Presentazione della candidatura italiana per Einstein Telescope

Presentazione della candidatura italiana per Einstein Telescope

Martedì, 6 giugno 2023, alle ore 16.00, sarà presentata la candidatura italiana per Einstein Telescope, la futura grande infrastruttura di ricerca per la rivelazione delle onde gravitazionali, un progetto di impatto scientifico e tecnologico di livello internazionale. L’evento si terrà nella sede dell’INAF Istituto Nazionale di Astrofisica (via del Parco Mellini 84).

Interverranno: il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni; il Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani; il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini; il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone; il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Alfredo Mantovano. Alla presentazione parteciperanno anche: Giorgio Parisi, Premio Nobel per la Fisica e presidente del Comitato Tecnico Scientifico per la Candidatura Italiana per Einstein Telescope; Ettore Sequi, Ambasciatore e Capo delegazione italiana nel Board of Governmental Representatives di Einstein Telescope e Antonio Zoccoli, Presidente dell’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, l’Istituto che coordina la comunità scientifica nazionale del progetto Einstein Telescope. Sarà presente il Presidente della Regione Autonoma della Sardegna, Christian Solinas. La Sardegna è la Regione individuata per ospitare Einstein Telescope, nell’area della miniera dismessa di Sos Enattos.

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“MOTORE A MAGNETAR” ALIMENTA I POTENTI LAMPI GAMMA NEL COSMO

“MOTORE A MAGNETAR” ALIMENTA I POTENTI LAMPI GAMMA NEL COSMO

Un team italiano di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e della Stony Brook University (USA) ha dimostrato per la prima volta che una magnetar appena formata e rapidamente rotante, cioè una stella di neutroni con un campo magnetico elevatissimo che ruota su se stessa molte centinaia di volte al secondo, può spiegare in modo dettagliato le diverse fasi dell’emissione dei lampi di raggi gamma, dalla loro violenta accensione fino allo spegnimento definitivo. Questo risultato è stato ottenuto confrontando le previsioni teoriche con un ricco insieme di dati nella banda dei raggi X e gamma. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista The Astrophysical Journal Letters. 

I lampi di raggi gamma (in inglese Gamma-Ray Burst, o GRB) sono brevi eventi esplosivi tra i più violenti dell’universo, a distanza di miliardi di anni luce da noi. La loro energia viene trasferita in potentissimi getti collimati che emettono la radiazione che osserviamo. Si ritiene che i GRB siano originati nel processo di formazione di un buco nero di massa stellare, in seguito al collasso gravitazionale di una stella alla fine del suo ciclo evolutivo, o alla collisione e fusione di due stelle di neutroni. Negli ultimi anni è stata sviluppata un’altra ipotesi: i GRB, o almeno una frazione rilevante di essi, potrebbero essere prodotti dalla formazione di una magnetar che ruota su sé stessa molte centinaia di volte al secondo. Le magnetar, come le altre stelle di neutroni, hanno una massa simile a quelle del Sole concentrata in un volume dalle dimensioni comparabili con quelle di una grande città, ma posseggono campi magnetici elevatissimi. Scoperte nella nostra Galassia negli anni ‘90 del secolo scorso, sono caratterizzate da un’intensa emissione di origine magnetica in raggi X e gamma, punteggiata da ricorrenti episodi parossistici di breve durata ed enorme luminosità. La loro origine è ad oggi un mistero tra i più studiati nell’astrofisica degli oggetti compatti. 

Il nuovo lavoro combina conoscenze acquisite nello studio delle magnetar e delle stelle di neutroni che catturano materia con le principali caratteristiche dei GRB, dimostrando come una magnetar appena formata e rapidamente rotante possa spiegare le proprietà di alcuni tra i GRB più studiati meglio di un buco nero.

Simone Dall’Osso, ricercatore presso l’INFN, associato INAF e primo autore dell’articolo, commenta: “Il nostro studio spiega in modo quantitativo le diverse fasi dell’emissione di un lampo gamma e del suo graduale spegnimento. I processi fisici coinvolti sono gli stessi che operano in altri sistemi contenenti stelle magnetiche in rotazione quali nane bianche, stelle di neutroni ordinarie (non magnetar) ed anche stelle ordinarie in fase di formazione. Applicati ad una magnetar appena formata e rapidamente rotante questi stessi processi portano al rilascio di enormi quantità di energia in tempi brevissimi, con segni distintivi identificabili”.  

Giulia Stratta, ricercatrice INAF, associata INFN e membro del cluster di ricerca ELEMENTS presso la Goethe University di Francoforte, aggiunge “Per poter fornire una spiegazione organica delle diverse fasi dei lampi gamma, è stato necessario basarsi sui GRB per i quali abbiamo le informazioni più complete da osservazioni in banda ottica, X e gamma. Si tratta di una dozzina di casi in tutto, frutto di un lungo lavoro di ricerca tra molte centinaia”. 

Lo scenario teorizzato nel lavoro del team italiano suggeriscew che, in una prima fase, la magnetar cattura parte della materia che ancora sta cadendo a seguito del collasso gravitazionale o della collisione tra stelle di neutroni. Questo genera la parte iniziale e più brillante del GRB, liberando un’enorme quantità di energia gravitazionale in poche decine di secondi. Quando l’afflusso di materia diminuisce, la rotazione del campo magnetico della magnetar inizia a respingere la materia stessa fiondandola via – un po’ come un’elica che gira – e una quantità via via più piccola di energia gravitazionale viene rilasciata, causando un graduale calo della luminosità. Infine, quando non vi è più materia che cade, la magnetar si comporta come una stella di neutroni isolata e dissipa progressivamente la sua energia rotazionale. 

Secondo Rosalba Perna, professore ordinario presso la Stony Brook University e co-autore dello studio, “questo risultato getta una nuova luce su due misteri cosmici, suggerendo un probabile legame tra di essi: ‘che cos’è che produce un lampo gamma?’ e ‘dove si formano le magnetar e in quali speciali condizioni, tali da differenziarle dalle altre stelle di neutroni?’“.

Luigi Stella, dirigente di ricerca presso l’INAF di Roma e autore anch’egli dello studio, sottolinea che: “appena formate le magnetar, come anche i buchi neri di massa stellare, possono essere motori astrofisici di eccezionale potenza, capaci di alimentare l’emissione dei lampi gamma, ma anche di generare forti onde gravitazionali, come abbiamo dimostrato in alcuni studi precedenti”.

“Nel prossimo futuro” conclude Dall’Osso “un’ulteriore e definitiva conferma della formazione di una magnetar potrà venire proprio  dalla rivelazione di un segnale in onde gravitazionali”.

DI BELLEZZA SI VIVE: BUCHI NERI A CITTÀ DELLA SCIENZA

DI BELLEZZA SI VIVE: BUCHI NERI A CITTÀ DELLA SCIENZA

È stata presentata il 31 maggio a Città della Scienza l’Istallazione immersiva Buchi Neri, curata da Fondazione Horcynus Orca e da Fondazione Messina, e dall’ Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), partner del progetto Di Bellezza Si Vive. L’Installazione è stata progettata Interaction Designer Dotdotdot, con il contributo dei ricercatori della Collaborazione Scientifica Virgo e dell’Osservatorio Gravitazionale Europeo EGO ed Ecosmedia soc. coop.. L’Installazione è una delle attività previste nell’ambito mondi digitali, che rappresenta uno degli ambiti di sperimentazione del Progetto Di Bellezza Si Vive, selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini per il Fondo dedicato al contrasto della povertà educativa minorile. Il progetto intende creare, con un percorso di ricerca-azione un metodo educativo originale che dimostri come la bellezza, nel campo dell’arte visiva, della musica, del teatro, della danza, del paesaggio, della cura dei luoghi, rappresenti un’esperienza fondante capace di estendere il potenziale degli individui da un punto di vista emozionale, cognitivo e comportamentale, contrastando la povertà educativa, migliorando le condizioni di vita e, in ultima analisi, riducendo i costi sociali.

Buchi Neri è uno dei nuovi scenari dei Parchi della Bellezza e della Scienza gestiti dalla Fondazione Messina di cui la Fondazione Horcynus Orca è uno degli Enti fondatori. I Parchi sono un’infrastruttura educativa a rete nata da un imponente processo di rigenerazione territoriale. Ogni parco diverso per genius loci e le proprie vocazioni è un attrattore territoriale che riconosce la “bellezza” come fondamento generativo delle esperienze educative. Nel percorso “Dall’Infinitamente grande all’Infinitamente piccolo”, Fondazione Horcynus Orca e INFN hanno realizzato e installato, in modo permanente nel Parco Horcynus – Museo MACHO e nel Parco Sociale di Forte Petrazza, le gli scenari immersivi e Spazio Tempo e Buchi Neri.

“Entrambi gli scenari sono un viaggio virtuale e immaginifico alla scoperta del Cosmo e della Materia e a forme di insegnamento inedite della fisica e dell’astrofisica che incuriosiscano e motivino i ragazzi in modo partecipe ed esperienziale allo studio, perché spinti dallo stupore, dalla bellezza dei mondi lontani e invisibili, aprendo alle grandi domande di senso. – ha messo in evidenza Giorgia Turchetto, Responsabile del progetto Di Bellezza Si Vive — L’aver portato l’istallazione alla Città della Scienza di Napoli, è stata un’importante azione di disseminazione del progetto e certamente di una delle azioni più originali, innovative e riuscite che ha reso fruibile l’esperienza ad un numero considerevole di minori e adulti che possono vivere un’esperienza totalizzante: le pareti mostrano il buco nero che assorbe tutti gli elementi dello spazio che si trovano intorno al suo campo gravitazionale. Le galassie e gli elementi celesti sono in movimento sullo sfondo, in modo caotico ne sono attratti e risucchiati, mentre si è avvolti nel suono emesso da questo corpo celeste”.

“Di bellezza si vive, lo sappiamo bene noi fisici, perché è proprio la bellezza della natura che ci ha ispirati nell’intraprendere il mestiere della ricerca, ed è la ricerca della bellezza che ci guida ogni giorno alla scoperta di nuove conoscenze”, commenta Antonio Zoccoli, Presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. “Entrare in rapporto con la bellezza fin da piccoli è fondamentale per la crescita delle persone, per la formazione dei cittadini di domani, di ciò siamo fermamente persuasi. Come INFN, abbiamo quindi accolto con grande piacere e interesse l’opportunità di partecipare al progetto Di Bellezza Si Vive, e di poterci confrontare su questo tema con realtà che operano in diversi contesti culturali e che per questo possono arricchire la nostra visione con prospettive diverse. Siamo soddisfatti di essere riusciti, ispirati dallo stesso principio comune, a realizzare tutti assieme una nuova e originale esperienza, la sala immersiva dedicata ai buchi neri. Un’occasione, che speriamo coinvolga in particolare i più piccini e i giovani, per entrare in relazione, vivendo e condividendo un momento di bellezza, sia con gli altri, sia con alcuni dei concetti più affascianti, ma anche più complessi, della fisica, perché sperimentare la bellezza è una via maestra verso la curiosità e la conoscenza”, conclude Zoccoli.

“La conoscenza è un processo che coinvolge i nuclei più profondi della nostra affettività. In un periodo storico nel quale la bulimia delle informazioni ha generato una traslazione fra coscienza e conoscenza c’è un grande bisogno di cerare metodologie e strumenti capaci di declinare creatività e rigore scientifico”, spiega Gaetano Giunta, fondatore di Fondazione di Comunità di Messina ha sottolineato. “Domande più che risposte e coinvolgimento pieno della “persona”. Le ricerche e le sperimentazioni realizzate nell’ambito del Progetto Di Bellezza Si Vive costituiscono una frontiera avanzata di questa necessità contemporanea”, conclude Giunta.

“Nell’installazione immersiva ‘Buchi Neri’ si condensano due delle principali missioni di Città della Scienza: da un lato la diffusione della cultura scientifica, che rimane il principale oggetto delle nostre attività; dall’altro il contrasto alla povertà educativa, che per noi rappresenta un impegno quotidiano, operando nel Mezzogiorno, e non a caso questo progetto di installazione sui buchi neri è stato selezionato dall’impresa sociale”, sottolinea Riccardo Villari, Presidente di Città della Scienza. ‘Con i Bambini’ come attività contro la povertà educativa minorile.  È seguendo queste due direzioni che continuiamo a operare, conseguendo risultati importanti in termini di visite. Da novembre 2022 (quando la mostra è stata inaugurata) a oggi, il Science Centre ha avuto oltre 170.000 visitatori tra studenti, famiglie e turisti”, conclude Villari. 

Nell’installazione immersiva Buchi Neri, il visitatore avvicinandosi sempre di più al buco nero vede gli effetti della sua straordinaria forza di attrazione sulla propria immagine: come nel processo detto di spaghettificazione, via via si deforma e si allunga verso il buco nero, fino a esserne irrimediabilmente catturata e, dopo aver spiraleggiato attorno ad esso, viene infine fagocitata, contribuendo ad accrescere la massa del buco nero stesso.

A Napoli, l’Istallazione immersiva Buchi Neri è aperta al pubblico fino al 30 luglio nell’ambito della Mostra “Spazio al Futuro”, realizzata dalla Fondazione Idis-Città della Scienza, in partnership con INFN e numerosi altri centri di ricerca e Università.

THE BIG DATA SOCIETY: TORNA LA SCUOLA  DI COMUNICAZIONE E GIORNALISMO SCIENTIFICO A ERICE

THE BIG DATA SOCIETY: TORNA LA SCUOLA DI COMUNICAZIONE E GIORNALISMO SCIENTIFICO A ERICE

Nuova edizione per la Scuola di comunicazione e giornalismo scientifico di Erice che ha appena aperto il bando 2023 per l’assegnazione di 20 borse di studio per giornalisti e comunicatori scientifici che avranno l’opportunità di partecipare a una scuola internazionale per giovani professionisti dedicata a scienza e comunicazione. L’edizione 2023 è dedicata al tema “THE BIG DATA SOCIETY. What Quantum, supercomputing and AI can and cannot do for science” e si svolgerà dall’8 al 10 ottobre 2023 in Sicilia.

La scadenza per presentare domanda è il 2 luglio 2023.

Leggi tutte le informazioni su https://ericescicomschool.lnf.infn.it/ La scuola Internazionale di comunicazione e giornalismo scientifico di Erice è una scuola breve organizzata dall’Istituto nazionale di Fisica Nucleare che si tiene annualmente nella sede del Centro di Cultura Scientifica Ettore Majorana a Erice. Dopo lo stop dovuto alla pandemia, la scuola riparte con la nuova collaborazione tra l’INFN e Nature Italia, la rivista digitale dedicata alla ricerca in Italia e alla comunità scientifica italiana edita da Nature Portfolio. Il programma prevede l’alternarsi di lezioni, dibattiti e attività intreattive dedicate alla scienza e alla comunicazione e giornalismo scientifico centrate sul tema di ciascuna edizione

(immagine: foto di gruppo dell’edizione 2017)

EDOARDO BORGOMEO CON “ORO BLU” VINCE IL PREMIO ASIMOV 2023

EDOARDO BORGOMEO CON “ORO BLU” VINCE IL PREMIO ASIMOV 2023

Più di 13 000 studenti e studentesse da 320 scuole superiori hanno preso parte alla giuria del premio di divulgazione scientifica promosso dall’INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare

Oro blu. Storie di acqua e cambiamento climatico di Edoardo Borgomeo, edito da Editori Laterza, è il libro di divulgazione scientifica che quest’anno si aggiudica il Premio ASIMOV. Con l’annuncio del libro vincitore si è appena conclusa l’ottava edizione del premio di divulgazione scientifica e progetto per le scuole superiori, promosso dall’INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, che quest’anno ha visto più di 13 000 studenti e studentesse da 320 scuole partecipare nel ruolo giurati, a testimonianza di una sempre più solida collaborazione tra i mondi della scuola, della ricerca e della cultura.

Edoardo Borgomeo è risultato il vincitore tra gli altri cinque finalisti selezionati dalla commissione scientifica: Marco Malvaldi con Il secondo principio, Giorgio Parisi con In un volo di storni, Telmo Pievani con Serendipità. L’inatteso della scienza, Antonello Provenzale con Coccodrilli al Polo Nord e ghiacci all’Equatore e Guido Tonelli con Tempo: il sogno di uccidere Chronos.

“L’autore con un linguaggio comune, arricchito con metafore, modi di dire e con espressioni talvolta ironiche porta il lettore in nove luoghi diversi sulla Terra dove l’acqua è protagonista. […] Queste storie, apparentemente diverse, sono tutte accomunate da un concetto, che Borgomeo riprende in ogni capitolo, ossia quello di “idrofilia”, ovvero il legame che noi tutti dovremmo instaurare con l’acqua, dando a questa valore, senza sprecarla o inquinarla”, racconta nella sua recensione al libro Matilda Ceccarello, studentessa del Liceo Scientifico Eugenio Curiel di Padova. “La lettura di questo saggio è stata per me illuminante; ero un ragazzo di città, pensavo che l’acqua scorresse in un’unica direzione, ora so che non è così, so che cerca sempre di tornare da dove è arrivata, è inutile combatterla o aver paura di lei. Dobbiamo imparare a vivere simbioticamente con essa, dobbiamo capire nel profondo cosa significa idrofilia” commenta Andrea Rubino del Liceo classico Convitto Nazionale Domenico Cotugno de L’Aquila.

I veri protagonisti del Premio ASIMOV, infatti, sono gli studenti e le studentesse che, leggendo i libri e scrivendo le loro recensioni, ne costituiscono la giuria e, proprio in base alle recensioni, vengono valutati e premiati a loro volta durante le cerimonie regionali che si svolgono nelle settimane precedenti l’annuncio. All’ottava edizione hanno partecipato scuole da 19 regioni d’Italia che si sono collegate alla cerimonia nazionale tenutasi oggi, 6 maggio, dalle 12.00 alle 13.00 in diretta sul canale YouTube del Premio ASIMOV dalla Sala Consiliare del Comune di Pescara. Hanno aperto la cerimonia Ezio Previtali, direttore LNGS Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN, Marcello Antonelli, Presidente del Consiglio Comunale di Pescara, e Rosanna Buono, Ufficio Scolastico Regione Abruzzo. Sono poi intervenuti Anna Parisi, dell’Associazione Librai Italiani, Francesco Vissani di LNGS – INFN, coordinatore e fondatore del premio, Giorgio Parisi, premio Nobel per la Fisica 2021, con un messaggio registrato per gli studenti e Edoardo Borgomeo, vincitore di quest’anno, che ha potuto raccontare il suo libro e rispondere alle domande degli studenti in sala e online.

L’evento è stato organizzato dai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN, dal Comune di Pescara e dalla Commissione scientifica del premio ASIMOV.

Il Premio ASIMOV

Il Premio ASIMOV è un premio per la divulgazione scientifica e un progetto per le scuole superiori, promosso dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare con la collaborazione di numerosi enti, istituzioni, università e associazioni. L’obiettivo è diffondere la cultura scientifica tra i giovani e le giovani, favorendo le interazioni tra scuola, università e mondo della ricerca e incoraggiando scambi e occasioni di mutuo arricchimento con le discipline umanistiche.

Per questo la giuria del Premio ASIMOV è composta da studenti e studentesse delle scuole superiori che hanno il compito di leggere, votare e recensire i libri finalisti selezionati dalla Commissione Scientifica del Premio. Inoltre, tutte le recensioni degli studenti sono lette e valutate dalle Commissioni Scientifiche Regionali, che quest’anno hanno visto la collaborazione di oltre mille insegnanti, ricercatori e ricercatrici dell’INFN, delle Università e del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), ma anche giornalisti, scrittori ed esponenti del mondo della cultura scientifica e letteraria.

Il Premio ASIMOV è nato nel 2015 con una prima edizione interamente abruzzese. Da allora, grazie al supporto dell’INFN e al grande entusiasmo di tutte le persone partecipanti, di anno in anno ha coinvolto un sempre maggior numero di studenti, studentesse, docenti, ricercatori e ricercatrici ed esponenti del mondo della cultura. Oggi partecipano 320 scuole per un totale di circa 13011 studenti e studentesse di Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino-Alto Adige, Umbria e Veneto.

Dal 2018 il Premio ASIMOV è diventato un progetto del Comitato di Coordinamento della Terza Missione dell’INFN, assumendo un carattere nazionale.

Dal 2020 l’iniziativa è arrivata oltreoceano con una prima edizione del Premio ASIMOV Brasil, organizzata dall’Instituto de Estudos Avançados (IdEA) e dall’Universidade Estadual de Campinas (Unicamp).

RIGHE E COLONNE, DAI PAPIRI DI ERCOLANO EMERGONO LE GRIGLIE PER DELIMITARE LO SPECCHIO DI SCRITTURA

RIGHE E COLONNE, DAI PAPIRI DI ERCOLANO EMERGONO LE GRIGLIE PER DELIMITARE LO SPECCHIO DI SCRITTURA

COMUNICATO CONGIUNTO UNIPI-CNR-INFN-BIBLIOTECA NAZIONALE DI NAPOLI. La conferma scientifica arriva da una ricerca condotta da Università di Pisa, CNR e INFN e pubblicata in Scientific Reports
Anche gli scribi antichi che esercitavano la loro arte sui papiri di Ercolano utilizzavano diversi tipi di griglie per delimitare lo specchio di scrittura. La prima conferma scientifica di questa consuetudine, di cui gli autori classici ci avevano tramandato notizia, si deve ai risultati del gruppo di lavoro del Progetto ERC Advanced Grant 885222-GreekSchools, coordinato da Graziano Ranocchia, professore del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa, e dedicato all’analisi con tecniche avanzate dei papiri carbonizzati di Ercolano, custoditi presso la Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” di Napoli. Lo studio che ha portato a questa importante scoperta è presentato sulla rivista Scientific Reports, pubblicata da Nature portfolio.

La pubblicazione, frutto della collaborazione di fisici, chimici e papirologi, ha evidenziato per la prima volta la presenza di vari tipi di griglie nei rotoli librari greci dell’antichità. Era già noto dagli autori classici che gli scribi antichi utilizzavano a questo scopo un righello e una rondella di piombo, la quale strofinata sulla superficie del papiro lasciava un’esile traccia appena visibile, che serviva a indicare i confini dello specchio di scrittura. Mai finora ne era stata evinta traccia nei numerosissimi papiri a noi pervenuti dall’antichità, al punto che i moderni studiosi si sono arrovellati per decenni sul significato di tali testimonianze. Gli esperimenti di macro-fluorescenza a raggi X a scansione eseguiti su papiri ercolanesi della Biblioteca Nazionale di Napoli dal gruppo del dottor Paolo Romano, dell’Istituto di scienze del patrimonio culturale del Cnr (Cnr-Ispc) di Catania, e dei Laboratori Nazionali del Sud dell’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare hanno fornito la prova sperimentale della correttezza di queste informazioni. Grazie alla strumentazione portatile sviluppata in Cnr-Ispc con il progetto MUR PON IR SHINE, sono stati rivelati per la prima volta diversi tipi di griglie costituite da linee di piombo disposte in senso ortogonale al fine evidente di delimitare spazi intercolonnari, colonne, intercolunni e singole linee di scrittura.

“Si tratta di una scoperta sensazionale per la papirologia, – afferma il professor Graziano Ranocchia – ora abbiamo conferma di quanto prima potevamo solo immaginare. È inoltre finalmente dimostrato che la sistematica inclinazione delle colonne di scrittura nei rotoli letterari, la cosiddetta Legge di Maas, era un fatto estetico intenzionale degli scribi antichi, e non un segno di mancata accuratezza grafica, come è stato da alcuni ipotizzato”.

“Lo sviluppo di strumentazioni e metodi non invasivi per l’analisi in situ sta portando importanti avanzamenti nella diagnostica dei beni culturali, – continua la dottoressa Costanza Miliani, direttrice del Cnr-Ispc – in particolare lo scanner XRF sviluppato da Ispc-Cnr per la piattaforma di accesso MOLAB dell’infrastruttura di ricerca E-RIHS permette di rivelare informazioni preziose sulla composizione chimica e la distribuzione degli elementi grazie a sensibilità e risoluzione spaziale senza pari, come per le ultra-tracce di piombo residuale delle line di scrittura dei papiri di Ercolano”.

Grande soddisfazione è stata espressa anche dalla direttrice della Biblioteca Nazionale di Napoli, la dottoressa Maria Iannotti, che fin dall’inizio del suo mandato ha fortemente creduto nella necessità di stringere collaborazioni con università ed enti di ricerca per la valorizzazione dell’ingente patrimonio dell’Istituto da lei guidato, il quale comprende, oltre ai papiri, un’importante collezione di manoscritti antichi e incunaboli e, tra gli altri, importanti autografi di Giacomo Leopardi e Benedetto Croce: “Questo è un nuovo inizio per gli studi concernenti le nostre collezioni e un modello di cooperazione istituzionale da estendere ad altri casi dello stesso genere. A mio giudizio, la conservazione e la ricerca devono andare di pari passo e devono comunicare tra di loro a vantaggio sia dell’una che dell’altra”.

Questa collaborazione, che vede la Biblioteca Nazionale di Napoli per la prima volta cobeneficiaria di un progetto finanziato dalla Commissione Europea, è rafforzata anche dalla recente sottoscrizione di apposite convezioni sia con il Cnr-Ispc, sia con l’Università di Pisa.

“Da quando il Dipartimento da me guidato ha deciso di ospitare il Progetto GreekSchools – conclude la direttrice del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica, la professoressa Roberta Ferrari – le occasioni di collaborazione istituzionale e di visibilità pubblica delle nostre attività di ricerca sono notevolmente aumentate, anche con l’attrazione di altri progetti finanziati e il recente importante riconoscimento ministeriale del Dipartimento di Eccellenza 2023-2027, che con il Progetto CECIL si propone come avanguardia nel contrasto all’impoverimento linguistico”.

 

Fotocomposizione. A sinistra, lo scanner MA-XRF durante le indagini in situ sui papiri di Ercolano. Durante le misure dei papiri lo strumento è stato utilizzato in configurazione orizzontale. I campioni sono stati misurati in scansione continua con una risoluzione laterale di 250µm e tempo di acquisizione per pixel pari a 10 ms. A destra, (a) mappa di distribuzione del piombo ottenuta tramite l’imaging MA-XRF su una superficie di papiro di 30×6 cm2; (b) Immagine infrarossa a 1000 nm.Le linee rosse indicano i bordi di ogni spazio intercolonnare (colonna + intercolunnio); il rettangolo blu indica l’area del campione esaminato. Su concessione del Ministero della Cultura (credito fotografico: Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III”, Napoli – Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale) (b).

 

 

 

 

 

BANDO DA 14 MILIONI DI EURO PER EINSTEIN TELESCOPE IN SARDEGNA

BANDO DA 14 MILIONI DI EURO PER EINSTEIN TELESCOPE IN SARDEGNA

È stato pubblicato il principale bando di gara del progetto PNRR ETIC. Si tratta di una gara europea del valore di 14 milioni di euro, per la realizzazione dello studio di fattibilità tecnica ed economica della grande infrastruttura di Einstein Telescope in Sardegna. Einstein Telescope ET sarà il futuro rivelatore europeo di terza generazione per la ricerca sulle onde gravitazionali e l’Italia è, appunto, candidata, in competizione con un altro sito collocato nell’Euregio Mosa-Reno, a ospitarlo nel nordest della Sardegna, nell’area della miniera dismessa di Sos Enattos, tra i Comuni di Bitti, Lula e Onanì. La gara è stata bandita con atto di delibera della Giunta Esecutiva dell’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare che coordina il progetto ETIC, finanziato con 50 milioni di euro su fondi del PNRR nell’ambito della Missione 4 Istruzione e Ricerca, coordinata dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR).

“Lo studio fornirà tutti gli elementi territoriali e costruttivi di sostegno alla candidatura della Sardegna a ospitare Einstein Telescope”, spiega Maria Marsella, responsabile del WP6 “Sustainable Design” del progetto ETIC. “Un gruppo di lavoro multidisciplinare seguirà lo sviluppo delle soluzioni ingegneristiche per garantire la compatibilità con i requisiti definiti dalla comunità scientifica e favorire l’applicazione di strategie sostenibili per l’ambiente e il territorio. I risultati permetteranno di ottimizzare la localizzazione, in superficie e in sotterranea, delle infrastrutture di ET nell’area di Sos Enattos”, conclude Marsella. 

“Lo studio oggetto della gara ha un alto livello di complessità e di unicità, e richiederà l’impegno di un’azienda con elevate competenze”, sottolinea Gaetano Schillaci, responsabile unico del procedimento di gara. “Sono inclusi sondaggi e indagini funzionali allo studio sul sito in Sardegna, uno studio preliminare di impatto ambientale, sia per le opere in superficie, sia per quelle sotterranee, nelle diverse configurazioni geometriche attualmente indagate dalla collaborazione scientifica internazionale di Einstein Telescope. Questi studi costituiranno la struttura portante, per il lato tecnico, della candidatura italiana”, conclude Schillaci.

L’avviso di gara per lo “Studio propedeutico allo sviluppo del progetto di fattibilità tecnica ed economica dell’osservatorio di onde gravitazionali Einstein Telescope nella Regione Sardegna, in diverse configurazioni, comprensivo della esecuzione delle indagini e dei sondaggi e della valutazione preliminare di impatto ambientale, per le opere infrastrutturali, in sotterranea e in superficie, edili e impiantistiche”, è disponibile sulla pagina delle gare europee a questo link, ed è stata attivata sul portale telematico dell’INFN (link). La scadenza per la presentazione delle offerte è fissata il giorno 29 giugno 2023 alle ore 12.00.

SAVE THE DATE

La candidatura italiana del sito di Sos Enattos a ospitare Einstein Telescope sarà al centro dell’evento Einstein Telescope: la grande infrastruttura di ricerca europea, che si terrà martedì prossimo, 9 maggio, dalle ore 11.00, a Cagliari, al Centro Congressi T Hotel, nell’ambito del XIII° Simposio della Collaborazione Scientifica internazionale Einstein Telescope, che per una settimana di lavori chiamerà a raccolta centinaia di rappresentanti della comunità scientifica europea. All’evento prenderanno parte il Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, in collegamento da remoto, il Presidente della Regione Autonoma della Sardegna, Christian Solinas, rappresentanti del Comitato Tecnico-Scientifico istituito dal MUR a sostegno della candidatura italiana, e rappresentanti delle principali istituzioni politiche e scientifiche, locali, nazionali ed europee. In particolare, l’evento conterà sull’importante intervento scientifico del Premio Nobel per la Fisica, Giorgio Parisi, che terrà una lectio magistralis sulle onde gravitazionali.

 

 

 

 

OLTRE 150 DOCENTI ALLA SCOPERTA DEI NEUTRINI CON IL CORSO DI PID@HOME

OLTRE 150 DOCENTI ALLA SCOPERTA DEI NEUTRINI CON IL CORSO DI PID@HOME

Dalla prima ipotesi di Pauli sull’esistenza di una particella quasi impossibile da rivelare, alla conferma di questa ipotesi fino ai grandi esperimenti che rivelando i neutrini scoprono sempre più segreti dell’universo. Su questi temi si è concentrata l’edizione 2022-2023 di PID@HOME, corso di formazione gratuito dedicato a docenti della scuola secondaria di I e II grado, giunta al termine ieri, mercoledì 10 maggio. Organizzato dall’INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e da Sanoma Italia, il corso in tre appuntamenti, ha visto la partecipazione di oltre 150 docenti, confermando il grande successo ottenuto dall’iniziativa negli anni precedenti.

Ad aver chiuso il ciclo di incontri “Insoliti ignoti” di PID@HOME, che ha preso il via lo scorso 13 aprile, è stato, nella giornata di ieri, l’intervento di Laura Patrizii di INFN Bologna sulla rivelazione dei neutrini, con un approfondimento sull’esperimento Borexino, il grande esperimento, attivo presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN tra il 2007 e il 2021, che ha permesso di rivelare il meccanismo di funzionamento del Sole, grazie all’osservazione dei neutrini prodotti nella nostra Stella; e su DUNE, un grande esperimento internazionale che esplorerà la fisica del neutrino. La storia dei neutrini è stata, invece, il tema del primo incontro in cui Francesco Vissani dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN ha raccontato l’avventura teorica e sperimentale dietro alla scoperta di queste particelle, mentre il 27 aprile Carla Di Stefano dei Laboratori Nazionali del Sud dell’INFN ha raccontato ai molti studenti partecipanti l’esperimento KM3NeT, che vede l’INFN coinvolto nella realizzazione di un telescopio sottomarino per l’osservazione di neutrini astrofisici.

Il progetto PID@HOME è nato nel 2020 grazie alla collaborazione tra PID e Pearson Italia, oggi Sanoma Italia, gruppo finlandese leader in Europa nel settore education, che ha
recentemente acquisito la divisione scuola di Pearson Italia. PID@HOME ed è ora giunto alla quarta edizione, con un totale di oltre 700 docenti coinvolti. La collaborazione con l’INFN rientra nell’ambito di MySTEM di Sanoma Italia che ha l’obiettivo di valorizzare il ruolo delle discipline scientifiche nella formazione degli studenti e di affiancare i docenti nel rinnovamento dello studio e della didattica legata alle discipline STEM.

PID è un programma di formazione proposto dall’INFN che dal 2018 si rivolge a docenti delle scuole superiori. Organizza due o tre corsi di formazione all’anno tenuti nei laboratori nazionali dell’INFN; ognuno, della durata di cinque giorni, prevede lezioni teoriche e sperimentali in cui si affrontano argomenti di fisica nucleare, delle particelle e delle astroparticelle, con una particolare attenzione agli aspetti interdisciplinari della ricerca.

Ospitando più di 50 docenti, tra ottobre e novembre 2022 i corsi in presenza di PID sono stati ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN e ai Laboratori Nazionali di Legnaro dell’INFN, che dal 23 al 27 ottobre ospiteranno anche l’edizione 2023.

TERMINA IL VOLO DI EUSO-SPB2, MISSIONE SU PALLONE STRATOSFERICO LANCIATO DALLA NUOVA ZELANDA

TERMINA IL VOLO DI EUSO-SPB2, MISSIONE SU PALLONE STRATOSFERICO LANCIATO DALLA NUOVA ZELANDA

Si è innalzato verso il cielo durante il mattino di sabato 13 maggio il pallone stratosferico della NASA per la missione EUSO-SPB2 (Extreme Universe Space Observatory – Super Pressure Balloon) alla quale partecipa anche l’Italia attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). Il pallone, decollato dalla base aeroportuale di Wānaka (Nuova Zelanda) della Columbia Scientific Balloon Facility (CSBF), ha utilizzato una piattaforma innovativa di Ultra-Long Duration Balloon, in grado di raggiungere altezze superiori a 30 km con voli di durata fino a 100 giorni.

Sviluppata nel contesto del programma JEM-EUSO, che intende esplorare l’utilizzo di strumenti d’indagine innovativi per l’astronomia multimessaggera, la missione EUSO-SPB2 ha avuto come obiettivo quello di testare una nuova tipologia di rivelatore spaziale dedicato all’osservazione di neutrini e raggi cosmici di altissime energie, rari ed elusivi portatori di importanti informazioni relative ai fenomeni più energetici del nostro Universo, al fine di integrare le misure effettuate su altri messaggeri cosmici dalle missioni spaziali oggi in corso. Una delle sfide principali della moderna fisica e dell’astrofisica multimessaggera è infatti quella di affiancare alle misure dei messaggeri del Cosmo misurati dallo spazio, quali fotoni e raggi cosmici, anche le informazioni portate con sé da due messaggeri dall’Universo estremamente rari e elusivi come i neutrini e raggi cosmici di altissime energie. Questi, come anche le onde gravitazionali, seppur già misurati da osservatori terrestri, non sono ancora oggi stati misurati fuori dall’atmosfera terrestre.

L’ASI insieme all’INFN partecipa a questo esperimento dal 2021, nell’ambito di una collaborazione internazionale che comprende NASA e istituti di ricerca e università in USA, Francia, Giappone, Polonia, Russia, Svezia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Svizzera. I ricercatori italiani sono stati responsabili della realizzazione del sistema di acquisizione dati, del sistema di trigger e del software di controllo del telescopio di Fluorescenza di EUSO-SPB2. Attraverso un accordo di collaborazione tra ASI e University of Chicago, istituzione responsabile della missione EUSO-SPB2 a cui è affiliato il Principal Investigator Angela Olinto, ASI e INFN hanno potuto fornire il contributo hardware italiano alla missione e partecipare a tutte le fasi di test, qualifica spaziale, assemblaggio e lancio.

EUSO-SPB2 è stata la seconda e ultima missione della campagna NASA di lancio palloni dalla Nuova Zelanda per questo anno. Il volo è stato effettuato su un Super Pressure Balloon, una piattaforma di pallone stratosferico di ultima generazione utilizzata da NASA da pochi anni per operare in atmosfera payload scientifici di elevato peso e dimensioni per voli di lunghissima durata. Dopo che le procedure di lancio si sono concluse con successo, una difficoltà nel mantenere l’altitudine attesa durante il volo causata da una perdita anomala del pallone ha tuttavia costretto NASA a una chiusura anticipata della missione. Il pallone ha dunque terminato in sicurezza il suo volo sull’Oceano Pacifico, dopo quasi 35 ore di volo.

Il contributo italiano alla missione continuerà dunque nella analisi dei dati che sono stati prodotti dalle osservazioni da parte di EUSO-SPB2.

“Questa missione rappresenta la continuazione della missione EUSO-SPB1, strumento già lanciato dalla base di Wānaka nel 2017, ed è parte del programma JEM-EUSO insieme all’apparato di terra EUSO-TA installato nello stato americano dello Utah, dal 2013 e alla missione spaziale Mini-EUSO, operativo da agosto 2019 all’interno della Stazione Spaziale Internazionale”, spiega Giuseppe Osteria, ricercatore della sezione INFN di Napoli e responsabile scientifico EUSO-SPB2. “Grazie al minuzioso e dedicato lavoro di preparazione e test della strumentazione, i due telescopi di EUSO-SPB2 sono stati operati efficientemente e con successo nel limitato tempo messo a disposizione per le osservazioni del cielo notturno in volo, e hanno prodotto dati con un valore tecnologico senza precedenti. I dati raccolti sono ora a disposizione della collaborazione EUSO-SPB2 per la loro analisi con contributo rilevante anche del team italiano, che potrà contribuire a massimizzare il ritorno delle informazioni raccolte grazie all’expertise consolidata dallo sviluppo, test e calibrazione dello strumento.”

Oltre ai propri obiettivi scientifici e tecnologici, EUSO-SPB2 è anche un esperimento dimostratore per la missione spaziale POEMMA, una sonda per l’astrofisica multimessaggera selezionata come Probe Mission nell’ambito del programma NASA “Decadal Survey (2020-2030)” per lo studio delle regioni più estreme dell’Universo attraverso l’osservazione dei raggi cosmici di altissima energia (>1019 eV) e di neutrini astrofisici e cosmogenici con la tecnica esplorata da EUSO-SPB2.

“Siamo pronti adesso a sfruttare al massimo il bagaglio di informazioni raccolte durante il volo” dichiara Valerio Vagelli, responsabile di Programma per conto ASI di EUSO-SPB2. “Il successo delle operazioni dello strumento EUSO-SPB2 durante il volo dimostra il continuo progresso delle competenze tecnologiche e scientifiche già maturate e rafforzate negli ultimi anni dai team italiani e messe a disposizione della comunità scientifica internazionale nel campo di frontiera delle misure di sciami atmosferici estesi dallo spazio, e rappresenta un ulteriore passo verso la realizzazione di un programma estremamente ambizioso quanto rivoluzionario come POEMMA.” continua Vagelli. “Il contributo dell’ASI nel campo dello studio dei raggi cosmici dallo spazio dura da più di 20 anni, e l’attività svolta per EUSO-SPB2 si inserisce in questo filone di ricerca, arricchendo il panorama internazionale con una missione spaziale sviluppata per dimostrare la possibilità di misurare nuove sonde del Cosmo come neutrini e raggi cosmici di altissima energia, e per aprire dunque una nuova era per l’astrofisica multimessaggera”.

AL VIA IL PROGETTO INFN.OPEN DEDICATO AL TRASFERIMENTO TECNOLOGICO

AL VIA IL PROGETTO INFN.OPEN DEDICATO AL TRASFERIMENTO TECNOLOGICO

Si è svolto oggi, martedì 23 maggio, presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso, l’evento di lancio della fase operativa di INFN.Open (Open INnovation from Fundamental Nuclear research), progetto il cui obiettivo è mettere a disposizione della società, e in particolare del mondo produttivo, il ricchissimo patrimonio di tecnologie messe a punto dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare nella realizzazione dei suoi obiettivi di ricerca.

“Il trasferimento di tecnologia e know-how dagli enti di ricerca a vari soggetti espressione del mondo dell’economia è fondamentale per aumentare l’innovazione e la competitività della comunità economica  sul mercato nazionale ed internazionale – ha affermato Mariangela Cestelli Guidi, Coordinatrice del Comitato nazionale INFN per il trasferimento tecnologico – In quest’ottica, l’avvio del progetto INFN.Open rappresenta un’importante opportunità per potenziare la capacità dell’INFN di produrre innovazione attraverso strumenti specifici per ottimizzare la gestione dei processi di trasferimento tecnologico verso il sistema delle imprese.”

L’incontro ha visto la partecipazione della comunità dei referenti per il trasferimento tecnologico dell’INFN, di diversi rappresentanti di Istituzioni e Aziende, e del Direttore Generale dell’Agenzia per la Coesione Territoriale, Riccardo Monaco, che – commentando l’alto valore strategico dell’accordo con l’INFN nel quadro del Programma di finanziamento dell’iniziativa – ha dichiarato: “Coerentemente con gli obiettivi indicati nell’Accordo di Partenariato 2021-2027 in tema di ricerca e innovazione, il progetto rappresenta una grande occasione di collaborazione istituzionale tra la politica di coesione e la ricerca scientifica, capace di diffondere al mondo delle imprese le potenzialità contenute nell’attività dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e sostenere lo sviluppo di tecnologie all’avanguardia che avranno un impatto altissimo sulla crescita, la competitività e l’innovazione del tessuto industriale del Paese”.

Gli interventi che si sono susseguiti nel corso della mattinata hanno rappresentato un momento di confronto su organizzazione, procedure e azioni che saranno messe in campo per il raggiungimento degli obiettivi specifici del progetto.

“Come LNGS siamo particolarmente contenti di aver ospitato l’evento inaugurale del progetto INFN.Open – ha commentato Ezio Previtali, Direttore dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso – La ricerca fondamentale è per i Laboratori del Gran Sasso una sfida continua alla scoperta dei segreti della natura. Le attività TT che il progetto INFN.Open andrà a supportare consentiranno ai Laboratori di confrontarsi meglio con le realtà imprenditoriali che sono spesso destinatarie della tecnologia di frontiera che quotidianamente sviluppiamo.”

La tavola rotonda, coordinata dal dott. Bernardo Giua Marassi, Responsabile delle Relazioni Industriali di Sanofi Italia, è stata l’occasione per discutere sul tema “Dalla ricerca fondamentale alle innovazioni, fino alle collaborazioni con il mondo produttivo”. Alla tavola rotonda, oltre a Mariangela Cestelli Guidi per l’INFN, hanno preso parte Lino Olivastri, Vicepresidente nazionale CNCT – Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici; Daniele D’Amario, Assessore regionale con deleghe alle attività produttive, turismo, beni e attività culturali; Stefano Greco, Responsabile Competence Center Innovazione, Venture Capital e No Profit di Cassa di Depositi e Prestiti e Riccardo D’Alessandri, Managing Partner, Scientifica Venture Capital.

Grande soddisfazione da parte di tutti gli attori coinvolti all’incontro che ha permesso di riflettere sull’importanza del trasferimento tecnologico e sull’impatto che può produrre sulla società civile e industriale.

Il progetto INFN.Open

INFN.Open, finanziato con circa 1,7 milioni di euro nell’ambito del Programma Azione Coesione Complementare al PON “Governance e Capacità Istituzionale” 2014-2020-ASSE 2 -Obiettivo Specifico 2.1 – Azione 2.1., è un progetto a carattere nazionale nel quale i Laboratori Nazionali del Gran Sasso (LNGS) dell’INFN costituiscono l’hub nazionale di intervento.

I LNGS, grazie alle loro caratteristiche, sono una delle poche infrastrutture di ricerca italiane classificate a impatto “Globale” all’interno del Piano Nazionale per le Infrastrutture di Ricerca (PNIR) 2021-2027, pubblicato dal Ministero dell’Università e della Ricerca come parte integrante del Programma Nazionale della Ricerca (PNR), rappresentano quindi un ambiente ideale per lo sviluppo di un progetto come INFN.Open.