ADDIO A RAFFAELE TRIPICCIONE

ADDIO A RAFFAELE TRIPICCIONE

Ci ha improvvisamente lasciati il 9 novembre Raffaele Tripiccione, per tutti Lele, ricercatore dell’INFN e professore all’Università di Ferrara, già Direttore della Sezione di Ferrara dell’INFN dal 2017 al 2020.

“Conoscevo Lele da più di quarant’anni, dai tempi in cui eravamo studenti all’Università di Pisa”, ricorda Diego Bettoni, della Giunta Esecutiva dell’INFN. “Con lui ho condiviso momenti importanti della mia vita professionale, prima tra tutte l’esperienza nel Consiglio Direttivo dell’INFN, al quale Lele ha dato un contributo molto significativo con la saggezza, la pacatezza e la signorilità che lo contraddistinguevano. Sapeva affrontare con leggerezza e ironia anche le questioni più complesse. In questo momento di grande dolore il mio pensiero va ad Angela e ai figli”.

“Lele e io ci conoscevamo da molto tempo, – ricorda Roberto Calabrese, Direttore della Sezione INFN di Ferrara – entrambi studenti di Fisica a Pisa a fine anni ’70. Le nostre strade si erano poi separate, ma la sorte ci ha fatto ritrovare quando Lele è arrivato come professore all’Università di Ferrara nel 2000. Abbiamo lavorato molto insieme in anni recenti, condividendo scelte e responsabilità riguardanti la Fisica a Ferrara, lui come Direttore della Sezione dell’INFN e io come Direttore del Dipartimento universitario. Lo ricorderò per sempre non solo per le sue doti professionali, ma anche per la sua umanità e la capacità di affrontare con serenità e lucidità qualunque problema. Era un punto di riferimento per la Sezione e il Dipartimento e ci mancherà molto”.

“Raffaele è stato per me come un fratello più giovane, con cui ho condiviso avventure scientifiche e la quotidianità della vita accademica nell’arco di quarant’anni, prima a Pisa e poi a Ferrara”, ricorda Giovanni Fiorentini, già Direttore della Sezione di Ferrara e dei Laboratori Nazionali di Legnaro. “Era un dei pochi che sapesse coniugare la fisica teorica con l’elettronica, in questo campo diede contributi importantissimi al progetto APE e si affermò come esperto mondiale. Era curioso di ogni aspetto di scienza e tecnologia, sempre pronto a discutere nuove idee e capace di comprenderne velocemente gli aspetti essenziali. Dotato di una personalità affabile e serena, sempre equilibrato in ogni giudizio, un gentiluomo pronto a smussare ogni problema con una punta di ironia, era amato dagli studenti e aveva un rapporto cordiale con tutti i colleghi. La disgrazia ha portato via ai suoi cari, agli amici e alla comunità scientifica una bella persona”.

Raffaele Tripiccione aveva studiato fisica all’Università di Pisa, laureandosi nel 1980 e frequentando poi la Scuola di Perfezionamento della Scuola Normale Superiore. Dopo un periodo di ricerca al laboratorio Fermilab, negli Stati Uniti, aveva svolto la prima parte della sua carriera scientifica all’INFN, a Pisa. Dal 2000 era professore all’Università di Ferrara. I suoi interessi scientifici erano legati soprattutto allo studio teorico e computazionale dei sistemi complessi, spaziando negli anni dalle teorie di gauge sul reticolo alla dinamica dei fluidi in regime turbolento, ai sistemi di spin. È stato uno dei pionieri dell’utilizzo di metodi computazionali avanzati nello studio di sistemi fisici, interessandosi anche di sviluppo di sistemi di calcolo dedicati per la modellazione fisica. Recentemente aveva iniziato a occuparsi di computazione quantistica, vista soprattutto come un potenziale strumento di studio e simulazione di sistemi fisici per i quali i metodi di calcolo classico non sono in grado di fornire soluzioni soddisfacenti. Nel contesto delle scienze e tecnologie quantistiche, svolgeva un ruolo di coordinamento di tutte le attività dell’INFN.

 

 

 

 

A FRANCESCA DORDEI IL PREMIO DONNA DI SCIENZA GIOVANI 2021

A FRANCESCA DORDEI IL PREMIO DONNA DI SCIENZA GIOVANI 2021

Oggi, martedì 9 novembre, nell’ambito della giornata conclusiva del Festival della Scienza di Cagliari, la ricercatrice INFN Francesca Dordei ha ricevuto il Premio Donna di Scienza Giovani 2021, nel corso della cerimonia di consegna del Premio Donna di Scienza. Nata nel 2019, l’iniziativa, promossa dall’associazione ScienzaSocietàScienza in collaborazione con le Università degli Studi di Cagliari e di Sassari, l’INAF e l’Osservatorio Astronomico di Cagliari, la sezione di Cagliari dell’INFN, la sede di Cagliari dell’Istituto di Neuroscienze del CNR e l’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Cagliari, si pone lo scopo di fornire un riconoscimento alle figure femminili che si sono distinte in campo scientifico contribuendo a dare prestigio e avanzamenti alla Sardegna. La sezione del riconoscimento rivolta alle giovani scienziate ha premiato Francesca Dordei, ricercatrice della sezione di Cagliari dell’INFN e delle collaborazioni LHCb, al CERN, e DarkSide, presso di Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN, per i suoi risultati nel settore di ricerca dedicato alla fisica delle particelle e per il suo impegno nella divulgazione scientifica.

“Sono molto felice di aver ricevuto il premio Donna di Scienza Giovani”, commenta Francesca Dordei a margine della cerimonia di premiazione”. “È un riconoscimento, arrivato del tutto inaspettatamente, che mi riempie di orgoglio. Innanzitutto, per l’appoggio ricevuto da parte del Direttore della mia Sezione, Alberto Masoni, che mi ha candidata per questo premio, aspetto che ha rappresentato per me un motivo di grande soddisfazione ancor prima dell’assegnazione del premio. Mi sento inoltre molto orgogliosa per le motivazioni che hanno dato vita al premio, ovvero sostenere le donne nella scienza. Sono infatti una fortissima sostenitrice di un’uguaglianza di genere nella scienza e sono convinta che la scienza stessa sarebbe arricchita da una uguale rappresentanza maschile e femminile. Infine, il premio si rivolge a persone operanti in Sardegna, e questo costituisce per me un ulteriore motivo di vanto, poiché sono molto contenta dell’opportunità che ho avuto di fare esperienze e formarmi all’estero e successivamente di rientrare in Sardegna per proseguire qui la mia attività di ricerca e preparare nuove generazioni di studenti e studentesse”.

Nonostante la giovane età [quanto anni ha? Non lo diciamo], Francesca Dordei vanta già un ricchissimo curriculum, con all’attivo oltre 500 pubblicazioni scientifiche, di cui è stata coautrice, e un’attività di ricerca che, iniziata nella collaborazione scientifica dell’esperimento LHCb del CERN su tematiche legate all’asimmetria tra materia e antimateria, si è aperta nel recente passato ad altri settori e a progetti chiave dell’indagine fisica contemporanea, come la ricerca della materia oscura e lo studio delle onde gravitazionali. “Le sfide professionali che mi aspetto di affrontare nel prossimo futuro sono numerose”, commenta la stessa Dordei, “d’altronde ci sono tantissime domande che fanno parte della mia attività di ricerca che devono ancora trovare risposta. Persiste, per esempio, il problema della scomparsa dell’antimateria nei primi istanti di vita dell’universo, tema su cui gli esperimenti del CERN si stanno concentrando. Mi auguro poi che il progetto Einstein Telescope per il futuro rivelatore di onde gravitazionali possa essere effettivamente realizzato in Sardegna, contribuendo al rilancio della Regione e alla nostra conoscenza dell’universo. E sarei molto felice di poter partecipare a quella che per me rappresenterebbe una sfida, in quanto non provengo dal settore dell’astronomia gravitazionale. Dal punto di vista personale, la speranza per il futuro è quella di poter vedere sempre più donne nel mio dipartimento e ricercatrici che possano rappresentare un modello di riferimento da seguire per bambine e ragazze”.   

Cagliaritana, classe 1987, Francesca Dordei ha conseguito la laurea triennale in Fisica e la laurea specialistica in Fisica Nucleare nel capoluogo sardo. Dopo aver svolto il dottorato di ricerca in Fisica ad Heidelberg, in Germania, viene assunta al CERN di Ginevra con una borsa Marie Curie. Al Cern, dove continua a lavorare all’interno della collaborazione LHCb, ricopre diversi ruoli di responsabilità, culminati nell’incarico di guidare un gruppo di circa 70 tra ricercatrici e ricercatori provenienti da tutto il mondo avente come obiettivo lo studio delle differenze esistenti tra la materia e antimateria. Nel 2017, dopo aver vinto un concorso nazionale bandito dall’INFN per la posizione di ricercatrice a tempo indeterminato, torna a Cagliari, unendosi alle collaborazioni DarkSide, esperimento rivolto alla ricerca della cosiddetta materia oscura operante presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso, ed Einstein Telescope, interferometro gravitazionale di nuova generazione che l’Italia, attraverso l’INFN, si è candidata a ospitare nei pressi di Lula, in provincia di Nuoro. Si occupa da sempre di divulgazione scientifica, interessandosi in particolar modo alle tematiche legate agli stereotipi e alle discriminazioni di genere e orientamento sessuale nel mondo della scienza. Impegno che la spinge a fondare insieme a tre colleghi l’associazione IDeAS (Incontri di Divulgazione e Astrofisica in Sardegna), un progetto che ha per scopo quello di comunicare la scienza attraverso un’agile forma di didattica, innovativa ed interdisciplinare, veicolando i complessi e più recenti contenuti della ricerca in fisica ed astrofisica.

CRESCE IL NUMERO DI EVENTI GRAVITAZIONALI OSSERVATI DA VIRGO E LIGO

CRESCE IL NUMERO DI EVENTI GRAVITAZIONALI OSSERVATI DA VIRGO E LIGO

Aumenta il novero complessivo delle perturbazioni dello spaziotempo osservate, e con esso si estende l’orizzonte dell’astronomia gravitazionale. Ad appurarlo, il catalogo aggiornato di sorgenti transienti di onde gravitazionali (GWTC-3) stilato dalle collaborazioni scientifiche Virgo, LIGO e Kagra, apparso oggi, 8 novembre, sull’archivio online ArXiv. La pubblicazione, che raccoglie i dati acquisiti tra novembre 2019 e marzo 2020 da Virgo e LIGO, descrive infatti 35 nuovi eventi associati alla fusione di coppie di buchi neri e stelle di neutroni, portando a 90 il numero complessivo dei segnali individuati nel corso della seconda parte della terza campagna osservativa (O3b) dei due interferometri gravitazionali statunitensi e di quello europeo. Tra le novità presenti nel catalogo, che conferma come la maggior parte delle perturbazioni gravitazionali registrate siano originate dal “balletto” cosmico che vede i buchi neri ruotare vorticosamente uno intorno all’altro prima di fondersi, i primi due segnali gravitazionali attribuiti allo scontro di due coppie di sorgenti miste, resi noti lo scorso giugno. Oltre a confermare l’accresciuta capacità della rete di osservatori gravitazionali composta da Virgo e dai due interferometri LIGO di rivelare le increspature della struttura dello spaziotempo, le numerose scoperte contenute nel catalogo GWTC-3, aiuteranno gli scienziati a fare luce sulle proprietà dei corpi celesti estremi e sui meccanismi e le condizioni alla base della loro formazione, contribuendo al contempo a rendere sempre più sensibili gli strumenti di osservazione. 

Il catalogo, accompagnato da due ulteriori pubblicazioni che raccolgono e mettono a disposizione della comunità scientifica l’intero set di dati registrati e analizzati finora da Virgo e LIGO, offrono una visione senza precedenti di un nuovo paesaggio di eventi cosmici estremi e delineano le caratteristiche delle popolazioni di buchi neri, stabilendo nuovi record e limiti sulle masse dei buchi neri e delle stelle di neutroni e offrendo indizi sugli ambienti astrofisici in cui è più probabile che gli eventi cosmici estremi osservati si verifichino, come gli ammassi globulari, gli ammassi stellari giovani o i dischi di accrescimento dei nuclei galattici attivi. Ancora una volta, GWTC-3 mette inoltre in evidenza i problemi legati alla stima delle masse di alcune sorgenti delle onde gravitazionali rivelate, non riconducibili, secondo i modelli teorici di formazione stellare attuali, a buchi neri o stelle di neutroni, come dimostra l’evento registrato nel marzo 2020. In questo caso, la natura della sorgente secondaria rimane infatti ignota a causa delle sue dimensioni, pari a 2,8 masse solari, non compatibile con la massa massima prevista per le stelle di neutroni (2,5 masse solari), né con quella minima prevista per i buchi neri (5 masse solari).

“Ricordo ancora vividamente l’entusiasmo di tutti noi scienziati mentre ascoltavamo l’annuncio pubblico della scoperta delle onde gravitazionali all’inizio del 2016 – commenta Edoardo Milotti, membro della Collaborazione Virgo e ricercatore della sezione di Trieste dell’INFN – Ora, meno di sei anni dopo, le scoperte riportate nel catalogo GWTC-3 aggiungono nuove preziose informazioni al nuovo, crescente campo dell’astronomia delle onde gravitazionali, e forniscono una nuova prospettiva su molti aspetti dell’universo, come, per esempio, le popolazioni di sistemi binari di buchi neri o stelle di neutroni”.

Grazie ai dati di quest’ultimo periodo di osservazione, i ricercatori di LIGO, Virgo e KAGRA, utilizzando un approccio statistico, sono stati anche in grado di aumentare ulteriormente la precisione della misura della costante di Hubble, e quindi del tasso di espansione dell’universo, basata su segnali di onde gravitazionali. Questa è un’alternativa alle stime basate solo sui segnali elettromagnetici o sul fondo cosmico a microonde. Non è stato tuttavia possibile effettuare la misura della costante mediante il metodo più diretto, che richiede eventi di onde gravitazionali con una controparte elettromagnetica, poiché nessun segnale elettromagnetico è stato rivelato in associazione con le onde gravitazionali.

L’incremento del numero degli eventi registrati negli ultimi anni è stato possibile grazie a un programma di continui aggiornamenti tecnologici, che hanno consentito di trasformare i primi pionieristici strumenti in rivelatori sempre più sensibili. Gli interventi sono tutt’ora in corso, in vista dell’inizio del prossimo periodo di osservazione, il quarto, nella seconda metà del 2022, che mira a raggiungere una capacità di osservazione ancora superiore, corrispondente a un volume dell’universo quasi 10 volte più grande e quindi a una probabilità molto maggiore di captare segnali gravitazionali. Aumento di capacità che sarà inoltre favorito dall’unione di KAGRA, l’interferometro giapponese attualmente in fase di finalizzazione, alla rete internazionale di osservatori gravitazionali, aumentando ulteriormente la precisione della localizzazione delle sorgenti, una caratteristica chiave per i futuri sviluppi dell’astronomia multimessaggera.

“Queste ultime pubblicazioni mostrano come Virgo, LIGO e KAGRA si stiano muovendo velocemente in una nuova fase”, spiega Giovanni Losurdo, ricercatore INFN che guida la collaborazione internazionale Virgo. “Partendo dalla scoperta e osservazione di eventi isolati, siamo infatti giunti in breve tempo a osservare intere popolazioni di che cosa? Di buchi neri?, un modo potente per indagare la natura dell’universo oscuro. Questo cambiamento apparirà ancora più rilevante nei prossimi cicli di osservazione quando, grazie ai recenti aggiornamenti, ci aspettiamo di rivelare fino a un evento al giorno”.

Link: https://arxiv.org/abs/2111.03606 

VIDEOGIOCHI PER SCOPRIRE LA FISICA AL ROMEVIDEOGAMELAB

VIDEOGIOCHI PER SCOPRIRE LA FISICA AL ROMEVIDEOGAMELAB

Dal 4 al 7 novembre torna il RomeVideo GameLab, il festival del videogioco e degli applied games, quest’anno dedicato al rapporto tra umano e digitale. Dopo la scorsa edizione completamente online, RomeVideoGameLab torna ad aprire le proprie porte al pubblico negli Studios di Cinecittà, per un’edizione on site e on line.

L’INFN partecipa al festival con due workshop che porteranno bambini e ragazzi all’interno dell’esperimento di fisica delle particelle Belle II, che si trova in Giappone, attraverso l’esperienza immersiva della realtà virtuale, e dentro la montagna, nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN con il Gran Sasso VideoGame. I workshop curati dall’INFN si inseriscono in un programma ricco di incontri, dibattiti, lectio magistralis ma anche postazioni per il retrogaming e arcade, che offre a bambini, famiglie e appassionati l’occasione di esplorare l’intreccio tra la scienza, la ricerca e il gaming come strumento educativo e di formazione.

Il Gran Sasso VideoGame è inoltre uno dei cinque finalisti del premio Best Applied Game (BAG) 2021, riconoscimento conferito al miglior videogioco italiano che unisce l’intrattenimento ad altre finalità di rilevanza sociale, dall’istruzione alla ricerca, dalla valorizzazione del patrimonio alla tutela della salute.

Il BAG è uno degli Italian Video Game Awards, l’evento dedicato alla valorizzazione delle eccellenze made in Italy nel mondo dei videogiochi promosso da IIDEA, l’Associazione che rappresenta l’industria dei videogiochi in Italia. Il premio sarà assegnato il 5 novembre alle 11.00 presso la Sala Cavalli degli Studios di Cinecittà e in diretta streaming, nell’ambito del RomeVideoGameLab.

L’INFN FESTEGGIA IL DARK MATTER DAY DAI LABORATORI NAZIONALI DEL GRAN SASSO

L’INFN FESTEGGIA IL DARK MATTER DAY DAI LABORATORI NAZIONALI DEL GRAN SASSO

A fine ottobre torna l’appuntamento annuale con il Dark Matter Day, la giornata internazionale della materia oscura, e per l’occasione venerdì 29 ottobre alle 17:00 l’INFN sarà in diretta sui propri canali Facebook e Youtube dai Laboratori Nazionali del Gran Sasso per un viaggio alla scoperta di questo luogo suggestivo che, protetto da 1400 metri di roccia, è il principale laboratorio al mondo per la ricerca di materia oscura grazie a quattro esperimenti all’avanguardia.

Come ogni anno, il Dark Matter Day presenta al pubblico le ricerche e gli sforzi compiuti nel campo della ricerca della misteriosa materia oscura, che si pensa componga quasi l’85 per cento di tutta la materia dell’universo, ma di cui ancora non conosciamo natura e caratteristiche.

Nel corso dell’appuntamento INFN in diretta dai Laboratori Nazioni del Gran Sasso, sarà possibile scoprire di più sugli esperimenti CRESST, DAMA, DARKSIDE e XENON che, utilizzando tecnologie e approcci differenti, cercano di rispondere alla stessa domanda, ovvero di scoprire qualcosa in più su questa materia misteriosissima. A raccontarci delle tecnologie e degli sforzi che impegnano questi quattro grandi esperimenti saranno i ricercatori INFN Paolo Gorla, Riccardo Cerulli, Nicola Canci e Carla Macolino. Il loro racconto sarà, inoltre, arricchito da due collegamenti, da Napoli e dalla Sardegna. Gli studenti dell’Università Federico II Roberta Calabrese e Giuseppe Matteucci ci faranno scoprire di più sull’esperimento DARKSIDE dai laboratori della sezione INFN di Napoli, dove si realizzano componenti fondamentali per l’esperimento. Mentre, le ricercatrici Valentina Cocco e Arianna Steri si collegheranno da un luogo molto suggestivo per parlarci dell’ambizioso progetto ARIA che avrà l’obiettivo di produrre argon purissimo per le fasi successive dell’esperimento DARKSIDE.

Come di consueto, nel corso della diretta il pubblico potrà interagire con i ricercatori, inviando le proprie domande tra i commenti al video su Facebook e su YouTube.

Il Dark Matter Day è un’iniziativa ideata e organizzata per la prima volta nel 2017 dalla collaborazione Interactions, che riunisce i comunicatori scientifici dei principali laboratori di fisica delle particelle del mondo.
Per scoprire di più sulla giornata, oltre al sito web, si possono consultare gli account Facebook e Twitter (@DarkMatterDay) del Dark Matter Day e seguire l’hashtag #DarkMatterDay.

Per seguire la diretta INFN su Facebook: https://fb.me/e/11bv5TmcO 
Per seguire la diretta INFN su Youtube: https://youtu.be/wK0VLnBNLbI 

APRE COLLISIONI.INFN, IL NUOVO SITO DELL’INFN DEDICATO ALLE ATTIVITÀ PER IL PUBBLICO

È online lo spazio web che presenta e approfondisce la proposta dell’INFN per il pubblico, dagli eventi, alle mostre, ai progetti per le scuole, in un’ottica di dialogo multiculturale

A partire da luglio 2021 è online Collisioni.infn – Spazi culturali all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, il nuovo sito dell’INFN dedicato a presentare e promuovere le attività dell’INFN per il pubblico e le scuole

In una veste grafica contemporanea ed essenziale, Collisioni.infn offre una panoramica sempre aggiornata delle attività ideate e organizzate dall’INFN come occasioni di incontro e di confronto con i cittadini: mostre, eventi, partecipazioni a festival e a spazi espositivi, progetti di didattica informale e di public engagement, prodotti multimediali e iniziative per i social media. 

Il sito web è strutturato in sezioni rivolte al pubblico, al mondo della scuola e alle istituzioni culturali come festival, musei, teatri, biblioteche e altri enti di ricerca, da sempre interlocutori dell’Istituto nell’ideazione e nella realizzazione di proposte culturali di ampio respiro, che intrecciano alle competenze scientifiche quelle delle altre branche del sapere e delle arti espressive. 

Apre il sito un’area editoriale che si propone, in linea con gli obiettivi di Collisioni.infn, di offrire uno spazio di dialogo multiculturale a cavallo tra scienza, arte, letteratura, attraverso interviste e approfondimenti, in parte fruibili come letture e in parte come audio. Coerentemente con l’ambizione di farsi promotore di un’offerta culturale varia, destinata a un ampio pubblico e dinamica nelle forme, Collisioni.infn è così anche l’occasione per il lancio della programmazione podcast dell’INFN.

Oltre alle rubriche da leggere “Incontri”, “Immagini” e “Staffetta letteraria”, il progetto editoriale del sito prevede infatti il podcast Risonanze. Dialoghi oltre la fisica, che prende spunto dagli eventi curati dall’INFN per avviare un dialogo con ricercatori, artisti e performer coinvolti. 

Primo podcast del’INFN, Risonanze apre la strada allo sviluppo di nuove proposte di diffusione della cultura scientifica attraverso questo strumento. Seguiranno, in successione gli appuntamenti di Tracce. Lessico delle particelle, il podcast che racconta in otto puntate da cinque minuti otto parole della fisica delle particelle, in una continua ricerca di assonanze e differenze tra il linguaggio quotidiano e quello della ricerca. Tracce accompagnerà gli ascoltatori per tutta l’estate, con una puntata settimanale a partire dal prossimo 13 luglio, fino al 31 agosto. 

I contenuti, gli eventi, le notizie e i contributi editoriali di Collisioni.infn saranno aggiornati in linea con il ritmo di costante rinnovamento della proposta culturale dell’INFN.  Entrambi i podcast saranno disponibili su Spreaker e sulle principali piattaforme di ascolto. 

 

STUDIO E CONSERVAZIONE DEI BENI CULTURALI: ISCRIZIONI APERTE PER IL TRAINING CAMP 2021 A VITERBO

Una scuola di alta formazione sulla diagnostica non invasiva per i beni culturali rivolta a studenti e lavoratori del settore che vogliono diventare esperti delle più innovative tecniche scientifiche non invasive per lo studio e la conservazione dei beni culturali facendo esperienza sul campo. Sono aperte le iscrizioni per partecipare al Training Camp 2021, corso formativo a cadenza annuale, della durata di 6 giorni, che per questa edizione si intitola “Dalla diagnostica alla fruizione museale: le opere del museo del colle del duomo di Viterbo”. La scadenza per la presentazione delle domande è il 15 luglio 

La scuola, che si terrà dal 7 al 13 novembre 2021, presso il Museo del Colle del Duomo di Viterbo (VT), è organizzata da INFN-CHNet (Laboratori Nazionali di Frascati e Firenze), dall’Università della Tuscia, e dalla la società ARCHEOARES srl, ed è finanziata dalla Regione Lazio nell’ambito del Distretto Tecnologico Beni e Attività Culturali (DTC-Lazio).

Come si svolge –  Il Training Camp è un corso formativo della durata di sei giorni, articolato in didattica frontale e esercitazioni pratiche, con lo scopo di approfondire il ruolo delle indagini diagnostiche per risolvere questioni legate alla conoscenza dei materiali, ai fenomeni di degrado, all’autenticazione delle opere e al monitoraggio dell’intervento conservativo. Il corso è rivolto agli studenti dei corsi di laurea, laureati o liberi professionisti provenienti dal settore della conservazione, restauro e fruizione dei beni culturali per un massimo di 20 partecipanti.

Tecniche diagnostiche utilizzate – Imaging Multispettrale (HMI) a cura di Università degli Studi della Tuscia Spettroscopia Raman, a cura del Centro Ricerche ENEA di Frascati Spettroscopia infrarossa in trasformata di Fourier (FT-IR) a cura di Istituto Nazionale di Fisica Nucleare-Laboratori Nazionali di Frascati Mapping di fluorescenza dei raggi X (XRF) a cura di Istituto Nazionale di Fisica Nucleare-Sezione CHNet di Firenze

Per info: http://dafne-light.lnf.infn.it/traingn-camp-2021-call-for-application/

ALLA SAPIENZA UNA TARGA PER CELEBRARE IL GRANDE FISICO NICOLA CABIBBO

Un omaggio a un grande scienziato, tra i maggiori esponenti a livello mondiale della fisica teorica e rappresentante di eccellenza della prestigiosa tradizione italiana e della scuola romana in questo ambito: oggi, 20 ottobre, alla Sapienza Università di Roma, si è tenuta la cerimonia di svelamento della targa in memoria di Nicola Cabibbo. Riconoscimento che, all’esterno dell’edificio del Dipartimento di Fisica, ricorderà i determinanti contributi di Cabibbo al progresso della fisica delle particelle italiana e internazionale.
All’evento hanno partecipato la rettrice dell’Università Antonella Polimeni, il presidente dell’INFN Antonio Zoccoli, il direttore del Dipartimento di Fisica di Sapienza Paolo Mataloni, il premio Nobel per la fisica 2021 Giorgio Parisi e il già presidente dell’INFN e già direttore generale del CERN Luciano Maiani.

“Sono molto contento della dedica a Nicola e di aver svelato questa targa nella piazzetta antistante il Dipartimento di Fisica della Sapienza.” Commenta Luciano Maiani e aggiunge, “è un riconoscimento assolutamente dovuto: Nicola è stato il nostro eroe per tanti anni. Per me, ha aperto la strada verso la fisica delle particelle. Credo che anche gli studenti siano felici di questo riconoscimento nella propria università.”

Nicola Cabibbo è stato un grande protagonista della fisica del ‘900, ha dato contributi fondamentali alla fisica delle particelle e ha ricoperto un ruolo di primo piano nella storia dell’INFN, di cui è stato presidente in una fase significativa: sotto il suo mandato sono stati, infatti, inaugurati i Laboratori Nazionali del Gran Sasso. È stato la figura di riferimento di un gruppo di ricerca di eccezionale forza e impatto sulla comunità scientifica internazionale. Il valore del suo insegnamento è testimoniato dai numerosi allievi, stretti collaboratori e colleghi, quali Guido Altarelli, Luciano Maiani, Guido Martinelli, Roberto Petronzio, Massimo Testa e Giorgio Parisi, premio Nobel per la Fisica 2021.
Nato Roma da genitori siciliani nell’aprile del 1935, si è laureato in Fisica all’Università di Roma nel 1958 con Bruno Touschek. È stato ricercatore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, di cui è stato presidente per nove anni, dal 1983 al 1992. Dal 1993 al 1998 è stato presidente dell’ENEA (allora Ente Nazionale per le Energie Alternative) e nel 1993 è stato chiamato a presiedere l’Accademia Pontificia delle Scienze.
La sua intuizione fondamentale è racchiusa in un articolo apparso su Physical Review nel 1963, uno studio considerato il più citato nel mondo della fisica e che, come lo stesso Cabibbo raccontò, ha permesso di spiegare alcuni misteri della fisica dell’epoca. Nell’articolo compare, infatti, la definizione di quell’angolo che verrà poi conosciuto come “angolo di Cabibbo”. Questo lavoro ha dato i suoi frutti con la successiva intuizione dell’esistenza dei quark, grazie ai lavori di fisici come Luciano Maiani, Sheldon Lee Glashow, Jean Iliopoulos, e poi con il contributo decisivo dei due fisici giapponesi che hanno ricevuto nel 2008 il premio Nobel, Makoto Kobayashi e Toshihide Maskawa.

“Oggi per descrivere tutto quello che sappiamo sulle particelle elementari dell’Universo – ha raccontato Nicola Cabibbo – servono venti parametri: otto di questi sono direttamente legati all’angolo che porta il mio nome”.

 

LA CONFERENZA INTERNAZIONALE ICHEP 2022 ARRIVA IN ITALIA E CERCA LA SUA IMMAGINE

La conferenza internazionale per la fisica delle alte energie ICHEP arriva per la prima volta in Italia: dal 6 al 13 luglio 2022 chiamerà a raccolta a Bologna fisici teorici e sperimentali da tutto il mondo impegnati nel campo della fisica delle particelle. In occasione di questo grande evento, il comitato organizzatore della conferenza ha lanciato, in collaborazione con l’AIAP Associazione Italiana Design della Comunicazione Visiva, un concorso per la progettazione di un marchio o di un logotipo e di un poster che definiscano l’identità visiva dell’edizione 2022 della prestigiosa conferenza, mettendo in palio un premio pari a 3.000€.

Il concorso è rivolto a studenti e studentesse dei corsi di design, grafica e design della comunicazione e a grafici e designer singoli o organizzati in gruppo, che avranno tempo fino al 15 dicembre per inviare i propri lavori. Il marchio o logotipo dovrà costituire l’elemento identificativo e distintivo dell’evento, sintetizzando in un’immagine unica aspetti sia territoriali, legati alle peculiarità della città ospitante, sia scientifici, ovvero inerenti al tema della conferenza. Il poster sarà, invece, lo strumento fondamentale di presentazione dell’evento: dovrà essere visivamente coerente con il marchio o logotipo e dovrà contenere parti di testo e loghi istituzionali.

La prima edizione di ICHEP si è tenuta a Rochester, negli Stati Uniti, nel 1950 e dal 1960 la conferenza ha acquisito l’attuale cadenza biennale. Rappresenta l’appuntamento più importante a livello mondiale per la comunità scientifica che si occupa di ricerca nel campo della fisica delle particelle elementari ed è sede di confronto sui risultati più recenti in questo campo e per la definizione di future strategie di ricerca. L’organizzazione della 41° edizione della conferenza che si svolgerà a Bologna a luglio 2022 è stata affidata alle sezioni INFN di Bologna e Ferrara.

Il bando di concorso (italiano).

The call for the competition.

 

 

LABORATORI NAZIONALI DEL GRAN SASSO INFN: DA LUNA ARRIVANO NUOVI INDIZI SULLA PRODUZIONE DI ELEMENTI PESANTI NELLE STELLE

Come si producono gli elementi pesanti nelle stelle? La collaborazione scientifica dell’esperimento LUNA (Laboratory for Underground Nuclear Astrophysics), che opera presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN, ha di recente pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Physical Review Letters nuovi risultati che potrebbero aiutarci a rispondere a questa domanda che impegna fisici e astrofisici da decenni.

I risultati, frutto di una campagna sperimentale durata circa quattro anni, riguardano un particolare processo che porta alla produzione di neutroni a partire da un nucleo di carbonio 13 e un nucleo di elio. I neutroni, infatti, sono fondamentali per la produzione di elementi pesanti, in quanto possono essere facilmente “catturati” dai nuclei presenti nelle stelle, permettendo così la sintesi di elementi più pesanti del ferro come il Cadmio, il Tungsteno o il Piombo.

Per la prima volta la collaborazione LUNA ha misurato la velocità di questo processo con un’elevatissima precisione direttamente alle temperature stellari, fornendo informazioni preziosissime per la costruzione di modelli che riproducono l’evoluzione di una stella.

“Finora la nostra conoscenza di questo processo era basata su estrapolazioni da misure a energie più elevate, rispetto a quelle delle stelle, e da esperimenti indiretti.” Racconta Gianluca Imbriani, portavoce della collaborazione LUNA. “Questo portava a grandi incertezze nella determinazione della velocità di produzione dei neutroni nelle stelle.”

“LUNA è l’unico esperimento che ad oggi è riuscito a misurare direttamente questo processo di produzione dei neutroni nella finestra energetica di interesse astrofisico, riducendo drasticamente le incertezze degli altri risultati sperimentali.” Aggiungono Alba Formicola e Andreas Best, che hanno coordinato il lavoro per questa misura. “Questo è stato possibile grazie al bassissimo rumore di fondo che caratterizza i Laboratori Nazionali del Gran Sasso e avrà un grande impatto sulla previsione della formazione di una serie di elementi pesanti, la cui sintesi dipende fortemente dalla velocità di questo processo.”

L’esperimento LUNA proseguirà la sua attività scientifica nel prossimo decennio grazie al progetto in fase di realizzazione LUNA-MV, che riprodurrà in laboratori i processi che avvengono nel cuore delle stelle di grande massa.

LUNA è una collaborazione internazionale di circa 50 ricercatori italiani, tedeschi, scozzesi ed ungheresi a cui partecipano l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare per l’Italia, l’Helmholtz-Zentrum Dresden-Rossendorf per la Germania, il MTA-ATOMKI per l’Ungheria, la School of Physics and Astronomy, dell’Università di Edimburgo per il Regno Unito. In Italia collaborano all’esperimento: i Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN, le sezioni INFN e le università di Bari, Genova, Milano Statale, Napoli Federico II, Padova, Roma La Sapienza, Torino e l’Osservatorio INAF di Teramo.