UNDERGROUND SCIENCE: A ERICE LA XII EDIZIONE DELLA SCUOLA INTERNAZIONALE DI COMUNICAZIONE E GIORNALISMO SCIENTIFICO

UNDERGROUND SCIENCE: A ERICE LA XII EDIZIONE DELLA SCUOLA INTERNAZIONALE DI COMUNICAZIONE E GIORNALISMO SCIENTIFICO

Si è da poco conclusa la dodicesima edizione della Scuola internazionale di comunicazione e giornalismo scientifico di Erice a cui, ogni anno,  partecipano, grazie a una borsa di studio sostenuta dall’INFN, circa 20 studenti e studentesse provenienti da tutto il mondo. Il tema dell’edizione 2024 è stato “Underground science: Observing the Universe from below”. La scuola si è svolta  dal 16 al 18 ottobre in Sicilia a Erice ed è stata  l’occasione per presentare e discutere alcuni dei principali esperimenti di fisica, e non solo, realizzati nel sottosuolo o in discussione per il futuro, come ad esempio il Future circular collider, il telescopio sottomarino per neutrini Km3net, gli esperimenti per la ricerca della materia oscura che si trovano ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN, i suggestivi esperimenti di biologia del Canfranc Underground Laboratory o il futuro Einstein Telescope che l’Italia è candidata a ospitare nel sito sardo di Sos Enattos.
La scuola Internazionale di comunicazione e giornalismo scientifico di Erice è una scuola breve organizzata e finanziata dall’Istituto nazionale di Fisica Nucleare che si tiene annualmente nella sede del Centro di Cultura Scientifica Ettore Majorana a Erice. La scuola viene realizzata grazie alla collaborazione tra l’INFN e Nature Italia, la rivista digitale dedicata alla ricerca in Italia e alla comunità scientifica italiana edita da Nature Portfolio. Il programma prevede l’alternarsi di lezioni, dibattiti e attività interattive dedicate alla scienza e alla comunicazione e giornalismo scientifico centrate sul tema di ciascuna edizione.
sito web https://ericescicomschool.lnf.infn.it/

PIÙ DONNE NELLA FISICA: 23 BORSE DI STUDIO INFN PER GIOVANI STUDENTESSE IN FISICA

PIÙ DONNE NELLA FISICA: 23 BORSE DI STUDIO INFN PER GIOVANI STUDENTESSE IN FISICA

Le vincitrici del concorso INFN “Più donne nella fisica”, ventitré brillanti studentesse provenienti da tutta Italia, sono state premiate oggi, 24 ottobre, a Roma nel corso di una cerimonia che si è svolta presso la Sapienza Università di Roma, alla presenza della Giunta Esecutiva e del Consiglio Direttivo dell’INFN.
Il premio, giunto alla sua seconda edizione, è destinato a studentesse iscritte al primo anno del corso di laurea magistrale in fisica sperimentale e teorica delle interazioni fondamentali e in fisica applicata, ed è stato istituito nel 2022 dall’INFN nell’ambito del progetto “Più donne nella fisica” volto a promuovere e sostenere le ragazze nello studio della fisica, incoraggiando sinergie tra università, mondo della ricerca e industria, con l’ulteriore scopo di incrementare la presenza delle donne nel mondo della ricerca e del lavoro e la loro partecipazione attiva alla vita economica e sociale del paese.
Ogni studentessa ha ricevuto una borsa di studio del valore di 1500 euro come incentivo per intraprendere i propri studi in fisica subnucleare, astroparticellare, nucleare, teorica o nel campo della ricerca tecnologica interdisciplinare e della fisica degli acceleratori.
Il concorso è stato replicato anche quest’anno, per una terza edizione: è ora online il bando rivolto a studentesse iscritte al corso di laurea magistrale in Fisica o in Scienze dell’universo per l’anno accademico 2023/2024, che avranno tempo fino al 31 gennaio per inviare la propria candidatura.
Abbiamo chiesto a ognuna delle vincitrici di raccontarci che cosa l’ha spinta a studiare fisica e le proprie aspettative verso il futuro. Di seguito, una sintesi delle loro risposte.

 

Le vincitrici interessate alla fisica subnucleare

Eleonora ParisetSapienza Università di Roma
“Adoro la fisica, me ne sono innamorata durante uno stage al CERN. È entusiasmante e racchiude tutti gli elementi di una grande storia: profondi misteri, obiettivi ambiziosi, colpi di scena inaspettati e un forte spirito di collaborazione. Mi auguro di poter entrare a far parte del mondo della ricerca, quel mondo che da sempre sogno.”
Elena De SantisSapienza Università di Roma
“Il linguaggio della fisica e della matematica per formalizzare e risolvere problemi mi ha affascinata sin da piccola. Mi piacerebbe dedicarmi alla ricerca in ambito sperimentale. Vorrei conseguire un dottorato e poi cercare di portare avanti in parallelo sia attività di ricerca fondamentale che di fisica applicata.”
Anna KurzinaUniversità degli Studi di Cagliari
“Sono stata conquistata dalla fisica al liceo, ma nel momento in cui ho dovuto scegliere l’università, spaventata dalla difficoltà, mi sono iscritta inizialmente a ingegneria ambientale per cambiare il corso di studi in fisica. Mi auguro di proseguire i miei studi con un dottorato di ricerca in fisica delle particelle.”
Annalea CoralloUniversità degli Studi di Ferrara
“La passione per la ricerca unisce le persone, favorisce la collaborazione, superando differenze culturali e nazionali. Nel mio prossimo futuro, vorrei contribuire a esperimenti di fisica che possano fare luce su domande fondamentali, come lo studio dei neutrini e, allo stesso tempo, mi auguro di scoprire nuovi modi per rendere la scienza accessibile e coinvolgente.”
Sylvie PietrarotaSapienza Università di Roma
“Ho iniziato ad appassionarmi alla fisica tra i banchi di scuola, l’ho sempre trovata una materia stimolante e affascinante e tutt’ora, non smette di essere una continua sorpresa. Nel prossimo futuro mi auguro di laurearmi e iniziare un percorso di dottorato in Fisica delle Alte Energie, collaborando a un esperimento.”

Le vincitrici interessate alla fisica astroparticellare 

Livia PetrilloSapienza Università di Roma
“La fisica mi ha dato una chiave esplorare le leggi fondamentali dell’universo. Nel futuro spero di entrare nel mondo della ricerca scientifica e di approfondire ancora le mie conoscenze in fisica delle particelle. Vorrei prendere parte a progetti di ricerca innovativi, lavorando in ambienti stimolanti che mi permettano di continuare a crescere e a imparare.”
Martina ChiricoSapienza Università di Roma
“Quello che mi affascina della fisica è il suo metodo di indagine e la sua capacità di costruire modelli: un parco giochi in cui potersi divertire a comprendere la realtà senza banalizzarne la complessità. Per il mio futuro spero di proseguire gli studi con il dottorato, di poter fare della ricerca la mia professione e di riuscire a viverci.”
Giulia ContiUniversità degli Studi di Milano Bicocca
“Al liceo sono rimasta subito affascinata dal modo in cui la fisica tenta di spiegare i fenomeni della realtà attraverso numeri e formule. Per il mio prossimo futuro mi auguro di poter continuare a studiare e approfondire gli argomenti che più mi appassionano, in un ambiente accogliente e stimolante come quello che ho potuto frequentare in questi anni all’Università.”
Marta MelloniUniversità degli Studi di Ferrara
“Sono sempre stata affascinata dalla fisica in quanto costruisce un ponte tra l’ordine e il rigore della matematica e il caos e la complessità del mondo. Vorrei diventare una ricercatrice per poter lavorare in un contesto intellettualmente stimolante, e contestualmente divulgare la bellezza della fisica, rendendola accessibile anche a chi non l’ha studiata.”
Camilla LucchettaUniversità degli Studi di Trieste

“Ciò che più mi ha fatto avvicinare alla fisica è stata l’astronomia e la meraviglia che era capace di trasmettermi e il mio percorso di laurea mi ha permesso di comprendere quale sia la ricchezza del campo di ricerca delle astroparticelle. Per il prossimo futuro auguro a me e alle altre ragazze di poter lavorare in ambienti stimolanti, vivaci e inclusivi.”

Le vincitrici interessate alla fisica nucleare

Rosaria CavallaroUniversità degli Studi di Catania
“Studiare fisica rappresenta l’opportunità di vivere la realtà intorno a noi in maniera completamente immersiva. Spero di avere l’opportunità, in futuro, di entrare a far parte di una collaborazione internazionale di ricerca nell’ambito della fisica nucleare, in un ambiente stimolante e circondata da ciò che mi appassiona.”
Sara MontellaUniversità degli Studi di Napoli Federico II
“Studiare fisica significa imparare a pensare in modo strutturato, suddividendo i problemi in elementi più semplici e affrontandoli con un approccio rigoroso e metodico. Il mio desiderio più grande è intraprendere una carriera in fisica nucleare. Inoltre, mi auguro di poter dare il mio contributo per favorire una maggiore inclusione e uguaglianza nel mondo della ricerca scientifica.”
 
Gerardina VentreUniversità degli Studi di Napoli Federico II
“La scelta di studiare fisica è arrivata agli ultimi anni di liceo, grazie a professoresse meravigliose che mi hanno ispirato e incoraggiato. La mia aspirazione più grande è sostenere un corso di dottorato. Vorrei lavorare in laboratorio per comprendere ciò che, a occhio nudo, non riusciamo neanche a vedere ma che fa parte dell’universo a cui apparteniamo.”
 

Le vincitrici interessate alla fisica teorica 

Daria UngoloUniversità degli Studi di Pisa
“Ciò che mi emoziona della fisica è la capacità quasi magica e intrinseca di spiegare la realtà attraverso formule e numeri. Mi auguro di proseguire la mia carriera accademica con un dottorato, per poi intraprendere un percorso di ricerca all’interno dell’Università e vivere esperienze presso Università o centri di ricerca internazionali.”
Martina La RosaUniversità degli Studi di Bologna
“Sono sempre stata una ragazza estremamente curiosa, spinta da un profondo desiderio di conoscenza. Da qui il mio desiderio di studiare fisica. In un prossimo futuro mi auguro di dedicarmi allo studio di uno di quegli interrogativi che mi pongo sin da piccola: “Com’era l’Universo nei suoi primi istanti di vita?””
 
Arianna VercesiUniversità degli Studi di Pavia
“Ciò che mi affascina della fisica è la continua ricerca di una descrizione matematica e formale per spiegare in maniera precisa e generale sempre più aspetti di ciò che la natura ci propone. Mi auguro di poter proseguire il mio percorso accademico senza smettere di provare quella sensazione di meraviglia e soddisfazione nello scoprire e comprendere qualcosa di nuovo.”
Rita Lucia VadalàUniversità degli Studi di Milano Bicocca
“Ho deciso di studiare fisica grazie a un laboratorio del mio liceo che mi ha permesso di entrare a contatto con il mondo della ricerca. Per il prossimo futuro, sto iniziando a cercare dei dottorati nel campo della fisica teorica. Spero di riuscire a ritrovare il clima di passione e condivisione di idee che ho avuto la possibilità di incontrare al liceo.”
Angelica VecchiarelliSapienza Università di Roma
“Mi affascina l’idea che dietro ogni fenomeno ci possa essere una spiegazione. La fisica mi permette di darne una a ciò che accade attorno a me. Per il mio prossimo futuro, mi auguro di poter continuare a studiare ciò che mi appassiona, approfondendo sempre di più la conoscenza.”

Le vincitrici interessate alle Ricerche Tecnologiche, Interdisciplinari e alla Fisica degli Acceleratori

Silvia CeredaUniversità degli Studi di Milano
“La mia passione per la fisica è nata durante il liceo, grazie a una professoressa che, con il suo entusiasmo, è riuscita a trasmettermi l’amore per la materia. Per il prossimo futuro mi auguro di continuare il mio percorso nell’ambito della fisica medica e sanitaria, frequentando la Scuola di Specializzazione per diventare specialista in fisica medica.”

Maria AndolfattoUniversità degli Studi di Milano Bicocca
“Trovo che la fisica riesca a soddisfare tante curiosità e che sia molto stimolante. Nel futuro spero di poter continuare a vedere la fisica come una passione e non solo come un lavoro.”

Julia FavaroUniversità degli Studi di Pisa
“Al liceo classico un professore di matematica risvegliò la mia curiosità per le scienze, applicando la stessa creatività e inventiva delle arti umanistiche al rigore di una semplice dimostrazione. La ricerca rappresenta sicuramente una sfida che mi attrae, ma desidero coniugarla ad altri miei interessi come la comunicazione, l’arte e la computazione.”
Francesca RanaUniversità degli Studi di Pavia
“Appassionata da sempre alle discipline scientifiche, ho scelto di studiare fisica per soddisfare la necessità di scoprire i principi alla base di quanto ci circonda. La mia più grande aspirazione è contribuire, con i miei studi, al benessere altrui coniugando la fisica e la medicina.”
Giorgia ArcidiaconoUniversità degli Studi di Catania
“Da sempre la mia curiosità mi ha spinto a cercare il perché dietro ogni cosa e la fisica si è dimostrata uno strumento perfetto per farlo. Il mio obiettivo è intraprendere un percorso che mi permetta di entrare nel mondo della ricerca in fisica medica. Desidero offrire un contributo concreto al miglioramento della salute e della qualità di vita dei pazienti.”

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VERSO L’AGGIORNAMENTO DELLA STRATEGIA EUROPEA DELLA FISICA DELLE PARTICELLE. IL PROSSIMO APPUNTAMENTO È A VENEZIA

VERSO L’AGGIORNAMENTO DELLA STRATEGIA EUROPEA DELLA FISICA DELLE PARTICELLE. IL PROSSIMO APPUNTAMENTO È A VENEZIA

Nel corso della riunione di settembre, il Council del CERN ha formalmente finalizzato l’organizzazione del processo di aggiornamento della strategia europea della fisica delle particelle, ed è stato nominato il Physics Preparatory Group, il gruppo di lavoro incaricato di produrre il documento scientifico finale, a partire dalle indicazioni e dai contributi forniti dalla comunità scientifica.
Il terzo aggiornamento della strategia europea della fisica delle particelle era stato lanciato il 21 marzo scorso dal Council del CERN, l’organismo che guida la strategia europea e che è composto dai rappresentanti di tutti gli Stati membri del CERN. A giugno, il Council ha eletto Karl Jakobs, dell’Università di Friburgo, Segretario della Strategia e ha istituito lo European Strategy Group, che a inizio 2026 dovrà sottomettere all’approvazione del Council il documento finale.

Secondo il mandato dello European Strategy Group, l’obiettivo della nuova strategia è sviluppare “un piano visionario e concreto che faccia progredire notevolmente la conoscenza nella fisica fondamentale attraverso la realizzazione del prossimo progetto di punta al CERN”. Nel corso del prossimo anno e mezzo, quindi, l’intera comunità scientifica europea della fisica lavorerà per sviluppare una visione comune per il futuro del campo in Europa, che includerà in particolare il progetto del prossimo grande acceleratore al CERN, che succederà al Large Hadron Collider (LHC).

Il precedente aggiornamento della strategia europea per la fisica delle particelle, completato nel 2020, raccomandava che l’Europa, insieme ai suoi partner internazionali, esaminasse la fattibilità tecnica e finanziaria di un futuro collisore di adroni al CERN con un’energia nel centro di massa di almeno 100 TeV, che è stato chiamato Future Circular Collider (FCC). Il progetto di FCC doveva prevedere come possibile prima fase una “fabbrica” di bosoni di Higgs (Higgs factory), basata su un acceleratore elettrone-positrone (FCC-ee), realizzato all’interno dello stesso tunnel successivamente utilizzato per FCC. Da allora, sono stati compiuti progressi significativi e oggi c’è consenso internazionale sulla Higgs factory. Un rapporto intermedio sullo studio di fattibilità di FCC come una macchina a più stadi è stato presentato a marzo 2024, e il rapporto finale è previsto per la primavera del 2025.
A dicembre 2023, uno studio di programmazione della ricerca statunitense ha indicato come prioritario il supporto a una Higgs factory con sede fuori degli Stati Uniti e, lo scorso aprile, il CERN e gli Stati Uniti hanno rilasciato una dichiarazione di intenti congiunta che sottolineava l’importanza di collaborare alla Higgs factory, qualora gli Stati membri del CERN indicassero FCC-ee come la prossima struttura di ricerca del CERN.

Oltre a dare indicazione sul prossimo acceleratore al CERN, l’aggiornamento della strategia dovrà anche dare le priorità sulle alternative da perseguire qualora questo progetto dovesse rivelarsi non sostenibile o non competitivo con analoghi progetti indipendenti in via di discussione in altri paesi non europei. Indicherà, inoltre, le aree di priorità di studi scientifici complementare sia agli acceleratori di particelle, sia in altri campi di ricerca affini come la ricerca e lo sviluppo di rivelatori e computer, gli studi teorici, le azioni per ridurre al minimo l’impatto ambientale e migliorare la sostenibilità della fisica con acceleratori, oltre a iniziative per attrarre e formare giovani ricercatori e ricercatrici e coinvolgere la società civile.

“Il CERN ha appena celebrato sette decenni di progressi rivoluzionari nella scienza e nella tecnologia, raggiunti grazie alla collaborazione internazionale. Questo successo è il risultato della cultura unica del CERN e del coraggio della sua comunità nel perseguire progetti al limite delle capacità umane: tutto questo è stato possibile solo grazie al supporto dei nostri Stati membri e membri associati e dei nostri partner di tutto il mondo. I progetti futuri saranno ancora più impegnativi, ma prevediamo che il loro impatto scientifico e tecnologico sarà immenso. Il futuro del CERN e del settore è luminoso”, ha commentato il Direttore Generale del CERN, Fabiola Gianotti.

Durante la sessione di settembre del Council del CERN, è stato anche annunciato che il prossimo Strategy Open Symposium, durante il quale la comunità scientifica sarà invitata a discutere il futuro orientamento della fisica delle particelle europea, si terrà in Italia, a Venezia, dal 23 al 27 giugno 2025.

“Stiamo giungendo a un momento cruciale per la fisica delle particelle: siamo consapevoli che quello che emergerà dalla prossima strategia europea segnerà il futuro della fisica fondamentale a livello mondiale. Siamo protagonisti di questo processo e porteremo il nostro contributo con visione e senso di responsabilità, come abbiamo sempre fatto in questi settant’anni di vita del CERN”, commenta Antonio Zoccoli, presidente dell’INFN. “Ora ci prepareremo ad accogliere a Venezia l’intera comunità scientifica europea, sapendo che l’incontro di giugno è un momento determinante per costruire assieme il progetto scientifico che permetterà all’Europa e al CERN di conservare la leadership mondiale in questo settore della ricerca, uno dei più avanzati e di maggior impatto per la scienza, la tecnologia e la società”.

CONSEGNATA A CARLO RUBBIA LA MEDAGLIA INFN IN OCCASIONE DELLE CELEBRAZIONI AL CERN IN SUO ONORE

CONSEGNATA A CARLO RUBBIA LA MEDAGLIA INFN IN OCCASIONE DELLE CELEBRAZIONI AL CERN IN SUO ONORE

La comunità della fisica fondamentale celebra oggi, 18 ottobre, al CERN, con un simposio dedicato alla sua straordinaria carriera scientifica, i novant’anni di Carlo Rubbia e i quarant’anni dal premio Nobel che gli è stato attribuito nel 1984 per la scoperta dei bosoni W e Z, avvenuta l’anno precedente. Ad aprire i festeggiamenti, è stato l’intervento di Fabiola Gianotti, direttrice generale del CERN. Sono seguiti i ricordi e le testimonianze di colleghe e colleghi del grande scienziato, che hanno ripercorso i suoi principali contributi alla fisica fondamentale: da Chris Llewellyn Smith a Gerardus’t Hooft, da Samuel Ting a Lyn Evans, da Luciano Maiani a James Rohlf, da Amalia Ballarino a Hamid Ait Abderrahim, da Hesheng Chen ad Antonio Zoccoli che, nel corso dell’evento, ha consegnato a Carlo Rubbia la Medaglia INFN, il prestigioso riconoscimento che l’INFN conferisce a coloro che hanno contribuito in modo eccezionale a costruire la storia dell’Istituto.

“Oggi celebriamo la doppia ricorrenza dei novant’anni di Carlo Rubbia e dei quarant’anni dal suo Nobel per la scoperta dei bosoni W e Z, ripercorrendo la brillante carriera di un grande scienziato che ha segnato la storia della fisica”, commenta Antonio Zoccoli, presidente dell’INFN. “È stato un onore e piacere consegnare, a nome di tutta la nostra comunità, la medaglia INFN a Carlo, il contributo che ha portato e che continua a portare alla fisica fondamentale e alle attività scientifiche del nostro Istituto è unico e straordinario”.

Carlo Rubbia è stato insignito del Premio Nobel per la fisica nel 1984 per la scoperta, l’anno precedente, dei bosoni W e Z, le particelle mediatrici dell’interazione debole. Il ruolo di Rubbia in questa scoperta è stato fondamentale non soltanto perché ha guidato l’esperimento UA1 al successo, ma anche perché ha avuto l’intuizione determinante per la sua riuscita: convertire l’acceleratore del CERN dell’epoca, il Super Proton Synchrotron, in un anello di collisione a più alte energie, in cui si scontrassero protoni e antiprotoni.
Rubbia ha segnato con le sue geniali intuizioni non solo la storia del CERN e della fisica con acceleratori, ma anche la storia dell’INFN: una per tutte, l’esperimento ICARUS, da lui progettato e dedicato alla fisica del neutrino, in funzione ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dal 2010 al 2014, e oggi al Fermilab negli Stati Uniti dove è stato integrato nel programma Short-Baseline Neutrino.
E la carriera di Carlo Rubbia non ha brillato solo per i suoi contributi scientifici: dal 1989 al 1993, Rubbia ha ricoperto l’incarico di direttore generale del CERN e, nel corso della sua storia professionale e istituzionale, ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi, e ha ricoperto cariche e ruoli di responsabilità presso molte prestigiose istituzioni. Dal 2013 è senatore a vita della Repubblica Italiana.

Carlo Rubbia, laureato in fisica alla Scuola Normale Superiore di Pisa nel 1957, si trasferisce negli Stati Uniti, alla Columbia University, dove si dedica ai primi di una lunga serie di esperimenti nel campo delle interazioni deboli. Nel 1970 ottiene la cattedra di fisica all’Università di Harvard, dove insegna fino al 1988. I suoi esperimenti più importanti sono stati effettuati su diversi acceleratori di particelle negli Stati Uniti, al Fermilab e al Brookhaven National Laboratory, e al CERN. Qui, insieme a Simon van der Meer, sviluppò una serie di tecniche rivoluzionarie per creare e accumulare antiprotoni in un fascio ad alta densità, e portarli a collisione con un fascio di protoni a energie mai raggiunte prima, in un acceleratore di nuova concezione. Queste tecniche consentirono al gruppo dell’esperimento UA1 di rivelare l’esistenza delle particelle mediatrici dell’interazione elettrodebole, i bosoni W e Z, e a Rubbia e van der Meer di vincere il Premio Nobel per la fisica nel 1984. Nel corso della sua intensa attività di ricerca si è occupato anche di altri temi, come la fusione nucleare a confinamento inerziale, la realizzazione di un nuovo tipo di reattore nucleare a fissione basato sull’impiego del torio, la verifica della stabilità del protone, lo studio dei neutrini.

 

 

 

AL VIA A ERICE LA XII EDIZIONE DELLA SCUOLA DI COMUNICAZIONE E GIORNALISMO SCIENTIFICO

AL VIA A ERICE LA XII EDIZIONE DELLA SCUOLA DI COMUNICAZIONE E GIORNALISMO SCIENTIFICO

Apre oggi la Scuola internazionale di comunicazione e giornalismo scientifico di Erice a cui partecipano ogni anno circa 20 studenti e studentesse provenienti da tutto il mondo che hanno l’opportunità di partecipare grazie a una borsa di studio. Il tema dell’edizione 2024 è “Underground science: Observing the Universe from below”. La scuola si svolgerà dal 16 al 18 ottobre in Sicilia a Erice e sarà l’occasione per presentare e discutere di alcuni dei principali esperimenti di fisica, e non solo, realizzati nel sottosuolo o in discussione per il futuro, come ad esempio il Future circular collider, il telescopio sottomarino per neutrini Km3net, gli esperimenti per la ricerca della materia oscura che si trovano ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN o il futuro Einstein Telescope che l’Italia è candidata a ospitare nel sito sardo di Sos Enattos.

La scuola Internazionale di comunicazione e giornalismo scientifico di Erice è una scuola breve organizzata dall’Istituto nazionale di Fisica Nucleare che si tiene annualmente nella sede del Centro di Cultura Scientifica Ettore Majorana a Erice. La scuola viene realizzata grazie alla collaborazione tra l’INFN e Nature Italia, la rivista digitale dedicata alla ricerca in Italia e alla comunità scientifica italiana edita da Nature Portfolio. Il programma prevede l’alternarsi di lezioni, dibattiti e attività interattive dedicate alla scienza e alla comunicazione e giornalismo scientifico centrate sul tema di ciascuna edizione.

Leggi tutte le informazioni su: https://ericescicomschool.lnf.infn.it/

EUCLID: ZOOM SULLA PRIMA PAGINA DEL GRANDE ATLANTE COSMICO

EUCLID: ZOOM SULLA PRIMA PAGINA DEL GRANDE ATLANTE COSMICO

Euclid, la missione spaziale dell’ESA, European Space Agency, a cui per l’Italia partecipano l’INFN insieme all’ASI, Agenzia Spaziale Italiana, e all’INAF, Istituto Nazionale di Astrofisica, ha rivelato il primo dettaglio del grande atlante dell’universo che sta realizzando grazie alle sue spettacolari osservazioni.

Questo primo frammento della mappa cosmica, un enorme mosaico di 208 gigapixel, mostra già circa 100 milioni di sorgenti astrofisiche: dalle stelle nella nostra Via Lattea a galassie lontane decine, centinaia e migliaia di milioni di anni luce. Circa 14 milioni di queste galassie saranno utilizzate da Euclid per studiare l’influenza nascosta della materia oscura e dell’energia oscura sull’universo.

Le nuove straordinarie immagini sono state presentate oggi, 15 ottobre, al Congresso Astronautico Internazionale di Milano dal Direttore Generale dell’ESA Josef Aschbacher e dal Direttore Scientifico Carole Mundell.

Il mosaico è composto da 260 osservazioni effettuate tra il 25 marzo e l’8 aprile 2024. In sole due settimane, Euclid ha coperto 132 gradi quadrati del Cielo Australe, più di 500 volte l’area della Luna piena, riuscendo a catturare un numero incredibile di oggetti in grande dettaglio. Ingrandendo molto in profondità il mosaico, è infatti possibile vedere chiaramente la struttura intricata di una galassia a spirale. Inoltre, un tratto speciale visibile nel mosaico sono le tenui nubi tra le stelle nella nostra galassia, chiamate anche “cirri galattici”, che appaiono in azzurro chiaro sullo sfondo nero dello spazio e che sono costituiti da un mix di gas e polvere. Euclid è in grado di vedere queste nubi con la sua telecamera super sensibile alla luce visibile perché riflettono la luce ottica della Via Lattea. Le nubi brillano anche nella luce infrarossa e nelle microonde, come visto dalle missioni Herschel e Planck dell’ESA.

Questo mosaico rappresenta appena l’1% dell’ampia indagine che Euclid condurrà nei prossimi sei anni, durante la quale, osserverà forme, distanze e movimenti di miliardi di galassie fino a 10 miliardi di anni luce da noi. Così Euclid creerà la più grande mappa cosmica 3D mai realizzata. Il mosaico rilasciato oggi è, quindi, solo un’anteprima di ciò che verrà dalla missione. Il prossimo rilascio parziale dei dati, 53 gradi quadrati, è previsto per marzo 2025, mentre il primo anno di dati cosmologici della missione sarà rilasciato nel 2026.

“L’INFN è coinvolto da quasi dieci anni in Euclid: crediamo molto nelle potenzialità di questo straordinario strumento, e siamo certi che sarà in grado di portare un importante contributo allo studio della materia oscura e dell’energia oscura”, sottolinea Stefano Dusini, che coordina la partecipazione dell’INFN alla missione. “In particolare, l’INFN ha curato l’integrazione dell’elettronica calda dello strumento NISP, uno spettro-fotometro nell’infrarosso che insieme alla camera nel visibile VIS compongono la strumentazione del telescopio Euclid, e contribuisce insieme all’INAF al monitoraggio e gestione in volo dello strumento NISP e all’analisi dei dati per determinare i parametri del modello cosmologico. I risultati finali che si avranno tra 6 anni, al completamento della mappa, rappresenteranno un importante passo avanti nella comprensione dell’espansione dell’universo e delle forze che l’hanno governata”, conclude Dusini.

 

 

 

L’EREDITÀ SCIENTIFICA E TECNOLOGICA DELL’ESPERIMENTO BOREXINO

L’EREDITÀ SCIENTIFICA E TECNOLOGICA DELL’ESPERIMENTO BOREXINO

Dal perché le stelle e il Sole brillano alle tecnologie pioneristiche: in 32 anni di attività ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN, l’esperimento Borexino ha raggiunto fondamentali risultati sia scientifici sia tecnologici che rappresentano un’importante eredità per gli esperimenti che studiano eventi rari o neutrini di energia molto bassa. I principali risultati dell’esperimento sono raccolti in un articolo di review recentemente pubblicato sulla rivista “Annual Review of Nuclear and Particle Science” a firma di Gianpaolo Bellini, ricercatore INFN, professore emerito dell’Università degli Studi di Milano, che di Borexino è stato fondatore e a lungo portavoce unico.
Al cuore del progetto Borexino c’è un esperimento di ineguagliata sensibilità per lo studio dei neutrini di bassa energia e in 32 anni di attività (14 anni di presa dati, preceduti da un lungo lavoro di ricerca, progettazione, sviluppo e costruzione) è riuscito a misurare tutte le principali reazioni nucleari del Sole. L’esperimento è così riuscito a trovare risposta a una delle domande che da sempre interessano l’umanità, “perché il Sole e le stelle brillano?”, e lo ha fatto misurando, nel 2014, i neutrini prodotti nella catena nucleare protone-protone che produce il 99% dell’energia del Sole, e osservando, nel 2020, i neutrini solari provenienti dal ciclo CNO (carbonio-azoto-ossigeno), che svolge un ruolo molto rilevante nelle stelle di grande massa. Borexino non si è fermato qui: è anche riuscito a rivelare i geo-neutrini, ovvero antineutrini provenienti dall’interno della Terra e, grazie a queste osservazioni, è stato possibile ricavare una stima della radioattività del mantello terrestre e a conoscere quella della crosta terrestre.
“Quella di Borexino è un’eredità, sia scientifica sia tecnica e tecnologica, che influirà in modo importante su tutti gli esperimenti che studiano eventi rari o neutrini di energia molto bassa”, spiega Gianpaolo Bellini. “Per esempio, per riuscire nei propri obiettivi scientifici, esperimenti per la ricerca della materia oscura o di fenomeni rarissimi, che sono in fase di realizzazione o anche già in presa dati, sono fortemente impegnati nel cercare di ottenere livelli di radiopurezza sempre maggiori: per farlo utilizzano tecniche derivanti in gran parte dall’esperienza di Borexino. E nulla di standard è stato utilizzato nella realizzazione di Borexino: tutti i componenti, dal più piccolo e sofisticato al più grande, sono stati studiati nel minimo dettaglio e sviluppati ad hoc”, conclude Bellini.
Borexino è, infatti, riuscito a ottenere i suoi straordinari risultati grazie a tecniche e metodi che gli hanno consentito di raggiungere livelli di radiopurezza senza precedenti. Basti pensare che la parte attiva del rivelatore, che ha permesso di osservare le interazioni di neutrini, il cosiddetto scintillatore, ha raggiunto in Borexino una radiopurezza pari a un nucleo radioattivo ogni dieci triliardi di nuclei non radioattivi. Inoltre, l’esperimento era costituito da sensibilissimi occhi elettronici e da schermi che lo proteggevano dalle radiazioni naturali provenienti dalle rocce del laboratorio e dall’ambiente sotterraneo. Infine, l’installazione nell’ambiente sotterraneo dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso ha permesso di proteggere l’esperimento dai raggi cosmici, radiazioni provenienti dell’universo, grazie ai 2000 metri di roccia sovrastante.

ALDO IANNI PRESIDENTE DEL SCIENTIFIC COMMITTEE DI APPEC

ALDO IANNI PRESIDENTE DEL SCIENTIFIC COMMITTEE DI APPEC

Aldo Ianni, ricercatore dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN, è stato eletto presidente dello Scientific Committee di APPEC (Astroparticles Physics European Consortium), il consorzio che coordina in Europa le attività di ricerca in fisica astroparticellare, e che riunisce la comunità scientifica europea e 22 agenzie finanziatrici che operano negli Stati membri.

“Essere stato eletto con ampio consenso è davvero una grande soddisfazione a livello professionale”, commenta Aldo Ianni. “Questo incarico è una responsabilità importante, che richiede sicuramente molto impegno, capacità organizzativa e di sintesi, considerata anche la finestra temporale di soli due anni che abbiamo a disposizione per elaborare la nuova roadmap europea della fisica astroparticellare. Un incarico e una responsabilità – prosegue Ianni – che assumo dopo un lungo percorso di ricerca ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso, il più importante laboratorio al mondo per la ricerca in sotterraneo in questo specifico settore scientifico, una grande infrastruttura di ricerca che ogni anno attrae migliaia di scienziati e scienziate da tutto il mondo”.

Il compito più rilevante di APPEC è armonizzare gli sforzi degli Stati membri per migliorare l’impatto degli investimenti a supporto della ricerca nel settore, e per valorizzare il ruolo dell’Europa e le sue infrastrutture di ricerca. A questo scopo viene elaborata una roadmap che definisce i progetti di ricerca strategici sulla base degli obiettivi della comunità scientifica, dei piani strategici nazionali, e della fattibilità tecnico-finanziaria. Così, dopo una collaborazione con APPEC iniziata nel 2021 con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione tra i laboratori sotterranei europei, Aldo Ianni avrà ora come primo obiettivo del suo mandato proprio quello di guidare entro il 2026 il Consorzio verso la roadmap scientifica 2027-2036.

Lo Scientific Committee di APPEC, costituito da 21 scienziati europei di fama internazionale, sotto il coordinamento di Ianni avrà quindi la responsabilità di mettere a punto, tenendo anche in considerazione il contesto internazionale, il nuovo documento che dovrà indicare il percorso della ricerca europea in fisica astroparticellare per il prossimo decennio. La roadmap fornirà un panorama dei risultati scientifici da raggiungere, dando anche indicazione dei tempi, valutando le eventuali diverse opzioni, e tenendo conto dell’impatto sociale e innovativo dei progetti di ricerca.

Aldo Ianni si è laureato in fisica all’Università degli Studi di Perugia nel 1992. Nel 1999 ha conseguito il dottorato di ricerca in Fisica all’Università degli Studi dell’Aquila ed è stato post-doc alla Princeton University dal 1999 fino al 2001, anno in cui diventa ricercatore all’INFN presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso (LNGS). Dal 2011 al 2015 è responsabile della Divisione Ricerca ai LNGS e, in seguito, fino al 2018, è direttore del laboratorio sotterraneo di Canfranc, in Spagna. Negli ultimi anni è stato responsabile dell’Unità Funzionale NOA dei LNGS e, ad oggi, è responsabile dell’Unità Funzionale Strategia scientifica e collaborazione internazionale tra laboratori sotterranei sempre dei LNGS. L’attività di ricerca di Aldo Ianni riguarda principalmente gli ambiti dei neutrini solari, dei geoneutrini (prodotti dalla radioattività della Terra), la ricerca di materia oscura con rivelatori a base di argon liquido e ioduro di sodio, la fenomenologia delle interazioni di neutrini.

APPEC conduce le proprie attività attraverso la General Assembly, che definisce la strategia e rappresenta gli stati membri, il Scientific Committee, che si occupa di valutare gli obiettivi scientifici e i progetti di ricerca, e del Joint Secretariat, che ha il compito di attuare le direttive strategiche e scientifiche. APPEC considera fondamentale la valutazione dell’impatto sociale, educativo e di diffusione della ricerca, e si interfaccia anche con altri Consorzi, quali ESFRI (European Strategy Forum on Research Infrastructure), ECFA (European Committee on Future Accelerators) e NuPECC (Nuclear Physics European Collaboration Committee) per rafforzare le connessioni tra diversi campi di ricerca e la multidisciplinarietà.

 

 

 

 

MINI-EUSO CATALOGA DALLO SPAZIO 24.000 METEORE

MINI-EUSO CATALOGA DALLO SPAZIO 24.000 METEORE

L’atmosfera terrestre è continuamente bombardata da corpi celesti che, per effetto dell’attrito con l’atmosfera stessa, aumentano la propria temperatura e bruciano, emettendo radiazione. Questi oggetti, detti comunemente “meteore”, sono tipicamente osservati da telescopi terrestri per ricostruirne massa, direzione e flusso attraverso la rivelazione della luce emessa nello spettro visibile. L’opportunità di analizzare questi oggetti celesti dallo spazio presenta notevoli vantaggi, tra cui la possibilità di effettuare una campagna osservativa con ampio campo di vista e di lunga durata, indipendente dalle condizioni atmosferiche a terra. La collaborazione JEM-EUSO ha recentemente confermato le potenzialità di questo approccio, con la pubblicazione sulla rivista Astronomy&Astrophysics della mappatura di 24.000 meteore osservate sistematicamente per la prima volta dallo spazio nella banda ultravioletta con il rivelatore Mini-EUSO (Multiwavelength Imaging New Instrument for the Extreme Universe Space Observatory).

Mini-EUSO è un telescopio dell’Agenzia Spaziale Italiana, sviluppato grazie a una collaborazione internazionale guidata dall’INFN. Mini-EUSO è stato lanciato con la Soyuz MS-14 il 22 agosto 2019 dopo essere stato selezionato dall’Agenzia Spaziale Italiana per la missione Beyond di Luca Parmitano, ed è stato installato nel 2019 sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) dove, da ormai 5 anni, sta registrando l’emissione ultravioletta di origine cosmica, atmosferica e terrestre da una finestra collocata all’interno del modulo Zvezda, orientata verso la Terra.

“La tecnologia innovativa di rivelatori sensibili alla radiazione UV accoppiati a un sistema di acquisizione dati ottimizzato per effettuare osservazioni su diverse scale temporali, ha permesso di catturare la luce prodotta dalle emissioni di questi piccoli oggetti che hanno attraversato l’atmosfera terrestre a grandissima velocità, per ricostruirne le proprietà in termini di direzione, emissioni luminose e massa”, spiega Dario Barghini, ricercatore dell’Università di Torino associato all’INAF e all’INFN, responsabile dell’analisi.

“Le osservazioni di Mini-EUSO hanno permesso non solo di fornire un catalogo sistematico di meteore, ma anche di confermare, con un approccio innovativo e indipendente dalle campagne di osservazione terrestre, i modelli relativi al flusso atteso di questi oggetti cosmici”, sottolinea Marco Casolino, ricercatore dell’INFN e principal investigator della missione.

I risultati pubblicati sono basati sull’analisi delle prime 40 sessioni di presa dati. Ad oggi Mini-EUSO conta più di 100 sessioni effettuate. “I dati raccolti da Mini-EUSO potrebbero contenere altre informazioni utili per testare ulteriormente questi modelli consolidati e identificarne i più attendibili. A tal fine, i ricercatori stanno continuando l’analisi dei dati non solo per migliorare i risultati già ottenuti, integrando il catalogo con le più recenti osservazioni, ma anche investigando se tra i dati si possa identificare la presenza di eventi atipici, come meteore di origine interstellare, o evidenza di nuovi stati estremamente densi di materia, predetti ma mai osservati finora, e comunemente indicati come nucleariti”, commenta Valerio Vagelli, project scientist dell’ASI per Mini-EUSO.

Grazie all’analisi dei dati raccolti si attendono probabili nuovi risultati. “I risultati prodotti dall’analisi dei dati raccolti dal telescopio Mini-EUSO sulla ISS confermano le competenze nazionali nello sviluppo e operazione di questo tipo di strumentazione per la misura di radiazione ultravioletta dallo spazio. La collocazione dello strumento su un laboratorio orbitante insieme alla fitta e prestigiosa rete di collaborazioni internazionali offrono altresì l’opportunità per investigazioni scientifiche in campi differenti e complementari quali l’osservazione della Terra, lo studio del Sistema Solare, la fisica fondamentale, fino ad applicazioni di interesse per la sicurezza spaziale come il monitoraggio di detriti spaziali”, aggiunge Marino Crisconio, responsabile di Programma dell’ASI per Mini-EUSO.

La collaborazione italiana Mini-EUSO coinvolge le Sezioni INFN di Roma Tor Vergata e di Torino, i Laboratori Nazionali INFN di Frascati, INAF Osservatorio Astrofisico di Torino, il Dipartimento di Fisica dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e dell’Università di Torino, Kayser Italia e il contributo attivo di ricercatori e tecnologi dell’ASI.

 

 

 

 

 

OLIMPIADI E FISICA: AL VIA UNA NUOVA CAMPAGNA SOCIAL INFN SULLA FISICA DELLO SPORT

OLIMPIADI E FISICA: AL VIA UNA NUOVA CAMPAGNA SOCIAL INFN SULLA FISICA DELLO SPORT

Quanta fisica c’è in una partita di ping pong o in un calcio di punizione? Come può la fisica aiutare un atleta a eseguire un tiro libero o una spaccata perfetti o a scalare una parete d’arrampicata? In occasione dell’inizio dei Giochi Olimpici Estivi 2024 a Parigi, sulla pagina Instagram dell’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (@infn_insights) e del progetto INFN ScienzaPerTutti (@infn_scienzapertutti) prende il via una campagna di comunicazione dedicata alla fisica dello sport.

Ogni venerdì da oggi, 26 luglio, fino al 30 agosto pubblicheremo un carosello che racconta la fisica che si nasconde dietro alcune delle discipline olimpiche: parleremo di ping pong, salto in alto, calcio, pallacanestro e ginnastica artistica.

Ad accompagnarci in questo racconto saranno i video che ragazzi e ragazze delle scuole superiori e medie di tutta Italia hanno realizzato in occasione del concorso del progetto INFN ScienzaPerTutti “Ci vuole il fisico!”, che ha richiesto a studenti e studentesse di scegliere uno sport e raccontarne la fisica. Saranno, infatti, proprio i loro video i protagonisti dei caroselli, che ci auguriamo possano essere di buon auspicio per tutti gli atleti e atlete italiani in gara a questi giochi olimpici. Buone olimpiadi a tutte e tutti!