IL PREMIO ALDO MENZIONE A RENÉ BRUN E PANTALEO RAIMONDI

IL PREMIO ALDO MENZIONE A RENÉ BRUN E PANTALEO RAIMONDI

I fisici René Brun e Pantaleo Raimondi hanno ricevuto ieri il premio Aldo Menzione per i loro contributi eccezionali allo sviluppo di innovative tecniche di rivelazione. Il premio, del valore di 2500€, è stato assegnato dall’associazione “Frontier Detectors for Frontier Physics” nel corso di una cerimonia che si è svolta a La Biodola, nell’Isola d’Elba, in occasione della conferenza internazionale “15th Pisa Meeting on Advanced Detectors : Frontier Detectors for Frontier Physics”, organizzata dalla Sezione INFN di Pisa, dal Dipartimento di Fisica dell’Università di Pisa e dal Dipartimento di Scienze Fisiche, della Terra e dell’ambiente dell’Università di Siena.
In particolare, René Brun, ricercatore del CERN, ha ricevuto il riconoscimento per aver sviluppato i software PAW e ROOT, strumenti fondamentali per l’analisi dei dati sperimentali nel campo della fisica delle particelle. E Pantaleo Raimondi, già direttore della divisione acceleratore e sorgente di ESRF e della divisione acceleratori dei Laboratori Nazionali di Frascati dell’INFN, è stato premiato per aver ideato e sviluppato la tecnica del “Crab Waist”, dimostrata per la prima volta nel 2008 all’acceleratore DAFNE dei Laboratori Nazionali di Frascati dell’INFN, e che si è rivelata uno strumento cruciale per riuscire a focalizzare i microfasci di particelle nei collisori elettrone-positrone.

 

Il premio è intitolato alla memoria di Aldo Menzione. Fisico dell’INFN di fama internazionale, Menzione ha vinto nel 2009 il prestigioso Premio Panosfky per la fisica delle particelle elementari, per la progettazione e costruzione del primo tracciatore di vertice al silicio. Un rivelatore che ha consentito la scoperta, nel 1995, del quark top al Fermilab di Chicago, e aperto nuove strade alla fisica delle collisioni adroniche di altissima energia. (DP)

A SPARC_LAB LA PRIMA LUCE FEL CON ELETTRONI ACCELERATI DA PLASMA

A SPARC_LAB LA PRIMA LUCE FEL CON ELETTRONI ACCELERATI DA PLASMA

Acceleratori ultracompatti e a basso costo al servizio della fisica di base e per applicazioni utili anche in altri settori: questa è sicuramente una delle grandi sfide degli acceleratori del futuro. Una soluzione attraente per riuscire a costruirli potrebbe essere quella di sfruttare le onde generate in un plasma per accelerare le particelle. Tuttavia, nonostante gli altissimi gradienti acceleranti prodotti in un plasma (fino a tre ordini di grandezza superiori rispetto alle macchine convenzionali basate su tecnologia a radio-frequenza), il loro utilizzo è stato finora limitato a causa della bassa qualità del fascio prodotto. Ora, un esperimento condotto dai ricercatori del gruppo SPARC_LAB ai Laboratori Nazionali di Frascati dell’INFN è riuscito a dimostrare per la prima volta che è possibile utilizzare un fascio di alta qualità accelerato da un’onda di plasma per generare radiazione coerente in un Free Electron Laser (FEL) nello spettro dell’infrarosso. Lo studio è pubblicato oggi, 25 maggio, su Nature.

“La tecnica di accelerazione al plasma consentirà di realizzare acceleratori in spazi molto ridotti, contenendo i costi di costruzione delle infrastrutture ospitanti, e rendendo così questa tecnologia più accessibile e disponibile anche per applicazioni mediche in ospedali opportunamente attrezzati, e tanto più nel caso di infrastrutture sotterranee come quelle necessarie per gli acceleratori ad alta energia per la fisica delle particelle”, sottolinea Riccardo Pompili, Principal Investigator dell’esperimento condotto a SPARC_LAB. 

A SPARC_LAB è in operazione da diversi anni una linea sperimentale con un FEL composto da sei ondulatori planari. Ogni ondulatore è composto da magneti con polarità opposte che fanno percorrere al fascio di elettroni una traiettoria sinusoidale. La luce generata in ogni periodo di oscillazione si somma coerentemente a quella generata nel periodo precedente, aumentandone esponenzialmente l’intensità.

Il risultato appena pubblicato è stato ottenuto iniettando due pacchetti di elettroni (con dimensioni di poche decine di micron) nel plasma contenuto in un tubo di plastica di 3 cm di lunghezza chiamato capillare. Per prima cosa è necessario creare il plasma, ionizzando idrogeno gassoso attraverso una scarica elettrica ad alta tensione. In questo punto vengono iniettati i due pacchetti di elettroni. Il primo pacchetto (driver) ha la funzione di eccitare le onde acceleranti nel plasma, che sono poi sfruttate dal secondo pacchetto (witness) che viene accelerato. L’alta qualità del witness in ingresso al plasma è mantenuta durante il processo di accelerazione e, in aggiunta alla sua alta corrente, è in grado di pilotare il FEL generando impulsi di luce coerente. L’esperimento condotto a SPARC_LAB ha permesso di ottenere impulsi di luce con energie dell’ordine di 30 nJ.

“Questo risultato non solo ha una grande rilevanza scientifica di per sé ma rappresenta anche un passo avanti fondamentale per la realizzazione del nuovo progetto EuPRAXIA, che ambisce proprio a realizzare la prima infrastruttura di ricerca rivolta agli utenti, basata sull’accelerazione a plasma” spiega Massimo Ferrario, responsabile del progetto EuPRAXIA@SPARC_LAB, sostenuto anche attraverso un contributo finanziario del MUR Ministero dell’Università e della Ricerca, e recentemente entrato nella roadmap di ESFRI, il forum strategico europeo per le infrastrutture di ricerca.

L’INFN PREMIA LE MIGLIORI TESI DI DOTTORATO IN FISICA DEL 2021

L’INFN PREMIA LE MIGLIORI TESI DI DOTTORATO IN FISICA DEL 2021

L’INFN ha assegnato i premi 2021 per le migliori tesi di dottorato nelle cinque aree di ricerca dell’Istituto: fisica subnucleare, astroparticellare, nucleare, teorica e tecnologica, e su attività di ricercae sviluppo nell’ambito del calcolo. I premi, del valore di 2.000 euro ciascuno e assegnati dalle cinque Commissioni Scientifiche Nazionali (CSN) e dalla Commissione Calcolo e Reti (CCR) dell’INFN, sono intitolati alla memoria di illustri fisici italiani o colleghi dell’INFN: Marcello Conversi, Bruno Rossi, Claudio Villi, Sergio Fubini, Francesco Resmini e Giulia Vita Finzi.

 

 

A Federica Oliva, dell’Università del Salento, e Tommaso Pajero, della Scuola Normale Superiore di Pisa, va il premio Marcello Conversi per le migliori tesi di dottorato nel campo della fisica subnucleare. Assegnato dalla CSN1, il riconoscimento premia le due tesi dal titolo “The PADME Active Diamond Target and Positron Bremsstrahlung Analysis” e “Search for time-dependent CP violation in D0 → K+ K- and D0  π+ π- decays”.

Con questo premio l’INFN rende omaggio alla figura di Marcello Conversi, protagonista negli anni della Seconda guerra mondiale, insieme a Ettore Pancini e Oreste Piccioni, di un esperimento fondamentale che portò alla scoperta del muone e segnò di fatto la nascita della fisica delle alte energie.

 

 

Il premio Bruno Rossi, dedicato alle migliori tesi di dottorato in fisica astroparticellare, è stato assegnato a Valentina Dompè e Ambra Mariani, del Gran Sasso Science Institute, per le tesi dal titolo “Search for neutrinoless double beta decay of 128-Te with the CUORE experiment” e “The Proof-of-Principle of the SABRE experiment for the search of galactic dark matter through annual modulation”.

L’INFN ricorda con questo premio Bruno Rossi, scienziato che ha dato contributi fondamentali alla fisica delle particelle elementari mediante lo studio dei raggi cosmici, tra i primi a scoprire sorgenti di raggi X al di fuori del Sistema Solare e che ha identificato il decadimento del muone e ne ha misurato la vita media.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La CSN3 ha assegnato il premio Claudio Villi a Eugenia Naselli, dell’Università di Catania, e a Giorgia Pasqualato, dell’Università di Padova, per le tesi “Experimental study of Electron Cyclotron Resonance plasmas by a multi-diagnostics system in stationary vs. turbulent regimes: perspectives to in-plasma β-decay investigations of nuclear and astrophysical interest” e “Lifetime measurements in 105Sn: the puzzle of B(E2) strengths in Sn isotopes”, giudicate come migliori tesi di dottorato nel campo della fisica nucleare.

Con questo premio l’INFN ricorda Claudio Villi, titolare della prima cattedra italiana di fisica nucleare all’Università di Padova. A Villi si deve l’idea di creare i Laboratori Nazionali di Legnaro (LNL) dell’INFN e l’attuale modello organizzativo dell’Istituto, che prende forma durante il suo mandato di presidente (1970-1975).

Ivano Basile, della Scuola Normale Superiore di Pisa, Matteo Maria Maglio, dell’Università del Salento, e Simone Rodini, dell’Università di Pavia, hanno ricevuto il premio Sergio Fubini dalla CSN4. Le loro tesi sono state reputate le migliori nel campo della fisica teorica e sono intitolate “On String Vacua without Supersymmetry: brane dynamics, bubbles and holography”“Conformal Symmetry in Momentum Space and Anomaly Actions in Gravity”“Proton structure, an iridescent study: from parton distributions to the emergence of the proton mass”.

Questo premio è stato istituito dall’INFN per rendere omaggio al fisico teorico torinese Sergio Fubini, scomparso nel 2005, che ha dato significativi contributi alla teoria dei campi e alla teoria delle stringhe.

 

 

Premiate dalla CSN5 le migliori tesi di dottorato in fisica degli acceleratori e delle nuove tecnologie. Il premio Francesco Resmini va a Pietro Carra, dell’Università di Pisa, e a Gemma Costa, della Sapienza Università di Roma, per le tesi “Neural network enhanced instrumentation for scalable timeof-flight PET”“Design study of plasma targets for laser driven wakefield acceleration experiments”.

Il riconoscimento è dedicato a Francesco Resmini, tra i pionieri degli studi sulle macchine acceleratrici e sulla fisica applicata per la diagnostica ambientale e medica.

 
 

 

Il premio Giulia Vita Finzi, attribuito dalla Commissione Calcolo e Reti, per la migliore tesi di laurea magistrale su attività di ricerca e sviluppo nell’ambito del calcolo dell’INFN, è stato assegnato a Matteo Barbetti, dell’Università di Firenze, per la tesi “Techniques for parametric simulation with deep neural networks and implementation for the LHCb experiment at CERN and its future upgrades”.

Il premio è dedicato alla memoria di Giulia Vita Finzi, colonna portante della Commissione Calcolo e Reti e del CNAF, e uno dei primi web master dell’INFN negli anni pionieristici per queste attività e ricerche tecnologiche.

ALICE OSSERVA PER LA PRIMA VOLTA UN PARTICOLARE COMPORTAMENTO DEI QUARK CHARM PREVISTO DALLA QCD

ALICE OSSERVA PER LA PRIMA VOLTA UN PARTICOLARE COMPORTAMENTO DEI QUARK CHARM PREVISTO DALLA QCD

La prima osservazione dell’effetto denominato ‘dead cone’ (letteralmente, cono morto, o buio) predetto dalla cromodinamica quantistica (QCD, la teoria che descrive le interazioni forti all’interno dei nuclei atomici), secondo il quale i quark di massa elevata prodotti agli acceleratori di particelle non possono irradiare energia a piccoli angoli, fornisce una nuova finestra di accesso alla massa del quark charm. A renderlo noto uno studio pubblicato ieri, mercoledì 18 maggio, sulla rivista Nature dalla collaborazione ALICE (A Large Ion Collider Experiment), uno dei quattro grandi rivelatori dI LHC (Large Hadron Collider) del CERN, che vede un decisivo contributo dell’INFN. Per verificare la presenza del comportamento previsto dall’effetto dead cone, il cui nome deriva dalla regione di spazio di forma conica che racchiude le traiettorie di emissione vietate, i ricercatori e le ricercatrici di ALICE hanno analizzato le cascate di particelle prodotte dalle collisioni tra protoni all’interno di LHC, riuscendo a isolarle e a identificare quelle prodotte da quark charm (particelle elementari che hanno una massa elevata).

La cromodinamica quantistica è certamente una teoria di successo, in grado di superare tutte le verifiche sperimentali a cui è stata sottoposta nel corso degli anni grazie a collisori di particelle come LHC. A partire dalla descrizione che essa fornisce dei modi in cui l’interazione forte si manifesta, è infatti possibile conoscere il comportamento dei quark, i quali, secondo il fenomeno del confinamento, non possono essere prodotti singolarmente, ma solo in stati aggregati, chiamati adroni. La teoria consente inoltre di prevedere, dopo la loro creazione, i processi a cui sono soggetti i quark, che, perdendo energia velocemente sotto forma di gluoni, danno vita a una cascata di quark e gluoni denominata cascata partonica (quark e gluoni sono collettivamente chiamati partoni). È proprio questo il contesto all’interno del quale si manifesta l’effetto dead cone osservato dalla collaborazione ALICE, che implica la presenza di una regione intorno alla direzione di volo del quark, la cui ampiezza aumenta con la massa di quest’ultimo, in cui i gluoni non possono essere emessi.  

A causa della difficoltà di determinare la direzione di un partone durante i processi che danno luogo allo sciame di particelle a esso associato, l’effetto dead cone, previsto trent’anni fa, è stato fino a oggi osservato agli acceleratori di particelle solo in maniera indiretta. Un secondo ostacolo all’individuazione dell’area in cui l’emissione dei gluoni non è consentita è stato inoltre rappresentato dal fatto che il cono può essere riempito da altre particelle nel successivo decadimento del quark charm oggetto di studio.  “Per risolvere tali problemi”, dice Luciano Musa del CERN, coordinatore internazionale della collaborazione ALICE, “è stato necessario fare ricorso a un set di dati acquisiti da ALICE nel corso di ben tre anni e a sofisticate tecniche di analisi, che hanno reso possibile osservare direttamente l’effetto.” Spiega Leticia Cunqueiro Mendez, ora a La Sapienza di Roma “Questa tecnica permette di ripercorrere a ritroso nel tempo la generazione delle cascate partoniche a partire dai loro prodotti finali, discriminando gli angoli di emissione di ogni ramo.”

 “Le cascate partoniche contenenti un quark charm, quindi con massa elevata e dead cone manifesto, sono state individuate grazie alla presenza di un decadimento di charm, che avviene a una distanza di frazioni di millimetro dal punto di collisione. Nella misura di questa distanza e nell’identificazione delle particelle del decadimento rivestono un ruolo centrale i rivelatori Inner Tracking System e Time Of Flight costruiti in larga parte in Italia”, spiega Andrea Dainese, ricercatore della sezione di Padova dell’INFN e coordinatore scientifico della collaborazione ALICE. “Le masse dei quark sono quantità fondamentali nella fisica delle particelle, ma non possono essere accessibili e misurate direttamente negli esperimenti perché, con l’eccezione del quark top, i quark sono confinati all’interno di particelle composite. La tecnica che abbiamo sviluppato per osservare direttamente il dead cone di una cascata di partoni apre una nuova possibilità per misurare direttamente le masse di queste particelle”, conclude Dainese.

 

 

 

SCIENZA E PARITÀ DI GENERE SUL PALCO DELL’AUDITORIUM

SCIENZA E PARITÀ DI GENERE SUL PALCO DELL’AUDITORIUM

Domani, 20 maggio 2022, all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone di Roma, andrà in scena l’evento Scienziate. Talenti da valorizzare per una scienza di successo, promosso e organizzato dall’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, nell’ambito del Festival delle Science. L’evento affronterà l’attualissimo tema della parità di genere nelle scienze, oggi tra gli obiettivi da raggiungere per la Commissione Europea e anche per il PNRR. Un tema chiave per il futuro della nostra società: per questo, siamo tutti invitati, soprattutto le ragazze e i ragazzi, ricercatori e ricercatrici di domani, a riflettere su come donne e uomini possano contribuire equamente allo sviluppo della conoscenza. L’evento è organizzato nell’ambito del concorso per le scuole secondarie di secondo grado Donne e ricerca in fisica: opportunità, ostacoli e sfide, promosso dall’INFN e dal CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali IRPPS, partner del network europeo GENERA – Gender Equality Network in the European Research Area, con il contributo della Società Italiana di Fisica e di Springer Nature.

Dalle 15.00 alle 18.00 i protagonisti saranno le studentesse e gli studenti che hanno partecipato al concorso GENERA, assieme agli ideatori e organizzatori del concorso e ad esperti di politiche per la parità di genere, sarà la giornalista di Radio Rai Sara Zambotti ad accompagnare il pubblico alla scoperta dei video vincitori e a introdurre i numerosissimi ospiti, e successivamente a introdurre la giovane divulgatrice scientifica Linda Raimondo che concluderà la prima parte dell’evento con il suo coinvolgente racconto.

La seconda parte, che avrà inizio alle 18.30, darà voce ad alcune tra le più brillanti ricercatrici italiane in un dialogo tra scienziati e scienziate, moderato sempre da Sara Zambotti assieme al collega di Radio Rai Massimo Cirri, cui parteciperanno Amalia Ercoli Finzi, prima donna a laurearsi in ingegneria aerospaziale e per anni consulente scientifica della NASA, dell’ASI e dell’ESA, Lucia Votano, già direttrice dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN, e ancora Marica Branchesi, Anna Grassellino, Margherita Maiuri, Francesca Dordei, Susanna Barsanti, Giulia Zanderighi, Luigi Del Debbio e Antonio Zoccoli, presidente dell’INFN. Sarà un dialogo che prende spunto dalla voce di scienziate che alla passione hanno saputo unire forza e determinazione, ricoprendo ruoli di grande responsabilità scientifica e ricevendo riconoscimenti a livello internazionale, e che trova il suo naturale proseguimento nell’esperienza di giovanissime ricercatrici.
Alla voce delle protagoniste e dei protagonisti sarà alternata la lettura di testimonianze di scienziate che hanno fatto la storia della scienza, per voce dell’attrice Maria Giulia Scarcella, accompagnata dalle illustrazioni animate di Luca Ralli.

Per consultare il programma completo, visita la pagina: Scienziate. Talenti da valorizzare per una scienza di successo | Programma.

L’evento, che si terrà nella Sala Petrassi dell’Auditorium, è aperto a tutti e tutte ed è richiesta la registrazione attraverso il form di registrazione.

L’evento verrà inoltre trasmesso in streaming sui canali YouTube INFN EduPhysics (prima parte) e INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (seconda parte).

 

 

EUREKA! SCIENZAPERTUTTI SVELA LE SQUADRE VINCITRICI DEL CONCORSO ANNUALE

EUREKA! SCIENZAPERTUTTI SVELA LE SQUADRE VINCITRICI DEL CONCORSO ANNUALE

team vincitori e 10 menzioni speciali tra oltre 300 studenti e studentesse da tutta Italia che si sono sfidati nel concorso annuale bandito per le scuole dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare

Qual è la scoperta della fisica che più vi ha colpiti o incuriositi? Come la raccontereste se foste giornalisti dell’epoca? Quest’anno oltre 300 studenti e studentesse si sono sfidati raccontando in un video di 3 minuti una scoperta della storia della fisica per partecipare al concorso annuale per le scuole secondarie di I e II grado “EUREKA! Cronaca di una scoperta” indetto da ScienzaPerTutti, il portale dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare dedicato agli studenti e agli appassionati di scienza.

Le squadre che hanno vinto la sfida e si sono aggiudicate kit scientifici e gadget di ScienzaPerTutti sono state annunciate oggi e sul sito si possono vedere tutti gli elaborati che si sono classificati ai primi posti o distinti per menzioni speciali.

La terza categoria, dedicata alle classi del triennio delle scuole secondarie di II grado, ha coinvolto 27 squadre e sul podio sono arrivati studenti e studentesse dei licei Duca degli Abruzzi di Treviso e Gandini di Lodi e dell’I.I.S. G. Colasanti di Civita Castellana (Viterbo).

Per la seconda categoria, riservata al biennio delle scuole secondarie di II grado, tra 52 squadre partecipanti in totale si sono guadagnate i primi tre posti le squadre dell’I.I.S.S. G. Torno di Castano Primo (Milano), dell’I.I.S. Racchetti-Da Vinci di Crema e delle Scuole Emiliani di Genova.

Nella prima categoria, dedicata al terzo anno delle scuole secondarie di I grado, hanno gareggiato 13 squadre e le vincitrici frequentano l’Istituto Comprensivo 4 di Chieti, la Scuola secondaria di primo grado Tito Livio di Napoli e l’Istituto di Cultura e Lingue Marcelline di Foggia.

ScienzaPerTutti quest’anno festeggia il suo ventesimo anniversario e nella XVII edizione del concorso annuale ha visto come sempre grande impegno, cura e originalità negli elaborati proposti dalle centinaia di studenti che hanno partecipato.

ANCHE L’INFN TRA I PROTAGONISTI DEL SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO 2022

ANCHE L’INFN TRA I PROTAGONISTI DEL SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO 2022

Dal 19 al 23 maggio, negli spazi di Lingotto Fiere e del centro Congressi Lingotto di Torino, torna in scena il “Salone internazionale del libro”, l’evento più atteso dai lettori italiani, che, oltre a raccogliere le principali realtà editoriali del nostro paese, farà da palcoscenico, come ogni anno, a una ricca serie di eventi e incontri con autori e ospiti illustri provenienti dal mondo della cultura. Tra i protagonisti della rassegna, giunta alla sua trentaquattresima edizione, anche l’INFN, che presenta a Torino le proprie iniziative editoriali rivolte al grande pubblico, Asimmetrie, e ScienzaPerTutti, insieme ad altri progetti educativi e didattici. A completare la partecipazione dell’Infn al Salone del Libro 20222, l’evento che avrà luogo venerdì 20 maggio a partire dalle ore 17:30 presso la Sala bronzo, che si svolgerà all’insegna del dialogo con le vincitrici della settima edizione del “Premio ASIMOV”, riconoscimento riservato ad opere di divulgazione e di saggistica scientifica particolarmente meritevoli.

Il Salone Internazionale del Libro rappresenta l’occasione per presentare due importanti novità: la pubblicazione di ‘Bang!’, applicazione per mobile con la quale ScienzaPerTutti proporrà quiz interattivi grazie ai quali gli utenti potranno mettere alla prova e accresce le loro conoscenze in fisica: e l’uscita dell’ultimo numero di Asimmetrie, intitolato ‘Complessità’, con il quale la rivista ha voluto rendere omaggio a Giorgio Parisi, autore dell’articolo introduttivo, e alle tematiche di ricerca che gli hanno valso il premio Nobel per la fisica nel 2021. Il 20 maggio, l’evento “La fine del Premio ASIMOV e il nuovo inizio”, organizzato dall’INFN e dall’Associazione Librai Italiani (ALI), consentirà infine di conoscere da vicino Licia Troisi e Agnese Collino, le vincitrici ex aequo dell’ultima edizione del “Premio ASIMOV”, e i loro libri, “La sfrontata bellezza del cosmo” e “La malattia da 10 centesimi”, che hanno ottenuto l’apprezzamento di una giuria composta quest’anno da più di 12.300 giovani.

Sensibilizzare il pubblico verso l’importanza della ricerca di base attraverso la diffusione della cultura scientifica. E’ questa una delle principali missioni che vedono impegnato l’INFN, promotore di un vasta serie di attività didattiche e di comunicazione della scienza di successo, a partire dalle due che saranno ospiti al salone internazionale del libro di quest’anno: Asimmetrie, rivista monografica che, con frequenza semestrale, raccoglie contributi e approfondimenti sui temi di ricerca di stringente attualità in fisica; e ScienzaPerTutti, portale dedicato agli studenti della scuola superiore e agli appassionati di scienza, dove presente e passato delle attività di ricerca sono raccontati dagli stessi fisici che compongono la comunità dell’INFN, sempre pronti a rispondere alle domande dei visitatori del sito.

Il “Premio ASIMOV”, istituito nel 2015 dall’INFN, coinvolge migliaia di studentesse e studenti delle scuole secondarie di II grado nel ruolo di giurati, con il compito di leggere, valutare e recensire i migliori libri di comunicazione scientifica, fornendo le indicazioni e le preferenze che le Commissioni Scientifiche Regionali, composte da insegnanti, ricercatori e ricercatrici dell’INFN, delle Università e del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), giornalisti, scrittori ed esponenti del mondo della cultura scientifica e letteraria, utilizzano per la selezione dei vincitori del premio, assegnato su base biennale.

L’ARTE RACCONTA LA SCIENZA:  APRE AL MANN DI NAPOLI LA MOSTRA NAZIONALE DI ART&SCIENCE ACROSS ITALY

L’ARTE RACCONTA LA SCIENZA: APRE AL MANN DI NAPOLI LA MOSTRA NAZIONALE DI ART&SCIENCE ACROSS ITALY

Inaugurata la mostra “Colori e Immagini della Scienza” al Museo Archeologico Nazionale di Napoli con 70 opere, selezionate tra le 1200 realizzate da oltre studenti e studentesse da tutta Italia, esposte insieme a opere di scienziati e artisti internazionali per raccontare gli intrecci tra l’arte e la scienza. Giunto alla III edizione Art&Science è un progetto europeo realizzato in Italia dall’INFN in collaborazione con il Cern di Ginevra.

Ieri, 13 maggio, è stata inaugurata al Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) la mostra “Colori e immagini della scienza”, tappa conclusiva della III edizione del progetto dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare Art&Science Across Italy a cui hanno partecipato oltre 6000 studenti e studentesse e  che si propone di avvicinare i giovani e le giovani alle discipline STEM attraverso i linguaggi dell’arte.

La mostra è l’evento conclusivo delle 12 mostre tenutesi tra gennaio e maggio in altrettante città italiane per la III edizione del progetto Art&Science Across Italy, e raccoglie le 70 opere degli oltre 200 studenti e studentesse che hanno vinto le tappe locali del progetto. Nell’ambito della terza edizione del progetto (2020-2022), oltre 6000 studenti e studentesse dalle scuole secondarie di II grado da 10 regioni d’Italia hanno realizzato un totale di circa 1200 opere d’arte ispirate ad argomenti scientifici che hanno approfondito durante seminari e incontri con ricercatrici e ricercatori svoltisi online lo scorso anno.

Con l’allestimento dell’architetto Maurizio di Palo, l’esposizione al MANN affianca opere di artisti, scienziati e studenti per rappresentare il legame tra l’arte e la scienza.

“Sono tanti gli argomenti scientifici raccontati e in molte opere abbiamo visto quella “creatività” alla quale abbiamo puntato sin dal primo giorno nel lontano 2015. L’esperienza maturata da 110 ricercatori nel raccontare la scienza e da circa 350 docenti nel coordinare il lavoro dei ragazzi ha chiaramente mostrato i suoi frutti in termini sia di qualità delle opere sia di coinvolgimento ed entusiasmo delle studentesse e degli studenti” commenta Pierluigi Paolucci, coordinatore nazionale del progetto e ricercatore della sezione INFN di Napoli e del CERN.

Il progetto Art&Science è un progetto europeo organizzato dall’INFN in collaborazione con il CERN di Ginevra e viene proposto anche in Grecia. Nella mostra, infatti, a fianco alle opere degli studenti italiani sono presenti anche le cinque opere vincitrici del progetto Art&Science Across Greek e le opere realizzate dai dipendenti dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e selezionate da una giuria di studenti e studentesse partecipanti ad Art&Science Across Italy e dagli appassionati di scienza che leggono il sito web di comunicazione e didattica della fisica ScienzaPerTutti.infn.it.

L’esposizione è arricchita dalla presenza di un’installazione multimediale interattiva dell’INFN sull’espansione dell’Universo e di 30 opere di artiste e artisti internazionali che hanno partecipato nel 2012 al progetto dell’esperimento CMS del CERN Art@CMS.

Infine, otto opere del progetto GenomicArt, realizzato dai Laboratori di Genomica e Arteterapia della Fondazione Evo ed Elvo Tempia di Biella, accompagnano il pubblico in un percorso di incontro e riscoperta delle cellule attraverso l’arte e i colori, mentre un’opera inedita del visual artist Silvio Giordano, realizzata nell’ambito del progetto artistico “Enter the Dragon”, propone una trasformazione floreale del virus, metafora della speranza che gli esseri umani nutrono nella fioritura della civiltà attraverso il progresso scientifico.

L’esposizione “Colori e immagini della Scienza” al MANN dal 13 al 30 maggio 2022 è stata realizzata dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – INFN in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli Federico II e l’Università degli Studi di Napoli Parthenope e il patrocinio della regione Campania e del Comune di Napoli, con il supporto economico di Kimbo Caffè.

La premiazione e lo spettacolo “Con arte, con scienza: il tempo si racconta”:

Le opere degli studenti esposte nella mostra nazionale saranno valutate da una giuria di esperti di arte, di scienza e di comunicazione della scienza e saranno premiate nell’ambito di un evento che si terrà al Teatro Acacia di Napoli il 14 maggio a partire dalle 16.30. Gli studenti e le studentesse che si classificheranno ai primi 8 posti vinceranno 24 borse di studio per partecipare a un master sull’arte e la scienza al CERN in settembre.

Al Teatro Acacia alle 18.30, dopo la premiazione, la serata continua con la conferenza spettacolo “Con arte, con scienza: il tempo si racconta”, un evento aperto non solo ai partecipanti al progetto ma anche alla cittadinanza che sarà accompagnata attraverso la storia dell’Universo, raccontata da Pierluigi Paolucci, e illustrata da Luca Ralli, in un viaggio nel tempo e nella cosmologia tra i racconti di Dino Buzzati e Bill Bryson, commentate da Fernando Ferroni, professore del Gran Sasso Science Institute e già presidente dell’INFN, e lette dall’attrice Maria Giulia Scarcella. Infine, l’intervento dell’artista Alice Visentin porterà il pubblico alla scoperta del processo creativo e del suo lavoro sulla rappresentazione artistica del tempo. Tutta la serata è condotta dai giornalisti di Radio Rai Caterpillar Massimo Cirri e Sara Zambotti.

Art&Science Across Italy:

Il progetto Art&Science Across Italy si rivolge a studentesse e studenti delle classi III e IV delle scuole superiori con l’obiettivo di coinvolgerli nel mondo della ricerca scientifica, coniugando i linguaggi della scienza con quelli dell’arte e andando incontro a diverse attitudini e interessi individuali. Dalla prima edizione a oggi, il progetto ha coinvolto oltre 10.000 studenti da tutta Italia provenienti da 12 Regioni Italiane.

Il progetto è biennale e prevede tre fasi: la prima è una fase formativa in cui sono organizzati seminari, workshop e visite a musei e laboratori; la seconda fase prevede la realizzazione da parte di studenti e studentesse di opere artistiche ispirate agli argomenti scientifici trattati nelle lezioni; infine, le opere realizzate vengono esposte e premiate in mostre regionali e le più significative sono raccolte nella mostra nazionale, evento conclusivo di ciascuna edizione. I 24 vincitori della competizione nazionale sono invitati a partecipare a un master sul rapporto tra arte e scienza presso i laboratori dell’INFN o al CERN.

Il progetto si avvale del supporto del MIUR Ministero dell’Istruzione attraverso il progetto “Impara l’arte e mettila da parte” e di un finanziamento della comunità europea attraverso il progetto “Playing with Protons Goes Digital”.

All’edizione 2020-2022 di Art&Science Across Italy hanno partecipato più di 6000 studenti, da 140 scuole di 10 regioni, dove il progetto è coordinato da alcuni ricercatori e ricercatrici delle sezioni INFN e delle Università locali. Le studentesse e gli studenti hanno realizzato un totale di circa 1200 opere che sono state esposte in 12 mostre nelle città di Bari, Genova, Frascati, Lecce, Milano, Napoli, Nuoro, Padova, Pisa, Potenza, Roma e Torino.

Maggiori informazioni

La mostra “Colori e immagini della Scienza”, visitabile presso il MANN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli

dal mercoledì al lunedì dalle 9.00 alle 19.30
martedì chiuso
ingresso libero

Scopri di più sullo spettacolo “Con arte, con scienza. L’Universo si racconta”: https://collisioni.infn.it/evento/con-arte-e-con-scienza-universo-si-racconta/

Per essere aggiornati sulle mostre di Art&Science Across Italy si rimanda alla pagina facebook del progetto: https://www.facebook.com/artandscienceacrossitaly

Tutte le news e le informazioni sul progetto Art&Science Across Italy: https://artandscience.infn.it/

Dal 2018 il Premio ASIMOV è diventato un progetto del Comitato di Coordinamento della Terza Missione dell’INFN, assumendo un carattere nazionale. Dal 2020 l’iniziativa è arrivata oltreoceano con una prima edizione del Premio ASIMOV Brasil, organizzata dall’Instituto de Estudos Avançados (IdEA) e dall’Universidade Estadual de Campinas (Unicamp).

UN MODELLO MATEMATICO PER DESCRIVERE IL COMPORTAMENTO COORDINATO DEGLI STORNI

UN MODELLO MATEMATICO PER DESCRIVERE IL COMPORTAMENTO COORDINATO DEGLI STORNI

Lo spettacolo naturale rappresentato dalle ipnotiche e mutevoli figure disegnate nel cielo dai movimenti coordinati e sincronizzati degli stormi è il risultato di un comportamento collettivo che molte specie di uccelli sono in grado di adottare per rispondere tempestivamente agli attacchi dei loro predatori. In un simile scenario, lo studio delle proprietà del moto dei singoli uccelli risulta imprescindibile per cercare di comprendere l’evoluzione delle dinamiche di volo di uno stormo, che costituisce, alla luce della variabilità che contraddistingue i suoi componenti, uno tra i più esemplari casi di sistema complesso. Per fornire una soluzione al come gli uccelli regolino la loro velocità all’interno di un gruppo di loro simili, ricercatrici e ricercatori dell’INFN e della Sapienza Università di Roma appartenenti al gruppo ‘Cobbs’ (Collective behaviour in biological systems) dell’Istituto dei sistemi complessi del Cnr (Cnr-Isc) propongono un nuovo modello matematico, che si concentra sulla descrizione di una particolare specie molto diffusa nel nostro paese e nella letteratura scientifica, lo storno (Sturnus vulgaris). Il risultato, pubblicato il 10 maggio su Nature Communications, apre nuove strade verso la comprensione dei sistemi biologici e nel campo dedicato agli sviluppi in robotica e ingegneria.

I fattori di riferimento per una corretta modellizzazione delle possibili variazioni di velocità di volo di uno storno in un contesto aggregativo sono diversi, e fanno rifermento sia alla sfera del comportamento individuale sia ai limiti imposti dalla fisiologia degli animali. Tra questi, e forse il più importante, vi è la strategia grazie alla quale singoli uccelli appartenenti a uno stormo – che può essere composto fino a migliaia di individui – sincronizzano i loro movimenti con lo scopo di mantenere il gruppo coeso e reagire collettivamente agli attacchi dei predatori e agli stimoli esterni. “Questo fenomeno collettivo è generato da un meccanismo imitativo, i cui effetti sono stati inclusi nel nostro modello per garantirne l’accuratezza. Ogni uccello adatta infatti la propria direzione di volo e la propria velocità a quella di una decina di uccelli nel suo vicinato. In questo modo, quando un uccello cambia il proprio moto, i suoi vicini lo imitano e, con una sorta di passaparola, il cambiamento si propaga in tutto il gruppo”, spiega Irene Giardina, ricercatrice INFN e professore associato della Sapienza Università di Roma.

Un secondo e fondamentale elemento implicato nella regolazione del volo coordinato degli stormi riguarda i vincoli alla meccanica del volo imposti dalla loro fisiologia, che limita le velocità minime e massime che gli uccelli possono raggiungere. “Gli storni hanno un valore preferenziale della velocità di volo (circa 43 Km/h), chiamato velocità di riferimento, dovuto alla loro struttura fisiologica. Quando si trovano in volo all’interno di un gruppo di loro simili, è estremamente facile muoversi a una velocità di poco diversa da quella di riferimento, mentre è incredibilmente difficile muoversi molto più veloci o molto più lenti. Nel modello teorico che proponiamo, il singolo elemento dello stormo regola la sua velocità individuale all’interno della dinamica del gruppo, purché resti su valori ragionevoli, come una sorta di limitatore su una autovettura, che permette all’autista di deviare dal valore di riferimento, ma non di oltrepassare un limite fissato”, illustra Antonio Culla, ricercatore del gruppo Cobbs e Corresponding Author dell’articolo apparso su Nature Communications e tra gli autori dell’articolo apparso su Nature Communications.

L’eccezionale database di stormi di storni costruito dal gruppo Cobbs negli ultimi 15 anni, unico nel suo genere poiché comprende le traiettorie tridimensionali di 45 stormi di varie dimensioni (da 10 a 3000 uccelli), ha permesso di provare l’efficacia dello studio, che fornisce uno strumento utile per la comprensione di tipi diversi di sistemi complessi, come quelli biologici, e per lo sviluppo di tecnologie in grado di simularne il comportamento. “Il nostro modello permette agli elementi all’interno dello stormo di coordinare i loro movimenti e di essere molto correlati tra di loro, pur mantenendo una velocità vicina a quella di riferimento, proprio come negli stormi osservati sul campo. Il modello potrà inoltre essere impiegato per aumentare la comprensione di sistemi la cui evoluzione è, come nel caso degli stormi di storni, risultato delle complesse dinamiche a livello dei singoli componenti, aiutando lo sviluppo e la realizzazione di soluzioni tecnologiche in grado di implementare tali comportamenti”, chiarisce Andrea Cavagna, ricercatore del CNR dell’Istituto dei Sistemi Complessi e associato INFN.

In conclusione, il modello elaborato dalle scienziate e dagli scienziati del gruppo di ricerca Cobbs fornisce fornirà quindi uno strumento utile anche per la comprensione di tipi diversi di sistemi complessi, come quelli biologici, e per lo sviluppo di tecnologie in grado di simularne il comportamento.

Celebrazione per i 70 Anni dell’INFN – 35 anni di fisica delle astroparticelle nello spazio della Sezione Roma Tor Vergata

La sezione di Roma Tor Vergata ha festeggiato i 70 anni dell’INFN con un evento dedicato agli inizi della sua attività, raccontato dai suoi protagonisti, e ai più di trenta anni di fisica astro-particellare nello spazio, un’attività sperimentale che ha particolarmente contraddistinto la sezione dalla sua nascita ad oggi. Durante l’incontro sono state ripercorse le tappe più importanti, dalle prime missioni pionieristiche su pallone fino alle attuali missioni su satellite e stazione spaziale, L’evento si e’ concluso con le presentazioni su esperimenti del futuro ad opera di giovani ricercatrici/ori.

L’evento, a cui hanno partecipato 160 persone, si è svolto nella Sala degli Svizzeri di Villa Mondragone, dimora storica dell’Ateneo di Roma Tor Vergata.

https://agenda.infn.it/event/30853/timetable/?view=standard