REPUBBLICA DI COREA: SOTTOSCRITTO ACCORDO TRA INFN E IBS PER LA COOPERAZIONE SCIENTIFICA

REPUBBLICA DI COREA: SOTTOSCRITTO ACCORDO TRA INFN E IBS PER LA COOPERAZIONE SCIENTIFICA

Oggi, 8 novembre a Seoul, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare  ha siglato un accordo (Memorandum of Understanding) con l’Institute for Basic Science-IBS della Repubblica di Corea per la collaborazione nella ricerca di base nel campo della fisica nucleare, subnucleare e astroparticellare. L’accordo, sottoscritto da Antonio Zoccoli, presidente dell’INFN e Noh Do Young, presidente dell’IBS, è stato firmato nell’ambito della visita di stato del Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, nella Repubblica di Corea, alla presenza del Presidente Mattarella e del Presidente coreano Yoon Suk Yeol. Alla visita di stato l’INFN ha partecipato come parte della delegazione italiana,  nel quadro degli accordi di cooperazione scientifica e tecnologica sottoscritti da Italia e Repubblica di Corea.

Attraverso il Memorandum of Understanding siglato oggi, INFN e IBS si impegnano a collaborare per l’avanzamento della scienza e della conoscenza promuovendo, sinergicamente, la condivisione di informazioni, tecnologie, attrezzature e strumenti e supportando lo scambio di ricercatori e ricercatrici impegnati in progetti di ricerca e sviluppo, con particolare attenzione ai giovani.

OLTRE 500 STUDENTI PARTECIPANO AL RADON DAY 2023

OLTRE 500 STUDENTI PARTECIPANO AL RADON DAY 2023

Ogni anno il 7 novembre, in occasione dell’anniversario della nascita di Maria Skłodowska Curie, si tengono iniziative in tutta Europa per l’European Radon Day, una giornata dedicata alla radioattività.

In Italia, oltre 500 studenti e studentesse delle scuole superiori parteciperanno in questi giorni a eventi sulla radioattività organizzati dai progetti RadioLab e ISOradioLAb, con cui l’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare si pone l’obiettivo di sensibilizzare le generazioni più giovani sul tema della radioattività naturale e artificiale, attraverso incontri, esperienze sperimentali in laboratorio e sul territorio e iniziative pubbliche.

Dando il via all’edizione 2023-2024 dei progetti RadioLab e ISOradioLAb, gli eventi sono cominciati oggi nelle Sezioni INFN di Cagliari, Cosenza, Siena (Gruppo Collegato di Pisa), e Torino. Mentre domani sarà il turno di Lecce e, infine, Milano il 9 novembre e Napoli e le isole di Lampedusa e Pantelleria il 14 novembre. Le iniziative prevedono seminari sulla radioattività naturale e artificiale e sulle implicazioni, sia negative sia positive, e coinvolgono le classi partecipanti al progetto per raccontare la loro esperienza. Oltre a esperti e ricercatori e ricercatrici dell’INFN, infatti, sono proprio le studentesse e gli studenti a raccontare in prima persona i risultati ottenuti durante le esperienze sperimentali svolte con RadioLab e ISOradioLAb nel corso dell’anno scolastico 2022-2023.

I progetti RadioLab e ISOradioLAb

RadioLab è un progetto dell’INFN nato nel 2004 e dedicato alle scuole secondarie, principalmente di II grado, che si articola in più anni scolastici. Il progetto si propone di avvicinare le nuove generazioni al tema della radioattività attraverso lezioni ed esperienze di misura diretta in modo che possano discuterne con consapevolezza, comprendendo le implicazioni intrinseche nell’impiego delle radiazioni ionizzanti. Il percorso culmina con una manifestazione in cui gli studenti e le studentesse raccontano alla cittadinanza quanto hanno scoperto, sensibilizzando i partecipanti sul tema della radioattività. 

In Italia il progetto coinvolge nove Sezioni INFN: Cagliari, Cosenza (gruppo collegato LNF), Lecce, Milano, Napoli, Padova, Siena (Gruppo collegato Sezione di Pisa), Torino, Trieste. Negli ultimi anni il progetto ha assunto una veste internazionale con la partecipazione di scuole dell’Ecuador e dell’Albania che hanno adottato ed esportato la stessa modalità operativa svolta presso le scuole italiane.

Dal 2021 è stato strutturato il nuovo ramo del progetto, ISOradioLAb, dedicato alle isole minori italiane e che in questi due anni ha coinvolto scuole secondarie di I e II grado delle isole Eolie, di Ischia, Lampedusa, Linosa, Pantelleria e San Pietro. ISOradioLAb è un progetto rivolto esplicitamente alle scuole delle isole minori proprio per dare agli studenti e alle studentesse che le abitano quelle stesse opportunità di partecipazione, interscambio e coinvolgimento nella realizzazione di progetti proposti da università e centri di ricerca che hanno i loro coetanei che vivono sulla penisola italiana, nell’ottica di superare le naturali difficoltà legate alla differente collocazione geografica.

PRIME SPETTACOLARI E DETTAGLIATE IMMAGINI DELL’UNIVERSO INVIATE DAL TELESCOPIO SPAZIALE EUROPEO EUCLID

PRIME SPETTACOLARI E DETTAGLIATE IMMAGINI DELL’UNIVERSO INVIATE DAL TELESCOPIO SPAZIALE EUROPEO EUCLID

Comunicato stampa ASI, INAF, INFN

Determinante il ruolo del nostro Paese con i contributi dell’Agenzia Spaziale Italiana, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e di diverse università italiane

Roma, 7 novembre 2023 – Cinque foto del cosmo a colori con una risoluzione che sfiora l’incredibile. Queste le prime immagini arrivate dal telescopio spaziale Euclid costruito e gestito dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) con il contributo della NASA e la collaborazione dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e di numerose università italiane. Immagini che mostrano che il telescopio è pronto per creare la più estesa mappa 3D dell’Universo mai vista prima e per scoprire alcuni dei suoi segreti nascosti.

Mai prima d’ora un telescopio, sia spaziale che terrestre, era stato in grado di creare immagini astronomiche così nitide su una zona così ampia di cielo e di guardare così distante nel lontano Universo. Le immagini immortalano corpi celesti disparati: si parte dall’iconica Nebulosa Testa di Cavallo, distante appena 1.500 anni luce dalla Terra, passando per un ammasso stellare e due galassie, fino al gigantesco ammasso di galassie del Perseo, a 240 milioni di anni luce da noi. Pur ritraendo oggetti dell’Universo relativamente vicino, queste immagini illustrano tutto il potenziale di Euclid, lanciato lo scorso primo luglio ed ora in orbita ad un milione e mezzo di km da noi intorno al punto L2 di equilibrio gravitazionale tra Sole, Terra e Luna.

Euclid, che ha un telescopio con uno specchio del diametro di 1,2 metri, ha il compito di indagare su come la materia oscura e l’energia oscura abbiano dato al nostro Universo l’aspetto che ha oggi. Il 95% del nostro cosmo sembra essere costituito da queste misteriose entità “oscure”, ma non si comprende cosa siano perché la loro presenza provoca solo piccoli cambiamenti nell’aspetto e nei movimenti delle cose che possiamo vedere. Per rivelare l’influenza “oscura” sull’Universo visibile Euclid osserverà le forme, le distanze e i movimenti di miliardi di galassie fino alla distanza di 10 miliardi di anni luce. In questo modo, creerà la più grande mappa cosmica 3D mai realizzata. Alla fine della sua vita operativa, prevista al momento intorno a sei anni, Euclid avrà prodotto immagini e dati fotometrici per più di un miliardo di galassie e milioni di spettri di galassie, dati che saranno di grande importanza anche per molti altri settori dell’astrofisica.

“Nell’ambito della partecipazione alle grandi missioni scientifiche di Space Science, – dichiara Barbara Negri responsabile del Volo Umano e Sperimentazione Scientifica dell’Agenzia Spaziale Italiana – il contributo alla missione Euclid è stato ed è uno dei maggiori impegni dell’ASI in questi anni. Abbiamo coordinato le attività con ESA e con le altre agenzie nazionali, guidato le industrie nazionali nella realizzazione dei contributi italiani agli strumenti di Euclid e nello sviluppo del Science Data Center italiano. ASI ha, inoltre, supportato il team scientifico, in particolare per la responsabilità della gestione del Science Ground Segment della missione che svolge l’importante ruolo di produrre i dati finali della missione, come queste spettacolari immagini, sforzo cui partecipa direttamente anche il centro SSDC di ASI”.

“Queste immagini mostrano qualcosa che va ben oltre le migliori aspettative”, commenta Anna Di Giorgio dell’INAF, che coordina le attività italiane per la missione Euclid finanziate dall’ASI. “Le centinaia se non migliaia di galassie visibili nello sfondo di ciascuno dei campi osservati, danno una misura di quello che sarà possibile ottenere dalla scansione di più di un terzo del cielo: l’idea che sembrava fantascientifica di poter misurare la distorsione nella forma di più di un miliardo di galassie appare oggi ancora di più come un obiettivo perfettamente raggiungibile. Anche in questo caso l’Italia ha dato un contributo importante alla produzione di queste prime immagini, tre delle quali si riferiscono ad oggetti proposti da scienziati INAF, che ne guideranno lo studio dettagliato e saranno i responsabili delle prime pubblicazioni ad essi associate.”

“Le prime splendide immagini che Euclid ci ha inviato ci danno conferma dell’enorme potenzialità di questo nuovo strumento nell’esplorazione dell’universo”, commenta Luca Stanco, che coordina il contributo dell’INFN a Euclid. “In particolare, – prosegue Stanco – è impressionante il dettaglio, mai raggiunto prima, con cui Euclid è riuscito a osservare l’ammasso di galassie del Perseo, distante ben 240 milioni di anni luce da noi. Queste prime immagini ci danno la fondata speranza che Euclid, nel giro di qualche anno, potrà dare un contributo sostanziale alla definizione della natura sia della materia oscura, sia dell’energia oscura, che assieme costituiscono il 95% dell’universo: riuscire a comprendere questi due misteri sarebbe una rivoluzione. Oggi, ha davvero inizio una nuova straordinaria avventura scientifica e l’Italia ne sarà protagonista”.

Per questa missione è stato realizzato un Consorzio composto da oltre 2000 scienziati provenienti da 300 istituti in 13 paesi europei, oltre a Stati Uniti, Canada e Giappone.

PIERLUIGI CAMPANA NOMINATO CHAIR DI ICFA

PIERLUIGI CAMPANA NOMINATO CHAIR DI ICFA

L’italiano Pierluigi Campana, componente della Giunta Esecutiva dell’INFN, è stato nominato dalla direzione dell’Unione Internazionale di Fisica Pura e Applicata (IUPAP) prossimo Chair di ICFA (International Committee for Future Accelerators), il comitato internazionale che riunisce gli esperti e i rappresentanti delle comunità scientifiche coinvolte nella ricerca nel campo degli acceleratori di particelle ad alta energia. Campana entrerà in carica il 1° gennaio 2024.

Istituito nel 1976 da IUPAP, l’ICFA ha lo scopo di coordinare e promuovere la collaborazione internazionale in tutte le fasi della costruzione e dell’utilizzo di acceleratori ad alta energia e dello sviluppo delle tecnologie connesse. Il Comitato è composto da 16 membri, selezionati principalmente dai paesi che sono più profondamente coinvolti nella fisica ad alta energia.

“Sin dalla sua creazione, ICFA rappresenta il forum dove si cerca di facilitare e promuovere la collaborazione tra le grandi agenzie finanziatrici della fisica delle particelle per stimolare lo sviluppo di collaborazioni internazionali per la costruzione dei grandi acceleratori, per organizzarne la governance e il loro utilizzo”, spiega Pierluigi Campana. “LHC ha dimostrato come il CERN ha saputo gestire con successo un’impresa internazionale. Le prossime macchine, per la loro complessità e il loro costo, necessiteranno di un approccio ancora più globale. È certamente una sfida molto impegnativa, ma indispensabile per la continuazione della ricerca in fisica fondamentale con grandi macchine”.  

Pierluigi Campana è un fisico sperimentale delle alte energie con una lunga esperienza nel campo dei rivelatori di particelle. La sua carriera nel campo della ricerca è iniziata ai Laboratori Nazionali di Frascati (LNF) dell’INFN. Ha partecipato all’esperimento ALEPH all’acceleratore LEP del CERN e successivamente all’esperimento KLOE a DAFNE ai LNF. Dal 2002 fa parte della collaborazione scientifica dell’esperimento LHCb al Large Hadron Collider del CERN, che ha anche guidato dal 2011 al 2014. Nel 2015 è stato nominato Direttore dei Laboratori Nazionali di Frascati, carica che ha mantenuto fino al 2020 quando è stato nominato in qualità di componente MUR nella Giunta Esecutiva dell’INFN, incarico che scadrà a fine 2023.

TUTTI AMANO IL MISTERO: IL DARK MATTER DAY TORNA CON UN NUOVO LOOK

TUTTI AMANO IL MISTERO: IL DARK MATTER DAY TORNA CON UN NUOVO LOOK

Il Dark Matter Day, la giornata della materia oscura, torna anche quest’anno il 31 ottobre con un nuovo look, un podcast, una diretta social europea e una serie di eventi che in tutto il mondo festeggeranno il lavoro di migliaia di scienziati e scienziate che cercano di accendere una luce sul lato più oscuro e misterioso dell’universo. Per quest’edizione dell’iniziativa, che quest’anno compie sei anni, la giornata si presenta con un nuovo look, in cui il mistero e l’investigazione assumono un ruolo sempre più centrale.

Oggi, 31 ottobre, alle 14:30, la Sezione INFN di Roma Tor Vergata organizza un webinar dedicato alla materia oscura e all’esperimento DarkSide che ha l’obiettivo di cercare segnali di questa misteriosa materia dalle profondità della montagna, all’interno dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN. Per seguire il webinar, a cura del ricercatore Stefano Ciprini e in lingua inglese, basterà collegarsi a questo link.

Per la prima volta sarà, poi, rilasciato un podcast dal titolo “Particle Mysteries: The Coldest Case”, una serie in stile giallo che segue la ricerca pluridecennale della materia oscura. In questo podcast di quattro episodi, che sarà pubblicato a breve sul sito ufficiale della giornata (http://darkmatterday.com/), ricercatori e ricercatrici di tutto il mondo, tra cui anche scienziate e scienziati INFN, discutono delle numerose attività di ricerca volte a comprendere la natura del nostro universo e scoprire la materia oscura. Laboratori in tutto il mondo, come i Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN, cercano di osservare la materia oscura, con attività di ricerca all’avanguardia e sviluppando nuove tecnologie innovative.

Infine, tante scienziate e scienziati che si occupano di materia oscura, provenienti dai principali laboratori e istituti di ricerca europei, il 9 novembre alle 14:00 si incontreranno su X (ex Twitter), per un X space, una diretta audio, in cui racconteranno che cos’è la materia oscura, perché crediamo che esista e presenteranno i principali sforzi sperimentali volti a osservarla. All’appuntamento parteciperanno ricercatori e ricercatrici dell’INFN, del CERN, dell’Istituto di ricerca francese IN2P3, dell’Istituto svizzero per la fisica delle particelle CHIPP, dell’Istituto olandese per la fisica subnucleare NIKHEF e dell’Istituto di fisica dell’Accademia Ceca delle Scienze. Per l’INFN, parteciperanno le ricercatrici Martina Gerbino, fisica teorica presso la Sezione INFN di Ferrara, e Cecilia Ferrari, dottoranda al Gran Sasso Science Institute a L’Aquila e ricercatrice INFN per l’esperimento XENON ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN. Per seguire la diretta, basterà collegarsi all’account del CERN su X alle 14:00.

Il Dark Matter Day è un’iniziativa ideata nel 2017 da Interactions, il network internazionale di cui fanno parte le comunicatrici e i comunicatori dei principali laboratori e istituti dedicati alla ricerca nel campo della fisica delle particelle.

 

 

EUROHPC, SIMULAZIONI DI QCD+QED SU RETICOLO E G-2 PUZZLE: UNO STRESS-TEST PER IL MODELLO STANDARD.

Il gruppo Extended Twisted Mass Collaboration (ETMC), dedicato allo studio delle interazioni forti tramite simulazioni di Lattice Quantum Chromodynamics (LQCD), ha vinto un grant EuroHPC Extreme Scale Access Call (proposal No. EHPC-EXT-2023E01-007) con il progetto dal titolo “Smeared R-ratio and HVP contributions to g_mu-2 with leading isospin-breaking effects”. Il grant garantisce l’accesso per 12 mesi a GPU e cpu su Leonardo Booster di CINECA, quarto nella top 500 dei supercomputer più veloci al mondo nel 2023. Le risorse computazionali garantite, pari a oltre 5 milioni di gpu-hours e 1,271 milioni di node-hours, sono circa il 10-15% di quelle totali dedicate alla ricerca fondamentale su Leonardo e, a prezzi di mercato (e.g. su Amazon Cloud), hanno un valore economico di circa 12 milioni di euro.

ETMC conta all’attivo oltre 20 esperti tra professori, post-doc e dottorandi dislocati in diverse università: Roma Tor Vergata e INFN (PI Prof. R. Frezzotti), Roma Tre e INFN (Co-PI Prof. V. Lubicz), Università di Cipro (Cipro, Co-PI C. Alexandrou), Università di Bonn (Germania, Co-PI Prof. C. Urbach), Università di Bern (Svizzera, Co-PI Prof. U. Wenger), Università di Wuppertal (Germania) e DESY-Zeuthen (Germania). Il progetto si propone di fornire risposte ad uno dei più urgenti problemi nella fisica delle alte energie: l’origine della discrepanza tra la misura sperimentale del momento magnetico anomalo del muone, g_mu-2, e la sua predizione teorica nel modello standard (SM) delle particelle elementari.

L’osservabile g_mu-2, con una precisione di 0.19 ppm (Fermilab 2023), è una delle quantità misurate con maggiore precisione in natura. Dal punto di vista della Teoria Quantistica dei Campi il calcolo di g_mu-2 è di formidabile complessità in quanto al livello richiesto per il confronto con l’esperimento è necessario tenere di conto gli effetti derivanti da tutte le interazioni fondamentali. L’errore sulla previsione teorica è ad oggi dominato dal contributo adronico, HVP, che non ammette uno sviluppo perturbativo. Per oltre un decennio il problema è stato aggirato stimando il contributo adronico in maniera data-driven tramite la misura sperimentale della sezione d’urto di e+e–>adroni, il così detto R-ratio. Una tensione persistente intorno a 4-5 deviazioni standard tra il calcolo data-driven e la misura sperimentale di g_mu-2 è alla base di una fervente attività da entrambi i lati stimolata dalla concreta possibilità di aver evidenziato un segnale di Nuova Fisica oltre il Modello Standard. Recenti sviluppi, sia teorici che sperimentali, hanno alimentato dubbi sulla solidità del risultato data-driven evidenziando una discrepanza nell’R-ratio piuttosto che in g_mu-2. L’evoluzione di questo puzzle, tuttora non spiegato, ha fatto emergere la necessità ora più che mai di affrontare il problema puramente da principi primi.

Questo è oggi possibile, grazie ai fondamentali risultati teorici ottenuti dal gruppo di Tor Vergata, mediante simulazioni numeriche di QCD+QED sul reticolo. I nostri lavori teorici hanno aperto la strada all’inclusione degli effetti di QED nei calcoli da principi primi di osservabili adroniche e al calcolo diretto di sezioni d’urto adroniche inclusive, tra cui l’R-ratio, che erano prima inaccessibili.

Il lavoro di ETMC, che ha già contribuito molto all’intepretazione del puzzle di g_mu-2, evidenziando la discrepanza tra predizioni dello SM e dati sperimentali su R-ratio, mira ora a generare, grazie alle nuove risorse computazionali, predizioni più precise e complete per g_mu-2, R-ratio ed altre osservabili collegate, tenendo conto anche degli effetti di QED e ad un livello di accuratezza prossimo a quello degli esperimenti sul momento magnetico anomalo del muone. A Tor Vergata lavoreranno al progetto i prof. R. Frezzotti e N. Tantalo ed i dottorandi A. De Santis, A. Evangelista e F. Margari.

Link a Muon g-2: Theory Initiative (https://muon-gm2-theory.illinois.edu/)
Link a Muon g-2: Fermilab (https://muon-g-2.fnal.gov/)

Dark Matter Day 2023

DARK MATTER DAY

Il 31 Ottobre 2023 è la giornata internazionale della materia oscura (Dark Matter Day), la misteriosissima componente che si pensa costituisca la grade maggioranza di tutta la materia dell’universo.

L’INFN le sta dando la caccia. Volete scoprire come ?

La giornata vede una serie di eventi che in tutto il mondo festeggeranno il lavoro di migliaia di scienziati che cercano di accendere una luce sul lato più misterioso ed oscuro dell’universo. Si può quindi celebrare Halloween in modo insolito partecipando a conferenze e spettacoli,  o seguendo le numerose dirette e seminari via web (webinar) che coloreranno la giornata e nottata del 31 Ottobre.

La sezione dell’INFN di Roma Tor Vergata propone un seminario web sulla piattaforma MS Teams in diretta dal titolo:

“The DarkSide project for Dark Matter search at Gran Sasso lab”, tenuto dal Professor Sandro De Cecco dell’Università di Roma “La Sapienza”, il 31 Ottobre a cominciare dalle 14:20.

DarkSide è uno dei grandi esperimenti dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN, i più grandi laboratori sotterranei di fisica al mondo, che cercano di rivelare un particolare tipo di particelle oscure.

La materia oscura, insieme con l’energia oscura, costituisce circa il 95 percento della massa e dell’energia nel nostro universo. Ci sono prove evidenti della sua esistenza: se non ci fosse, ad esempio, non si potrebbero spiegare gli effetti gravitazionali delle galassie.

Nonostante questo, la conosciamo pochissimo. Gli scienziati sono quindi al lavoro per scoprire di cosa sia fatto il 95 percento dell’universo ancora ignoto, con esperimenti innovativi come i grandi rivelatori nei laboratori sotterranei, potenti fasci di particelle negli acceleratori come LHC al CERN, e telescopi che si trovano sia sulla Terra sia nello spazio su satelliti, sonde e stazione spaziale.

Il Dark Matter Day è stato ideato e organizzato dalla collaborazione Interactions un gruppo di comunicatori scientifici dei principali laboratori di fisica al mondo, ed in Italia è supportato dal progetto di divulgazione Dark dell’INFN, e dai volenterosi ricercatori dell’INFN e dei dipartimenti di fisica delle Università italiane.

Per scoprire di più sulla giornata e sulle ricerche ed esperimenti che l’INFN sta facendo, si possono visitare prima di tutto  siti web della Sezione INFN di Roma Tor Vergata e del Dipartimento di Fisica dell’Università di Roma Tor Vergata ed i relativi social (ad esempio facebook INFN Roma ToV e facebook Dip. Fisica ToV), ed il sito nazionale centrale dell’INFN e suoi social facebook e twitter (@DarkMatterDay) e seguire l’hashtag #DarkMatterDay.

Link al seminario online su MS Teams.

ID riunione: 327 976 901 029

Passcode: wjSwz9

Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN

Progetto di divulgazione Dark dell’INFN”

Dipartimento di Fisica dell’Università di Roma Tor Vergata

Facebook INFN Roma ToV

Facebook Dip. Fisica ToV

Sito nazionale centrale dell’INFN

INFN Facebook

INFN Twitter

Link al seminario online su MS Teams

DOCENTI A SCUOLA DI FISICA: RIPARTE DA LEGNARO IL PROGRAMMA INFN DOCENTI

DOCENTI A SCUOLA DI FISICA: RIPARTE DA LEGNARO IL PROGRAMMA INFN DOCENTI

Far scoprire ai docenti le attività sperimentali dei laboratori di ricerca INFN e raccontare loro le attività di ricerca di avanguardia nel campo della fisica fondamentale. È partita ai Laboratori Nazionali di Legnaro dell’INFN la nuova edizione del progetto PID Programma INFN Docenti, un corso di aggiornamento per docenti di materie scientifiche della scuola superiore organizzato dall’INFN nei suoi laboratori nazionali.

Da lunedì 23 fino a oggi 27 ottobre, 26 docenti provenienti da tutta Italia hanno visitato i laboratori e partecipato a un corso di cinque giorni seguendo seminari e svolgendo attività sperimentali che spaziavano dagli acceleratori di particelle alle tecniche di fisica nucleare per la medicina, dalla radioattività ambientale alla fisica dei materiali, dalla fisica nucleare a quella applicata ai beni culturali. Grazie a un tour in realtà virtuale realizzato dal VR Lab dei Laboratori di Legnaro, i docenti hanno avuto anche la possibilità di vedere l’interno dell’acceleratore TANDEM, in questi giorni non visitabile poiché in funzione, e l’edificio che ospita SPES (Selective Production of Exotic Species) e il ciclotrone, un grande acceleratore di particelle circolare. Il progetto SPES riguarda l’astrofisica nucleare e applicazioni di interesse in fisica medica.

PID è un progetto nato nel 2018 per valorizzare il ruolo delle discipline scientifiche nella formazione degli studenti e di affiancare i docenti nella didattica legata alle discipline STEM. Dal 2020 è realizzato in collaborazione con Pearson Italia, oggi Sanoma Italia, gruppo finlandese leader in Europa nel settore education. Collaborazione che in questi anni ha portato anche alla realizzazione dei corsi online PID@HOME, che in questi anni ha coinvolto oltre 700 docenti.

Al corso appena conclusosi ai Laboratori Nazionali di Legnaro, seguiranno un corso ai Laboratori Nazionali del Sud, a Catania, dal 6 al 10 novembre, e un corso ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso (L’Aquila), che si terrà dall’8 al 12 aprile 2024.

 

MUONI COSMICI PER L’ARCHEOLOGIA MINERARIA

MUONI COSMICI PER L’ARCHEOLOGIA MINERARIA

Concluso il progetto MIMA-SITES nella miniera di Temperino di Campiglia Marittima (Livorno): ha utilizzato la radiografia muonica per uno studio approfondito del sito minerario. Il progetto, coordinato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), ha coinvolto anche ricercatori e ricercatrici dei Dipartimenti di Fisica e Astronomia e di Scienze della Terra dell’Università di Firenze e dell’Istituto di geoscienze e georisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
I risultati sono stati pubblicati su Scientific Reports e su Natural Resources Research

Sfruttare i muoni per svelare aspetti ancora sconosciuti dei siti minerari e contribuire alla loro tutela: i risultati del progetto MIMA-SITES, coordinato dall’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e cofinanziato dalla Regione Toscana con il FSE 2014-2020 e dalla Parchi Val di Cornia SpA, hanno mostrato che grazie alla radiografia muonica è possibile ricavare informazioni importanti per la valorizzazione di miniere di valore storico-culturale e turistico, per effettuare valutazioni utili alla loro messa in sicurezza e all’identificazione di nuove zone potenzialmente d’interesse. Il progetto è stato condotto nella miniera del Temperino a Campiglia Marittima (Livorno), all’interno del Parco Archeominerario di San Silvestro: ha coinvolto un team di fisici e geologi, ricercatori e ricercatrici della Sezione di Firenze dell’INFN, dei Dipartimenti di Fisica e Astronomia e di Scienze della Terra dell’Università di Firenze, dell’Istituto di geoscienze e georisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa (CNR-IGG), assieme a Parchi Val di Cornia Spa. I risultati sono stati pubblicati su Scientific Reports di Nature e su Natural Resources Research.

La radiografia muonica, anche detta muografia, è una tecnica non invasiva analoga alla più conosciuta radiografia a raggi X, che utilizza una radiazione naturale presente nell’atmosfera terrestre, quella dei muoni, per l’imaging di strutture materiali medio-grandi, con dimensioni che possono andare dal metro fino ad alcune centinaia di metri.

“Grazie alle misure muografiche realizzate nell’ambito del progetto MIMA-SITES, – spiega Lorenzo Bonechi, coordinatore scientifico di MIMA-SITES e del gruppo INFN di Firenze coinvolto nel progetto – è stato possibile scoprire cavità e corpi ad alta densità in una parte del tunnel turistico, all’interno della quale è stata osservata una concentrazione anomala di gas radon naturale, la cui presenza potrebbe essere legata alla vicinanza di particolari materiali rocciosi al di sopra del tunnel, e alla presenza di gallerie che ne faciliterebbero la mobilità”. “È stato inoltre possibile realizzare uno studio che integra le informazioni già disponibili con quelle ricavate dalle radiografie muoniche all’interno di software che servono a effettuare valutazioni degli aspetti di sicurezza, per mezzo di simulazioni degli stress dei materiali intorno alla galleria turistica”, conclude Bonechi.

Il progetto MIMA-SITES si inserisce nel contesto di attività condotte a partire dal 2017 nel Parco Archeominerario di San Silvestro con l’obiettivo di validare la metodologia della radiografia muonica in ambito minerario, a cura di Sezione INFN di Firenze e Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Firenze. Le attività si basano sull’impiego di un dispositivo, MIMA (Muon Imaging for Mining and Archaeology), che è sostanzialmente un telescopio per muoni, ossia uno strumento orientabile nello spazio e in grado di intercettare il passaggio di muoni atmosferici e ricostruirne le traiettorie di moto. MIMA è un apparato compatto, robusto, leggero e a basso consumo: possiede quindi tutte le caratteristiche che lo rendono idoneo all’utilizzo in ambienti complessi e inospitali come le gallerie minerarie.

“Dal 2017, grazie a MIMA, è stata condotta all’interno della miniera del Temperino una campagna di misure muografiche per lo sviluppo di algoritmi software e la definizione di tutte le procedure che hanno poi permesso di ottenere alcuni importanti risultati in questo campo applicativo”, spiega Raffaello D’Alessandro, coordinatore del gruppo dell’Università di Firenze che lavora a MIMA-SITES. “In particolare, è stata realizzata la misura della distribuzione della densità media del terreno, sono state identificate e ricostruite in 2D zone a bassa o alta densità corrispondenti a cavità e volumi di roccia mineralizzata, ed è stato applicato un metodo brevettato per la ricostruzione in 3D del volume di cavità, alcune delle quali non documentate, e di un volume di alta densità utilizzando una sola misura muografica, senza cioè necessità di triangolazione”, conclude D’Alessandro.

“Il Parco archeominerario di San Silvestro comprende il territorio del distretto minerario del Campigliese, che è stato interessato da attività di ricerca ed estrazione di minerali metalliferi fin da epoca antica” – spiega Debora Brocchini, responsabile del Parco. – “La possibilità di accedere ad alcune delle gallerie sotterranee in sicurezza e la disponibilità di una serie di dati archeologici, geologici e minerari raccolti nel tempo dai vari gruppi di ricerca che hanno lavorato nel territorio, rendono il Parco un luogo interessante per la ricerca così come per l’applicazione di tecnologie innovative. La galleria della miniera del Temperino oggetto del progetto MIMA SITES è stata scavata nel 1800 e proseguita nel 1900 in un’area caratterizzata dalla presenza di molti lavori minerari etruschi, medievali, cinquecenteschi e ottocenteschi, in parte tagliati dalla galleria stessa, in parte presenti al di sopra di essa. I lavori minerari noti sono stati utilizzati per testare la validità di applicazione del metodo, che si è dimostrato efficace per individuare la presenza di pozzi antichi non più accessibili dalla superficie e di zone ad alta densità caratterizzate quindi dalla presenza dei minerali metalliferi. Questi dati sono di grande interesse sia per aiutarci a garantire la sicurezza della galleria visitabile, sia per proseguire le ricerche in ambito geologico e minerario” conclude Brocchini.

“La corretta interpretazione geologica e mineraria dei risultati di “MIMA-SITES” è stata resa possibile grazie alla conoscenza degli ambienti sotterranei da parte del Parco Archeominerario di San Silvestro e ai progetti di ricerca scientifica (PRIN-MIUR) condotti nell’area negli ultimi 15 anni dai geologi dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR insieme ai colleghi del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa”, conclude Andrea Dini, ricercatore del CNR-IGG. “Con il progetto abbiamo dato una nuova vita alla miniera. Grazie alle tecniche speleologiche abbiamo esplorato e mappato 25 km di gallerie e pozzi, producendo il nuovo modello geologico-petrologico del giacimento che ha permesso ai colleghi fisici di calibrare e interpretare correttamente le radiografie muoniche”.

Durante lo sviluppo della metodologia muografica da parte del gruppo MIMA, sono stati condotti lavori di tesi di dottorato, magistrali e triennali, e sono state effettuate numerose misure anche in altri ambiti di studio: due misure a Firenze e Pistoia per lo studio del danneggiamento di argini fluviali, tre misure di prova nel tunnel sotterraneo d’ispezione della diga di Bilancino a Firenze, una misura presso la necropoli etrusca del Palazzone a Perugia, una misura di test al Duomo di Firenze. Inoltre, è stato avviato un progetto europeo, BLEMAB, per l’utilizzo della muografia in ambito siderurgico.

 

 

 

 

A ERICE, LA XI EDIZIONE DELLA SCUOLA DI COMUNICAZIONE E GIORNALISMO SCIENTIFICO

A ERICE, LA XI EDIZIONE DELLA SCUOLA DI COMUNICAZIONE E GIORNALISMO SCIENTIFICO

“The Big Data Society. What Quantum, supercomputing and AI can and cannot do for science” è stato il tema della XI edizione della scuola di giornalismo e comunicazione della scienza realizzata da INFN e Nature Italy, che si è tenuta a Erice, nella storica sede della Fondazione Ettore Majorana, dall’8 al 10 ottobre. Intelligenza artificiale, supercomputing e calcolo quantistico sono campi di ricerca e di sviluppo tecnologico cruciali per la società del futuro, che si caratterizzerà sempre più per la produzione di enormi quantità di dati. E sono anche argomenti al centro del dibattito scientifico e culturale, e per questo sono stati scelti dalla Scuola di comunicazione e giornalismo scientifico di Erice per l’edizione 2023, che ha riaperto in presenza e alla quale hanno partecipato XX borsisti provenienti da tutta Europa e non solo. La scuola, finanziata dall’INFN, offre ogni anno borse di studio per giovani giornalisti e comunicatori scientifici di tutto il mondo, che hanno la possibilità di seguire i corsi che ogni anno vengono dedicati allo sviluppo di un diverso tema di attualità scientifica e giornalistica, alternando lezioni frontali a laboratori tenuti da esperti del mondo scientifico, giornalistico e della comunicazione scientifica. Questa edizione ha inaugurato la collaborazione tra l’INFN e Nature Italy, la rivista digitale dedicata alla ricerca in Italia e alla comunità scientifica italiana edita da Nature Portfolio.