NESSUNA VARIAZIONE STAGIONALE PER GLI AEROSOL ORGANICI ARTICI

NESSUNA VARIAZIONE STAGIONALE PER GLI AEROSOL ORGANICI ARTICI

Una recente indagine sulla composizione chimica e sulla concentrazione del particolato atmosferico artico ha evidenziato come l’Artide, l’area del globo più soggetta agli effetti del cambiamento climatico, sia contraddistinto da una sostanziale equivalenza tra l’abbondanza di aerosol organici di origine naturale rilevati nel periodo estivo e la quantità di aerosol organici di origine antropica riscontrati nella stagione invernale. Condotto da un gruppo internazionale di ricercatori, lo studio, pubblicato il 28 febbraio sulla rivista Nature Geocience, ha visto il contributo del Laboratorio di Tecniche Nucleari per l’Ambiente e i Beni Culturali (Labec) dell’Infn di Firenze. Lo studio si basa sulla caratterizzazione, dei componenti di campioni artici raccolti dal 2014 al 2019 in ben 8 stazioni artiche posizionate a latitudini diverse: l’analisi di un set di campioni relativo a un periodo così esteso, che si è avvalsa anche di metodi spettrometrici, ha perciò consentito di disegnare un quadro accurato delle concentrazioni, delle tipologie e delle sorgenti di aerosol organici presenti nell’area artica. Un risultato che contribuirà al miglioramento delle previsioni dei modelli climatici.   

Alla luce della dimostrata capacità del particolato atmosferico di incidere sul bilancio tra radiazione solare assorbita ed emessa dalla Terra (bilancio radiativo netto) attraverso meccanismi diretti e indiretti, le ricerche dedicate alla caratterizzazione dei costituenti degli aerosol, siano essi organici o antropici, sono oggi di particolare rilevanza. Nello specifico, lo studio di Nature Geoscience, che si inserisce in questa linea di ricerca, fornisce importanti risultati sulle sorgenti di aerosol organici, fino ad oggi poco investigati e con un’importanza crescente in un ambiente, come quello artico, che si sta surriscaldando a un ritmo doppio rispetto alle altre regioni del globo.

“Gli effetti dell’aerosol”, spiega Giulia Calzolai, ricercatrice della sezione INFN di Firenze e tra le autrici dell’articolo, “dipendono da proprietà quali la dimensione delle particelle, la composizione chimica, le proprietà ottiche e le concentrazioni in aria, importanti da studiare per comprendere il loro contributo al cambiamento climatico. Inoltre, diversamente da quanto avviene per i gas, il particolato mantiene l’“impronta” composizionale delle sorgenti di emissione anche a seguito della sua diffusione e trasporto in altre aree, e ciò rende quindi possibile, attraverso l’uso di opportuni modelli, individuare le sorgenti e quantificarne l’impatto.”

Le caratteristiche del particolato atmosferico e la sua bassa concentrazione nell’area artica, lo rendono particolarmente adatto per essere analizzato mediante le tecniche nucleari con acceleratore applicate nel laboratorio Labec dell’INFN, specializzato in indagini ambientali e sul patrimonio artistico. “Le tecniche utilizzate dal Labec”, illustra Giulia Calzolai, “in particolare la PIXE (Particle Induced X-ray Emission), permette di ottenere informazioni sulla composizione del campione in modo rapido, estremamente sensibile e senza pretrattamento del campione, minimizzando la possibilità di contaminazioni. La PIXE si basa sulla rivelazione di raggi X emessi dal campione in seguito all’interazione con un fascio di particelle accelerate.”  

Impegnato da diversi anni nella ricerca sul particolato atmosferico in aree polari in collaborazione con altri enti tra cui l’Università di Firenze e il CNR, il Labec ha progetti attivi presso il villaggio di ricerca di Ny-Alesund (Svalbard) e in Antartide, nella base di Dome C. L’INFN ha finanziato lo studio, la progettazione, e la realizzazione di un set-up di fascio presso l’acceleratore Tandem del LABEC espressamente dedicato alle misure PIXE. Grazie ai risultati ottenuti, il LABEC è attualmente all’avanguardia nell’analisi del particolato atmosferico ed è parte dell’European Centre for Aerosol Calibration (ECAC) e della Aerosols, Clouds and Trace gases Research Infrastructure (ACTRIS).

A GIULIA DI GREGORIO IL PREMIO ATLAS PER LA MIGLIORE TESI DI DOTTORATO

A GIULIA DI GREGORIO IL PREMIO ATLAS PER LA MIGLIORE TESI DI DOTTORATO

Resi noti i vincitori dell’ARLAS Thesis Award 2021, riconoscimento che rientra nell’ambito delle iniziative promosse dalle collaborazioni ATALS e CMS, i grandi rivelatori ospitati al CERN protagonisti nel 2012 della scoperta del bosone di Higgs, allo scopo di premiare le migliori tesi di dottorato a livello internazionale svolte presso gli esperimenti. Tra i vincitori e le vincitrici di quest’anno, anche Giulia Di Gregorio, ricercatrice INFN dell’Università di Pisa, che sarà premiata nel corso della cerimonia prevista giovedì 24 febbraio in occasione della ATLAS week.

La collaborazione ATLAS conta 5500 membri di 180 istituzioni in tutto il mondo, di cui oltre 1000 sono studenti e studentesse di dottorato, i destinatari dell’ATLAS Thesis Award, che, attraverso una commissione dedicata, seleziona ogni anno i più innovativi risultati ottenuti dai partecipanti alla competizione nel corso del lavoro di ricerca svolto in ATLAS raccolti nelle loro tesi finali. 6 le tesi di dottorato risultate vincitrici dell’ultima edizione del premio, tra cui quella discussa da Giulia Di Gregorio, dal titolo ‘Search for the Higgs boson produced in association with a vector boson and decaying into a pair of b-quarks using large-R jets with the ATLAS detector’, realizzata in collaborazione con la sezione INFN di Pisa.

“Sono orgogliosa e fiera di questo riconoscimento, che condivido sicuramente con tutto il gruppo ATLAS di Pisa. Sono inoltre grata all’Infn per l’opportunità che mi è stata concessa. Svolgere il mio dottorato di ricerca in un contesto internazionale come quello rappresentato dalla collaborazione ATLAS e dal CERN, mi ha infatti permesso di lavorare in uno degli ambienti scientifici più stimolanti al mondo. Un’esperienza che è di fondamentale importanza per chiunque voglia dedicarsi come me all’attività di ricerca nel settore della fisica delle particelle, e che è stata resa ancor più significativa da questo premio”, commenta Giulia Di Gregorio.

Scopo della tesi di Giulia Di Gregorio è quello di studiare, grazie ad ATLAS e a tecniche estremamente sofisticate per la ricostruzione degli eventi che hanno luogo all’interno del rivelatore, una tipo particolare di decadimento del bosone di Higgs, la cui interazione con una delle due particelle mediatrici della forza elettrodebole, W e Z, determina, diversamente da quanto osservato più comunemente, la produzione di un singolo getto composto dai prodotti di decadimento del bosone, ovvero coppie di quark b e anti quark b. 

Maggiori dettagli sul sito ATLAS Italia: https://web.infn.it/atlas/ 

LE INIZIATIVE INFN PER LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE DONNE NELLA SCIENZA 2022

LE INIZIATIVE INFN PER LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE DONNE NELLA SCIENZA 2022

Anche quest’anno l’INFN partecipa con numerose iniziative all’International Day of Women and Girls in Science che si celebra l’11 febbraio. Istituita nel 2015 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la giornata internazionale per le donne nella scienza è un’occasione per promuovere la piena ed equa partecipazione di donne e ragazze nelle scienze, in materia di istruzione, formazione, occupazione e processi decisionali.

I canali social INFN aderiscono alla campagna #WomenInScience, a cui parteciperanno anche altri grandi laboratori internazionali come il CERN. Su Facebook, YouTube, Instagram e Twitter, pubblicheremo quattro storie di giovani ricercatrici che lavorano ai quattro grandi esperimenti del Large Hadron Collider del CERN. 

Aprirà le celebrazioni il 9 febbraio alle 9.00 a Trento la Fondazione Bruno Kessler, in collaborazione con l’Università degli Studi di Trento e il TIFPA dell’INFN organizza l’evento “Be a scientist – tra identità di mestiere e parità di genere”: il mestiere della ricerca visto da due protagonisti d’eccezione, Caterina Petrillo, presidente di Area Science Park e professore ordinario di Fisica Sperimentale all’Università degli Studi di Perugia e Roberto Battiston, professore di Fisica Sperimentale dell’Università di Trento, già Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana. I due relatori racconteranno il mondo della ricerca, come è evoluto nel corso degli anni e cosa si deve aspettare chi intende avvicinarvisi, con una riflessione speciale sulla parità di genere e le azioni da mettere in campo. L’evento si terrà online in diretta sui canali LinkedIn, Facebook e Youtube di Fondazione Bruno Kessler. 

Molti altri eventi si succederanno nella giornata dell’11 febbraio. I Laboratori Nazionali di Legnaro organizzano alle 11.00 l’evento online “Rosalind Franklin: DNA e dintorni”: ricercatori e ricercatrici racconteranno la vita e le scoperte della scienziata e la ricerca di frontiera sviluppata ai Laboratori sui radiofarmaci e le terapie che utilizzano radiazione. 

Laboratori Nazionali di Frascati partecipano all’iniziativa con l’evento online “Towards Inclusive Science“, in diretta dalle 9.30 sul canale YouTube dei LNF, che vedrà coinvolti donne e uomini del mondo della ricerca che, partendo dalle loro esperienze personali e professionali, racconteranno successi e sfide giornaliere a studentesse e studenti del IV e V anno delle Scuole secondarie di secondo grado. L’obiettivo è stimolare ragazze e ragazzi a riflettere e confrontarsi su ostacoli e opportunità nel loro percorso formativo oltre che sul ruolo della donna nella società e nella ricerca. 

Il Gran Sasso Science Institute e l’Università degli Studi dell’Aquila organizzano la conferenza “ResearcHER, prospettive di scienza”. L’evento si terrà alle 10.00 presso l’Auditorium dell’Università e online, e vedrà come ospiti Lucia Votano, già Direttrice dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN, Giuliana Galati, fisica delle particelle, divulgatrice scientifica e componente del CICAP, Serena Giacomin, climatologa e meteorologa per le reti Mediaset e DeAgostini, e Lorenzo Gasparrini, filososo, formatore femminista e attivista.

Le ricercatrici di Padova risponderanno, con dei video o anche degli incontri online, alle domande di studentesse e studenti delle scuole superiori di secondo grado in tema di fisica e astronomia, senza escludere  domande sul percorso di studi o sulla parità di accesso alle scienze. L’iniziativa è organizzata dalla Sezione INFN di Padova, il Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università degli Studi di Padova e l’Osservatorio INAF di Padova, con il patrocinio dell’Italian Office for Astronomy Outreach dell’International Astronomical Union; verrà lanciata l’11 febbraio e si svolgerà poi nelle settimane e mesi successivi.  

Cagliari e presso l’Università di Roma La Sapienza si terranno delle edizioni speciali delle International Masterclasses organizzate da IPPOG. All’edizione sarda, online, organizzata dalla Sezione INFN di Cagliari e dall’Università di Cagliari, parteciperanno 82 studentesse e studenti provenienti da sedici scuole di tutta la Sardegna. Le attività sperimentali proposte riguarderanno sia la fisica delle particelle che l’astrofisica e la fisica della materia. Le studentesse e gli studenti saranno impegnati per due pomeriggi nei primi 10 giorni di febbraio e parteciperanno all’evento finale dell’11 febbraio in cui assisteranno a un dibattito su genere e scienza e potranno esporre i risultati del proprio lavoro. Presso l’Università “La Sapienza”, invece, le studentesse saranno coinvolte in un evento in presenza lungo tutto l’arco della giornata; oltre ai seminari la mattina e la masterclass il pomeriggio, potranno partecipare al “pranzo-con-le-ricercatrici”, durante il quale scambiare idee e porre domande alle ricercatrici in un ambiente informale. 

Anche le Sezioni INFN di Roma3Napoli e il Gruppo Collegato di Cosenza organizzano le International Masterclasses for girls. Parteciperanno all’evento circa 80 studentesse liceali di 14 scuole di Calabria e Basilicata e 25 studentesse sarde in modalità remota, mentre in presenza saranno coinvolte 20 studentesse del Lazio e 36 della Campania. Per quest’anno, una parte dell’evento sarà in comune nelle tre città: le partecipanti potranno assistere da remoto alla presentazione della fisica e sociologa Ilenia Picardi, dal titolo “Equità di genere nella scienza: le sfide per le ragazze nelle STEM”.  La sessione “hands-on” permetterà invece alle studentesse di condurre analisi di dati reali dell’esperimento ATLAS del CERN e confrontare i risultati ottenuti con colleghe di vari Paesi Europei. 

L’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, in collaborazione con la Sezione INFN di Roma 2, proporranno agli studenti e alle studentesse l’incontro online “STEM: Protagoniste di una grande storia”, a cura dell’associazione ValoreD, a cui seguirà un dibattito con le ricercatrici dell’Università e della Sezione.

Le ricercatrice Carla Aramo, della Sezione INFN di Napoli parteciperà alla campagna online organizzata dalla Collaborazione Pierre Auger, mentre la ricercatrice Iaia Masullo parteciperà all’evento “Scienza: sostantivo femminile”, organizzato dall’Associazione di Promozione sociale Social Project, dalle 9.00 dell’11 febbraio presso Villa Bruno a San Giorgio a Cremano, rivolto alle studentesse delle scuole secondarie di primo e secondo grado, con l’obiettivo di avvicinarle alla scienza e alle carriere scolastiche attraverso un’esperienza di tutoring. 

Pavia, nella giornata di venerdì sarà organizzato un side-event della Notte dei Ricercatori. L’iniziativa è ideata da Silva Bortolussi, ricercatrice della Sezione INFN di Pavia e dell’Università di Pavie, e Ilaria Canobbio, ricercatrice dell’Università di Pavia, ed è inserita negli eventi Sharper e svolta in collaborazione con la terza missione e l’Ufficio Sostenibilità dell’Università degli Studi di Pavia. Durante la manifestazione verrà piantato un albero con una targa in commemorazione di Eva Mameli, prima botanica italiana e laureata all’Università di Pavia; le scuole verranno invitate a preparare delle proposte per la prossima scienziata a cui dedicare un nuovo albero. 

La Sezione INFN di Lecce, in collaborazione con il dipartimento di Matematica e Fisica dell’Università del Salento, celebrerà la giornata con l’evento “Dottorande nella scienza: conversazione online”, che sottolinea l’importanza del ruolo delle donne e delle giovani ragazze all’interno della comunità scientifica e nel settore tecnologico. L’incontro verrà trasmesso in diretta streaming sul canale Facebook della Sezione INFN di Lecce.

CI HA LASCIATI PAOLO FRANZINI

CI HA LASCIATI PAOLO FRANZINI

Il 27 gennaio è scomparso Paolo Franzini, fisico stimato e riconosciuto a livello internazionale, che nella sua lunga carriera ha contribuito in modo determinante anche al successo dell’esperimento KLOE ai Laboratori Nazionali di Frascati dell’INFN.

Paolo Franzini, nato a Pavia nel 1933, si laurea alla Scuola Normale Superiore di Pisa nel 1955. Nel 1956 entra nel gruppo guidato da Marcello Conversi, allora direttore dell’Istituto di Fisica di Pisa, per poi trasferirsi, all’inizio degli anni ’60, negli Stati Uniti. È qui che, diventato professore alla Columbia University, dove conosce Juliet Lee, sua futura moglie e compagna di vita, conduce numerosi importanti esperimenti, al Brookhaven National Laboratory, al Fermilab e alla Cornell University. In particolare, lavora a un esperimento al Cosmotron di Brookhaven, e in seguito insieme a Juliet guida l’esperimento CUSB (Columbia-Stony Brook) a CESR (Cornell electron storage ring). Successivamente partecipa alla progettazione dell’esperimento D0 al Fermilab, fornendo contributi fondamentali, in particolare alla realizzazione del calorimetro.

Su invito di Nicola Cabibbo, nei primi anni ’90 Franzini rientra in Italia per guidare l’esperimento KLOE, che proprio in quel periodo vedeva la luce all’acceleratore DAFNE dei Laboratori Nazionali di Frascati dell’INFN. Si trasferisce quindi a Frascati con la moglie nel 1991 e viene chiamato per chiara fama come professore al Dipartimento di Fisica della Sapienza Università di Roma. Nei circa venti anni successivi, Franzini guida con vigore tutte le fasi dell’esperimento, dalla costruzione del rivelatore, alla presa dati, all’analisi dei dati raccolti. Alla Sapienza tiene corsi sulla fisica delle particelle elementari fino al 2005, anno del suo pensionamento.

Durante il suo “periodo romano”, Paolo Franzini ha formato un nutrito gruppo di giovani fisici sperimentali, molti dei quali oggi sono protagonisti di grandi imprese scientifiche nei maggiori laboratori di ricerca del mondo, come ricorda il direttore dei Laboratori di Frascati Fabio Bossi: “Nel nostro Laboratorio, accanto a Paolo e alla moglie Juliet Lee-Franzini, si è formata una intera generazione di fisici sperimentali. Molti di questi ‘ex giovani’ sono oggi protagonisti di grandi imprese scientifiche: questo non sarebbe stato possibile in assenza del suo magistero. Ho avuto personalmente il privilegio di lavorare a stretto contatto con lui e mi pregio di poterlo considerare un mio mentore e amico. Per questo la notizia della sua scomparsa mi rattrista profondamente. Con Paolo se ne va un pezzo della nostra storia”, conclude Bossi.

Grande esperto di elettronica, Franzini aveva tuttavia una conoscenza approfondita di tutti gli aspetti sia teorici sia sperimentali della fisica delle particelle, fatto che lo rendeva una delle personalità più note e più stimate a livello mondiale in questo campo.
“Paolo era un fisico molto brillante e molto profondo”, ricorda il collega e amico Fernando Ferroni. “Nicola Cabibbo lo aveva incoraggiato a prendersi la responsabilità di quella grande avventura che avrebbe rimesso i Laboratori di Frascati nel mondo della fisica di avanguardia, e lui e sua moglie Juliet accettarono con entusiasmo. Un rientro di cervelli che ha arricchito enormemente l’INFN con tutti i giovani da loro formati e la grande messe di risultati prodotti da KLOE”, conclude Ferroni.

L’ONDA D’URTO DEL VULCANO HUNGA TONGA – HUNGA HA’APAI  OSSERVATA DAI RIVELATORI DI POLARQUEEEST A NY-ALESUND

L’ONDA D’URTO DEL VULCANO HUNGA TONGA – HUNGA HA’APAI OSSERVATA DAI RIVELATORI DI POLARQUEEEST A NY-ALESUND

La quantità di energia sprigionata dall’esplosione del vulcano sottomarino dell’isola di Hunga Tonga – Hunga Haʻapai, nel sud Pacifico, è stata tale da rendere, a più giorni di distanza dall’eruzione, ancora osservabili i suoi effetti. A dimostrarlo, anche le variazioni di pressione atmosferica associate al percorso delle onde d’urto prodotte a seguito dell’evento, registrate dai sensori dei rivelatori del progetto PolarquEEEst, situati a Ny-Ålesund, nelle isole Svalbard, a 78°55’N, l’insediamento di ricerca più vicino al Polo Nord per la rivelazione dei raggi cosmici. Finanziato dall’INFN e dal Centro Ricerche Enrico Fermi, con il contributo dell’Istituto di Scienze Polari del CNR, l’esperimento ha infatti osservato, nel corso dei giorni, i passaggi che le onde d’urto emesse dall’esplosione in direzioni opposte hanno effettuato in corrispondenza della base scientifica del CNR “Dirigibile Italia” a Ny-Ålesund, dopo aver percorso l’intera superficie terrestre.

Fotografata dai satelliti in orbita terrestre, l’imponente esplosione di Hunga Tonga – Hunga Haʻapai del 15 gennaio ha distrutto parte dell’omonima isola su cui si trovava il vulcano, producendo un’onda d’urto che si è poi propagata attraverso l’atmosfera terrestre. La prima onda, dopo aver viaggiato per 13.500 km, ha raggiunto Ny-Ålesund lo stesso giorno alle 17:21 circa (ora italiana), manifestandosi con un aumento della pressione atmosferica misurata dai sensori installati sui tre rivelatori POLA del progetto PolarquEEEst, operativi nella stazione artica dal 2019.

Una seconda onda d’urto che si è propagata in direzione opposta percorrendo più di 27.000 km, è stata registrata circa 8 ore dopo, alle ore 5:20 del giorno successivo, il 16 gennaio. Una terza, corrispondente al primo impulso rivelato, che ha proseguito a una velocità media superiore ai 300 m/s nel suo viaggio attorno alla Terra, compiendo un giro ulteriore, è stata osservata dopo altre 36 ore, il 17 gennaio alle ore 17:35 circa. Ulteriori onde di pressione sono state osservate nella zona di Ny-Ålesund, dovute ai successivi passaggi della perturbazione.

“Obiettivo dei rivelatori PolarquEEEst   – spiega Francesco Noferini, responsabile INFN del progetto EEE e ricercatore della sezione di Bologna – è il monitoraggio dei raggi cosmici a latitudini estreme, e delle loro correlazioni con le condizioni atmosferiche e astrofisiche. Per questo i rivelatori dell’esperimento sono equipaggiati con vari sensori per monitorare le condizioni ambientali (temperatura, pressione) che hanno permesso la rilevazione dell’onda d’urto creata nell’esplosione del vulcano Hunga Tonga – Hunga Haʻapai.” 

“In questi quattro anni di operazione, gli strumenti dell’esperimento hanno funzionato con grande affidabilità e minima necessità di interventi. Le indicazioni fornite dai sensori dell’esperimento e la loro correlazione con altre grandezze fisiche, saranno di grande interesse per la comprensione dei meccanismi fisici in atto durante questi violenti fenomeni naturali”, conclude Mario Nicola Mazziotta, coordinatore della fisica per EEE e ricercatore della sezione INFN di Bari.

PolarquEEEst è parte del Progetto Extreme Energy Events (EEE) (https://eee.centrofermi.it/) e ha lo scopo di studiare i raggi cosmici al livello del mare misurandone il flusso a varie latitudini. In particolare, quattro rivelatori identici basati su due piani di scintillatori letti da sensori al silicio sono stati assemblati da studenti di scuole medie superiori italiane, norvegesi e svizzere, con la coordinazione dei ricercatori delle Sezioni INFN e Università di Bologna e Bari e del Centro Fermi. L’esperimento ha effettuato misure da Lampedusa sin oltre il circolo polare artico a 82°N (circa 900 km dal Polo Nord), anche grazie a una imbarcazione ecosostenibile del progetto Polarquest2018 (http://www.polarquest2018.org/). Dopo varie campagne di misura in diverse sedi, dal 2019 tre di questi rivelatori sono in presa dati a Ny-Ålesund nelle Isole Svalbard, presso altrettante stazioni del CNR.

FISICA DELLE PARTICELLE: SVELATO IL LOGO DELLA CONFERENZA INTERNAZIONALE ICHEP 2022, CHE SI TERRÀ A BOLOGNA DAL 6 AL 13 LUGLIO

FISICA DELLE PARTICELLE: SVELATO IL LOGO DELLA CONFERENZA INTERNAZIONALE ICHEP 2022, CHE SI TERRÀ A BOLOGNA DAL 6 AL 13 LUGLIO

Nel prossimo luglio chiamerà a raccolta a Bologna il gotha internazionale della fisica: è ICHEP 2022, la principale conferenza di fisica delle particelle, che lunedì 17 gennaio ha svelato la sua nuova immagine. Sono stati resi noti, infatti, i vincitori del bando indetto dall’INFN, in collaborazione con AIAP Associazione Italiana Design della Comunicazione Visiva, per la selezione del logo identificativo e della veste grafica dell’edizione 2022 di ICHEP, International Conference on High Energy Physics. Rivolto ai professionisti del settore grafico ed alle studentesse e agli studenti di scuole d’arte e dei corsi di grafica, singoli od organizzati in gruppo, il concorso ha riscosso un importante successo in termini di partecipazione, con oltre 350 proposte sottomesse.

La valutazione dei lavori presentati si è conclusa con l’individuazione dei cinque migliori elaborati grafici. Ad aggiudicarsi i 3.000 euro previsti per la proposta vincitrice del bando, che sarà adottata sia come logo di ICHEP 2022 che come marchio distintivo dei poster della conferenza, Giovanni Pantè. Un premio speciale di 500 euro, dedicato ai giovani sotto i 25 anni di età, è stato inoltre conferito a Emilio Dalpane, entrato nella cinquina dei finalisti. Previsto infine un riconoscimento anche per le proposte ritenute degne di menzione dal comitato di valutazione del concorso, che saranno esposte a Bologna durante la conferenza e presentate sui canali social di prossima apertura dell’ICHEP 2022. 

La prima edizione di ICHEP si è tenuta a Rochester, negli Stati Uniti, nel 1950 e dal 1960 la conferenza ha acquisito l’attuale cadenza biennale. Rappresenta l’appuntamento più importante a livello mondiale per la comunità scientifica che si occupa di ricerca nel campo della fisica delle particelle elementari ed è sede di confronto sui risultati più recenti in questo campo e per la definizione di future strategie di ricerca. L’organizzazione della 41° edizione della conferenza che si svolgerà a Bologna dal 6 al 13 luglio 2022 (per la prima volta in Italia nei suoi oltre 70 anni di storia) è stata affidata alle sezioni INFN di Bologna e Ferrara in collaborazione con le rispettive Università.

Risultati bando

Al via la campagna osservativa di IXPE

Al via la campagna osservativa di IXPE

Dopo un mese di verifiche ingegneristiche e scientifiche che hanno confermato la perfetta messa in orbita e funzionamento del satellite e dei suoi tre telescopi, l’11 gennaio 2021 il satellite IXPE (Imaging X-ray Polarimetry Explorer), lanciato da Cape Canaveral il 9 dicembre 2021 e frutto di una collaborazione tra NASA e ASI, con il contributo di INAF e INFN, ha iniziato la fase scientifica. Questa fase durerà almeno due anni ed è stata inaugurata puntando il resto di supernova Cas A. L’osservazione durerà 19 giorni per raccogliere un numero sufficiente di fotoni per misurarne la polarizzazione.

Poiché la polarimetria è affamata di fotoni, le osservazioni di ciascuna sorgente dureranno mediamente giorni interi. Paolo Soffitta, responsabile scientifico nazionale (PI italiano, INAF-IAPS) di IXPE commenta che “per la prima volta si misurerà la polarizzazione risolta spazialmente da una sorgente estesa nella banda dei raggi X. La polarimetria X dei Resti di Supernove ci fornirà indicazione dei siti di accelerazione dei raggi cosmici grazie alla mappatura del campo magnetico. Non sarà Cas A l’unica Supernova che IXPE osserverà, infatti nel piano si misurerà la polarizzazione della Supernova di Tycho (Scoperta da Tycho Brahe nel 1572) e la piu debole Supernova del 1006.”

Luca Baldini, co-PI Italiano (Università di Pisa e INFN) aggiunge che “per misurare la polarizzazione della radiazione incidente dobbiamo mappare le proprietà dei raggi X che entrano nel telescopio. I rivelatori Gas Pixel Detector che abbiamo costruito per IXPE ci permettono di farlo per ogni singolo fotone catturato nelle osservazioni. Questa tecnica aumenta enormemente la sensibilità della nostra misura rispetto alle tecniche finora disponibili, riducendo i tempi di osservazione e dandoci quindi la possibilità di osservare molte sorgenti di natura diversa e, per quelle estese come Cas-A, misurare le mappe della polarizzazione e ricavarne informazioni sui meccanismi di emissione attivi in diverse zone della sorgente.

Immacolata Donnarumma, Project Scientist per l’Agenzia Spaziale Italiana conclude con “il piano di osservazione inizia con una sorgente astrofisica che ben mette in luce le proprietà uniche dei polarimetri a bordo di IXPE. I tre nuovi occhi di IXPE scruteranno l’estesa regione da cui abbiamo finora rivelato l’emissione X di CAS A per capire se e quanto questa sia polarizzata, con l’obiettivo di localizzare i siti in cui le particelle vengono accelerate dallo shock prodotto dall’esplosione. E’ solo l’inizio: il piano di osservazioni di IXPE in questo primo anno offrirà dati unici per diverse classi di sorgenti astrofisiche, da cui ci aspettiamo nuovi stimolanti approfondimenti teorici.”

PRIN 2020: 11 PROGETTI VINCITORI CON L’INFN, DI CUI 3 COME CAPOFILA

PRIN 2020: 11 PROGETTI VINCITORI CON L’INFN, DI CUI 3 COME CAPOFILA

Sono 11 i PRIN Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale recentemente selezionati dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del bando PRIN 2020 che vedono la partecipazione dell’INFN, di cui tre come capofila. Tra le tematiche di ricerca maggiormente premiate dalle graduatorie finali dei PRIN 2020 e sulle quali l’INFN sarà impegnato vi sono lo studio delle sorgenti astrofiche mediante segnali gravitazionali e l’indagine sui costituenti fondamentali della materia, siano essi noti o ancora sconosciuti, come nel caso della materia oscura, a dimostrazione del ruolo di leadership svolto dall’Istituto in questi settori di ricerca. In particolare, le tre proposte vincitrici di cui l’INFN è capofila fanno riferimento ai settori disciplinari della fisica fondamentale, dell’astrofisica e della scienza dei materiali, e sono coordinati da Pia Astone, ricercatrice della sezione INFN di Roma 1, Francesco Pandolfi, ricercatore della sezione Roma 1 dell’INFN, e Angelo Pagano, ricercatore INFN della sezione di Catania.

Il crescente interesse del sistema di ricerca nazionale nei confronti dell’astronomia gravitazionale, giustificato dagli importanti risultati conseguiti nel corso degli ultimi anni e dalle opportunità garantite dalla presenza sul suolo italiano dell’osservatorio europeo Virgo e dalla possibilità di ospitare in futuro l’interferometro di nuova generazione Einstein Telescope, dei quali l’Italia è capofila attraverso l’INFN, è certificato anche dai progetti a contributo INFN che si sono aggiudicati i finanziamenti del PRIN 2020 dedicati alle discipline appartenenti al settore delle scienze dell’Universo (EP9). Quattro delle cinque proposte di ricerca selezionate in questo settore avranno infatti come obiettivo lo studio, l’individuazione e lo sviluppo delle conoscenze, dei sistemi e delle tecnologie in grado di migliorare la sensibilità degli attuali interferometri e necessarie alla costruzione e al futuro funzionamento di ET.

Il progetto “Cutting-edge strategies to identify new GEMS (Gravitational and ElectroMagnetic wave Sources) in the Universe with current and next-generation detectors”, di cui l’INFN è proponente e coordinato da Pia Astone, con la partecipazione della Sapienza Università di Roma e dell’INAF Istituto Nazionale di Astrofisica, si avvarrà di un finanziamento di 591.400 euro e avrà come scopo quello di effettuare ricerche per l’individuazione dei parametri necessari alla rivelazione di sorgenti gravitazionali isolate, quali stelle di neutroni o magnetar, che rappresentano l’attuale frontiera dell’astronomia gravitazionale.

Il progetto a guida INFN ANDROMeDa (Aligned Nanotube Detector for Research On MeV Darkmatter), coordinato da Francesco Pandolfi si è aggiudicato 773.494 euro, parte dei fondi PRIN 2020 destinati alle proposte sottomesse da ricercatori con età inferiore ai 40 anni. ADROMeDa si propone di sviluppare un nuovo rivelatore di materia oscura sensibile grazie all’impiego di nanotubi di carbonio allineati verticalmente.

Il progetto ANCHISE (Array for Neutron and Charged particle detection with High Linear momentum Selection), coordinato da Angelo Pagano, che ha ricevuto un finanziamento ministeriale di 626.730 euro, valorizza le competenze INFN nel campo dello sviluppo di tecnologie per acceleratori di particelle. ANCHISE, a cui contribuiranno l’Università di Catania, l’Università e il Politecnico di Milano, mira infatti allo studio di un prototipo innovativo di rivelatore compatto composto da segmenti plastici per l’individuazione di particelle diverse prodotte nei collisori, con applicazioni nel monitoraggio delle radiazioni associabili alla produzione di fasci stabili ed esotici e sarà utile per applicazioni mediche.

A ILARIA NARDECCHIA IL VIRGO AWARD 2021

A ILARIA NARDECCHIA IL VIRGO AWARD 2021

È Ilaria Nardecchia, ricercatrice della Sezione INFN di Roma Tor Vergata, la vincitrice della prima edizione del Virgo Award, assegnato annualmente dalla collaborazione internazionale Virgo a un giovane ricercatore o ricercatrice, per il suo significativo contributo all’esperimento.

Il Virgo Award 2021 è andato a Ilaria Nardecchia “in riconoscimento dei suoi molti e rilevanti contributi all’esperimento Virgo, in particolare del suo profondo coinvolgimento nella modellizzazione e negli aspetti sperimentali che hanno portato con successo all’implementazione del sistema di compensazione termica dell’interferometro”.

“Sono molto felice ed è una grande soddisfazione ricevere questo premio dalla collaborazione Virgo, – commenta Ilaria Nardecchia – grazie a tutte le persone che mi hanno accompagnato in questo percorso, fin da quando ero studentessa, dieci anni fa”.

“I risultati dell’esperimento Virgo, ormai riconosciuti come un pilastro della fisica contemporanea, si basano sul lavoro di molti eccezionali giovani scienziati, che non sempre sono sotto i riflettori”, spiega Giovanni Losurdo, ricercatore dell’INFN che guida la collaborazione internazionale Virgo. “Abbiamo quindi deciso di istituire il Virgo Award proprio per valorizzare e dare un giusto riconoscimento pubblico al loro cruciale contributo. Congratulazioni, dunque, a Ilaria Nardecchia per questo meritato successo!”

La giuria che ha selezionato la vincitrice è composta da scienziati di alto livello nel campo della fisica delle onde gravitazionali: Lisa Barsotti (MIT Kavli Institute – LIGO), Monica Colpi (INFN e Università di Milano Bicocca), Gabriela Gonzalez (Louisiana State University), Frank Linde (Istituto di fisica subatomica dei Paesi Bassi – Nikhef ), Catherine Nary Man (Centre national de la recherche scientifique) e Andrea Vicerè (INFN Sezione di Firenze e Università di Urbino).

La cerimonia di premiazione ha avuto luogo oggi a EGO, l’Osservatorio Gravitazionale Europeo, durante la Virgo Week, appuntamento trimestrale di confronto dell’intera collaborazione internazionale, svoltasi nuovamente in presenza questa settimana, per la prima volta dall’inizio della pandemia.

Ilaria Nardecchia, 35 anni, abruzzese, adora le estreme terre del Nord e il mare. Attualmente assegnista di ricerca presso la Sezione INFN dell’Università di Roma Tor Vergata. Consegue la Laurea Magistrale in Astronomia e Astrofisica alla Sapienza Università di Roma e il Dottorato in Astrofisica in co-tutela tra le Università di Roma Tor Vergata e Sapienza. Membro della collaborazione Virgo da circa 10 anni, si dedica allo sviluppo e alla ricerca del sistema di compensazione termica per la correzione delle aberrazioni ottiche.

La Collaborazione Virgo è attualmente composta da circa 700 membri di 129 istituzioni in 16 diversi paesi (principalmente europei). L’Osservatorio Gravitazionale Europeo EGO ospita il rivelatore Virgo vicino a Pisa in Italia, ed è finanziato dal CNRS Centre National de la Recherche Scientifique francese, dall’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare italiano, e da Nikhef Istituto Nazionale di Fisica Subatomica dei Paesi Bassi. http://www.virgo-gw.eu

 

 

SPAZIO ALLE PARTICELLE: LE INIZIATIVE INFN NELLA GIORNATA NAZIONALE DELLO SPAZIO

SPAZIO ALLE PARTICELLE: LE INIZIATIVE INFN NELLA GIORNATA NAZIONALE DELLO SPAZIO

Giovedì 16 dicembre anche l’INFN partecipa alle celebrazioni della prima Giornata Nazionale dello Spazio, iniziativa istituita dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, con il coordinamento dell’Agenzia Spaziale Italiana, nel giorno in cui fu lanciato, nel 1964, il primo satellite italiano, il San Marco 1. Obiettivo dell’iniziativa è far conoscere e promuovere il sistema e le attività spaziali del nostro Paese che così grande impatto hanno in termini di produzione di nuova conoscenza e di innovazione tecnologica, crescita economica e valorizzazione del ruolo internazionale dell’Italia, grazie alla lunga e intensa collaborazione tra i mondi della ricerca scientifica e dell’industria. Una fruttuosa sinergia, questa, a cui l’INFN contribuisce con un ruolo di primo piano grazie alle risorse, competenze e capacità tecnologiche messe in campo nelle missioni spaziali. E saranno proprio queste ultime le protagoniste degli eventi organizzati dall’INFN in occasione della Giornata Nazionale dello Spazio: il programma, con inizio alle ore 15, prevede tre appuntamenti online: “La Fermi Masterclass 2021”, la diretta Instagram “Spazio alla gravità” e l’incontro Youtube “Dalla lanterna allo spazio: il contributo genovese allo studio del nostro universo”. In occasione dell’iniziativa, la sezione INFN di Perugia proporrà inoltre per tutta la giornata sulla propria pagina web (https://www.pg.infn.it/en/infn-perugia-unit-home-page/) due video che illustreranno il contributo dell’INFN e dell’Università di Perugia alle attività spaziali e i disegni dei bambini che hanno partecipato al concorso organizzato da INFN, UNIPG e Agenzia Spaziale Italiana “Disegniamo l’Universo”.

Dunque, alle 15, si partirà con la Fermi Masterclass 2021, dedicata alla fisica delle astroparticelle e rivolta agli studenti delle scuole secondarie di II grado. L’evento, che si svolgerà in modalità online fino alle ore 18, e che lo scorso anno ha visto la partecipazione di quasi 700 tra studenti e studentesse, è organizzato dalle Sezioni dell’INFN e dalle Università di Bari, Perugia, Pisa, Roma, Torino e Trieste. Il programma dell’iniziativa prevede quest’anno una prima parte di seminari introduttivi sull’astrofisica dei raggi gamma e sull’esperimento Fermi e una seconda parte in cui sarà spiegato l’utilizzo di un programma online per l’analisi dei dati provenienti dall’esperimento Fermi-LAT, con cui i ragazzi potranno cimentarsi in una esercitazione pratica al computer. Per partecipare alle attività e ricevere maggiori informazioni sulla Fermi Masterclass, consultare il sito. (https://collisioni.infn.it/attivita_educative/fermi-masterclass/)

La sezione di Genova dell’INFN, in collaborazione con l’Università di Genova, propone invece un pomeriggio di conferenze divulgative durante le quali docenti e ricercatori racconteranno al pubblico le più suggestive e promettenti ricerche sul nostro universo e la coinvolgente avventura dell’esplorazione umana e robotica dello spazio. Sarà possibile seguire l’evento, dalle 15:00 alle 18:00, in diretta streaming sul canale YouTube dell’INFN di Genova: https://www.youtube.com/channel/UCXj-JZfoDiVVuR2zGhb9ltQ. Per consultare la lista degli ospiti che interverranno consultare il sito: https://www.ge.infn.it/wordpress/?p=19071.

Sviluppare nuovi esperimenti e tecnologie spaziali per mettere alla prova la gravità descritta dalla Teoria della Relatività Generale di Albert Einstein: una sfida che vede l’INFN protagonista e che in occasione della Giornata Nazionale della Spazio sarà raccontata, a partire dalle 18.00, nel corso della diretta Instragram “Spazio alla gravità”. Protagoniste dell’appuntamento, tre giovani scienziate, Francesca Dordei, ricercatrice della sezione INFN di Cagliari, Eleonora Castelli, ricercatrice dell’INFN e dell’Università di Trieste, e Luciana Filomena, ricercatrice dei Laboratori Nazionali di Frascati dell’INFN, che presenteranno al pubblico tre ambiziosi progetti per lo studio dei fenomeni gravitazionali: gli osservatori di onde gravitazionali di nuova generazione Einstein Telescope e LISA, e il Laser Retroreflector Array (LaRA), retroriflettore posizionato a bordo del rover marziano Perceverance. A moderare l’incontro, Giuliana Galati, ricercatrice dell’INFN e dell’Università di Bari e divulgatrice scientifica. La diretta sarà trasmessa sulla pagina Instagram @infn_insights (https://www.instagram.com/infn_insights/)