ALLA RICERCA DI NUOVA FISICA: MEG II PRESENTA I SUOI PRIMI RISULTATI

ALLA RICERCA DI NUOVA FISICA: MEG II PRESENTA I SUOI PRIMI RISULTATI

La collaborazione scientifica dell’esperimento MEG II, della quale fa parte anche l’INFN, presenta oggi, 20 ottobre, nel corso di un seminario scientifico al Paul Scherrer Institut (PSI), in Svizzera, i suoi primi risultati, ottenuti dall’analisi dei dati raccolti nel 2021. I risultati sono riportati in un articolo pubblicato su arxiv e sottomesso alla rivista European Journal of Physics C.

L’esperimento MEG II, in presa dati al laboratorio PSI dal 2021, ricerca il decadimento di un muone positivo in un positrone e un fotone, una sorta di Santo Graal per la fisica delle particelle. Da molti anni, infatti, questo decadimento viene cercato in diversi esperimenti, ma ad oggi non è ancora mai stato osservato. I risultati appena presentati non evidenziano alcun segnale di eventi del decadimento ricercato rispetto al fondo atteso: è stato perciò fissato un limite superiore alla probabilità di questo processo. Questo risultato, combinato con il risultato del precedente esperimento MEG, fornisce il limite più stringente attualmente disponibile al mondo.

Il Modello Standard della fisica delle particelle, la nostra attuale teoria sui costituenti e sulle interazioni fondamentali della natura, dice che il muone può effettivamente decadere in una coppia positrone-fotone, senza neutrini, ma con una probabilità estremamente bassa. Pertanto, l’osservazione di questo decadimento sarebbe un segnale che apre alla fisica oltre il Modello Standard: un orizzonte completamente nuovo, che ricercatrici e ricercatori in fisica delle particelle stanno instancabilmente inseguendo, ma che finora non hanno mai osservato inequivocabilmente.

Nell’esperimento MEG II, fino a 50 milioni di muoni provenienti dal fascio continuo di muoni più intenso del mondo vengono fermati ogni secondo su un bersaglio sottile, al centro di un magnete superconduttore. Per rintracciare i prodotti del decadimento vengono utilizzati rivelatori di particelle all’avanguardia: un rivelatore gassoso ultraleggero (camera a deriva) e una serie di mattonelle di plastica scintillante vengono utilizzate per ricostruire la traiettoria e il tempo di volo del positrone, mentre la rivelazione dei fotoni si basa su uno scintillatore da 900 litri di xenon liquido.

L’esperimento MEG II sta ancora raccogliendo dati e si prevede che entro il 2026 potrà mettere a disposizione della comunità scientifica una statistica venti volte maggiore rispetto ad oggi, così da migliorare di un ordine di grandezza la sensibilità alla rivelazione del decadimento rispetto a MEG.

La collaborazione MEG II riunisce più di 50 fisici provenienti da istituzioni di ricerca di Italia, Giappone, Russia, Svizzera e Stati Uniti, tra le quali l’INFN. I ricercatori e le ricercatrici italiani sono stati il gruppo leader nella costruzione e nella gestione dei rivelatori di positroni.

 

 

 

 

SCOPRIRE LA FISICA DIVERTENDOSI: L’INFN TORNA ALLA MAKER FAIRE DI ROMA

SCOPRIRE LA FISICA DIVERTENDOSI: L’INFN TORNA ALLA MAKER FAIRE DI ROMA

Che cosa si nasconde dentro una scatola misteriosa? Come si collabora per cercare di spiegare un risultato scientifico inaspettato? Come si può imparare la fisica divertendosi? Da venerdì 20 a domenica 22 ottobre, l’INFN torna alla Maker Faire di Roma, la fiera annuale dedicata all’innovazione, alla tecnologia e alla creatività, che, giunta all’undicesima edizione, si terrà negli spazi della Fiera di Roma.

L’INFN porterà uno stand sul progetto di didattica innovativa HOPE, a cura della Sezione INFN di Ferrara e di alcuni studenti e studentesse delle scuole superiori che saranno presenti in fiera, e due workshop sul metodo scientifico, in cui i partecipanti e le partecipanti saranno diretti protagonisti di una ricerca scientifica: “Research Simulator” e “Mistery Box”.

Per tutto il fine settimana di fiera, nel Pavilion Research, ci sarà lo stand del progetto HOPE, un progetto per scoprire in modo nuovo e coinvolgente le applicazioni della fisica, l’elettronica, l’informatica, la musica e la robotica, attraverso un approccio didattico collaborativo. Il progetto è nato nel gennaio 2018 da una collaborazione tra il Liceo Scientifico di Ferrara “Antonio Roiti”, il Centro Edgerton del Massachussetts Institute of Technology (MIT), la sezione INFN di Ferrara e il Dipartimento di fisica e di scienze della terra dell’Università di Ferrara.

Nell’Experience Lab della fiera, si terrà il workshop “Mystery box”. I partecipanti avranno la possibilità di cimentarsi con un divertente enigma: scoprire il contenuto misterioso e inaccessibile di una scatola chiusa, attraverso osservazioni, ipotesi ed esperimenti. L’attività, che sarà tenuta da Pierluigi Paolucci, ricercatore della Sezione INFN di Napoli, e dal divulgatore Daniele Molaro è a cura del progetto HOP – Hands On Phyisics, ideato da CERN, INFN, e Fondazione Agnelli, per promuovere l’insegnamento della fisica nella Scuola Secondaria di Primo Grado.

Per avvicinarsi, invece, al lavoro di ricercatrici e ricercatori e alle dinamiche della collaborazione scientifica, sarà possibile seguire il workshop “Research simulator”, un gioco di ruolo a squadre non competitivo, in cui i partecipanti collaborano per cercare di spiegare un risultato inspiegabile o curioso. Il workshop è organizzato da Lorenzo Caccianiga, ricercatore della Sezione INFN di Milano.

EUROPEAN SPALLATION SOURCE: NUOVO PASSO VERSO LA SORGENTE DI NEUTRONI PIÙ POTENTE DEL MONDO

EUROPEAN SPALLATION SOURCE: NUOVO PASSO VERSO LA SORGENTE DI NEUTRONI PIÙ POTENTE DEL MONDO

In Svezia, al centro di ricerca ESS European Spallation Source, che ospiterà a Lund la più potente sorgente di neutroni al mondo, è appena stata completata l’installazione della prima parte dell’acceleratore lineare, cuore pulsante della facility, ossia il linac normal-conduttivo, chiamato DTL (Drift Tube Linac).

Il Drift Tube Linac di ESS è di fatto composto da cinque cavità, per un totale di circa 40 metri, che accelerano i protoni da 3,6 a 90 MeV, energia cui i protoni viaggiano a circa metà della velocità della luce. Il Drift Tube Linac di ESS sarà più potente al mondo, ed è stato progettato da ricercatori e tecnologi dell’INFN, in particolare dei Laboratori Nazionali di Legnaro (LNL) e della Sezione di Torino, che hanno anche coordinato tutte le fasi relative alla produzione, all’assemblaggio, ai test e all’installazione dei DTL. ESS, infatti, è un grande progetto in Europa, frutto di una vasta collaborazione internazionale, in cui l’Italia e l’INFN svolgono un ruolo centrale.

“Con il completamento dei DTL, il contributo INFN all’acceleratore di ESS è molto vicino al compimento”, spiega Andrea Pisent, ricercatore dei LNL Laboratori Nazionali di Legnaro dell’INFN e coordinatore nazionale di ESS. “La sorgente di ioni, sviluppata ai Laboratori Nazionali del Sud dell’INFN, è da tempo in funzione con ottime prestazioni, mentre la fornitura delle cavità superconduttive, costruite in Italia sotto la responsabilità dalla Sezione INFN di Milano, è quasi completa, con 28 elementi su 36 già pronti per l’installazione nei moduli criogenici. I risultati raggiunti nel progetto ESS dimostrano nuovamente la capacità dell’INFN di realizzare strutture di altissima tecnologia con pieno controllo di tempi e costi, il lavoro di squadra fra le strutture dell’Istituto e i partner industriali, e il saper operare con grande efficacia nel contesto di una vasta collaborazione internazionale”, conclude Pisent

“Sono stati progettati, costruiti e installati 40 metri di Linac, per complessivi 70 tonnellate di componenti ad alta tecnologia, con processi produttivi innovativi e tolleranze di fabbricazione e assemblaggio estremamente ridotte, stiamo parlando di 170 elementi per quanto riguarda i drift tubes, ciascuno con la propria specifica geometria e funzione e interamente realizzati presso le officine meccaniche dell’INFN. Abbiamo realizzato e verificato la chiusura di circa 500 porte da vuoto con l’impiego di circa 10 mila viti”, descrivono i ricercatori Francesco Grespan dei LNL e Paolo Mereu della Sezione di Torino, che hanno guidato la realizzazione del DTL a Lund. “Ma il contributo va molto oltre l’hardware: sono state impiegate migliaia di simulazioni e misure di radiofrequenza, allineamenti al centesimo di millimetro, specifici processi di pulizia di superfici e test da vuoto e processi di Quality Assurance e Quality Control molto rigorosi. Tutto questo è ora installato e funzionante nel tunnel del Linac di ESS”, concludono Grespan e Mereu.

Il centro di ricerca multidisciplinare ESS, attualmente in costruzione in Svezia, sarà la sorgente di neutroni più potente al mondo quando entrerà in funzione nel 2025. ESS fornirà opportunità di ricerca uniche per migliaia di scienziate e scienziati in una vasta gamma di settori, dalla scienza dei materiali all’energia, dalle scienze della vita alle applicazioni per i beni culturali.

 

 

PRESENTATO IL CONSORZIO HPC4DR: L’INFRASTRUTTURA HPC PER LA RESILIENZA AI DISASTRI

PRESENTATO IL CONSORZIO HPC4DR: L’INFRASTRUTTURA HPC PER LA RESILIENZA AI DISASTRI

Il 13 ottobre, in occasione della  Giornata internazionale per la riduzione del rischio di disastri, presso la sede dell’Università degli Studi dell’Aquila è stato presentato il Consorzio HPC4DR (High Performance Computing for Disaster Resilience) per la realizzazione di un centro di competenze per la riduzione del rischio di catastrofi e disastri naturali o antropogenici. HPC4DR, attraverso l’uso di tecnologie di calcolo ad alte prestazioni, svolgerà attività di ricerca, innovazione e formazione, favorendo lo scambio di conoscenze in diversi settori disciplinari.  Il Consorzio HPC4DR riunisce i principali enti pubblici di ricerca, INFN, CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche, INAF Istituto Nazionale di Astrofisica, INGV Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, e le Università delle regioni Abruzzo, Marche e Molise, Gran Sasso Science Institute, Università degli Studi dell’Aquila, Università degli Studi del Molise, Università degli Studi di Camerino, Università degli Studi di Macerata, Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, Università degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti-Pescara, Università Politecnica delle Marche.

L’infrastruttura tecnologica di calcolo ad alte prestazioni (centro High Performance Computing – HPC) di cui sia avvarrà il Consorzio è resa disponibile dai Laboratori Nazionali del Gran Sasso (LNGS) dell’INFN ed è costituta da 400 macchine di calcolo cedute al Consorzio  dal CINECA, uno dei maggiori centri di calcolo in Italia, alle quali sono state aggiunte risorse di storage e apparati di rete finanziati dai Laboratori Nazionali del Gran Sasso: ad oggi circa 100 di questi server sono stati installati e configurati, e costituiscono il primo nucleo di risorse di calcolo operativo e reso disponibile per una fase di test.

“Il coinvolgimento dei LNGS nel programma di sviluppo del consorzio HPC4DR è la dimostrazione di come nella ricerca fondamentale si possano sviluppare applicazioni in differenti campi multidisciplinari utili per la salvaguardia e la sicurezza della popolazione”, afferma Ezio Previtali, direttore dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso e vice Presidente del Consorzio HPC4DR. “Più in generale, riteniamo molto importante che un centro di calcolo avanzato possa mettere in contatto tecniche, realtà scientifiche e, potenzialmente, anche realtà imprenditoriali differenti al fine di sviluppare metodologie di elevato impatto per la società”.

In questi ultimi due anni, i Laboratori Nazionali del Gran Sasso si sono affermati sempre più come infrastruttura strategica di calcolo avanzato grazie a una serie di progetti che hanno portato ingenti risorse sia economiche sia di personale. Il centro HPC dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso è, infatti, stato inserito nel Centro Nazionale di Ricerca in HPC, Big Data e Quantum Computing ICSC”, progetto finanziato dal PNRR. Il nodo dei LNGS ha ottenuto un finanziamento di 5 milioni di euro per ampliamenti e adeguamenti dell’infrastruttura del centro, oltre che per ulteriori risorse di calcolo.

“Grazie all’inserimento del centro di calcolo dei LNGS in ICSC – commenta Claudio Grandi, tecnologo dell’INFN e co-responsabile del gruppo che gestisce l’infrastruttura (Spoke 0) di supercalcolo di ICSC – è stato possibile trovare le risorse per portare a compimento il progetto di HPC4DR, che è nato anni fa con finalità ambiziose che sarà oggi possibile perseguire. Possiamo quindi essere confidenti che il centro di calcolo di HPC4DR ai LNGS sarà in grado di far fronte alle necessità del Consorzio”.

Nel nuovo datacenter saranno installati server particolarmente performanti e adatti al calcolo con tecniche di machine learning e intelligenza artificiale. Il Centro Elaborazione Dati sarà inoltre dotato di moderni sistemi di alimentazione elettrica e raffreddamento, e di sistemi di monitoraggio e generazione di allarmi per garantire la continuità operativa del centro di calcolo messo a disposizione del Consorzio HPC4DR.

“La realizzazione del potenziamento del centro di calcolo dei LNGS ha richiesto e richiederà un grande impegno ma costituisce una formidabile opportunità di crescita per i Laboratori Nazionali del Gran Sasso”, spiega Sandra Parlati, responsabile del Servizio Calcolo e Reti dei LNGS e referente scientifico per il centro HPC ai LNGS. “Questo progetto è una sfida stimolante in cui l’esperienza consolidata del personale del Servizio Calcolo e Reti e l’entusiasmo dei giovani tecnologi e tecnici reclutati all’interno del Centro Nazionale ICSC sono fattori determinanti per il raggiungimento degli obiettivi. Mi fa piacere inoltre sottolineare la presenza di un consistente numero di donne nello staff, che dimostra un crescente interesse per le tematiche STEM”, conclude Parlati.

 

 

EUROPEAN SPALLATION SOURCE: NUOVO PASSO VERSO LA SORGENTE DI NEUTRONI PIÙ POTENTE DEL MONDO

EUROPEAN SPALLATION SOURCE: NUOVO PASSO VERSO LA SORGENTE DI NEUTRONI PIÙ POTENTE DEL MONDO

In Svezia, al centro di ricerca ESS European Spallation Source, che ospiterà a Lund la più potente sorgente di neutroni al mondo, è appena stata completata l’installazione della prima parte dell’acceleratore lineare, cuore pulsante della facility, ossia il linac normal-conduttivo, chiamato DTL (Drift Tube Linac).

Il Drift Tube Linac di ESS è di fatto composto da cinque cavità, per un totale di circa 40 metri, che accelerano i protoni da 3,6 a 90 MeV, energia cui i protoni viaggiano a circa metà della velocità della luce. Il Drift Tube Linac di ESS sarà più potente al mondo, ed è stato progettato da ricercatori e tecnologi dell’INFN, in particolare dei Laboratori Nazionali di Legnaro (LNL) e della Sezione di Torino, che hanno anche coordinato tutte le fasi relative alla produzione, all’assemblaggio, ai test e all’installazione dei DTL. ESS, infatti, è un grande progetto in Europa, frutto di una vasta collaborazione internazionale, in cui l’Italia e l’INFN svolgono un ruolo centrale.

“Con il completamento dei DTL, il contributo INFN all’acceleratore di ESS è molto vicino al compimento”, spiega Andrea Pisent, ricercatore dei LNL Laboratori Nazionali di Legnaro dell’INFN e coordinatore nazionale di ESS. “La sorgente di ioni, sviluppata ai Laboratori Nazionali del Sud dell’INFN, è da tempo in funzione con ottime prestazioni, mentre la fornitura delle cavità superconduttive, costruite in Italia sotto la responsabilità dalla Sezione INFN di Milano, è quasi completa, con 28 elementi su 36 già pronti per l’installazione nei moduli criogenici. I risultati raggiunti nel progetto ESS dimostrano nuovamente la capacità dell’INFN di realizzare strutture di altissima tecnologia con pieno controllo di tempi e costi, il lavoro di squadra fra le strutture dell’Istituto e i partner industriali, e il saper operare con grande efficacia nel contesto di una vasta collaborazione internazionale”, conclude Pisent

“Sono stati progettati, costruiti e installati 40 metri di Linac, per complessivi 70 tonnellate di componenti ad alta tecnologia, con processi produttivi innovativi e tolleranze di fabbricazione e assemblaggio estremamente ridotte, stiamo parlando di 170 elementi per quanto riguarda i drift tubes, ciascuno con la propria specifica geometria e funzione e interamente realizzati presso le officine meccaniche dell’INFN. Abbiamo realizzato e verificato la chiusura di circa 500 porte da vuoto con l’impiego di circa 10 mila viti”, descrivono i ricercatori Francesco Grespan dei LNL e Paolo Mereu della Sezione di Torino, che hanno guidato la realizzazione del DTL a Lund. “Ma il contributo va molto oltre l’hardware: sono state impiegate migliaia di simulazioni e misure di radiofrequenza, allineamenti al centesimo di millimetro, specifici processi di pulizia di superfici e test da vuoto e processi di Quality Assurance e Quality Control molto rigorosi. Tutto questo è ora installato e funzionante nel tunnel del Linac di ESS”, concludono Grespan e Mereu.

Il centro di ricerca multidisciplinare ESS, attualmente in costruzione in Svezia, sarà la sorgente di neutroni più potente al mondo quando entrerà in funzione nel 2025. ESS fornirà opportunità di ricerca uniche per migliaia di scienziate e scienziati in una vasta gamma di settori, dalla scienza dei materiali all’energia, dalle scienze della vita alle applicazioni per i beni culturali.

 

 

INTELLIGENZA ARTIFICIALE E COMPUTER QUANTISTICI PROTAGONISTI A ERICE

INTELLIGENZA ARTIFICIALE E COMPUTER QUANTISTICI PROTAGONISTI A ERICE

Il prossimo 8 ottobre, la scuola di giornalismo e comunicazione della scienza apre nella sua storica sede della Fondazione Ettore Majorana la sua XI edizione, realizzata da INFN e Nature Italy

Intelligenza artificiale, supercomputing e calcolo quantistico sono campi di ricerca e di sviluppo tecnologico cruciali per la società del futuro, che si caratterizzerà sempre più per la produzione di enormi quantità di dati. Argomenti al centro del dibattito scientifico e culturale a cui la Scuola di comunicazione e giornalismo scientifico di Erice ha scelto di dedicare l’edizione 2023, che riapre in presenza nella storica sede della Fondazione Ettore Majorana il prossimo 8 ottobre, dopo l’interruzione dovuta alla pandemia. La scuola, finanziata dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, offre ogni anno borse di studio per giovani giornalisti e comunicatori scientifici di tutto il mondo, che seguiranno un corso, in lingua inglese, dedicato ogni anno allo sviluppo di un tema diverso dell’attualità scientifica e giornalistica, alternando lezioni frontali a laboratori tenuti da esperti del mondo scientifico, giornalistico e della comunicazione scientifica. Questa edizione, l’undicesima, inaugura la collaborazione tra l’INFN e Nature Italy, la rivista digitale dedicata alla ricerca in Italia e alla comunità scientifica italiana edita da Nature Portfolio. Il programma scientifico apre con una lezione dedicata alla Big data society, e affronterà i temi del supercomputing, che vede l’Italia in prima linea con il nuovo centro di supercalcolo ICSC, dell’intelligenza artificiale e delle sue applicazioni, della fisica quantistica e dello sviluppo delle tecnologie quantistiche, presentando anche il progetto Einstein Telescope per la costruzione del futuro rivelatore di onde gravitazionali che l’Italia è candidata a ospitare.

Il programma dedicato alla comunicazione e al giornalismo scientifico esplorerà invece il tema dei linguaggi e dei format della comunicazione scientifica: dalla comunicazione visuale, al podcast, all’uso di chat Gpt, alla comunicazione istituzionale, all’impiego della realtà virtuale nella divulgazione scientifica.

ERICE International School of Science Communication and Journalism 2023 

THE BIG DATA SOCIETY

What Quantum, supercomputing and AI can and cannot do for science

Sito web: https://ericescicomschool.lnf.infn.it/

Sarà possibile seguire la scuola anche sui social media

Hashtag: #EriceSJ2023

X handle: @EriceSciCom

Facebook: Erice International School of Science Communication & Journalism

PIÙ SPAZIO ALLO SPAZIO

PIÙ SPAZIO ALLO SPAZIO

Inaugurato oggi, 4 ottobre, il Laboratorio di Interferometria e ottica quantistica per le onde gravitazionali dell’Università di Trento. Un laboratorio di ricerca dove concentrare le energie e i progetti del Dipartimento di Fisica dedicati all’osservazione dello spazio dalla Terra, allestito in collaborazione con l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn). Oggi l’inaugurazione dopo alcuni anni di lavori nell’edificio di Povo zero. Obiettivo: migliorare la sensibilità dei rivelatori interferometrici di onde gravitazionali a supporto dei grandi progetti internazionali Ligo, Virgo e Kagra, e per la realizzazione dell’Einstein Telescope, il futuro osservatorio sotterraneo europeo di nuova generazione, che l’Italia è candidata a ospitare

Un posto dove spazio e tempo si incontrano, si svelano, si studiano. E dove l’universo rivela alcuni dei suoi segreti. È il Laboratorio di gravitazione sperimentale dell’Università di Trento che oggi si arricchisce di una nuova dotazione tecnologica e inaugura una nuova sala sperimentale: il Laboratorio di Interferometria e ottica quantistica per le onde gravitazionali nell’edificio di Povo zero sulla collina di Trento. Uno spazio molto atteso da chi fa ricerca al Dipartimento di Fisica. Ma la sua inaugurazione interessa anche tutta la comunità scientifica che da anni è impegnata nell’osservazione delle onde gravitazionali. A circa cent’anni da quando Albert Einstein ne ha teorizzato l’esistenza, l’osservazione di queste increspature nel “tessuto” dello spaziotempo ha rivoluzionato il nostro modo di studiare l’universo perché consentono alle scienziate e agli scienziati di ottenere informazioni nuove sulla sua genesi, sulla sua evoluzione e sulla natura di ciò che lo compone.

I ricercatori e le ricercatrici dell’Università di Trento che fanno parte della collaborazione scientifica internazionale Virgo hanno contribuito direttamente al raggiungimento dei risultati rivoluzionari sulle onde gravitazionali, sia sotto il profilo dell’osservazione e dell’analisi dei dati, sia per quanto riguarda la realizzazione della sofisticata strumentazione necessaria a rivelarle. Un’attività condotta in stretto coordinamento con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), nell’ambito del centro di ricerca congiunto Trento Institute for Fundamental Physics and Applications (Tifpa).

Con la disponibilità delle nuove infrastrutture si potrà dare ulteriore impulso alle attività di ricerca e sviluppo che l’Università di Trento conduce nell’ambito del progetto per il rivelatore Virgo e anche per la realizzazione dell’Einstein Telescope, il futuro osservatorio sotterraneo di nuova generazione in Europa, che l’Italia si è candidata a ospitare in Sardegna. E l’inaugurazione del Laboratorio ha attirato a Trento anche i due responsabili delle collaborazioni scientifiche dei progetti Virgo ed Einstein Telescope, i ricercatori dell’Infn Gianluca Gemme, che guida la collaborazione internazionale Virgo, e Michele Punturo, coordinatore dalla collaborazione internazionale Einstein Telescope. In questa occasione hanno tenuto davanti a studenti e docenti dell’Ateneo un intervento dedicato al presente e agli scenari futuri dello studio delle onde gravitazionali dalla Terra

Osservare l’universo. Il ruolo di Trento

Quando il 14 settembre 2015 gli interferometri gemelli Ligo hanno registrato il primo segnale di onda gravitazionale è stato uno dei momenti scientifici più importanti del secolo. Se lo ricordano bene i ricercatori del Dipartimento di Fisica dell’ateneo trentino, oggi impegnati nell’inaugurazione del laboratorio coordinato da Giovanni Andrea Prodi

«Da quando poi nel febbraio 2016 la collaborazione Ligo-Virgo ha reso pubblico questo risultato, tutti noi abbiamo iniziato a percepire l’universo in modo nuovo» spiegano Antonio Perreca e Matteo Leonardi. «Dalla prima rilevazione, sono stati osservati più di cento eventi, emessi da sistemi binari di buchi neri e stelle di neutroni. Nonostante la loro precisione impressionante, i rivelatori di onde gravitazionali sono in grado di ascoltare i segnali provenienti solo da una parte di Universo intorno a noi. Per ampliare i nostri orizzonti, dobbiamo superare limiti tecnici impegnativi e di diversa natura. In questo laboratorio ci concentriamo sulla mitigazione del rumore che deriva dalla natura quantistica della luce e delle perdite ottiche dei rivelatori». Queste innovazioni saranno applicate sia per migliorare le prestazioni dei rivelatori attualmente in ascolto sia per realizzare il futuro Einstein Telescope (Et), l’osservatorio sotterraneo europeo di nuova generazione che è in fase di progettazione. «Perché più segnali, più nitidi, significa maggiore conoscenza dell’universo».

 

 

 

ONDE GRAVITAZIONALI ED EINSTEIN TELESCOPE: L’INFN PROTAGONISTA A BERGAMOSCIENZA

ONDE GRAVITAZIONALI ED EINSTEIN TELESCOPE: L’INFN PROTAGONISTA A BERGAMOSCIENZA

Storie di onde gravitazionali e di universo, da exhibit interattivi a conferenze spettacolo: l’INFN approda alla XXI edizione di BergamoScienza, che da oggi 29 settembre fino al 15 ottobre colorerà di scienza le strade, le piazze e i teatri della città lombarda.
Si parte questa sera alle 21:00 con “Storie che hanno cambiato l’Universo”, evento organizzato dall’Osservatorio Gravitazionale Europeo, EGO, che racconta le appassionanti storie delle scoperte che nell’ultimo secolo hanno cambiato radicalmente la nostra visione del cosmo. L’evento si terrà nell’Auditorium Confindustria di Bergamo.
Nel fine settimana, sabato 30 settembre e domenica 1° ottobre, la fisica delle onde gravitazionali arriva in piazza per l’iniziativa “La scuola in piazza”, con uno spazio espositivo in cui ricercatori e ricercatrici INFN raccontano come si dà la caccia alle onde gravitazionali con video, poster, modellini 3D ed esperimenti per scoprire la struttura dello spaziotempo e il funzionamento di un interferometro gravitazionale. Lo spazio sarà anche ricco di informazioni sul futuro rivelatore europeo per onde gravitazionali, Einstein Telescope, che l’Italia è candidata a ospitare in Sardegna.
L’Einstein Telescope sarà anche protagonista di una grande conferenza spettacolo “Nuovi occhi per le onde gravitazionali”, che si terrà domenica 1° ottobre a partire dalle 17:30 nel Piazzale degli Alpini di Bergamo. L’evento è organizzato dall’INFN con il patrocino del Ministero dell’Università e della Ricerca, e avrà come protagonisti Monique Bossi, ricercatrice INFN e infrastructure manager di ETIC, il consorzio nato dal progetto finanziato col PNRR per sostenere la candidatura italiana a ospitare Einstein Telescope, e Marco Pallavicini, vicepresidente INFN e professore all’Università di Genova. La serata sarà arricchita dagli interventi di Luca Perri, divulgatore e coordinatore scientifico dell’Associazione BergamoScienza, dalle letture dell’attrice Maria Giulia Scarcella e sarà moderata dalla conduttrice radiofonica di Radio Rai Sara Zambotti.

PIÙ DONNE NELLA FISICA:  L’INFN ASSEGNA 25 BORSE DI STUDIO A GIOVANI STUDENTESSE IN FISICA

PIÙ DONNE NELLA FISICA: L’INFN ASSEGNA 25 BORSE DI STUDIO A GIOVANI STUDENTESSE IN FISICA

Venticinque giovani studentesse in fisica, vincitrici del concorso INFN “Più donne nella fisica”, sono state premiate oggi, 28 settembre, alla presenza della Giunta Esecutiva e del Consiglio Direttivo dell’INFN, nel corso di una cerimonia che si è tenuta presso l’Università degli Studi di Roma Tre, in occasione anche delle celebrazioni per i 25 anni della Sezione di Roma Tre dell’INFN.
Il riconoscimento, destinato a studentesse iscritte al primo anno del corso di laurea magistrale in fisica sperimentale e teorica delle interazioni fondamentali e in fisica applicata, è stato istituito quest’anno dall’INFN nell’ambito del progetto “Più donne nella fisica” per promuovere e sostenere le ragazze nello studio della fisica, incoraggiando sinergie tra università, mondo della ricerca e industria, con l’ulteriore scopo di incrementare la presenza delle donne nel mondo della ricerca e del lavoro e la loro partecipazione attiva alla vita economica e sociale del paese.
Ogni studentessa ha ricevuto una borsa di studio del valore di 1500 euro come incentivo per intraprendere i propri studi in fisica subnucleare, astroparticellare, nucleare, teorica o nel campo della ricerca tecnologica interdisciplinare e della fisica degli acceleratori. Il bando, alla sua prima edizione, sarà replicato anche nel 2024.
Abbiamo chiesto a ognuna di loro di raccontarci che cosa le ha spinte a studiare fisica e le loro aspettative verso il futuro. Di seguito trovate una sintesi delle loro risposte

 

Le vincitrici interessate alla fisica subnucleare

Lisa GenerosoUniversità degli Studi di Bari “Aldo Moro”
“Lo scambio di idee e visioni con ricercatori e ricercatrici di culture diverse è un’opportunità di crescita irrinunciabile. Per il mio futuro, mi auguro di entrare a far parte di una grande collaborazione internazionale di ricerca in laboratori come il CERN o DESY.”

Andrea Camilla PugliaUniversità degli Studi di Napoli “Federico II”
“La mia aspirazione è diventare ricercatrice in fisica subnucleare. Insieme ad altre giovani donne, vorrei essere parte del cambiamento e contribuire a creare un ambiente più inclusivo e diversificato.”

 
Giulia MaineriUniversità degli Studi di Milano
“Studiare fisica mi aiuta a rispondere alle tante domande che mi passano per la testa, mi stimola a ragionare e a sviluppare un pensiero critico.” 

Sara GambaUniversità degli Studi di Pisa
“Vorrei proseguire i miei studi con un dottorato sull’esperimento Mu2e, a cui sto lavorando sin da ora. Anche se sarà un percorso lungo, mi auguro di diventare ricercatrice e contribuire a nuove scoperte.” 

 
Iolanda LandiUniversità degli Studi di Napoli “Federico II”
“Nello studio della fisica trovano spazio il lavoro di squadra, la creatività e lo scambio di idee. Elementi che lo rendono sempre stimolante.” 

Le vincitrici interessate alla fisica astroparticellare 

Elisabeth KepplerUniversità degli Studi di Trieste
“La matematica mi ha sempre appassionato per la sua eleganza e il rigore logico. Ma durante il liceo è stata la fisica delle particelle, e la sua possibilità di poter esplorare l’infinitamente piccolo con le sue simmetrie e regolarità, a conquistarmi.”

Sara EvangelistaUniversità degli Studi di Torino
“Sin da piccola sono sempre stata affascinata dalla bellezza del mondo che ci circonda e ho sempre cercato di capire il perché delle cose. Nella fisica ho trovato uno strumento per riuscire a dare una risposta alle mie domande.”

 
Costanza MarinelliUniversità degli Studi di Perugia
“Il mio professore di fisica del quinto anno di liceo mi ha trasmesso la passione per questa materia. La voglia di sapere come poter interpretare e spiegare con leggi matematiche i fenomeni che ci circondano mi ha poi spinto a intraprendere questo percorso.”

Gaia SacquegnaUniversità degli Studi del Salento
“Ho scelto di studiare fisica perché è una disciplina che mi ha sempre appassionato e che trovo affascinante più di ogni altra. In futuro mi piacerebbe avere l’opportunità di perfezionare le mie competenze e poi lavorare nell’ambito che più mi appassiona, l’astrofisica.” 

Elisa BigongiariUniversità degli Studi di Pisa
“Mi auguro di poter viaggiare molto, e lavorare in molti luoghi diversi con scienziate e scienziati provenienti da diverse parti del mondo, in un ambiente dinamico e intellettualmente stimolante, come quello della ricerca.” 

Le vincitrici interessate alla fisica nucleare

Matilde DondiUniversità degli Studi di Bologna
“La ricerca è sicuramente una sfida affascinante e penso che possa essere la strada giusta per me. Inoltre, mi piacerebbe molto poter condividere il più possibile la meraviglia e l’importanza della fisica anche con coloro che non la studiano.”

Denise LazzarettoUniversità degli Studi di Padova
“Durante il liceo, ho avuto l’opportunità di trascorrere due settimane ai Laboratori Nazionali di Legnaro dell’INFN e nel corso di questa esperienza sono stata molto affascinata dalla fisica nucleare. Ho scelto di iscrivermi a fisica, con il desiderio di poter capire meglio che cosa stesse succedendo in quei laboratori appena conosciuti.”

 
Giulia RossiUniversità degli Studi di Perugia
“Il desiderio di conoscere i meccanismi che regolano il mondo in cui viviamo mi ha spinto a studiare fisica. Per il futuro, mi piacerebbe trovare qualcosa a cui dedicarmi con passione nonostante le difficoltà che potrei incontrare.” 

Gaia FabbriUniversità degli Studi di Bologna
“Per il mio futuro mi auguro di continuare a imparare, di conoscere sempre cose nuove, e di non perdere mai l’interesse e la passione per quello che studio.” 

 
Margherita ImbrianiUniversità degli Studi del Salento
“Ho sempre avuto una predilezione per la matematica e le scienze. Dopo una prima indecisione tra matematica e fisica, ho scelto la seconda, in quanto mi avrebbe permesso di usare la prima per avere una nuova e ampliata interpretazione del mondo.”

Le vincitrici interessate alla fisica teorica 

Alessia MusumeciUniversità degli Studi di Bologna
“Amo la fisica perché mi permette di esplorare idee e fenomeni fisici, scoprendo, giorno dopo giorno, qualcosa di nuovo e affascinante.”

Eleonora Lamma Università degli Studi di Trieste
“Per il prossimo futuro mi auguro di poter dare un apporto a una progressione etica della conoscenza e anche di avere dei ritmi di lavoro sostenibili in modo da poter coniugare la fisica con gli altri miei interessi.”

 
Camilla ForgioneUniversità degli Studi di Torino
“«Sono fatto così, voglio sempre capire»: questa famosa frase di Richard Feynman mi rappresenta appieno. Spero nel mio futuro di riuscire a far parte del sorprendente e misterioso mondo della ricerca e di poter dare il mio contributo allo sviluppo dell’umana conoscenza.” 

Beatrice MagniUniversità degli Studi di Bologna
“La curiosità e la sete di sapere come funziona il mondo intorno a noi, dall’infinitesimamente piccolo all’infinitesimamente grande, mi hanno spinto a studiare fisica.” 

 
Francesca PrettoUniversità degli Studi di Padova
“Voglio approfondire, con un approccio matematico e teorico, lo studio delle interazioni fondamentali concentrandomi sulla bellezza formale di teorie che puntano a descrivere fenomeni naturali anche molto diversi.”

Le vincitrici interessate alle Ricerche Tecnologiche, Interdisciplinari e alla Fisica degli Acceleratori

Chiara MalvestitiUniversità degli Studi di Milano Bicocca
“Vorrei lavorare per la ricerca di nuovi strumenti e nuove tecniche per lo sviluppo di dispositivi sempre più accurati e sensibili, con possibili applicazioni ai rivelatori di radiazione, agli acceleratori di particelle, all’ambito ambientale e medico.”

Aurora MadonniniUniversità degli Studi di Pavia
“Vorrei lavorare nell’ambito della ricerca in Fisica Biosanitaria per sviluppare modelli e simulazioni che possano guidare la scelta della terapia più adatta a diversi tipi di tumore, esplorando trattamenti sempre più innovativi.” 

 
Mirsada CraveroUniversità degli Studi di Torino
“Ho sempre sognato di studiare qualcosa che mi rendesse utile agli altri e al pianeta: studiare fisica mi permette di aprire lo sguardo sulle molte sue applicazioni, per mettere in pratica una parte di questo sogno.” 

Noa De CristofaroUniversità degli Studi di Bologna
“Vorrei visitare tante università in tutto il mondo per conoscere nuovi approcci ai temi di ricerca che mi interessano così da poter un giorno realizzare qualcosa che possa rendere il nostro stare sulla Terra meno impattante e più sostenibile.” 

 
Antonella CatanzaritiUniversità degli Studi di Pisa
“Mi piacerebbe dedicarmi alla ricerca in Fisica applicata, in particolare in ambito medico, in modo da poter mettere a frutto le conoscenze e le competenze che sto acquisendo durante il corso di laurea magistrale nel curriculum di Fisica Medica.”

EINSTEIN TELESCOPE: CONNESSIONE ULTRAVELOCE PER SAR-GRAV

EINSTEIN TELESCOPE: CONNESSIONE ULTRAVELOCE PER SAR-GRAV

È stata avviata oggi, 28 settembre, la prima connessione di rete dedicata all’innovativo laboratorio SAR-GRAV che ha sede nell’area della ex miniera di Sos Enattos, a Lula (NU) in Sardegna, luogo candidato dall’Italia a ospitare la futura grande infrastruttura di ricerca in Europa per lo studio delle onde gravitazionali, l’Einstein Telescope. I lavori per la connessione del sito alla rete nazionale della ricerca sono stati realizzati in forza di una convenzione tra l’Università di Sassari, capofila del progetto SAR-GRAV, e GARR, la rete nazionale dell’università e della ricerca, e grazie a un finanziamento della Regione Sardegna.

“Con questo intervento confermiamo la forte volontà dell’amministrazione regionale nel sostenere la ricerca scientifica e la realizzazione delle grandi infrastrutture necessarie per il suo svolgimento”, dichiara Giuseppe Fasolino, assessore della Programmazione della Regione Sardegna. “Il Progetto SAR-GRAV e il collegamento del sito di Sos Enattos alla rete GARR, sono la testimonianza dell’impegno della nostra amministrazione per fare della Sardegna il luogo ideale in cui fare ricerca al più alto livello e un segno concreto, e non sarà l’ultimo, del pieno sostegno al processo italiano diretto a individuare la nostra isola come sede dell’Einstein Telescope”, conclude Fasolino.

“Con questo ulteriore passo, frutto dell’azione sinergica tra mondo della ricerca e solidità dei rapporti con le istituzioni regionali e locali, si mettono al centro ancora una volta le persone e il territorio”, sottolinea Gavino Mariotti, rettore dell’Università di Sassari. “Un’infrastruttura così potente costituisce il presupposto per l’avvio della transizione digitale, declinata per adattarsi alle zone interne dell’isola la cui realizzazione permetterà di rispondere alle necessità tipiche di un grande centro scientifico complesso, come è il rivelatore di onde gravitazionali di terza generazione Einstein Telescope. Permetterà, inoltre, di rispondere ai bisogni sociali, culturali ed economici che vi gravitano intorno e che in prospettiva potranno nascere e svilupparsi. Non ultimo, le autostrade digitali che faciliteranno lo scambio di dati ad alta velocità, saranno alla base dei servizi del futuro, tra i quali citiamo la telemedicina, che garantiranno l’equità sociale e la sostenibilità in territori oggi sofferenti ma aperti all’innovazione”, conclude Mariotti.

Il finanziamento regionale di un milione di euro ha permesso di interconnettere la sede del laboratorio SAR-GRAV, situata presso l’ex miniera di Sos Enattos, alla rete nazionale della ricerca GARR, grazie alla realizzazione di un circuito con un lungo segmento in fibra ottica dedicata esclusivamente al laboratorio della capacità iniziale di 1 Gbps.

“Connettere luoghi come il sito di SAR-GRAV è per noi sempre emozionante” ha dichiarato la direttrice GARR, Claudia Battista “perché dà evidenza del ruolo di GARR, capace di raggiungere e portare elevate prestazioni di rete anche in posti molto lontani dai principali centri abitati. L’incredibile livello di silenzio naturale che caratterizza la località no n solo dal punto di vista sismico, ma anche acustico ed elettromagnetico, grazie alla limitata densità di popolazione locale e alla bassa industrializzazione dell’area, è il punto di forza dell’ex miniera di Sos Enattos, che la rende unica a livello scientifico. Arrivare fin qui in fibra ottica e consentire ai ricercatori di inviare grandi moli di dati in tutto il mondo è una grande sfida ma anche un risultato di prestigio. La Sardegna ospita molti siti di ricerca con esigenze particolari e il nostro obiettivo è fornire un’infrastruttura di ultima generazione interconnessa con la dorsale nazionale e con le altre reti della ricerca mondiali”.

Grazie alla nuova connessione di rete si rende così disponibile un asset strategico per le infrastrutture di ricerca che potranno essere ospitate nell’area di Sos Enattos, un sito dalle caratteristiche uniche in Europa. Il collegamento sarà gestito dall’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, capofila della cordata scientifica che sostiene il progetto Einstein Telescope. Con questo intervento è ora possibile offrire connettività a elevata capacità al laboratorio SAR-GRAV, già

sede di studi di fisica fondamentale da parte dell’INFN e di geofisica e geologia da parte dell’INGV Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, determinanti per la caratterizzazione del sito ai fini della sua candidatura.

“Il laboratorio SAR-GRAV rappresenta il primo seme di alta tecnologia della futura grande infrastruttura di ricerca scientifica Einstein Telescope, che l’Italia si è candidata a ospitare proprio nell’area della ex miniera di Sos Enattos: aver connesso il laboratorio SAR-GRAV alla rete nazionale della ricerca del GARR è quindi un’azione fondamentale che va a rafforzare ancor più la candidatura del sito, ed è anche un’indicazione del beneficio in termini di progresso e innovazione che può derivare dagli investimenti in ricerca”, sottolinea Alessandro Cardini, direttore della Sezione INFN di Cagliari. “Per il successo della candidatura italiana è fondamentale proseguire a operare sinergicamente tra istituzioni scientifiche e politiche: questa è un’opportunità unica per lo sviluppo del territorio sardo e per l’Italia intera, un’opportunità che siamo assolutamente in grado di cogliere”, conclude Cardini.

Il progetto per il laboratorio SAR-GRAV, partito nel 2017 grazie a un finanziamento della Regione Sardegna di circa 4 milioni di euro, e coordinato dall’Università di Sassari, in collaborazione con l’INFN, l’INGV Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e l’Università di Cagliari, ha inaugurato nel 2022 il suo primo esperimento, Archimedes. Inoltre, nell’ambito del PNRR è stato approvato il progetto FABER guidato dall’INGV e finanziato con circa 2,5 milioni di euro, che ha come obiettivo la realizzazione nei prossimi tre anni a Sos Enattos di un osservatorio sismologico unico al mondo. Anche quest’ultimo laboratorio sarà di importanza strategica per il sostegno della candidatura italiana a ospitare Einstein Telescope.

La connessione del sito di Sos Enattos si integra in una più ampia strategia di estensione e potenziamento della connettività per gli enti di ricerca in Sardegna, che sarà realizzata con fondi del PNRR grazie al progetto TeRABIT. Partito a gennaio sotto la guida dell’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dell’OGS Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale, e con GARR e CINECA quali soggetti attuatori dell’infrastruttura di rete, in Sardegna TeRABIT realizzerà un anello in fibra ottica di ultima generazione dedicato alla comunità della ricerca, interconnesso attraverso link ottici sottomarini ad altissima capacità alla rete nazionale GARR. La disponibilità di un’infrastruttura regionale in fibra ottica darà una maggiore centralità alla Sardegna grazie all’interconnessione diretta al sistema delle reti della ricerca mondiali per i suoi enti di ricerca e gli atenei ma anche per infrastrutture di ricerca di rilievo internazionale, come il Sardinia Radio Telescope di INAF Istituto Nazionale di Astrofisica e il Sardinia Deep Space Antenna di ASI Agenzia Spaziale Italiana.

 

[Fotografia ©Antonio Varcasia_Università di Sassari]