di Higgs, che si terrà al Cinema La Compagnia, oggi, 26 settembre, alle 21.00. L’Università di Firenze e la Sezione di Firenze dell’INFN insieme a tutta la collaborazione CMS, di cui fanno parte, festeggiano questo anniversario con un grande evento aperto al pubblico, insieme ad alcuni dei protagonisti e delle protagoniste.

Per il programma completo: https://www.bright-night.it/enti-di-ricerca/infn/

Genova

La Sezione INFN di Genova si unisce al programma di SHARPER proponendo varie iniziative presso i Giardini Emanuele Luzzati. Si parlerà dei segnali che ci arrivano dall’universo, dei suoi misteri, come la materia oscura, e di molto altro. Ci saranno laboratori del progetto OCRA che porteranno il pubblico alla ricerca dei raggi cosmici, le particelle che arrivano dal cielo sulla Terra, e videogiochi sulla fisica agli acceleratori. Oltre ai seminari sulle onde gravitazionali e sulle tecnologie della ricerca in fisica, si terrà un incontro per celebrare i dieci anni dalla scoperta del bosone di Higgs, raccontare che cos’ha di speciale questa particella e com’è cambiata la fisica da quando l’abbiamo trovata. Nei mesi successivi, infine, chiuderanno il ciclo di eventi due incontri di “Sumo Science”, una sfida tra due ricercatori di campi diversi che dovranno appassionare il pubblico ai lati del ring: il 13 ottobre si sfideranno materia oscura e botanica ambientale e il 10 novembre cosmologia e neurobiologia.

Per scoprire di più: https://www.sharper-night.it/sharper-genova/

Lecce 

Per il progetto ERN Apulia vengono organizzate attività in diverse città pugliesi. La Sezione INFN di Lecce sarà presente all’ex Monastero degli Olivetani dalle 16.00 alle 24.00 del 30 settembre, proponendo una visita virtuale all’esperimento ATLAS del CERN e una visita al Planetario; saranno allestiti stand per raccontare alcuni esperimenti (Auger, DAMPE e HERD) e innovative infrastrutture di ricerca. Saranno inoltre condotti esperimenti e giochi per coinvolgere direttamente il pubblico nel fascino della scienza. Infine, si presenteranno i tanti progetti per la scuola proposti dall’INFN sul territorio salentino e una mostra sullo Spazio e il Sistema Solare.

Per maggiori informazioni e il programma completo: www.ern-apulia.it

Milano 

La Sezione INFN di Milano, anche quest’anno, parteciperà alla open night del museo della scienza e della tecnologia “Leonardo da Vinci”, dove offrirà visite guidate alla mostra Extreme, misurazioni in diretta della radioattività naturale e dei raggi cosmici con diversi rivelatori e altre attività per raccontare la ricerca dell’INFN.

Napoli e Caserta 

La Sezione INFN di Napoli è quest’anno coinvolta attivamente nelle iniziative del progetto STREETS, con eventi a Napoli nel Chiostro di San Marcellino e a Caserta nei Giardini della Reggia. In particolare, a Napoli si terranno attività ed exhibit su molti ambiti di ricerca in fisica, dalle onde gravitazionali a KM3NeT, dall’energia oscura alla materia oscura e l’esperimento DarkSide. 
A Caserta, invece, la Sezione INFN propone uno stand su KM3NeT e l’astronomia del neutrino e sugli acceleratori di particelle per lo studio delle stelle.

Per il programma completo: 
https://www.nottedeiricercatori-streets.it/wp/napoli-tutti-gli-eventi/ 
https://www.nottedeiricercatori-streets.it/wp/caserta-tutti-gli-eventi/

Padova 

I Laboratori Nazionali di Legnaro e la Sezione di Padova dell’INFN partecipano e contribuiscono alle attività in programma per la Notte Europea delle Ricercatrici e dei Ricercatori in collaborazione con il Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università e l’osservatorio astronomico dell’INAF, nell’ambito del progetto Science4All, coordinato dall’Università degli Studi di Padova. 
Dal 27 al 30 settembre i Laboratori Nazionali di Legnaro organizzano laboratori didattici per bambini, a cura del progetto INFN Kids, su diversi temi: il sistema solare, le energie rinnovabili, l’aria e il suono. Inoltre, a Palazzo del Bo, i Laboratori proporranno il “Virtual Tour Lab” a ciclo continuo dalle 17.00 alle 24.00, sia il 30 settembre sia il 1° ottobre. 
La Sezione INFN di Padova, invece, propone un laboratorio per le scuole primarie e secondarie di I grado sulle onde gravitazionali il 27 settembre, mentre il 30 settembre saranno allestite Escape room con sfide per ogni età: HEPScape, sulla fisica delle particelle, AsteroidAlert, Trappola gravitazionale, e Viaggio all’origine dell’Universo. La sera del 1° ottobre, dalle 17.00 alle 23.00, a Palazzo del Bo, si terrà l’evento “Misteriosi neutrini”, un incontro tra la cittadinanza e gli scienziati e le scienziate dell’INFN e dell’INAF di Padova.

Per consultare i dettagli del programma: https://science4all.it/ 

Pavia e Vigevano 

La Sezione INFN di Pavia coordina l’edizione pavese del progetto SHARPER. Oltre alla Notte delle Ricercatrici e dei Ricercatori che si terrà venerdì 30 settembre nel Castello di Pavia, dove saranno allestiti diversi stand, tra cui uno sulla fisica gestito da ricercatori e ricercatrici INFN, a Pavia sono organizzati eventi durante l’intera settimana da domenica 25 settembre a sabato 1° ottobre.

Come da alcuni anni, il 25 Settembre, a Vigevano sono stati allestiti parte degli stand che saranno presentati il venerdì a Pavia e, nella stessa giornata, saranno proposti giochi e talk da parte di ricercatori e studenti, sia universitari sia della scuola secondaria di I grado della città. 
Il 26 settembre sarà inaugurata la mostra “50 anni di INFN a Pavia” per ripercorrere la storia della Sezione, con un evento serale per celebrare il decennale della scoperta dell’Higgs. 
Martedì  27 settembre si terrà un gioco a quiz scientifico che utilizza un software e un apparato realizzato da studenti del dipartimento di fisica dell’Università degli Studi di Pavia. Su richiesta, quest’anno ci saranno anche due iniziative successive al week end della Notte delle Ricercatrici e dei Ricercatori: “Particle Escape Room”, una mostra interattiva con giochi alla scoperta del Modello Standard e oltre i suoi confini, e “1h con un ricercatore”, format in cui docenti e scuole possono prenotare un ricercatore o una ricercatrice pavese per un’ora e approfondire un tema scientifico di interesse.

Per scoprire di più: 
https://www.sharper-night.it/sharper-pavia/ 
https://www.sharper-night.it/evento/evento-speciale-vigevano-in-scienza/ 

Pisa 

La Sezione INFN di Pisa parteciperà agli eventi di Bright-night Toscana del 30 settembre. 
Nel pomeriggio è prevista la visita ai laboratori delle sale di alta tecnologia, di fisica medica e del centro di calcolo della Sezione INFN di Pisa. Dalle 17.00 alle 18.00 ci sarà il collegamento con la sala di controllo dell’esperimento Muon g-2 al FermiLab di Chicago e a seguire il collegamento con la sala di controllo dell’esperimento CMS. 
Durante la serata, nelle aule del Dipartimento di Fisica dell’Università si terranno le conferenze “100 anni dalla Laurea di Enrico Fermi a Pisa” e “Giganti a caccia di briciole: la scoperta del bosone di Higgs e oltre”, per poi concludere la giornata con l’osservazione del cielo con i telescopi. 
In Largo Ciro Menotti, cuore della manifestazione, gli eventi saranno a tema “Odissea nello spazio” e l’INFN organizza una conferenza su astrofisica e cosmologia e un laboratorio su esperimenti nello spazio e fisica medica. Qui saranno presenti anche due stand a cura di European Gravitational ObservatoryEGO e Virgo: “Virgo in ascolto del cosmo” e “Messaggeri dallo spazio, interamente dedicato ai più piccoli. Durante la mattinata, per le scuole sono anche organizzate visite guidate dell’osservatorio, nelle quali i ricercatori porteranno i visitatori a esplorare Virgo e le sue scoperte. Infine, EGO propone uno spettacolo serale in Largo Ciro Menotti sull’astronomia multimessaggera.

Per maggiori informazioni: 
https://www.bright-night.it/enti-di-ricerca/infn/ 
https://www.ego-gw.it/blog/2022/09/06/bright-night-2022-la-notte-europea-delle-ricercatrici-e-dei-ricercatori/

Perugia 

La Sezione INFN di Perugia partecipa nell’ambito del progetto SHARPER con seminari per le scuole e iniziative per il pubblico a partire dalla mattina di venerdì 30 settembre, in Piazza Università, con attività sugli acceleratori di particelle, la camera a nebbia, e sui rivelatori di onde gravitazionali. Dal pomeriggio ci si sposta nei Giardini del Frontone per raccontare la fisica delle particelle e la ricerca dell’ultima particella trovata, proprio dieci anni fa, il bosone di Higgs.

Per il programma completo: https://www.sharper-night.it/sharper-perugia/

Roma 

Anche quest’anno i Laboratori Nazionali di Frascati dell’INFN (LNF) e le Sezioni INFN di Roma e Roma Tor Vergata, aderiscono al progetto NETscieNcE Together con una serie di eventi dedicati alla diffusione della cultura scientifica partiti il 19 settembre che si concluderanno il 1° ottobre. Dal 19 al 23 settembre, le ricercatrici e i ricercatori della Sezione di Roma hanno partecipato, insieme a Sapienza Università di Roma, a “ERN per le Scuola”, un programma di seminari, visite guidate e mostre interattive dedicati a studenti e studentesse. Il 22 e 23 settembre è stata allestita anche HEPscape, l’escape room della fisica delle particelle realizzata dalla Sezione INFN di Roma. 
 
Nella giornata del 28 settembre i LNF organizzeranno visite guidate al Bruno Touschek Visitor Centre e all’acceleratore DAFNE. Il 29 settembre presso la Città dell’Altra Economia a Testaccio si terrà l’aperitivo scientifico “Pianeta Idrogeno” sulle sfide della ricerca del futuro. Per il 30 settembre alle 17.00 i LNF hanno organizzato un collegamento via zoom con il FermiLab di Chicago per una visita virtuale dell’esperimento muon g-2.

Il 30 settembre e il 1° ottobre le ricercatrici e i ricercatori INFN saranno a Roma alla Città dell’Altra Economia, dove presenteranno laboratori, attività dimostrative ed exhibit dedicati ai principali esperimenti condotti dall’ente. Tra osservazioni astronomiche al telescopio e camere a nebbia per mostrare il passaggio dei raggi cosmici, si racconteranno le ricerche nel campo delle atsroparticelle e delle esplorazioni spaziali, ma anche della fisica subnucleare e dei nuovi acceleratori, e si celebreranno i 10 anni dalla scoperta del bosone di Higgs. Si potrà scoprire l’esperimento BELLE II grazie a un’esperienza di realtà virtuale realizzata dalla sezione INFN di Roma Tor Vergata. Uno spazio sarà dedicato al quiz scientifico “Quando le carte dicono la verità” di ScienzaPerTutti e un’area ospiterà un laboratorio didattico per i più piccoli a tema elettricità a cura di INFN Kids.

Sabato 1° ottobre si terrà alla Città dell’Altra Economia un evento dedicato a Piero Angela, organizzato dai LNF, “Un viaggio tra scienza, conoscenza e ricordi”: un racconto di alcuni momenti della sua carriera, con aneddoti e racconti, e dell’impatto che il suo lavoro ha avuto sulla società nella diffusione della cultura scientifica.

Il 29 e il 30 settembre l’INFN, senza il coinvolgimento del consorzio NET, i ha organizzato anche due eventi in celebrazione del decennale del bosone di Higgs. Nel pomeriggio del 29 settembre, la sezione INFN di Roma propone Higgs&Fichi, un dialogo in Aula Magna della Sapienza in celebrazione del decennale dalla scoperta del bosone di Higgs a cui seguirà un aperitivo in cortile. Il gruppo dell’esperimento ATLAS della sezione INFN di Roma Tor Vergata, invece, propone il 30 settembre, dalle 9.30 l’evento “L’anello mancante” con un breve seminario sul bosone di Higgs e la proiezione del film Particle Fever

Per saperne di più: https://www.scienzainsieme.it/notte-europea-dei-ricercatori/programma-2022/

Torino 

La Sezione INFN di Torino partecipa agli incontri con il pubblico organizzati dal Planetario di Torino nell’ambito del progetto U*Night. I ricercatori e le ricercatrici INFN animeranno diversi “AstroCorner” allestiti per l’occasione e dedicati alle osservazioni di sorgenti cosmiche di radiazione X e gamma di alta energia (IXPE, Fermi, CTA) e di onde gravitazionali (Virgo), rese possibili dagli sviluppi tecnologici maturati nei laboratori INFN.

Per scoprire di più: https://www.planetarioditorino.it/it/notte-dei-ricercatori-2022/

Trieste

A Trieste, anche quest’anno, la Notte delle Ricercatrici e dei Ricercatori si svolgerà in concomitanza con il Festival TriesteNext. Per la giornata del 30 settembre, in particolare, la Sezione INFN di Trieste propone il collegamento in diretta all’esperimento “Muon g-2” al Fermilab di Chicago, che studia con altissima precisione le proprietà magnetiche di particelle subatomiche chiamate “muoni”, che possono essere pensati come i fratelli più pesanti degli elettroni.

Per scoprire di più: https://www.sharper-night.it/sharper-trieste/