“CREARE IMMAGINANDO” AL VIA LE MOSTRE DELLA IV EDIZIONE DI ART&SCIENCE ACROSS ITALY

“CREARE IMMAGINANDO” AL VIA LE MOSTRE DELLA IV EDIZIONE DI ART&SCIENCE ACROSS ITALY

Oltre 6500 studentesse e studenti, 20 mostre, più di 1000 opere d’arte dedicate alla scienza in tutta Italia, sono questi i numeri della IV edizione di Art&Science Across Italy progetto per le scuole realizzato dall’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dal CERN in collaborazione con le Università italiane.  Si comincia domani, 24 novembre 2023, a Milano per concludere in aprile 2024 con Napoli, toccando in 19 tappe le città di Potenza, Trieste, Bologna, Firenze, Padova, Roma, Bari, Cagliari, Pisa, Frascati, Perugia, Lecce, Catania, L’Aquila, Torino, Biella, Genova.

Il progetto, giunto alla sua IV edizione, si propone di avvicinare ragazze e ragazzi al mondo della scienza utilizzando il linguaggio dell’arte ed è realizzato dall’INFN in collaborazione con il CERN di Ginevra e, partner dell’ultima edizione, l’Università degli Studi di Napoli Federico II.

Il progetto Art&Science Across Italy, di durata biennale, coinvolge studenti e studentesse delle classi III, IV e V delle scuole superiori con l’obiettivo di avvicinarli al mondo della ricerca scientifica andando incontro a diverse attitudini e interessi individuali. Durante il primo anno sono organizzati seminari, workshop e visite a musei e laboratori, che gli studenti e le studentesse colgono come spunto per creare opere artistiche su argomenti scientifici. Le opere realizzate vengono esposte e premiate in mostre regionali e le più significative sono raccolte nella mostra nazionale, conclusiva del progetto.

Dalla prima edizione a oggi, Art&Science Across Italy ha coinvolto oltre 16.000 studenti provenienti da 15 regioni italiane, dove il progetto è coordinato da alcuni ricercatori e ricercatrici delle Sezioni INFN e delle Università locali.

All’edizione 2022-2024 partecipano più di 6500 studenti, da 184 scuole. Le studentesse e gli studenti hanno realizzato un totale di oltre 1000 opere che saranno esposte in 19 mostre locali tra novembre 2023 e maggio 2024. In ogni tappa saranno premiate e selezionate le opere più significative che comporranno la mostra nazionale, che si terrà al MANN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli dal 2 al 15 maggio 2024. I 48 vincitori e vincitrici della competizione nazionale riceveranno una borsa di studio per partecipare a un master di una settimana sul rapporto tra arte e scienza presso i laboratori dell’INFN o al CERN. Dal 2022 inoltre, Radio Kiss Kiss è la radio ufficiale del progetto Art&Science Across Italy. Da sempre attenta al mondo dei giovani, la radio ha contribuito all’istituzione delle 48 borse di studio e sosterrà l’intero percorso degli studenti in tutte le fasi di selezione.

Calendario delle mostre:

Milano (24 novembre – 4 dicembre), Potenza (15 gennaio 2 febbraio), Trieste (8-18 febbraio), Bologna (24 febbraio 9 marzo), Firenze (febbraio 2024), Padova (febbraio 2024), Roma (febbraio 2024), Bari (1-14 marzo), Cagliari (1-16 marzo), Pisa (4-16 marzo), Frascati (8-22 marzo), Perugia (10-24 marzo), Lecce (14-24 marzo), Catania (marzo 2024), L’Aquila (marzo 2024), Torino (6-27 aprile), Biella (6-21 aprile), Genova (12-26 aprile), Napoli (15-28 aprile e 2-15 maggio).

Partner di Art&Science Across Italy:

L’edizione 2022-2024 del progetto Art&Science Across Italy, realizzato da una collaborazione tra INFN, CERN e Università degli studi di Napoli Federico II, è sponsorizzata da Radio Kiss Kiss e CAEN e si avvale di un finanziamento della comunità europea attraverso il progetto “Playing with Protons Goes Digital” e del contributo della Fondazione Edo ed Elvo Tempia.

Per gli aggiornamenti sulle mostre di Art&Science Across Italy si rimanda alla pagina facebook del progetto:

https://www.facebook.com/artandscienceacrossitaly

Tutte le news e le informazioni sul progetto Art&Science Across Italy:

https://artandscience.infn.it/

STUDENTI E STUDENTESSE ALLA SCOPERTA DEI RAGGI COSMICI  CON L’INTERNATIONAL COSMIC DAY 2023

STUDENTI E STUDENTESSE ALLA SCOPERTA DEI RAGGI COSMICI CON L’INTERNATIONAL COSMIC DAY 2023

Che cosa sono le particelle cosmiche? Da dove provengono? Come possiamo misurarle? Oggi, 21 novembre, migliaia di studenti e studentesse in tutta Italia cercheranno di rispondere a queste domande partecipando a numerosi eventi che si terranno in presenza e online in tutta Italia. Si celebra oggi, infatti, l’International Cosmic Day 2023, la giornata internazionale dedicata alla fisica dei raggi cosmici, coordinata in Italia dal progetto dell’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare OCRA – Outreach Cosmic Ray Activities.
Nel corso della giornata, oltre 1200 studentesse e studenti delle scuole secondarie superiori, nei laboratori e nelle sezioni dell’INFN, analizzeranno i dati di un vero e proprio rivelatore di raggi cosmici, lo strumento con cui i ricercatori “vedono” la pioggia di particelle proveniente dal cosmo, i raggi cosmici. Dai dati raccolti, elaboreranno in seguito un report in inglese su quanto ottenuto da pubblicare online insieme a quelli di studenti che in altre sedi hanno fatto le stesse misure.
Inoltre, dalle ore 10 alle 12 gli studenti e le studentesse, guidati da ricercatrici e ricercatori, potranno partecipare online alla giornata con un collegamento dalla Sezione INFN di Milano in diretta su Youtube.
Gli incontri nelle università e nei laboratori dell’INFN sono stati organizzati quest’anno dalle Sezioni o Gruppi Collegati di Bari, Catania, Cosenza, Ferrara, Firenze, Genova, Lecce, Milano, Milano Bicocca, Napoli, Padova, Palermo, Pavia, Perugia, Pisa, Roma, Roma Tor Vergata, Sassari, Siena, Torino e Trieste, insieme al TIFPA di Trento e ai Laboratori Nazionali dell’INFN di Frascati, Legnaro e del Gran Sasso in collaborazione con il GSSI Gran Sasso Science Institute.

L’International Cosmic Day ICD e il progetto OCRA
L’ICD è un’iniziativa internazionale nata 13 anni fa che si propone di avvicinare le studentesse e gli studenti delle scuole superiori al mondo della ricerca scientifica di frontiera, accompagnandoli tra i misteri dell’universo racchiusi nei raggi cosmici. L’iniziativa è coordinata a livello mondiale dal centro di ricerca tedesco DESY di Amburgo e organizzata in collaborazione, oltre che con l’INFN e varie università italiane, con i più importanti centri di ricerca che operano nell’ambito della fisica delle particelle: il CERN di Ginevra, il FERMILAB di Chicago e i gruppi International Particle Physics Outreach Group (IPPOG), il tedesco Netzwerk Teilchenwelt e lo statunitense QuarkNet.
L’evento italiano è stato organizzato nell’ambito dell’iniziativa OCRA – Outreach Cosmic Ray Activities, un progetto che raccoglie le attività educational e di outreach dell’INFN sul tema dei raggi cosmici. Con l’obiettivo di essere di supporto ai docenti per coinvolgere le studentesse e gli studenti nel campo della fisica dei raggi cosmici, OCRA organizza diverse attività per le scuole e la cittadinanza, e si occupa dello sviluppo e della produzione di strumenti e percorsi online pensati per attività didattiche.
Il progetto OCRA coinvolge docenti e ricercatori nelle sezioni INFN e università di Bari, Cosenza, Ferrara, Firenze, Lecce, Milano, Milano Bicocca, Napoli, Padova, Pavia, Perugia, Pisa, Roma, Roma Tor Vergata, Sassari, Siena, Torino, Trieste e, infine, i Laboratori Nazionali del Gran Sasso, i Laboratori Nazionali di Legnaro, i Laboratori Nazionali di Frascati, il TIFPA di Trento e il GSSI Gran Sasso Science Institute.

INTELLIGENZE: TANTI EVENTI INFN A NAPOLI PER FUTURO REMOTO 2023

INTELLIGENZE: TANTI EVENTI INFN A NAPOLI PER FUTURO REMOTO 2023

“Intelligenze” è il tema della trentasettesima edizione di Futuro Remoto, storico festival della scienza ospitato dalla Città della Scienza di Napoli, in programma dal 21 al 26 novembre. Quest’anno il festival prevede un ricco programma di eventi dal vivo e online, tra conferenze, dibattiti, mostre, escape room e laboratori interattivi, che coinvolgeranno oltre mille ricercatrici e ricercatori. L’INFN partecipa alla manifestazione con una conferenza-spettacolo dedicata all’intelligenza artificiale, un’escape room, una conferenza sul futuro osservatorio di raggi gamma CTA-O, la presentazione di uno dei libri finalisti dell’ultima edizione del Premio Asimov e un laboratorio sul metodo scientifico.

Si parte martedì 21 novembre, alle 11:45, con l’evento “Alla scoperta del CTAO-Cherenkov Telescope Array, il più grande Osservatorio per raggi gamma!, a cura della Sezione INFN di Napoli: un dialogo tra quattro ricercatrici accompagnerà il pubblico alla scoperta di un esempio della ricerca di frontiera più avvincente degli ultimi anni, l’osservatorio Cherenkov Telescope Array (CTAO). L’osservatorio porterà a nuove scoperte nella comprensione delle origini e della produzione di particelle nell’Universo e sarà una struttura chiave per affrontare importanti questioni scientifiche, come la comprensione della natura della materia oscura. 

Si parlerà di cieli stellati e della storia della ricerca astronomica, invece, il 22 novembre, alle 11:45, nel corso della presentazione del libro “Altre Terre. Viaggio alla scoperta di pianeti extrasolari”, di Giovanni Covone, professore di astrofisica e cosmologia presso l’Università di Napoli “Federico II”, finalista della IX edizione del Premio Asimov, il premio per l’editoria scientifica promosso dall’INFN.

Tra gli eventi di punta del festival, giovedì 23 novembre alle 11:00, ci sarà la conferenza spettacolo INFN “MENTI FUTURE. AI e supercalcolo per interpretare la realtà” con Michela Milano, direttrice di ALMA-AI Research Institute on Human-Centric Artificial Intelligence dell’Università di Bologna e Tommaso Boccali, ricercatore della Sezione INFN di Pisa, responsabile del progetto CNAF-reloaded e dello spoke 2 di ICSC – Centro Nazionale di Ricerca in High Performance Computing, Big Data e Quantum Computing. In un dialogo illustrato a fumetti, racconteranno che cosa sono il supercalcolo, il quantum computing e l’intelligenza artificiale e come possono supportarci nel comprendere il presente e nell’immaginare scenari futuri per sistemi complessi come le molecole, il clima, le smart cities. 

Da martedì 21 a giovedì 23, sarà possibile seguire il laboratorio “Questione di Metodo”, a cura di Salvatore Esposito, ricercatore della Società Italiana degli Storici della Fisica e dell’Astronomia (SISFA), dell’Università di Napoli e della Sezione INFN di Napoli: un’occasione per scoprire il metodo scientifico con esperimenti storici.

Infine, nel corso di tutta la manifestazione ci sarà la prima escape room sulla fisica delle particelle, “HEPscape! – The High Energy Physics escape room”, a cura delle Sezioni INFN di Roma e Napoli, in cui, facendo gioco di squadra, si potrà conoscere la fisica del Large Hadron Collider (LHC) di Ginevra, il più potente acceleratore di particelle al mondo, ed essere catapultati in una vera e propria control room sotterranea, in un viaggio affascinante nel tempo e nello spazio.

Futuro Remoto è stato insignito della medaglia del Presidente della Repubblica ed è organizzato con le sette Università della Campania e la collaborazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), l’Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile (ENEA), la Stazione Zoologica Anton Dohrn, l’Università degli Studi di Firenze, il Centro Interuniversitario di Ricerca in Neuroscienze (CIRN), il Ministero dell’Istruzione (MI) e l’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania. 

FISICA E BENI CULTURALI: UNA DELEGAZIONE UCRAINA VISITA I LABORATORI INFN

FISICA E BENI CULTURALI: UNA DELEGAZIONE UCRAINA VISITA I LABORATORI INFN

Creare un percorso di formazione per il personale ucraino nell’ambito del restauro e della salvaguardia dei beni culturali: è stato questo l’obiettivo della visita di una delegazione del ministero della cultura ucraino presso numerosi laboratori INFN e altri centri di ricerca privati e pubblici in tutta Italia, dal Gran Sasso fino a Torino. La visita, della durata di 10 giorni, si inserisce all’interno del progetto 4CH (Competence Centre for the Conservation of Cultural Heritage), e origina dall’iniziativa SUM (Save the Ukraine Monuments), che ha visto i ricercatori e le ricercatrici di 4CH impegnati per salvare il patrimonio digitale ucraino archiviando sui propri server immagini, video e altri file multimediali provenienti da istituzioni e imprese ucraine operanti in ambito culturale.

Lo scopo di questa visita era creare un primo contatto che possa portare a un percorso di formazione presso le sedi dei centri di restauro, enti di ricerca e piccole e medie imprese coinvolte nella rete INFN per i beni culturali, CHNet, e nel Centro di Competenza che nascerà da 4CH. Le tematiche affrontate sono state numerose: dalla diagnostica sui beni culturali alla gestione dei dati, dai protocolli di conservazione fino alla ricostruzione dopo eventi catastrofici.

La visita della delegazione è partita da Firenze, con la sezione INFN e i laboratori dell’Opificio delle Pietre Dure, ed è proseguita a Torino con la visita della sezione INFN e del Centro di Conservazione e Restauro la Venaria Reale per una panoramica sulle attività di diagnostica e restauro dei beni culturali. La delegazione ha poi visitato il CNAF, il centro nazionale delle tecnologie informatiche e telematiche dell’INFN a Bologna, e ha incontrato i ricercatori del Polo Universitario di Prato “PIN”, per un’introduzione sulla gestione di dati e metadati nell’ambito del patrimonio culturale. In seguito, i funzionari e restauratori ucraini hanno seguito una presentazione sulla modellazione 3D (HBIM) di siti e monumenti, a cura della start-up “Inception s.r.l.” e hanno vistato il Laboratorio di Energia Nucleare Applicata (LENA) di Pavia, in cui è operativa l’unica linea italiana per indagini con fasci di neutroni interamente dedicata ai beni culturali. Il viaggio si è concluso a L’Aquila, città esempio di ricostruzione dopo un evento catastrofico, con la guida dei ricercatori del Gran Sasso Science Institute e dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN.

AL GGI LA PREMIAZIONE DELLE MIGLIORI NEOLAUREATE IN FISICA TEORICA

AL GGI LA PREMIAZIONE DELLE MIGLIORI NEOLAUREATE IN FISICA TEORICA

Dieci giovani fisiche teoriche ricevono il Premio INFN “Milla Baldo Ceolin” per le migliori neolaureate in fisica teorica. Si tratta di: Eugenia Celada (Università di Bologna), Federica De Domenico (Università di Pavia), Gaia Fontana (Università di Bologna), Sara Gliorio (Università di Perugia), Francesca Mariani (Università di Milano Bicocca), Lavinia Paiella (Università di Roma la Sapienza), Nora Reinić (Università di Zagabria), Veronica Sacchi (Università di Pisa), Alessia Stefano (Università del Salento), Giorgia Zagatti (Università di Ferrara).
Il riconoscimento, istituito dall’INFN e conferito dal GGI Galileo Galilei Institute, il Centro Nazionale dell’INFN dedicato all’alta formazione in fisica teorica, è giunto ora alla terza edizione e viene assegnato annualmente per le migliori tesi di laurea magistrale a ricercatrici che lavorano nel campo della fisica teorica su tematiche di interesse della Commissione Scientifica Nazionale IV dell’INFN, ossia in teoria dei campi e delle stringhe, fenomenologia delle particelle elementari, fisica nucleare e adronica, metodi matematici, fisica astroparticellare e cosmologia, fisica statistica e teoria dei campi applicata. Il premio, che vuole incentivare la presenza di giovani ricercatrici in questo settore della fisica, è intitolato a una grande scienziata, ricercatrice di fama internazionale, e prima donna a ricoprire una cattedra all’Università degli Studi di Padova: Massimilla Baldo Ceolin, detta Milla, che è stata direttrice della sezione INFN di Padova dove ha condotto ricerche nel campo della fisica delle particelle, lavorando, oltre che alle macchine acceleratrici del CERN, agli acceleratori di Berkeley e di Argonne negli Stati Uniti, all’acceleratore dell’ITEP a Mosca, in Russia, e al reattore dell’ILL di Grenoble, in Francia.


La cerimonia di premiazione si è svolta ieri, 14 novembre, a Villa Galileo ad Arcetri, Firenze.

 

Le vincitrici del premio Milla Baldo Ceolin per le tesi di laurea discusse nel 2022

 
 

Eugenia Celada
Dopo essersi laureata all’Università di Bologna nel 2022, ha iniziato il dottorato in Fisica Teorica delle Particelle presso l’Università di Manchester, dove si occupa di fenomenologia ai collider. In particolare, i suoi interessi riguardano l’interpretazione dei dati sperimentali tramite le “Effective Field Theories” e la simulazione Monte Carlo di eventi per la fisica di precisione nel Modello Standard e oltre.

 
 

Federica De Domenico
Ha conseguito la laurea magistrale presso l’Università degli Studi di Pavia, con una tesi di ricerca sul confronto dei principali modelli finanziari non gaussiani. Attualmente è dottoranda presso la stessa università e si occupa di processi diffusivi nei sistemi complessi, con applicazioni che spaziano dalla finanza alle dinamiche sociali.

 
 

Gaia Fontana
Ha conseguito la laurea magistrale in Fisica Teorica presso l’Università di Bologna con una tesi su “Intersection Theory: un nuovo metodo per la riduzione di loop integrals a una base di master integrals”. È attualmente dottoranda presso l’Università di Zurigo, sotto la supervisione del Prof. Thomas Gehrmann. Nella sua ricerca si occupa dell’estensione a “next-to-next-to-next-leading order” dello schema di sottrazione “antenna subtraction” e di nuovi metodi per il calcolo di integrali di loop e spazio delle fasi. È molto interessata alla comunicazione della scienza, in particolare attraverso i fumetti.

 
 

Sara Gliorio
Ha conseguito la Laurea Magistrale in Fisica Teorica presso l’Università degli Studi di Perugia. Il suo lavoro di tesi, sotto la supervisione della Professoressa Marta Orselli, si è concentrato sullo sviluppo di nuove forme d’onda gravitazionali per sistemi binari di buchi neri, includendo l’eccentricità delle orbite e i “memory effects”. Il risultato è la creazione di nuove forme d’onda utilizzando il formalismo “Effective One-Body”.

 
 

Francesca Mariani
Si è laureata in fisica teorica presso l’Università di Milano-Bicocca, dove ha anche conseguito la Laurea Triennale. Durante la Magistrale ha effettuato un periodo di ricerca presso l’Institute for Physics dell’Università di Amsterdam e ha utilizzato i risultati di questa ricerca per la stesura della sua tesi dal titolo “Near-extremal black holes in de Sitter space.” Al momento è dottoranda nel gruppo di fisica teorica delle alte energie presso l’università di Ghent, in Belgio, dove si occupa di proprietà quantistiche dei buchi neri utilizzando modelli di gravità quantistica in basse dimensioni.

 
 

Lavinia Paiella
È attualmente dottoranda in fisica astroparticellare al Gran Sasso Science Institute. Ha conseguito la laurea magistrale in Astrofisica alla Sapienza Università di Roma con una tesi riguardante l’emissione multimessagera di binarie di stelle di neutroni sviluppando un approccio numerico volto a combinare informazioni estratte dalla emissione di onde gravitazionali e di kilonova di coalescenze di stelle di neutroni. Il suo progetto di dottorato mira a esplorare la potenzialità delle stelle di Popolazione III, le prime stelle a essersi formate nell’Universo, di produrre “gamma-ray burst” e di essere progenitrici di “intermediate mass black holes”.

 

 

 
 
 
 

 
 

Nora Reinić
Ha conseguito la sua laurea in Fisica presso l’Università di Zagabria in Croazia nel 2022. La sua tesi magistrale dal titolo “Tree Tensor Networks for quantum many-body systems at finite temperature” è stata condotta presso l’Università di Padova in seguito al progetto Erasmus di mobilità. Da Ottobre 2022, è studentessa di dottorato presso l’Università di Padova, sotto la supervisione del Prof. Simone Montangero. Il suo lavoro è incentrato sulla fisica computazionale di sistemi quantistici a molti corpi e sulle sue applicazioni per lo sviluppo di tecnologie quantistiche.

 
 

Veronica Sacchi
Ha studiato all’Università di Pisa e alla Scuola Normale. È molto affascinata dai misteri del cosmo che ci circonda. Durante il suo percorso universitario si è occupata di alcuni aspetti di relatività generale, in particolare aspetti teorici della teoria dei buchi neri. Attualmente è dottoranda alla Scuola Politecnica di Losanna e, sotto la supervisione del Prof. V. Gorbenko, studia lo sviluppo di QFT nello spazio “de Sitter”, in un tentativo di descrivere le fluttuazioni della radiazione cosmica di fondo che potrebbero essere alle origini di tutto ciò che conosciamo, e in definitiva di noi stessi.

 
 

Alessia Stefano
È laureata in “Nanotecnologie, Fisica della materia e Applicata” presso l’Università del Salento. Ha fatto parte del gruppo di ricerca in Ottica Quantistica, in collaborazione con l’Università di Campinas (Brasile). Nel lavoro di tesi, si è occupata di usare la Teoria delle Matrici Random per descrivere la decoerenza di un sistema quantistico. Attualmente è dottoranda presso l’Università di Pavia, dove si dedica al design di sorgenti di stati non-classici della luce tramite processi non-lineari del secondo ordine in circuiti fotonici integrati, per applicazioni in diverse tecnologie quantistiche.

 
 

Giorgia Zagatti
Durante il lavoro di tesi magistrale si è occupata dello studio di un effetto oltre il Modello Standard, ovvero la Birifrangenza Cosmica. In particolare, ha sviluppato un codice che, prese in input le mappe di polarizzazione di CMB, è in grado di restituire lo spettro e la mappa del campo di birifrangenza. Il suo attuale progetto di ricerca è finalizzato alla costruzione, e alla conseguente implementazione, di un modello analitico in grado di descrivere le emissioni dei possibili “foregrounds” a tutte le frequenze.

 
 
 
 

 

IL LAMPO GAMMA COSÌ POTENTE DA PERTURBARE L’ALTA IONOSFERA

IL LAMPO GAMMA COSÌ POTENTE DA PERTURBARE L’ALTA IONOSFERA

comunicato stampa INAF, INFN, ASI  – Rivelata per la prima volta una forte perturbazione della parte più alta della ionosfera terrestre generata da un lampo di raggi gamma, grazie ai dati del satellite INTEGRAL dell’Agenzia Spaziale Europea e del sino-italiano CSES-01. I risultati dello studio, guidato da ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, l’Agenzia Spaziale Italiana e diverse università italiane, sono pubblicati su Nature Communications.

Il 9 ottobre 2022, 15:21 ora italiana, molti satelliti in orbita attorno alla Terra e nello spazio interplanetario hanno registrato il più forte lampo di raggi gamma (in inglese gamma-ray burst, o GRB) mai osservato. Tra questi, anche il satellite INTEGRAL (INTErnational Gamma-Ray Astrophysics Laboratory) dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha rivelato un flusso di raggi gamma estremamente intenso e di lunga durata. Contemporaneamente, il satellite CSES-01 (China Seismo-Electromagnetic Satellite), una collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e quella cinese (CNSA), ha registrato una perturbazione macroscopica del campo elettrico nella parte superiore della ionosfera, lo strato più alto e tenue dell’atmosfera terrestre, dovuta a un’improvvisa, forte corrente. Un effetto simile non era mai stato osservato in questo strato dell’atmosfera.

Simili perturbazioni nella ionosfera sono solitamente associate a eventi energetici legati all’attività del Sole, ma in questo caso la coincidenza con l’arrivo del lampo gamma indica che l’origine è da ricercarsi molto più lontano, nell’esplosione di una stella a quasi due miliardi di anni luce di distanza. I risultati dell’analisi, condotta da un team multidisciplinare a guida italiana che è riuscito a sintetizzare dati da due discipline molto diverse – l’astronomia a raggi gamma e la ricerca delle interazioni tra Sole, Terra e cosmo – sono pubblicati su Nature Communications.

“Siamo stati fortunati perché, al momento dell’arrivo del lampo, il satellite CSES si trovava dalla parte del pianeta colpita dall’enorme flusso di raggi gamma” dice Mirko Piersanti, ricercatore dell’Università dell’Aquila e associato all’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), primo autore dell’articolo, che ha lavorato alla ricerca insieme a Pietro Ubertini dell’INAF, principal investigator dello strumento IBIS a bordo di INTEGRAL. “È stato eccitante scoprire l’effetto registrato a bordo di CSES pochi istanti dopo l’arrivo del GRB registrato da INTEGRAL. Era la prova che la ionosfera terrestre era stata ionizzata in modo così intenso da raggi gamma di alta energia, da generare una variazione della conducibilità tale da produrre variazioni del campo elettrico ionosferico.”

Il lampo gamma del 9 ottobre 2022 è stato il più luminoso mai rivelato sinora: il secondo in ordine di intensità è dieci volte meno luminoso. Lo studio indica come eventi cosmici dovuti a raggi gamma di estrema intensità possano avere una forte influenza nell’equilibrio della composizione della ionosfera. Il lampo gamma, generato in una galassia lontana, una volta arrivato sulla Terra aveva ancora abbastanza energia da perturbare la nostra atmosfera in modo molto marcato, “spostando” sostanzialmente la ionosfera verso il basso per tutta la sua durata. Un effetto simile si registra durante brillamenti solari di forte intensità che provocano veri e propri black-out radio.

“È sorprendente come fenomeni che avvengono nello spazio profondo riescano a produrre conseguenze così significative sul nostro pianeta”, nota Piergiorgio Picozza dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), responsabile della collaborazione CSES-Limadou.

Statisticamente, un lampo di raggi gamma così intenso colpisce la Terra ogni diecimila anni. Se fosse stato generato da un’esplosione simile nella nostra galassia, anziché – come in questo caso – in una galassia a quasi due miliardi di anni luce, avrebbe potuto avere conseguenze molto serie per il nostro pianeta, mettendo in pericolo la sopravvivenza della biosfera terrestre. Il dibattito scientifico sulle possibili conseguenze di un ipotetico GRB proveniente dalla Via Lattea, potenzialmente miliardi di volte più intenso di questo, prevede, nel peggiore dei casi, un’alterazione dello strato di ozono atmosferico che protegge la biosfera dalle radiazioni ultraviolette prodotte dal Sole. È stata anche avanzata l’ipotesi che un simile effetto possa aver causato alcune delle estinzioni di massa avvenute in passato sulla Terra.

L’interazione del GRB con la ionosfera è durata più di 800 secondi (quasi un quarto d’ora) ed è stata così intensa da attivare i rivelatori di fulmini in India. In Germania, strumenti a terra hanno registrato per ore disturbi della trasmissione radio ionosferica. Conoscendo bene gli effetti che lampi di luce solare provocano nella ionosfera, i ricercatori italiani della collaborazione CSES hanno subito capito che un GRB straordinariamente intenso come quello del 9 ottobre 2022 poteva avere avuto un impatto profondo sulla parte alta dell’atmosfera. In passato, tuttavia, solo alcuni GRB erano stati in grado di generare variazioni significative sulla ionosfera, ma solo a basse quote e di notte, quando il contributo legato all’illuminazione solare non è presente. Non era mai stato osservato l’effetto di un GRB all’altezza dell’alta atmosfera dove orbita CSES-01.

“Questo risultato avvalora la scelta dell’ASI di sostenere fin dal 2016 un team multidisciplinare per l’analisi dei dati CSES, che include astrofisici, geofisici, fisici delle particelle, fisici dell’atmosfera ed esperti di space weather”, racconta Simona Zoffoli dell’Unità Osservazione della Terra dell’Agenzia Spaziale Italiana. “La contaminazione tra diverse competenze è preziosa e ha permesso di utilizzare i dati di CSES per obiettivi nuovi inizialmente non previsti”.

La ionosfera, tra 50 e 950 km di altitudine, è uno strato fondamentale per la propagazione delle onde radio, senza la quale non si potrebbero effettuare trasmissioni radio di bassa frequenza attorno al pianeta. La sua densità è però così bassa che i satelliti riescono a orbitare al suo interno. Uno di questi satelliti è proprio CSES-01, che monitora l’alta ionosfera (oltre 350 km di altitudine) e la magnetosfera per rivelare perturbazioni collegabili a fenomeni naturali sia di origine terrestre, come terremoti, tsunami o eruzioni vulcaniche, sia di origine esterna come le perturbazioni dovute a tempeste solari.

Tra gli strumenti a bordo del satellite CSES-01, un rivelatore di particelle (High Energetic Particle Detector) è stato realizzato in collaborazione tra ASI e INFN, e un rivelatore di campo elettrico (Electric Field Detector) è stato sviluppato in collaborazione tra ASI, INAF e INFN. Completano l’equipaggiamento scientifico una serie di rivelatori, tra cui quelli di campo magnetico e delle proprietà del plasma, realizzati da ricercatori cinesi. I dati di tutti gli strumenti sono archiviati e messi a disposizione della comunità scientifica presso il centro ASI SSDC. È stata proprio la straordinaria sensibilità dello strumento di campo elettrico che ha permesso di osservare per la prima volta questo effetto. Dopo questa scoperta, il team della collaborazione CSES ha iniziato ad analizzare sistematicamente tutti i dati del rivelatore di campo elettrico registrati in coincidenza con i GRB a partire dal lancio del satellite, nel 2018.

Per ulteriori informazioni:

L’articolo “First Evidence of Earth’s top-side ionospheric electric field variation triggered by impulsive cosmic photons”, di Mirko Piersanti, Pietro Ubertini, Roberto Battiston, Angela Bazzano, Giulia D’Angelo, James G. Rodi, Piero Diego, Roberto Ammendola, Davide Badoni, Simona Bartocci, Stefania Beolè, Igor Bertello, William J. Burger, Donatella Campana, Antonio Cicone, Piero Cipollone, Silvia Coli, Livio Conti, Andrea Contin, Marco Cristoforetti, Fabrizio De Angelis, Cinzia De Donato, Cristian De Santis, Andrea Di Luca, Emiliano Fiorenza, Francesco M. Follega, Giuseppe Gebbia, Roberto Iuppa, Alessandro Lega, Marco Lolli, Bruno Martino, Matteo Martucci, Giuseppe Masciantonio, Matteo Mergè, Marco Mese, Alfredo Morbidini, Coralie Neubüser, Francesco Nozzoli, Fabrizio Nuccilli, Alberto Oliva, Giuseppe Osteria, Francesco Palma, Federico Palmonari, Beatrice Panico, Emanuele Papini, Alexandra Parmentier, Stefania Perciballi, Francesco Perfetto, Alessio Perinelli, Piergiorgio Picozza, Michele Pozzato, Gianmaria Rebustini, Dario Recchiuti, Ester Ricci, Marco Ricci, Sergio B. Ricciarini, Andrea Russi, Zuleika Sahnoun, Umberto Savino, Valentina Scotti, Alessandro Sotgiu, Roberta Sparvoli, Silvia Tofani, Nello Vertolli, Veronica Vilona, Vincenzo Vitale, Ugo Zannoni, Simona Zoffoli, and Paolo Zuccon, è stato pubblicato online sulla rivista Nature Communications.

 

 

60 ANNI DI SCIENZA E PACE: A ERICE LE CELEBRAZIONI

60 ANNI DI SCIENZA E PACE: A ERICE LE CELEBRAZIONI

La Fondazione e Centro per la Cultura Scientifica Ettore Majorana di Erice, fondata e presieduta dal Professor Antonino Zichichi, già presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare,  celebra sessant’ anni di impegno per la promozione della scienza e della pace. L’evento, patrocinato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, in programma sabato 11 novembre a Erice,  sarà l’occasione per sottoscrivere il nuovo “Manifesto di Erice”, documento che va a rinnovare l’originale Manifesto del 1982, sottoscritto da oltre 90 mila scienziati, stipulato allora dai Premi Nobel Paul Dirac, Pëtr Leonidovič Kapitza e dallo stesso Zichichi. 

Da oltre mezzo secolo la Fondazione Majorana ospita annualmente un centinaio di scuole scientifiche, mediche e umanistiche, a cui hanno partecipato circa  160.000 studenti provenienti da tutto il mondo, migliaia di professori, scienziati , e 158 Premi Nobel che hanno reso Erice un unicum a livello mondiale per la promozione della conoscenza e della pace. L’INFN sostiene e partecipa alle attività della Fondazione fin dalla sua nascita, organizzando e sostenendo corsi per giovani scienziati in tutti i principali campi della fisica fondamentale e delle sue applicazioni: fisica subnucleare, nucleare e astroparticellare, acceleratori e rivelatori di radiazione, fisica medica, supercomputing, fino alle piu recenti applicazioni dei computer quantistici e dell’intelligenza artificiale, e con una scuola annuale dedicata al giornalismo e alla comunicazione scientifica.

“Questa è un’iniziativa unica al mondo, fondata dall’intuito visionario di Antonino Zichichi che, oltre 60 anni fa, si rese conto di quanto fosse importante creare un luogo in cui gli scienziati si potessero incontrare per discutere non solo di scienza, ma anche di società, cercando di mettere le basi per un futuro di pace”, sottolinea Antonio Zoccoli presidente dell’INFN. “La scuola nasce attorno ai problemi della fisica fondamentale, ma poi si è allargata, attirando ricercatrici e ricercatori internazionali di comunità diverse: medicina, neuroscienze, tecnologie innovative, comunicazione. Vi hanno partecipato premi Nobel e scienziati di caratura internazionale, ma anche moltissimi giovani.  E le domande più interessanti sono proprio quelle dei  giovani, che sono fondamentali per la scienza e per il progresso della nostra società”.

REPUBBLICA DI COREA: SOTTOSCRITTO ACCORDO TRA INFN E IBS PER LA COOPERAZIONE SCIENTIFICA

REPUBBLICA DI COREA: SOTTOSCRITTO ACCORDO TRA INFN E IBS PER LA COOPERAZIONE SCIENTIFICA

Oggi, 8 novembre a Seoul, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare  ha siglato un accordo (Memorandum of Understanding) con l’Institute for Basic Science-IBS della Repubblica di Corea per la collaborazione nella ricerca di base nel campo della fisica nucleare, subnucleare e astroparticellare. L’accordo, sottoscritto da Antonio Zoccoli, presidente dell’INFN e Noh Do Young, presidente dell’IBS, è stato firmato nell’ambito della visita di stato del Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, nella Repubblica di Corea, alla presenza del Presidente Mattarella e del Presidente coreano Yoon Suk Yeol. Alla visita di stato l’INFN ha partecipato come parte della delegazione italiana,  nel quadro degli accordi di cooperazione scientifica e tecnologica sottoscritti da Italia e Repubblica di Corea.

Attraverso il Memorandum of Understanding siglato oggi, INFN e IBS si impegnano a collaborare per l’avanzamento della scienza e della conoscenza promuovendo, sinergicamente, la condivisione di informazioni, tecnologie, attrezzature e strumenti e supportando lo scambio di ricercatori e ricercatrici impegnati in progetti di ricerca e sviluppo, con particolare attenzione ai giovani.

OLTRE 500 STUDENTI PARTECIPANO AL RADON DAY 2023

OLTRE 500 STUDENTI PARTECIPANO AL RADON DAY 2023

Ogni anno il 7 novembre, in occasione dell’anniversario della nascita di Maria Skłodowska Curie, si tengono iniziative in tutta Europa per l’European Radon Day, una giornata dedicata alla radioattività.

In Italia, oltre 500 studenti e studentesse delle scuole superiori parteciperanno in questi giorni a eventi sulla radioattività organizzati dai progetti RadioLab e ISOradioLAb, con cui l’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare si pone l’obiettivo di sensibilizzare le generazioni più giovani sul tema della radioattività naturale e artificiale, attraverso incontri, esperienze sperimentali in laboratorio e sul territorio e iniziative pubbliche.

Dando il via all’edizione 2023-2024 dei progetti RadioLab e ISOradioLAb, gli eventi sono cominciati oggi nelle Sezioni INFN di Cagliari, Cosenza, Siena (Gruppo Collegato di Pisa), e Torino. Mentre domani sarà il turno di Lecce e, infine, Milano il 9 novembre e Napoli e le isole di Lampedusa e Pantelleria il 14 novembre. Le iniziative prevedono seminari sulla radioattività naturale e artificiale e sulle implicazioni, sia negative sia positive, e coinvolgono le classi partecipanti al progetto per raccontare la loro esperienza. Oltre a esperti e ricercatori e ricercatrici dell’INFN, infatti, sono proprio le studentesse e gli studenti a raccontare in prima persona i risultati ottenuti durante le esperienze sperimentali svolte con RadioLab e ISOradioLAb nel corso dell’anno scolastico 2022-2023.

I progetti RadioLab e ISOradioLAb

RadioLab è un progetto dell’INFN nato nel 2004 e dedicato alle scuole secondarie, principalmente di II grado, che si articola in più anni scolastici. Il progetto si propone di avvicinare le nuove generazioni al tema della radioattività attraverso lezioni ed esperienze di misura diretta in modo che possano discuterne con consapevolezza, comprendendo le implicazioni intrinseche nell’impiego delle radiazioni ionizzanti. Il percorso culmina con una manifestazione in cui gli studenti e le studentesse raccontano alla cittadinanza quanto hanno scoperto, sensibilizzando i partecipanti sul tema della radioattività. 

In Italia il progetto coinvolge nove Sezioni INFN: Cagliari, Cosenza (gruppo collegato LNF), Lecce, Milano, Napoli, Padova, Siena (Gruppo collegato Sezione di Pisa), Torino, Trieste. Negli ultimi anni il progetto ha assunto una veste internazionale con la partecipazione di scuole dell’Ecuador e dell’Albania che hanno adottato ed esportato la stessa modalità operativa svolta presso le scuole italiane.

Dal 2021 è stato strutturato il nuovo ramo del progetto, ISOradioLAb, dedicato alle isole minori italiane e che in questi due anni ha coinvolto scuole secondarie di I e II grado delle isole Eolie, di Ischia, Lampedusa, Linosa, Pantelleria e San Pietro. ISOradioLAb è un progetto rivolto esplicitamente alle scuole delle isole minori proprio per dare agli studenti e alle studentesse che le abitano quelle stesse opportunità di partecipazione, interscambio e coinvolgimento nella realizzazione di progetti proposti da università e centri di ricerca che hanno i loro coetanei che vivono sulla penisola italiana, nell’ottica di superare le naturali difficoltà legate alla differente collocazione geografica.

PRIME SPETTACOLARI E DETTAGLIATE IMMAGINI DELL’UNIVERSO INVIATE DAL TELESCOPIO SPAZIALE EUROPEO EUCLID

PRIME SPETTACOLARI E DETTAGLIATE IMMAGINI DELL’UNIVERSO INVIATE DAL TELESCOPIO SPAZIALE EUROPEO EUCLID

Comunicato stampa ASI, INAF, INFN

Determinante il ruolo del nostro Paese con i contributi dell’Agenzia Spaziale Italiana, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e di diverse università italiane

Roma, 7 novembre 2023 – Cinque foto del cosmo a colori con una risoluzione che sfiora l’incredibile. Queste le prime immagini arrivate dal telescopio spaziale Euclid costruito e gestito dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) con il contributo della NASA e la collaborazione dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e di numerose università italiane. Immagini che mostrano che il telescopio è pronto per creare la più estesa mappa 3D dell’Universo mai vista prima e per scoprire alcuni dei suoi segreti nascosti.

Mai prima d’ora un telescopio, sia spaziale che terrestre, era stato in grado di creare immagini astronomiche così nitide su una zona così ampia di cielo e di guardare così distante nel lontano Universo. Le immagini immortalano corpi celesti disparati: si parte dall’iconica Nebulosa Testa di Cavallo, distante appena 1.500 anni luce dalla Terra, passando per un ammasso stellare e due galassie, fino al gigantesco ammasso di galassie del Perseo, a 240 milioni di anni luce da noi. Pur ritraendo oggetti dell’Universo relativamente vicino, queste immagini illustrano tutto il potenziale di Euclid, lanciato lo scorso primo luglio ed ora in orbita ad un milione e mezzo di km da noi intorno al punto L2 di equilibrio gravitazionale tra Sole, Terra e Luna.

Euclid, che ha un telescopio con uno specchio del diametro di 1,2 metri, ha il compito di indagare su come la materia oscura e l’energia oscura abbiano dato al nostro Universo l’aspetto che ha oggi. Il 95% del nostro cosmo sembra essere costituito da queste misteriose entità “oscure”, ma non si comprende cosa siano perché la loro presenza provoca solo piccoli cambiamenti nell’aspetto e nei movimenti delle cose che possiamo vedere. Per rivelare l’influenza “oscura” sull’Universo visibile Euclid osserverà le forme, le distanze e i movimenti di miliardi di galassie fino alla distanza di 10 miliardi di anni luce. In questo modo, creerà la più grande mappa cosmica 3D mai realizzata. Alla fine della sua vita operativa, prevista al momento intorno a sei anni, Euclid avrà prodotto immagini e dati fotometrici per più di un miliardo di galassie e milioni di spettri di galassie, dati che saranno di grande importanza anche per molti altri settori dell’astrofisica.

“Nell’ambito della partecipazione alle grandi missioni scientifiche di Space Science, – dichiara Barbara Negri responsabile del Volo Umano e Sperimentazione Scientifica dell’Agenzia Spaziale Italiana – il contributo alla missione Euclid è stato ed è uno dei maggiori impegni dell’ASI in questi anni. Abbiamo coordinato le attività con ESA e con le altre agenzie nazionali, guidato le industrie nazionali nella realizzazione dei contributi italiani agli strumenti di Euclid e nello sviluppo del Science Data Center italiano. ASI ha, inoltre, supportato il team scientifico, in particolare per la responsabilità della gestione del Science Ground Segment della missione che svolge l’importante ruolo di produrre i dati finali della missione, come queste spettacolari immagini, sforzo cui partecipa direttamente anche il centro SSDC di ASI”.

“Queste immagini mostrano qualcosa che va ben oltre le migliori aspettative”, commenta Anna Di Giorgio dell’INAF, che coordina le attività italiane per la missione Euclid finanziate dall’ASI. “Le centinaia se non migliaia di galassie visibili nello sfondo di ciascuno dei campi osservati, danno una misura di quello che sarà possibile ottenere dalla scansione di più di un terzo del cielo: l’idea che sembrava fantascientifica di poter misurare la distorsione nella forma di più di un miliardo di galassie appare oggi ancora di più come un obiettivo perfettamente raggiungibile. Anche in questo caso l’Italia ha dato un contributo importante alla produzione di queste prime immagini, tre delle quali si riferiscono ad oggetti proposti da scienziati INAF, che ne guideranno lo studio dettagliato e saranno i responsabili delle prime pubblicazioni ad essi associate.”

“Le prime splendide immagini che Euclid ci ha inviato ci danno conferma dell’enorme potenzialità di questo nuovo strumento nell’esplorazione dell’universo”, commenta Luca Stanco, che coordina il contributo dell’INFN a Euclid. “In particolare, – prosegue Stanco – è impressionante il dettaglio, mai raggiunto prima, con cui Euclid è riuscito a osservare l’ammasso di galassie del Perseo, distante ben 240 milioni di anni luce da noi. Queste prime immagini ci danno la fondata speranza che Euclid, nel giro di qualche anno, potrà dare un contributo sostanziale alla definizione della natura sia della materia oscura, sia dell’energia oscura, che assieme costituiscono il 95% dell’universo: riuscire a comprendere questi due misteri sarebbe una rivoluzione. Oggi, ha davvero inizio una nuova straordinaria avventura scientifica e l’Italia ne sarà protagonista”.

Per questa missione è stato realizzato un Consorzio composto da oltre 2000 scienziati provenienti da 300 istituti in 13 paesi europei, oltre a Stati Uniti, Canada e Giappone.